Un nuovo approccio alla lotta congiunta a Bil'in
01.07.05

 

Era un venerdì tranquillo. Le forze dello Stato non hanno cercato di fermare noi israeliani dall'arrivare a Bil'in. Dal momento che il numero dei partecipanti era più alto del previsto, il viaggio da Tel Aviv era abbastanza scomodo. Eravamo circa 45 persone di Anarchici Contro il Muro, dei Shministim (l'iniziativa degli obiettori totali dei licei) e altri della coalizione contro il recinto. Arrivando presto, abbiamo potuto partecipare alla preparazione dell'azione di oggi: sei persone "inseriti" in un recinto con lo scritto "Il recinto ci sta lacerando" in arabo, inglese e ebraico. Alla solita ora, ossia dopo i riti religiosi del venerdì, è iniziata la manifestazione, noi sei che eravamo "inseriti" nel recinto in testa. Gli altri (circa 150 abitanti del villaggio e 15 internazionali) erano dietro a noi, mentre davanti a noi c'erano i giornalisti che scattavano foto e riprendevano filmati per i telegiornali internazionali.

Il corteo è partito, ma non seguendo il solito percorso dei mesi precedenti. Infatti, i militari e le guardie di frontiera che ci aspettavano al solito posto sono rimasti sorpresi dal nostro percorso e sono riuscito a bloccarci a soli 100 metri dal recinto. Una volta hanno fatto questo, hanno dichiarato, come al solito, che la zona fosse interdetta agli israeliani, dandoci 10 minuti per disperderci. I componenti del "recinto mobile" si sono seduti ed è iniziato il conto alla rovescia. Scaduti i 10 minuti duranti i quali ci hanno minacciati, i militari hanno cominciato a disperderci. Il comandante ha ordinato l'arresto di noi sei del recinto, ma i poliziotti non sono stati eccessivamente assidui nell'eseguire l'ordine. Quello che mi ha sollevato si è accontentato con avermi alzato in piedi e districato dal recinto, poi si è allontanato. Infatti, dei sei solo due sono stati arrestati.

Sono stati arrestati anche tre israeliani che hanno confrontato le forze dello Stato verbalmente. Dei cinque compagni arrestati, due sono stati liberati quasi subito, gli altri tre sono stati accompagnati al commissariato di Givat Zeev, identificati e liberati dopo poche ore sulla condizione di non partecipare ad alcuna manifestazione a Bil'in per altri dieci giorni.

Il resto della manifestazione è finito con il solito attacco di lacrimogeni, granate ad urto, proiettili di metallo ricoperte di gomma e la nuova arma dei militari, un proiettile di plastica e spugna. All'attacco hanno risposto i ragazzini del paese con il rito del lancio di sassi verso i militari. Dopo una breve invasione del villaggio, i militari vinti si sono ritirati, facendo sì che la "battaglia" contro i lanciatori di sassi fosse proseguita alle estremità del villaggio. Qualche tempo dopo si sono ritirati fino alle loro solite posizioni vicino al percorso del Muro.

Durante la dispersione della manifestazione e la "sagra dei sassi", sono state ferite 19 persone tra palestinesi, israeliani e internazionali. I due feriti in modo più grave sono stati ricoverati in ospedale. Anche un soldato è stato ferito in modo abbastanza lieve da un sasso.

I media telematici hanno riportato le notizie da Bil'in e c'è stato anche un breve servizio sul principale telegiornale serale del paese dove hanno raccontato la solita bugia - che il lancio dei sassi è iniziato per primo, quando invece inzia solo in risposta all'attacco dei militari contro le nostre manifestazioni pacifiche.

Ilan

Le foto della manifestazione