Grande manifestazione congiunta a Bil'in
28.04.05

 

Alle manifestazioni quasi quotidiane degli abitanti di Bil'in insieme agli Anarchici Contro il Muro durante gli ultimi due mesi, si è aggiunta oggi una manifestazione particolarmente grande. Il comitato di base del paese ha chiesto aiuti in termini di partecipazione ai villaggi vicini e alla città di Ramalla. Da parte israeliana, gli anarchici si sono appellati alle organizzazioni radicali israeliane perché si unissero nella "Coalizione Contro il Muro". Dopo una settimana intensa di preparazioni, ci siamo tutti trovati insieme per convergere sulla regione dov'è situato Bil'in, con pullman e macchine, diversi centinaia di attivisti da Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv. Eravamo preparati con più tattiche per girare i posti di blocco che lo Stato israeliano avrebbe sicuramente disposto, come fanno di solito. Invece stavolta non ce n'erano. Abbiamo successivamente scoperto perché non hanno nemmeno tentato di impedire il nostro arrivo a Bil'in.

Siamo arrivati nella regione attraverso le strade larghe e moderne che usano i coloni israeliani, ma anche attraverso le strade rotte e bloccati dai rifiuti in certe parti che sono quelle riservate ai palestinesi. L'ultimo tratto di strada l'abbiamo dovuto fare con "un ponte di taxi", gli unici veicoli capace a percorrere una strada del genere.

Sul nostro arrivo al centro del villaggio di Bil'in, la gente ci ha accolto con simpatia e abbiamo socializzato per un po' di tempo, tutti insieme. Sui marciapiedi, gli abitanti hanno allestito una sorta di mostra. On entrambi i lati della strada centrale c'erano dei grandi lettere che insieme dicevano "NO AL MURO DELLA SEPARAZIONE". Tra le lettere c'erano delle collezioni di munizioni nemici: vecchi bombole di gas lacrimogeno, i resti di alcune granate ad urto e granate di lacrimogeni, c'erano anche degli scritti formati con i proiettili ricoperti di gomma.

Una volta tutti i partecipanti sono arrivati (inclusi gli israeliani e i giornalisti anche di al-Jazeera), abbiamo cominciato il corteo verso il percorso del recinto dove le ruspe stanno lavorando sulla terra confiscata dai palestinesi di Bil'in. Durante la marcia, il portavoce del villaggio ha chiesto che gli anarchici e gli internazionali si fossero trasferiti in testa al corteo.

Così abbiamo camminato, accompagnati dai ritmi di un tamburo e qualche slogan, molti di noi all'ombra di una bandiera palestinese di dimensioni gigantesche - 50 metri per 6 -, fino ad arrivare a circa un kilometro dal cantiere. Ed è qui dove è iniziato il confronto. I militari cercavano di bloccarci la strada con una catena umana e i modi non tanto gentili, ma comunque senza l'uso di manganelli o comportamenti selvatici.

Un centinaio di noi abbiamo spezzato la prima linea dei militari, girando intorno a loro e passando tra gli ulivi nei campi. Il resto dei partecipanti è rimasto bloccato dai militari con l'uso di gas lacrimogeni e, per la prima volta nella storia di queste proteste, dei proiettili di plastica (dicono che sono meno letali dei soliti proiettili di metallo ricoperti di gomma).

Il nostro gruppo, composto di palestinesi, israeliani (per lo più anarchici), internazionali e addirittura qualche "vip" (palestinesi d'Israele membri del parlamento israeliano e alcuni membri del parlamento palestinese), è rimasto bloccato a 50 metri dal cantiere.

Durante l'ingaggio, "l'arma segreta" dello Stato israeliano è stato rivelato: alcuni membri delle unità di soppressione di sommosse nelle carceri, travestiti da manifestanti, hanno cercato di provocare uno scontro violento con l'esercito israeliano e la polizia che avrebbe giustificato una dura repressione della manifestazione. Tuttavia, dal momento che la manifestazione era bene organizzata, queste persone sono state immediatamente avvicinate dai rappresentanti del comitato di sicurezza del villaggio. In questo modo sono stati smascherati come provocatori esterni. Ma dopo un periodo di riposo, si sono rimessi le loro maschere e hanno arrestato due palestinesi.

Il nostro gruppo di un centinaia di manifestanti è riuscito a tirare fuori una sorte di pareggio con i militari. Ma l'esercito è riuscito ad impedirci di raggiungere la parte principale della manifestazione, pur senza avere ricorso ai mezzi violenti.

Dopo più di un'ora, è diventato chiaro che non saremmo riusciti a rompere le righe dei militari ed impedire i lavori di costruzione delle ruspe. E' iniziato una trattativa per cercare di far liberare i due palestinesi arrestati in cambio di un arretramento di un kilometro da parte nostra. Durante questa trattativa, due israeliani si sono fatti arrestare in solidarietà con i palestinesi.

Ad un certo punto, un alto ufficiale ha promesso di rilasciare tutti e quattro 15 minuti dopo la nostra ritirata. Ci siamo ritirati senza grandi speranze che avrebbe onorato la promessa fatta... e infatti così è stato.

Una seconda ondata di manifestanti verso il cantiere è fallito anche a causa della stanchezza da parte dei manifestanti e l'uso intensivo dei gas lacrimogeni. Ci siamo raggruppati di nuovo ad un kilometro di distanza. Undici manifestanti hanno deciso di aumentare il numero degli arresti in solidarietà con i compagni già arrestati. Hanno sfidato i lacrimogeni, raggiungendo le posizioni dei militari accanto al cantiere, ma non sono riusciti. L'esercito ne ha arrestato solo due - troppi arresti di israeliani non fa bene al loro immagine nei media!

Comunque, 3 ore dopo l'inizio della manifestazione abbiamo cominciato a dirigerci verso il villaggio e da lì verso casa.

Durante la manifestazione e ancora dopo, tutti i media del paese hanno trasmesso immagini, filmati e servizi sugli eventi, incluso i principali telegiornali. I media parlano di 300 israeliani e 700 palestinesi che partecipavano e hanno fatto menzione anche della nuova tecnica usato, dando però una falsa spiegazione dell'impiego di agenti travestiti per giustificare la fallita provocazione con lanci di sassi: dicevano che gli agenti erano costretti a lanciare sassi per proteggere le loro identità... (Purtroppo per loro, aver lanciato sassi quando non lo facevano i manifestanti è stato proprio quello che li ha smascherati).

Ore 22,40: aggiornamento - i quattro israeliani arrestati sono stati rilasciati. I due palestinesi erano detenuti nella caserma militare di Ofer. Gli attivisti israeliani stanno attualmente denunciando formalmente le azioni dei provocatori in borghese e lasciando anche delle dichiarazioni riguardo alle accuse false contro i due palestinesi.

Ilan

traduzione a cura di FdCA - Ufficio relazioni internazionali