L'ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI
a cura del Centro Comunista Studi Politici - Genova

 

III - I primi Congressi dell'Internazionale (1866-1868)

 

E' questo il periodo del più rapido ed intenso sviluppo dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori: il periodo del suo maggior successo tra le classi operaie inglese, francese, svizzera e belga; la fase nella quale maturano le condizioni per l'affermazione della A.I.L. anche in Italia e Spagna; il periodo nel quale il dibattito politico tra le varie componenti dell'Associazione si qualifica e si radicalizza decretando il rafforzamento delle posizioni di Marx e dei suoi alleati e della nascente tendenza collettivista nei confronti dei mutualismi francesi.

Il primo Congresso dell'Internazionale - Ginevra 3/8 settembre 1866

Il primo Congresso ufficiale dell'Associazione vede una massiccia partecipazione di delegati francesi e svizzeri, vi sono altre due delegazioni in rappresentanza di sezioni nazionali (Inghilterra e Germania) e i delegati del Consiglio generale (1).

La composizione politica dell'assemblea è complessa, i delegati francesi sono divisi in una maggioranza mutualista (Tolain e i suoi seguaci) e in una minoranza collettivista (i collettivisti stanno guadagnando sempre più terreno nel movimento operaio francese, i loro esponenti più noti sono Varlin, Malon, Bastelica (2) e Richard); anche la delegazione svizzera è composita (anche nel movimento operaio svizzero si sta affermando una importante tendenza collettivista, i suoi esponenti più in vista sono Guillaume (3) e Schwitzguebel (4)); i delegati tedeschi e i membri del Consiglio generale sono genericamente seguaci di Marx.

Questo primo vero congresso dell'Associazione è molto importante per diversi motivi, da una parte esso segna l'inizio del declino dei mutualisti francesi nell'Associazione (declino già iniziato nel movimento operaio francese): una loro mozione tendente a limitare l'adesione all'Internazionale ai soli lavoratori manuali viene respinta (5), dall'altra esso segna il rafforzamento del Consiglio generale provvisorio (che viene ufficializzato rimanendo quasi inalterata la sua composizione) e della posizione di Marx nello stesso: se la mozione sulla limitazione delle adesioni all'Associazione fosse passata, Marx sarebbe stato uno dei primi ad esserne escluso.

Le risoluzioni prese dal Congresso, nella loro contraddittorietà, dimostrano che le lacerazioni politiche dell'Associazione sono ancora, nonostante che i mazziniani abbiano praticamente abbandonato l'A.I.L., profonde e condizionanti: una prima risoluzione auspica la creazione di una banca di credito internazionale (una delle ultime vittorie dei mutualisti), un'altra si pronuncia a favore della promozione di cooperative di produzione denunciando nel contempo l'inadeguatezza della cooperazione volontaria per trasformare il sistema sociale, un'altra ancora (ispirata dallo stesso Marx) indicava nei sindacati e negli scioperi eccellenti strumenti di lotta contro il sistema salariale. Altre risoluzioni si pronunciano per l'istruzione aperta a tutti i fanciulli e a favore della lotta per la limitazione della giornata lavorativa a otto ore; decisioni meno importanti riguardano la carica di segretario generale (6) e la composizione del Consiglio generale.

Il primo Congresso rilancia con forza l'idea socialista e internazionalista tra le classi operaie d'Europa; il periodo che va dal settembre 1866 ai primi di settembre del 1867 segna un nuovo rafforzamento della Associazione: in Francia sorgono nuove sezioni (ispirate dai collettivisti) e uno sciopero vittorioso degli operai parigini del bronzo, aiutato finanziariamente dalle Trade Unions aderenti all'Internazionale, ne ingigantisce la fama; in Inghilterra, Belgio e Svizzera si hanno nuove adesioni; in Germania l'Unione Operaia di Berlino aderisce all'Internazionale; adesioni provengono anche dall'Italia (7)

Il secondo Congresso dell'Internazionale - Losanna, settembre 1867

Al Congresso di Losanna partecipano 5 delegazioni di sezioni nazionali (Francia, Svizzera, Inghilterra, Germania e Belgio), oltreché alcuni italiani e i rappresentanti del Consiglio generale (8).

La composizione dell'Assemblea è simile a quella del Congresso di Ginevra e vede due blocchi contrapposti: da una parte i mutualisti fautori del credito operaio e del cooperativismo, dall'altra i collettivisti (sia i seguaci di Marx che i futuri antiautoritari) assertori della necessità dell'esproprio e dell'azione violenta delle masse proletarie.

