L'ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI
a cura del Centro Comunista Studi Politici - Genova

 

IV - Bakunin e il secondo sviluppo dell'Internazionale (1869-1870)

 

Con il 1868 e il Congresso di Bruxelles si chiude la prima fase della vita dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, la fase della crescita e della diffusione dell'Associazione e dei suoi principi, crescita e diffusione impetuosa e disordinata; fase caratterizzata da un vivace dibattito interno che ha visto l'omogeneizzazione dell'A.I.L. su posizioni e su concezioni sempre più nettamente orientate in senso socialista e collettivista.

La lunga battaglia sostenuta dai collettivisti (marxisti e non) contro le posizioni idealiste, radicali e piccolo-borghesi si è conclusa vittoriosamente con l'uscita dall'Associazione o con la perdita di ogni influenza dei mazziniani, dei repubblicani e dei mutualisti.

L'Associazione si è trasformata da amalgama di sindacati di mestiere e di intellettuali borghesi in organizzazione politica e rivoluzionaria del proletariato europeo e internazionale pur con la presenza, in nuce, delle contraddizioni che determineranno la sua fine.

La seconda fase della vita dell'Internazionale che si apre nel 1868 per concludersi con l'inizio della guerra franco-prussiana del 1870 è ugualmente una fase di espansione dell'Associazione: questa volta in paesi (Spagna, Italia, Giura) dove fino ad ora i principi dell'Internazionale avevano avuto scarsa diffusione; è altresì una fase caratterizzata dall'aprirsi di un duro scontro politico all'interno della maggioranza collettivista tra Marx e i suoi seguaci e gli anti-autoritari (Bakunin, Guillaume, Schwitzguebel, De Paepe, ecc.).

L'azione di Bakunin e l'Alleanza della Democrazia Socialista

Nel 1864 Bakunin è a Londra dove incontra Marx e concerta una azione contro Mazzini in occasione del suo prossimo viaggio in Italia; successivamente Marx gli invierà gli Statuti e i principi dell'Associazione e Bakunin accetterà di farsene propagatore in Italia.

Inizia così un periodo tumultuoso e importante nella vita e nell'opera di Bakunin e per lo sorti dell'A.I.L.: in 5 anni, dal 1864 al 1869, l'agitatore russo fonderà dapprima la Fratellanza Internazionale (1), al fallimento di questa parteciperà all'attività della Lega per la pace e la libertà (2), dopodiché costituirà l'Alleanza Internazionale della democrazia socialista e infine chiederà l'adesione alla Associazione Internazionale dei Lavoratori nel 1869.

Al di là dell'eclatanza delle sigle e della reale consistenza della Fratellanza Internazionale e dell'Alleanza, problema che non affronteremo in questo documento, è indubbio che Bakunin riesce a legare a sé in questi anni i nomi più rappresentativi del socialismo europeo e del movimento di classe: dai francesi Benoit Malon, Albert Richard, Elie e Elisée Reclus (3), Aristide Rey, agli svizzeri James Guillaume e Adhemar Schwitzguebel; agli italiani Saverio Friscia, Giuseppe Fanelli (4), Carlo Gambuzzi (5), Alberto Tucci (6); agli spagnoli Ferdinando Garrido (7), Farga Pellicer (8), Anselmo Lorenzo (9).

L'azione e la rete di relazioni politiche di Bakunin sono di estrema importanza per quanto concerne l'ulteriore propagazione in Francia e nel Giura dei principi e delle concezioni socialiste e internazionaliste, come per quanto concerne il successo politico e organizzativo dell'Associazione in Italia e in Spagna.

L'Internazionale in Italia

Non è nostra intenzione analizzare in questa sede in maniera approfondita il processo di crescita travagliata che porta il proletariato italiano dall'iniziale subordinazione alla borghesia alla progressiva maturazione socialista e internazionalista, (…) gioverà una breve sintesi dei fatti che precedono e preparano il diffondersi dell'internazionalismo nel movimento operaio italiano.

Gennaio 1864: primo viaggio di Bakunin in Italia, a Genova incontra Bertani, a Caprera Garibaldi, a Firenze un gruppo di giovani socialisti e mazziniani tra cui Dolfi, Mazzoni, Granelli, Berti-Calura e De Gubernatis, con i quali instaura proficui rapporti.

