La lotta congiunta a Bil'in e il processo "diplomatico"
13.04.05



Si è svolta oggi una piccola manifestazione con un obiettivo preciso: andare in corteo fino alla parte settentrionale del cantiere dove i lavori sono fermi in seguito ad una sentenza della corte, e di agire in modo simbolico, per esempio scrivendo sulle rocce o piantando dei cartelli. La manifestazione ricorda anche il giorno in cui la famiglia Corrie lancia la sua causa civile contro l'azienda Caterpillar, che ha venduto all'esercito israeliano la ruspa che ha ucciso Rachel Corrie.

Il comandante dell'unità della guardia di frontiera che consente in questa zona i crimini di guerra si chiama Oren Tibi. Tibi non sarà della classe sociale che prende le decisioni in Israele, ma grazie a lui queste decisioni vengono implementate nel territorio da lui controllato. E' Tibi che stabilisce i parametri delle trattative. E' Tibi che decide che i palestinesi sono indegni. E' Tibi che si congratula prima di avere ricorso alla violenza. I parametri delle trattative stamani erano se permettere o non ad un piccolo gruppo di palestinesi di procedere lungo la strada per arrivare alle loro terre. Quando alcuni ragazzini hanno cominciato a lanciare dei sassi da grande distanza, Tibi ha fatto un discorso lungo sulla sua benevolenza e sul fatto che secondo lui i palestinesi erano indegni. Poi ha imposto una scadenza a breve termine, dopo di che ha ordinato ai suoi uomini di attaccare la manifestazione.

La guardia di frontiera ha penetrato nel cuore del villaggio, usando gas lacrimogeni e granate ad urto, e hanno arrestato due israeliani (*). Questi attivisti sono stati buttati per terra e picchiato, e hanno subito ulteriori abusi al commissariato, sotto la forma di prediche contro le loro azioni. Sembra che molti agenti della polizia volentieri sfruttano il loro "pubblico prigioniero" per poter avere delle lunghi dialoghi. Alcuni pensano che i poliziotti potrebbero imparare qualcosa durante questi colloqui, e che si aprono agli attivisti. Secondo me, invece, una spiegazione più plausibile è che cercano di creare legami "di sangue" con gli attivisti, per poterli separare dai palestinesi, insieme ad una semplice voglia di sentirsi affermati dopo lunghe giornate passate insieme alla gente incazzata. Perciò, e sempre nella mia opinione, questi colloqui servono più come sostegno psicologico ai poliziotti che come forma di illuminazione politica, con la fine di distruggere la fiducia tra palestinesi e i loro sostenitori israeliani.

Kobi Snitz

Foto della manifestazione a: https://israel.indymedia.org/feature/display/2978/index.php


* [Nota della redazione di A-Infos: Qui come in quasi tutti gli altri casi, il termine "attivisti israeliani" significa principalmente i militanti di Anarchici Contro il Muro che lavorano giorno dopo giorno nella lotta.]