I nodi cruciali intorno ai quali si sviluppa il dibattito sono due: il primo è il già citato contrasto tra mutualisti e collettivisti sul tema delle banche di credito e della socializzazione della terra; il secondo, che emerge per la prima volta in questo Congresso e che in seguito sarà uno dei temi dello scontro tra Marx e i suoi seguaci e i collettivisti antiautoritari e uno dei motivi della scissione e della fine dell'Associazione, è quello che concerne il famoso articolo 7bis degli Statuti (9) e cioè il problema della subordinazione o meno della lotta politica a quella economica; Marx riteneva necessario per le classi operaie, scontata l'inevitabilità dell'esproprio violento della borghesia, organizzarsi in partito politico ed utilizzare gli strumenti istituzionali (elezioni, parlamento, ecc.) affiancando alla preparazione rivoluzionaria delle masse proletarie il loro impegno nelle lotte per i diritti civili (suffragio universale, ecc.), momento anche questo di maturazione politica e di rafforzamento della classe.

Per i collettivisti francesi e svizzeri (Guillaume, Schwitzguebel, Varlin) il fulcro della lotta per l'emancipazione della masse proletarie era solo ed esclusivamente la preparazione all'insurrezione armata e all'abbattimento violento dello stato e del potere della borghesia, l'impegno elettorale e civile non avrebbe ottenuto risultati se non quello di distrarre la classe operaia dal suo compito rivoluzionario e di precipitarla in una rete di pericolose ambiguità (10).

Il primo problema, comunque, che viene dibattuto al Congresso e che a livello di soluzione finale rimane imprecisato (si decide di sottoporlo all'analisi delle singole sezioni nazionali) è quello della elaborazione della linea politica generale e cioè della strategia dell'Internazionale in rapporto all'autonomia delle varie sezioni nazionali (11).

Risoluzioni finali invece vengono approvate, alcune precise, altre di compromesso, su numerosi altri problemi: sulla solidarietà internazionale con aiuti finanziari in caso di lotte e di scioperi, sulla creazione di sindacati federati su base regionale e nazionale di tutti i mestieri e in confederazioni internazionali di mestieri ed industria, sulla creazione di cooperative di produzione (ma non di consumo), sulla socializzazione dei mezzi di trasporto e di scambio ma non su quella della terra (il peso dei mutualisti si fa ancora sentire).

Soluzioni di compromesso vengono invece adottate sul problema della lotta politica e sulla funzione dello Stato in merito all'istruzione.

L'ultimo problema di una certa importanza su cui il Congresso è invitato a pronunciarsi è sull'opportunità di inviare o meno una delegazione al congresso della Lega per la Pace e la Libertà che si tiene a Ginevra in quello stesso periodo (12); giudicata da Marx la Lega un organismo borghese con finalità che nulla hanno a che spartire con quelle del proletariato, si deciderà comunque di inviare una delegazione, latrice di un indirizzo fortemente polemico nei confronti dei suoi intenti (13).

L'ultima risoluzione degna di nota che il congresso prese, importante perché segna un ulteriore rafforzamento di Marx all'interno dell'Associazione, è la sostituzione nella carica di segretario generale di Fox con Eccarius.

Il terzo Congresso dell'Internazionale - Bruxelles, settembre 1868

I primi mesi del 1868 confermano la tendenza dello sviluppo quantitativo e qualitativo dell'Associazione, si registrano nuove adesioni di sindacati operai tra cui le più importanti sono quella delle Trade Unions al Congresso di Sheffield e quella del sindacato dei fabbri svizzero.

La Sezione francese fa la conoscenza con le prime lotte politiche e le inevitabili conseguenti repressioni: una manifestazione in occasione dell'entrata delle truppe francesi a Roma varrà agli Internazionalisti francesi lo scioglimento della loro sezione e l'incarcerazione; solo la pressione popolare permetterà la loro liberazione.

Sul piano internazionale la solidarietà degli internazionalisti francesi permette agli operai edili ginevrini di concludere vittoriosamente un lungo sciopero.

In Spagna il proletariato, ancora arroccato su posizioni cooperativistiche interclassiste, mostra i primi segni di risveglio: la rivoluzione borghese del 1868 che segna la caduta del regime autocratico di Isabella II, pur essendo poco più di un pronunciamento militare, apre una fase molto importante nello sviluppo politico della classe operaia spagnola, il nuovo governo borghese non si differenzia minimamente dai precedenti nel tentare di alleviare la misere condizioni di vita delle masse popolari e ciò, insieme al clima di maggior libertà politica, contribuisce al crescente distacco tra il movimento operaio e la borghesia radicale e impone al proletariato la ricerca di forme di organizzazione autonoma.

