La lotta unitaria a Bil'in continua nonostante i sabotaggi
28.07.06


La manifestazione settimanale del venerdì a Bil'in si è tenuta sotto l'ombra di un volantino non firmato distribuito a Bil'in due settimane fa dopo una "visita" notturna dei carri armati dell'esercito israeliano. Nel volantino si sostiene che la lotta unitaria diffama la lotta unitaria dal punto di vista della "modestia" religiosa.

In un pubblico incontro seguito alla manifestazione di venerdì 21 luglio, la denuncia diffamatoria di una intrusione di comportamenti "non modesti" nel villaggio era stata fatta da esponenti estremisti di Hamas, che avevano partecipato alle manifestazioni precedenti, ma non a quella del 28 luglio.

A mezzogiorno del 28 luglio, eravamo circa in 100 a marciare in direzione del Muro, lungo una brutta strada che raramente prendiamo per la manifestazione del venerdì. Una delle ragioni per cui abbiamo scelto questa strada è quella di evitare le provocazioni dei lanciatori di pietre, sotto influenza dei reazionari, che cercano di ostacolare le manifestazioni unitarie e non-violente del comitato di Bil'in e degli attivisti esterni.

I palestinesi di Bil'in e di altri villaggi, gli attivisti internazionali dell'ISM e gli israeliani organizzati dal movimento degli Anarchici Contro il Muro, hanno marciato in direzione del Muro della separazione. Alla testa del corteo c'era una bara che portava il simbolo del Libano e molti di noi indossavano tuniche bianche macchiate di rosso. Il tema della manifestazione del 28 luglio era il funerale del "Nuovo ordine nel Medio oriente" del segretario di stato USA Condoleeza Rice.

Arrivati in prossimità del Muro, la bara è stata messa sulla bobina del filo spinato montato sul recinto lungo il Muro. Per risposta, i soldati israeliani hanno lanciato una pioggia di granate ad urto, ferendo la gamba di Abdalla Abu Rahme del comitato popolare di Bil'in. Quando i portatori hanno preso la bara per camminare lungo il muro, la pioggia di granate è finita e abbiamo proseguito "in pace" lungo il percorso del Muro.

Quando abbiamo raggiunto il solito punto di arrivo della manifestazione del venerdì - il cancello di accesso, permanentemente bloccato - per superarlo, abbiamo continuato a marciare verso il villaggio, per evitare lo scontro con le forze israeliane sulle quali era già iniziato il lancio di pietre dei provocatori.

Lungo il percorso di ritorno, c'è stata un'assemblea informale all'ombra di un grande albero, che è poi divenuta - una volta giunti a Bil'in - una riunione formale di valutazione sulla manifestazione appena conclusa.

Ilan Shalif
(attivista israeliano del movimento "Anarchici contro il Muro")

http://awalls.org/ 

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali