La lotta quotidiana contro il Muro - oggi a Beit Surik
01.06.05

 

Stamattina verso le 7,00 la gente di Beit Surik è andata alla terra del villaggio per mettersi davanti alle ruspe che da ieri cercano di sradicare gli ulivi per preparare il terreno per la costruzione del Muro che passerà attraverso le terre del villaggio. Beit Surik spera ancora di ottenere una ingiunzione che metterà fine alla costruzione, respingendo il percorso del Muro vicino alla colonia di Har Adar in modo di proteggere gli oliveti del villaggio, l'unico mezzo di sussistenza per molti. Negli ultimi giorni il villaggio ha chiesto sostegno dagli attivisti internazionali e israeliani [gli Anarchici Contro il Muro e altri ispirati da loro] per la campagna di fermare la costruzione, in atteso di qualche notizia dai loro avvocati.

Ieri sono riusciti a fermare le ruspe dal distruggere gli oliveti. Alle 8,00 stamattina, dopo essere bloccato dai Magav [guardia di frontiera], un gruppo di 9 attivisti israeliani si sono avvicinati al cantiere e sono riusciti ad unirsi al gruppetto di persone piazzate davanti alle ruspe che stava per sradicare un ulivo.

Da subito, il Magav ha dichiarato una zona militare chiusa, ma senza poter produrre l'ordine. Quando la gente si è piazzata davanti alle ruspe, i militari hanno trascinato, spinto e picchiato la gente per circa 20 metri. Quando la ruspa ha percorso questi 20 metri, la scena si è ripetuta.

Il gruppo di manifestanti consisteva maggiormente in persone anziane, i proprietari della terra, e qualche attivista israeliano. Un attivista è stato portato via e chiuso dentro una jeep militare.

Due poliziotti a cavallo hanno avuto l'ordine di cavalcare in mezzo ad un gruppo di persone sedute per terra, causando il ferimento di due uomini anziani, che hanno anche perso la coscienza. Altre persone sono stati colpiti alla testa dalle fruste dei poliziotti.

Il modo in cui il comandante del Magav, As'ad Atila, ha esplicitamente ordinato ai suoi uomini di usare la massima forza, trascinare via i due anziani e "rompere qualche ossa" è stato sentito dagli attivisti israeliani. Uno dei 2 anziani è stato portato via in ambulanza poco dopo che è stato trascinato per terra e picchiato. Più tardi, un militare del Magav ha cercato di strozzare un altro anziano con il bastone di quest'ultimo, che è stato portato via in ambulanza con la spalla lussato.

Così il Magav ha respinto i manifestanti per circa 2 ore, arrestando nel processo un attivista israeliano. Alle 10,00 circa, As'ad Atila ha annunciato di non avere un ordine di chiusura militare ma in quel momento ha afferrato un terzo attivista israeliano, portandogli alle jeep.

Gli attivisti sono stati minacciati con frasi del tipo "Ti manderò in ospedale" o "Ti manderò il naso dentro la testa". C'è stato qualche altro tentativo di arrestare alcuni abitanti del villaggio, durante i quali i manifestanti sono stati inseguiti a cavallo e calpestati. Il comandante, vedendo che i suoi uomini trovavano esagerati gli ordini, è stato capace di chiamare i propri uomini "delle femminucce per non aver picchiato abbastanza i manifestanti e per non aver fatto il loro dovere".

Nel corso dei tafferugli, un manifestante che filmava gli eventi è stato arrestato.

Verso le 11,00 il Magav ha finalmente tirato fuori l'ordine di chiusura militare e gli attivisti arrestati sono stati liberati da un capitano della guardia di frontiera.

Quasi subito, il Magav ha cominciato a sparare gas lacrimogeni verso un gruppo di giovani che aveva iniziato un confronto in disparte. La manifestazione principale era ormai composto di alcuni anziani sconvolti che erano stati picchiati e che ora stavano in silenzio mentre guardavano la distruzione dei loro ulivi.

Il Magav è arrivato al villaggio e cominciava un largo uso di proiettili di gomma e lacrimogeni, mirando dentro le case. Due persone hanno perso la coscienza dai lacrimogeni. Verso le 13,00 due giovani di 20 e 22 anni sono stati feriti dai proiettili di gomma (uno al petto, l'altro alla schiena) e sono stati ricoverati alla clinica Karmel di Biddu.

Alle 15,00 la situazione era oramai calma, ma i lavori proseguono.