In Italia il 1868 segna il primo coronamento sul piano organizzativo dell'intensa azione politica di Bakunin (14), tesa in tutti questi anni (dal suo arrivo in Italia nel 1864) a scalzare l'egemonia mazziniana dal movimento operaio e a propagandarvi e a diffondervi le teorie socialiste rivoluzionarie e internazionaliste (15), è appunto dei primi mesi del 1868 la fondazione delle prime sezioni italiane dell'Internazionale, una di queste, la Sezione di Catania, invierà Saverio Friscia (16) come delegato al Congresso di Bruxelles.

Il terzo congresso dell'A.I.L., che si tiene a Bruxelles dal 6 al 13 settembre, è caratterizzato dalla grande partecipazione dei delegati belgi (su 102 delegati i belgi sono 56) e dalla preponderanza numerica dei collettivisti (sia marxisti che libertari) nei confronti dei mutualisti (17).

La composizione dell'assemblea determina ovviamente l'andamento del dibattito e la qualità delle soluzioni adottate che sono chiaramente orientate in senso collettivista e socialista.

Risoluzione sulla collettivizzazione:

"Le miniere, le cave, ecc…..come pure le ferrovie devono appartenere alla collettività sociale; lo stesso deve essere per il suolo arabile, per i canali, le strade, le linee telegrafiche e le altre vie di comunicazione…"

Risoluzione sulle macchine:

"Considerando che da un lato la macchina è stata uno dei più potenti mezzi di dispotismo e di estorsione nelle mani dei capitalisti, e che, dall'altra parte gli sviluppi che essa permette di acquisire devono creare le condizioni necessarie per la sostituzione di un sistema di produzione veramente sociale al sistema del lavoro salariato; considerando che le macchine non renderanno veri servizi ai lavoratori se non nell'ambito di una diversa organizzazione sociale; il Congresso dichiara:

  1. Non sarà tramite le associazioni cooperative o il sistema del mutuo credito che i produttori giungeranno al possesso della macchine;

  2. Che in ogni caso nella situazione attuale è possibile per i lavoratori costituiti in società di resistenza intervenire a proposito dell'introduzione di macchine nelle fabbriche affinché questa abbia luogo solo a certe garanzie per l'operaio".

Dal rapporto di César De Paepe sugli scioperi:

"Le associazioni produttrici uscite dalle Trades Union ingloberanno interi corpi di mestiere, invaderanno la grande industria e formeranno così la nuova cooperazione organizzata egualitariamente, fondata sulla mutualità e la giustizia e aperta a tutti".

Altre risoluzioni adottate riguardano la condanna della guerra borghese, l'istituzione di un consiglio arbitrale per decidere il finanziamento degli scioperi, l'istruzione operaia a carico delle sezioni della Internazionale, la lotta per la riduzione dell'orario di lavoro. 

 

Note al Capitolo terzo:

