A Bil'in, la lotta prosegue
03.06.05

 

Bil'in è un piccolo villaggio di pochi centinaia di famiglie per un totale di 1700 abitanti palestinesi. Ma in questi ultimi tre mesi la gente ha sviluppato legami stretti con gli israeliani degli Anarchici Contro il Muro e sono molto perseveranti nella loro lotta quotidiana contro il recinto. Alcuni di noi addirittura dormiamo di notte al villaggio per aiutare a prevenire le vessazioni notturne dell'esercito israeliano. E oggi, come ogni altro venerdì, abbiamo manifestato insieme. Circa 500 abitanti del villaggio, tra cui uno spezzone di donne e ragazze, qualche internazionale e circa 100 militanti di Anarchici Contro il Muro e della coalizione estesa contro il recinto. E oggi, a causa della forte presenza israeliana, le forze dello Stato erano un po' meno violente.

Prima, non hanno cercato di bloccare il nostro arrivo a Bil'in, a parte il fermo di una (su nove) minibus, trattenuto per un controllo. I 10 occupanti del minibus hanno dovuto trovare un altro mezzo.

Quando la manifestazione ha raggiunto un punto a 150 metri dal percorso del recinto, il nostro progresso è stato bloccato fisicamente. Ma si sono astenuti dal dichiarare illegale la manifestazione o produrre il solito ordine di zona militare chiusa.

Così, i palestinesi hanno iniziato lì il lungo rito delle preghiere di venerdì, mentre noi israeliani abbiamo aspettato sotto l'ombra degli ulivi. Le forze dello Stato hanno cercato di intimorirci e hanno arrestato due compagni che si sono rifiutati di indietreggiare di un metro. Finito il rito della preghiera, i palestinesi hanno annunciato la fine della manifestazione e la maggior parte di loro hanno fatto ritorno al villaggio. Gli altri, insieme agli israeliani, sono rimasti cercando di decidere se rimanerci, ritirarci o avanzare.

Il permesso di fermarci lì e svolgere il rito della preghiera era il prodotto di un "accordo", ma appena finito il rito la pressione esercitato dalle forze dello Stato perché ci ritirassimo non è stato così pacifico. Non lo era neanche lo scontro tra esercito e lo sciabàb - i giovanissimi che lanciavano sassi una volta terminata la manifestazione.

Il risultato - qualche ferito, un po' di lacrimogeni lanciati e la ritirata delle forze dello Stato che avevano capito che stavano semplicemente perdendo faccia e tempo.

Cronache della manifestazione sono state trasmesse nei siti web dei principale giornali e sul canale radio principale.