Ottobre 1864: Napoli, XI Congresso delle società operaie mazziniane (10), nel quale tra l'altro si decide di inviare una delegazione al previsto I Congresso dell'A.I.L. del 1865 (che non avrà luogo).

Novembre 1864: secondo viaggio di Bakunin in Italia (Genova e Firenze), egli si impegna per scalzare l'egemonia mazziniana nel movimento operaio.

Agosto 1865: fondazione a Firenze del giornale "Il Proletario" (11), diretto dal proudhoniano Lo Savio.

Giugno 1865: Bakunin si trasferisce a Napoli e raccoglie intorno a sé un gruppo di giovani che saranno i primi internazionalisti: Gambuzzi, Fanelli, Friscia, Tucci, Mileti, Dramis, De Luca. In questo periodo, mentre continua la crescita del movimento operaio organizzato, i contatti con l'Internazionale sono limitati all'Associazione italiana dei lavoratori di Londra.

Ottobre 1866: viene pubblicata a cura di Bakunin e di Tucci "La situazione italiana", ampia analisi della situazione politica e violento attacco contro le concezioni mazziniane.

Febbraio 1867: viene fondato a Napoli il circolo "Libertà e Giustizia" dagli amici italiani di Bakunin: Fanelli, Friscia, Gambuzzi, Tucci, Caporusso.

Agosto 1867: il circolo napoletano inizia le pubblicazioni di un giornale di tendenza socialista e collettivista dallo stesso nome.

Settembre 1867: primi contatti delle società operaie italiane con l'A.I.L., Tanari e Stampa partecipano al Congresso di Losanna.

1868: Bakunin e molti suoi amici aderiscono all'A.I.L., si formano le prime sezioni italiane, Sciacca e Catania. La crisi economica che travaglia il paese da anni raggiunge il suo apice favorendo la rapida maturazione del movimento di classe, le società operaie si moltiplicano (particolarmente sotto la forma di società di resistenza); numerosi scioperi e tumulti nelle campagne contro la tassa sul macinato.

1869: viene fondata la sezione napoletana dell'A.I.L., che presto supera il migliaio di soci, i suoi animatori sono gli ex-soci del circolo "Libertà e Giustizia", Bakunin e Caporusso vengono delegati al Congresso dell'A.I.L. di Basilea. Agli inizi del 1870 ci sono quattro sezioni dell'A.I.L. in Sicilia, una a Napoli, una a Castellamare di Stabia, una a Firenze. L'Internazionale è in forte espansione e la sua fama cresce tra le classi lavoratrici.

L'Internazionale in Spagna

La Spagna della prima metà dell'ottocento è preda di forti tensioni sociali, riflesso di uno sviluppo economico alterato dal permanere di una strutture agraria prevalentemente latifondistica e rentieristica che ostacola lo sviluppo dei settori capitalistici industriali.

Uno dei caratteri particolari dello sviluppo economico spagnolo è la mancanza di una classe media contadina potenziale alleata della nascente borghesia industriale; ciò determina una netta separazione tra i piccoli contadini e il nascente proletariato nei riguardi sia dei vecchi antagonisti (latifondisti e loro regime aristocratico e reazionario) che dei nuovi (borghesia industriale e partito repubblicano).

Quindi ne consegue una spiccata tendenza all'autonomia del proletariato spagnolo che si innesta sulle sue tradizioni associative (12).

L'associazionismo operaio negli anni che vanno dal 1840 alla rivoluzione borghese del 1868 si sviluppa in forme necessariamente clandestine orientate spesso, oltre che verso il mutuo soccorso e la resistenza sindacale, in senso educazionista; sul piano politico inizialmente le associazioni operaie seguono i movimenti politici repubblicani diretti dagli esponenti della borghesia progressista.

Lotte sindacali spesso violente si sviluppano in tutti questi anni e spesso si intersecano e si unificano con le lotte della borghesia repubblicana.

Complessivamente il movimento operaio spagnolo è assai debole ed è soggetto alla violenta repressione governativa, solo nel 1855 con il primo sciopero generale a carattere rivoluzionario si creano le premesse per lo sviluppo di un proletariato di fabbrica fortemente socializzato e per un'organizzazione sindacale e cooperativa articolata e unitaria.

