Manifestazione congiunta a Bil'in vince contro esercito e polizia
09.09.05

(Foto qui)

Venerdì 09 settembre 2005
La sera di giovedì 8, sono arrivati a Bil'in alcuni membri dell'iniziativa degli Anarchici Contro il Muro ed altri della coalizione contro il recinto, vista la minaccia del comandante regionale che "non ci saranno più manifestazioni contro il recinto di venerdì a Bil'in". Con i blocchi stradali e la repressione del venerdì precedente, si rischiava l'assenza degli israeliani, la cui presenza dà qualche garanzia alla popolazione locale contro le misure repressive ancora più violenti. E infatti, anche oggi abbiamo sentito più volte come i comandanti gridavano ai militari di non sparare perché c'erano anche degli israeliani lì.

La giornata è iniziata alle 5,00 quando un gran numero di militari è entrato nel villaggio, dichiarando il coprifuoco. La zona è stato dichiarata zona chiusa militare, in modo che si poteva costringere agli israeliani di andar via. Poco dopo, i militari sono arrivati alla casa usata dagli attivisti internazionali ed israeliani quando dormono al villaggio.

Si sono astenuti dall'entrare nella casa dell'ISM, anche perché il proprietario, Abdallah, l'aveva chiusa a chiave, a sfidava ai militari di sfondare la porta, cosa che avrebbe creato scandalo fosse successo. Invece, sono entrati nella casa accanto dove la metà degli israeliani ed internazionali hanno pernottato e hanno ordinato a questi di andar via dal villaggio. Gli israeliani ed internazionali hanno detto che l'avrebbero fatto ma che serviva qualche minuto per prepararsi, raccogliere gli effetti personali e così via. Le forze dello Stato hanno accompagnato le persone alla casa dell'ISM ma sono rimasti estremamente delusi quando tutti quanti poi si sono rifiutati di muoversi...

Ci hanno minacciato di fare irruzione tra 10 minuti... una ventina di volte! Durante queste 3 ore, noi abbiamo fatto quello che avevamo promesso: se la manifestazione fosse stata impedita, avremmo manifestato dalle case. Così, abbiamo appeso dal tetto delle grandi tele con dei grafici e slogans e qualche cartella grande preparata durante la vigilia dai compagni. Infatti, data la presenza massiccia dei media, ansiosi di non perdere l'irruzione e l'arresto di 20 attivisti, l'evento è diventato una vera manifestazione.

Questa scena è continuata finché non siamo usciti dalla casa e dal cortile per poter salvare dall'arresto un palestinese che lavora nella lotta e che era stato fermato nei pressi della casa.

Era la perfetta opportunità per le forze dello Stato di acchiappare noi 6 israeliani che avevamo dormito la notte lì. Si è potuto "de-arrestare" uno solo di noi, grazie ai compagni palestinesi.

Questi 5 israeliani sono stati i primi ad essere arrestati (insieme a 3 internazionali, sospettati di essere israeliani). I 5 sono stati anche i primi ad essere rilasciati (con le solite condizioni - cauzione e accordo di non tornare a Bil'in per 2 settimane...) dal momento che sono stati accompagnati al commissariato di Givat Zeev quella stessa mattina, sul tardi.

Verso mezzogiorno, hanno cercato di entrare nella zona i 200 israeliani provenienti da Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa che hanno risposto all'appello per uno sforzo particolare contro le vessazioni dello Stato nei confronti della manifestazione settimanale di Bil'in. Hanno trovato bloccate tutte le strade. La maggior parte, tra cui anche degli anziani di oltre 80 anni, hanno dovuto tentare di raggiungere il villaggio a piede passando per le colline, una gita di un paio di ore sotto il sole.

Un gruppo consistente di attivisti è riuscito a penetrare il villaggio, entrando nella moschea, nonostante la presenza dei militari israeliani che hanno cercato di bloccare la gente fisicamente.

Così, alle 14,00 le forze dello Stato avevano già arrestato Abdallah (membro del comitato popolare del villaggio contro il recinto) per aver rifiutato di aprire la sua casa che conteneva l'appartamento dell'ISM, e inoltre 20 attivisti israeliani che avevano cercato di arrivare a Bil'in raggirando i blocchi stradali.

Il villaggio, poi, è stato bombardato con gas lacrimogeni in conseguenza agli scontri tra i ragazzini del posto che lanciavano sassi e i militari che cercavano di imporre il coprifuoco e catturare gli israeliani. Ad un certo punto le forze dello Stato hanno ferito in modo grave un palestinese. Hanno consentito ad un compagno palestinese di accompagnarlo all'ospedale di Ramalla, ma quando questi è tornato al villaggio, i militari l'hanno costretto a scendere (perché violava il coprifuoco!) e hanno frantumato i vetri della macchina.

Quando è arrivata la massa di israeliani, sono finiti le caccia all'israeliano e gli arresti, e i militari si sono accontentati di restare nei pressi della moschea.

La gente è quindi rimasta lì, manifestando sempre e a volte dando sostegno ai giovani del villaggio che continuavano a confrontarsi con le forze dello Stato fino alla sera. Durante il pomeriggio, l'esercito e la guardia di frontiera ha abbandonato il centro del villaggio lungo la strada dove si svolge normalmente la manifestazione del venerdì.

Verso le 16:30, gli israeliani che, scappando dai lacrimogeni, si sono trovati in un cortile vicino alla moschea hanno aperto un dibattito per decidere cosa fare. Alcuni si sono mostrati soddisfatti dal mero fatto di essere arrivato a Bil'in nonostante il coprifuoco o dalla manifestazione davanti alla moschea. Altri volevano intervenire nella lotta dei giovani contro le forze dello Stato in qualità di fotografi e osservatori, per prevenire gli eccessi nelle risposte dei militari ai lanci di sassi. La maggioranza ha deciso di sfruttare l'opportunità presentata dall'assenza delle forze dello Stato dalla parte sud del villaggio e andare in corteo fino al cantiere del recinto... proprio quello che i militari hanno cercato di impedire.

Infatti, per la prima volta in diversi mesi di manifestazioni settimanali (che vengono sempre bloccate sulla strada per il cantiere), un centinaio di israeliani e palestinesi sono riusciti a raggiungere il cantiere. Ma appena siamo arrivati, è comparso il comandante regionale dell'esercito con una forza di 10 uomini in due macchine, ma erano insufficienti per fermarci.

Il corteo lungo il percorso del recinto è andato avanti per un po', in compagnia delle 2 macchine dell'esercito. I militari hanno tentato di arrestare Mohammed (un altro membro del comitato popolare del villaggio), ma l'abbiamo impedito.

Poi, siamo tornati al centro del villaggio per un breve confronto con le forze dello Stato che non erano ancora riuscite a calmare i lanciatori di sassi. Abbiamo appreso che altri 10 sono stati fermati per un po' nel pomeriggio, ma non erano stati accompagnati al punto di detenzione.

Nel tardo pomeriggio, i militari hanno rilasciato una decina dei fermati e hanno portato al commissariato di Givat Zeev il palestinese Abdallah insieme a 6 israeliani.

Dopo gli accertamenti al commissariato, la polizia ha deciso di tenere Abdallah e un israeliano per la notte ma gli altri 5 israeliani hanno annunciato la loro volontà di restare insieme ai 2, in un segno di solidarietà. Infine tutti gli israeliani sono stati rilasciati, mentre Abdallah è stato accompagnato a Ofer, il campo di concentramento israeliano che "ospita" palestinesi.

I.S.


Resoconto e traduzione di ainfos