(1) Su 58 delegati, 33 sono svizzeri, 16 sono francesi, 3 sono tedeschi e 6 provengono da Londra in rappresentanza del Consiglio generale: Odger, Cremer, Carter, Eccarius, Jung e Dupont..
(2) André Bastelica (1845-1884), tipografo collettivista, organizzatore della sezione marsigliese dell'Internazionale; aderì all'Alleanza bakuninista, partecipò alla Comune di Marsiglia.
(3) James Guillaume (1844-1916), professore collettivista; fondatore della sezione di Locle dell'Internazionale, animatore dell'Associazione in Svizzera, amico e compagno di Bakunin, fu escluso con lui dall'A.I.L. al Congresso dell'Aja, fondatore dell'Internazionale antiautoritaria.
(4) Adheémar Schwitzguebel (1844-1895), operaio collettivista, organizzatore della Federazione del Giura dell'A.I.L., amico di Guillaume.
(5) I mutualisti francesi miravano a costruire un movimento a carattere fondamentalmente sindacale sia a livello nazionale che internazionale, quindi vedevano nella limitazione dell'adesione della Internazionale uno strumento per colpire il rivoluzionarismo intellettualistico borghese; il loro bersaglio era costituito più dai blanquisti e dai radical-borghesi che da Marx.
(6) Cremer è sostituito nella carica di segretario generale dal giornalista inglese Peter Fox, che resterà in carica fino al novembre dello stesso anno.
(7) Lettera del "Giornale delle associazioni operaie" di Genova alla sezione ginevrina dell'Internazionale.
(8) 72 sono i delegati presenti al Congresso di Losanna: 37 sono svizzeri, 26 sono francesi, 6 sono tedeschi (Klein per le sezioni di Colonia e Solingen, Stumpf per Magonza, Ladenorf per Magdeburgo e inoltre Kugelmann, Buchner e Lange), due sono italiani (Sebastiano Tanari delegato delle società operaie di Bologna e di Bazzano, Gaspare Stampa di Milano, delegato del Comitato centrale delle associazioni operaie), belga è De Paepe e 6 delegati provengono da Londra, rappresentanti inglesi e del Consiglio generale tra cui Eccarius, Carter, Walton e Swan.
(9) Nella premessa degli Statuti dell'Associazione si trattava appunto del problema della lotta politica in termini non molto chiari: "….che di conseguenza l'emancipazione economica della classe operaia è il grande scopo a cui ogni movimento politico deve essere subordinato come mezzo"; da qui la duplice e contrastante interpretazione: da una parte, per Marx, ciò andava inteso come la necessità per la classe operaia di organizzarsi in partito politico per raggiungere l'emancipazione economica, dall'altra, per i collettivisti, ciò andava inteso come la subordinazione della lotta politica a quella economica. L'articolo 7bis degli Statuti (vedi all. 1), aggiunto per volontà di Marx alla Conferenza di Londra del 1871, scioglierà il dilemma a favore della prima interpretazione.
(10) Ovviamente alla differente posizione politica sul tema delle lotte per i diritti civili corrispondeva una diversa situazione della classe operaia: in Inghilterra il movimento sindacale ed operaio era fortemente impegnato su questo terreno e aveva costituito già nel 1815 l'anima del movimento per la riforma del diritto di voto e dopo il 1830 del movimento cartista.
(11) Marx e in genere i membri del Consiglio generale tendono ad interpretare questo rapporto in senso centralizzatore, cioè nell'assegnare l'elaborazione strategica agli organismi centrali e l'adeguamento tattico alle diverse situazioni alle sezioni nazionali, in contrasto con l'atteggiamento delle diverse delegazioni nazionali che richiedono un maggior grado di autonomia anche nella definizione delle proprie posizioni strategiche.
(12) La Lega per la pace e la libertà era un organismo di ispirazione radical-borghese che, promossa da Lemonnier, raccolse le adesioni di Stuart Mill, Louis Blanc, Garibaldi, Herzen, ecc., e tenne il suo primo congresso a Ginevra nel 1867, a cui intervenne Bakunin cercando invano di trascinarlo su posizioni più radicali.
(13) Capo della delegazione dell'A.I.L. era James Guillaume.
(14) Michail Bakunin (1814-1876), dal 1832 al 1840 è a Mosca dove frequenta i giovani intellettuali moscoviti (Stankevic, Belinskij, Herzen, Ogarov, ecc.), nel 1840 si trasferisce a Berlino dove segue la sinistra hegeliana, nel 1842 a Dresda conosce Arnold Ruge, nel 1843 è in Svizzera dove si avvicina per breve tempo al comunista tedesco Weitling, dal 1844 al 1847 è a Parigi dove conosce gli esponenti più in vista del socialismo francese (tra cui Proudhon), nel 1848 e 1849 partecipa attivamente ai moti rivoluzionari in Germania e in Boemia; dopo la repressione del sollevamento di Dresda viene arrestato e condannato a morte dal governo prussiano, estradato in Austria è nuovamente condannato a morte e consegnato allo zar che lo imprigiona nella fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo; nel 1857 viene deportato in Siberia da dove riesce a fuggire e a raggiungere l'Europa nel 1861, dal 1862 riprende parte attiva alla lotta del movimento operaio.
(15) Se dal punto di vista politico i mazziniani erano stati messi in grandi difficoltà dagli attacchi di Bakunin e dei suoi compagni (Friscia e i soci napoletani del circolo "Libertà e Giustizia"), essi detenevano ancora saldamente, dal punto di vista organizzativo, la direzione della maggior parte del movimento operaio associato; i punti di forza degli Internazionalisti italiani sono in questo periodo le tre sezioni dell'A.I.L. di Napoli, Catania e Sciacca, oltre al giornale di Lodi "La plebe", efficace divulgatore degli scritti di Marx.
(16) Saverio Friscia (1813-1886), deputato, amico di Bakunin; uno dei fondatori del circolo napoletano "Libertà e Giustizia" e del giornale omonimo, organizzatore della sezione di Catania dell'A.I.L.
(17) Al Congresso di Bruxelles 102 sono i delegati: 56 sono i belgi.18 i francesi, 8 gli svizzeri, 8 gli inglesi, 4 i tedeschi, 1 rappresentante per l'Italia (non si tratta di Friscia che era stato delegato dalla società operaia di Catania, ma che arriverà a lavori ormai conclusi, ma di Eugéne Dupont), uno spagnolo (Marsal Anglora) e sei rappresentanti del Consiglio generale. Assenti Varlin (in carcere), Odger e Cremer, le personalità più in vista del Congresso sono Tolain, Eccarius, il tedesco Moses Hess, J.P. Becker, il sindacalista inglese Lucraft e De Paepe.


Indice

Capitolo IV