La repressione governativa matura la coscienza proletaria: è di questi anni la costituzione dell'Unione de Classes, organizzazione operaia che raggruppa in forma federativa gli operai dell'industria tessile di Barcellona e della Catalogna.

Le espressioni più significative del nascente socialismo spagnolo (ancora inquinato da concezioni radical-borghesi) sono in questi anni la rivista madrilena "Organizacion del Trabajo" (13) e l'attività della sinistra del partito "democratico" (14).

Nonostante la notevole crescita del movimento operaio negli anni '60 (15), solo la definitiva caduta delle illusioni sui moventi dei repubblicani borghesi, dopo la rivoluzione borghese del 1868, lo orienta verso lo sviluppo deciso della propria autonomia.

Sono anche del 1868 i primi reali contatti delle classi lavoratrici spagnole con il movimento socialista internazionale (16).

Il viaggio di Fanelli in Spagna catalizza dal punto di vista politico e organizzativo una situazione favorevole alle concezioni socialiste collettiviste e internazionaliste: a Madrid e a Barcellona (17) si formano i primi nuclei dell'Internazionale spagnola, Farga Pellicer e Sentinon sono delegati al Congresso dell'A.I.L. di Basilea del 1869 dove concordano con le posizioni bakuniniste.

Da questo momento ogni ulteriore sviluppo organizzativo del proletariato spagnolo si intreccia e si confonde con l'espansione dell'A.I.L.

La seconda Conferenza del Centro Federale delle Società Operaie si pronuncia contro ogni partecipazione elettorale; nuove sezioni dell'Internazionale vengono fondate a Cordova, Siviglia, Granata, Jerez, si sviluppano i contatti con le sezioni dell'Internazionale della Francia meridionale: crescono impetuosamente le sezioni operaie di mestiere (23 nella sola Madrid con 2000 associati); il primo Congresso Operaio spagnolo (18) accetta gli statuti dell'A.I.L. e si allinea su posizioni bakuniniste; la Comune di Parigi viene salutata entusiasticamente dal proletariato spagnolo.

Il quarto Congresso dell'Internazionale - Basilea, 6/12 settembre 1869

Come si è già visto, il quarto Congresso dell'A.I.L. giunge in una situazione di particolare vitalità dell'Associazione e il dibattito, a volte aspro, che ne scaturisce ne evidenzia tutte le tensioni e le contraddizioni interne.

Tra i delegati, meno numerosi che al precedente congresso (19), nettamente in maggioranza sono i francesi e gli svizzeri rappresentati, come le altre volte, da Tolain, Varlin, Guillaume, Schwitzguebel e Becker; i belgi sono capeggiati da De Paepe, i tedeschi da Liebknecht (20), Bakunin e Caporusso rappresentano l'Italia, Farga Pellicer e Santinon la Spagna; Applegarth, Lucraft, Cowell, Eccarius, Lessner e Jung il Consiglio generale.

Il dibattito si accentra su tre punti fondamentali: ancora una volta sulla socializzazione della terra, sull'abolizione del diritto di eredità, sulla centralizzazione e sull'aumento dei poteri del Consiglio generale.

L'annosa questione della socializzazione della terra viene messa in discussione ancora una volta da Tolain e dai mutualisti che si oppongono alla risoluzione adottata al Congresso precedente.

L'assemblea si pronuncia a netta maggioranza per la riconferma delle risoluzioni già adottate e ai mutualisti non resta altro da fare che uscire dall'Associazione.

Riportiamo alcuni brani estratti dalla risoluzione che riguarda la socializzazione del suolo e l'organizzazione degli operai in società di resistenza:

"1) Il Congresso dichiara che la società ha il diritto di abolire la proprietà privata del suolo e di rendere il terreno bene della comunità.
2) Dichiara anche che oggi è necessario restituire il suolo alla proprietà collettiva
."

"Il Congresso è del parere che tutti i lavoratori devono impegnarsi attivamente per creare casse di resistenza nei diversi corpi di mestiere.
Man mano che si formeranno queste società, invita le sezioni, i gruppi federati e i Consigli centrali a darne notizia alle società del medesimo mestiere per promuovere la formazione di Associazioni nazionali di mestiere.
Queste federazioni avranno il compito di raccogliere tutte le informazioni relative alle rispettive industrie, di scegliere le misure da prendere in comune, di regolamentare gli scioperi e impegnarsi attivamente per la loro riuscita in attesa che il lavoro salariato sia sostituito dalla federazione dei liberi produttori.
"

La seconda grossa questione posta sul tappeto è il problema dell'abolizione del diritto di eredità, proposta da Bakunin, già punto cardine del programma dell'Alleanza e che l'agitatore russo propone di inserire nei programmi dell'Internazionale; il vivace dibattito che nasce da questa proposta, che è avversata da Marx tramite l'intervento di Eccarius, rivela profonde divergenze tra le concezioni socialiste di due che vanno ben al di là del problema specifico.

Per Marx inserire nel programma socialista la richiesta dell'abolizione del diritto di eredità sarebbe dispersivo e deviante, essendo le leggi sulla successione espressione dei vigenti rapporti di forza tra le classi (dipendenti da leggi economiche) e della proprietà privata, l'obiettivo preminente del programma socialista doveva dunque restare la socializzazione completa dei mezzi di produzione.

D'altra parte Bakunin, rispondendo all'intervento di Eccarius, riconoscendo l'importanza delle condizioni economiche nel determinare i rapporti di classe, rilevava una funzione determinante nel ripercuotersi delle istituzioni politico-giuridiche sullo sviluppo, anche economico, della società borghese. 

Il problema che veniva aperto toccava quindi direttamente il reciproco rapporto e influsso tra struttura e sovrastruttura e preludeva al netto diversificarsi tra la concezione marxista e quella anarchica sulla funzione dello Stato e sulla lotta da sviluppare nei suoi confronti.

Sul problema specifico dell'abolizione del diritto di eredità, la mozione di Eccarius (che voleva sostituire all'abolizione del diritto la tassazione progressiva sulla successione) viene respinta con 37 voti contrari e 19 a favore, quella di Bakunin viene accettata con 32 voti a favore, 23 contro e 17 astensioni, ma la maggioranza ottenuta non è sufficiente a norma di statuto per inserire la proposta nel programma dell'Internazionale.

Sull'ultimo punto importante sull'ordine del giorno e cioè sul problema del rafforzamento dei poteri del Consiglio generale e sull'autonomia strategica delle sezioni nazionali non sorgono grossi contrasti e i delegati si esprimono quasi unanimemente per una maggiore centralizzazione (21).

L'A.I.L. allo scoppio della guerra franco-prussiana

L'Associazione Internazionale dei Lavoratori è dunque all'inizio 1870 all'apice della sua espansione, del suo prestigio tra le classi lavoratrici d'Europa, della sua fama e del timore che essa ispira ai governi e alle classi dominanti europee.

In Francia, Inghilterra, Svizzera, Belgio e Spagna le sorti dell'Associazione si fondono con quelle del movimento operaio e sindacale, gli internazionalisti sono l'avanguardia politica e rivoluzionaria dei movimenti di massa delle classi operaie d'Europa.

I contrasti politici all'interno dell'Associazione, pur molto profondi, sembrano per il momento essersi sopiti: i grandi problemi che avevano travagliato i primi congressi (socializzazione dei mezzi di produzione, della terra, delle miniere e dei mezzi di trasporto) sono stati risolti in senso collettivista e rivoluzionario, la sconfitta dei proudhoniani ha consolidato, almeno per il momento, la maggioranza collettivista.

Alle prime avvisaglie del conflitto franco-prussiano gli internazionalisti francesi si mobilitano contro la guerra.

 

Note al Capitolo Quarto:

(1) La Fratellanza Internazionale è una delle tante associazioni segrete fondate da Bakunin, probabilmente era costituita da una cerchia di intimi amici del rivoluzionario russo. Fu fondata durante il secondo viaggio di Bakunin in Italia ed ebbe comunque breve vita.
(2) Vedere nota 12 del capitolo terzo
(3) Elisée Reclus (1830-1905), geografo, uno dei fondatori dell'Alleanza Internazionale della democrazia socialista, amico di Bakunin, partecipò alla Comune di Parigi; teorico dell'anarchismo. Elie Reclus (1827-1904), etnologo, direttore della Biblioteca Nazionale durante la Comune.
(4) Giuseppe Fanelli (1826-1877), deputato, ex-mazziniano divenne amico e collaboratore di Bakunin, uno dei fondatori del circolo "Libertà e Giustizia"; dal novembre del 1868 al febbraio del 1869 fu in Spagna dove si fece efficace diffusore e propagandista dei principi internazionalisti e delle idee socialiste e collettiviste.
(5) Carlo Gambuzzi (1837-1902), avvocato, animatore del giornale e del circolo "Libertà e Giustizia", amico di Bakunin, partecipò al Congresso di Berna della Lega per la pace e la libertà, membro dell'Alleanza, uno dei fondatori della sezione napoletana dell'Internazionale.
(6) Alberto Tucci, collaboratore di Bakunin, scrisse "La Situazione italiana" primo violento attacco contro Mazzini, partecipò al Congresso di Berna della Lega per la pace e la libertà, interviene su posizioni di rottura insieme a Cafiero al XII Congresso delle società operaie italiane di Roma del 1871 (mazziniano).
(7) Ferdinando Garrido, repubblicano federalista, fautore delle Società Operaie di Barcellona, promotore dell'A.I.L. in Spagna, delegato al Congresso dell'Aja, vota contro l'espulsione di Bakunin e di Guillaume.
(8) Farga Pellicer, segretario del Centro Federale delle Società Operaie di Barcellona, promotore dell'A.I.L. in Spagna, delegato al Congresso dell'Aja, vota contro l'espulsione di Bakunin e di Guillaume.
(9) Anselmo Lorenzo, propagandista e diffusore dell'Internazionale in Spagna, delegato al Congresso dell'A.I.L. dell'Aja.
(10) All'XI Congresso delle società operaie che si tiene a Napoli nell'ottobre del 1864 partecipano delegati in rappresentanza di 60 società di tutt'Italia, viene approvato uno Statuto (l'atto di fratellanza) ispirato a Mazzini.
(11) Cessa le pubblicazioni nel gennaio del 1866, più lunga vita avrà "La Plebe", di Lodi, diretto da Bignami che pubblicherà per la prima volta in Italia gli scritti di Marx.
(12) Tradizioni associative e cooperative che per i contadini derivano da necessità di fatto: piccolissime dimensioni degli appezzamenti, difficoltà di coltivazione, ecc.
(13) Il gruppo che si raccoglie intorno alla rivista "Organizacion del Trabajo" si rifà alle concezioni di Blanc e di Fourier e propugna l'autogestione collettiva finanziata dallo Stato: il suo esponente più in vista è Garrido.
(14) Il partito democratico, fondato nel 1847, raccoglie socialisti repubblicani e socialisti utopisti; la sinistra del partito, diretta da Pi y Margall esprime posizioni mutualiste (piccoli proprietari sostenuti dal credito statale, organizzazione politica federativa, decentralizzazione del potere politico).
(15) Il Congresso operaio di Barcellona del settembre 1875 raccoglie 300 delegati di 40 società operaie.
(16) Ricordiamo la partecipazione del rappresentante spagnolo Marsal Anglora al Congresso di Bruxelles. Alla fine del 1868 il Consiglio Federale dell'A.I.L. di Ginevra invia un indirizzo al proletariato spagnolo invitandolo ad aderire all'Internazionale.
(17) Al primo Congresso Operaio spagnolo che si tiene a Barcellona nel giugno del 1870 partecipano 90 delegati in rappresentanza di 150 società operaie di 36 località, lo presiede Andrè Bastelica.
(18) I delegati sono 71: 24 svizzeri, 25 francesi, 5 belgi, 2 austriaci, 5 tedeschi, 2 italiani, 2 spagnoli, 1 americano, 6 rappresentanti del Consiglio generale.
(19) Wilhelm Liebknecht (1826-1900), socialista, partecipa alla rivoluzione del 1848 in Germania, esule in Inghilterra conosce Marx ed Engels, tornato in Germania aderisce dapprima all'Associazione operaia di Vassalle, alla morte di quest'ultimo se ne distacca e insieme ad August Bebel aderisce alla Lega delle associazioni operaie (antilassalliana) e in seguito partecipa alla fondazione a Eisenach del partito socialdemocratico tedesco.
(20) Bakunin, conformemente ai principi espressi negli statuti della Alleanza, si trova d'accordo sulla centralizzazione (vedere conclusioni).


Indice

Capitolo V