Manifestazione a Deir Balut contro il Muro. Spari contro la famiglia Abdula
08.04.05



Mercoledì sera, alcuni guardie giurate private, usando proiettili carichi, hanno sparato contro i membri della famiglia Abdula, arrivati per lavorare nei loro campi, ferendo quattro di loro. Colpi carichi contro una famiglia in una giornata lavorativa, senza motivo, senza che ci siano stati disordini o manifestazioni... non ci sono parole per descrivere tale azione. Una sparatoria completamente immotivata. Semplicemente a causa dell'esistenza di... non so, forse la parola giusta è "l'occupazione". Ma stavolta l'abbiamo visto nella sua forma più brutale. Venerdì mattina, 300 persone del villaggio hanno manifestato contro la sparatoria, contro il recinto e contro l'occupazione. Noi arriviamo per la manifestazione a Deir Balut, due giorni dopo la sparatoria.

Tra i quattro feriti della famiglia Abdula, preoccupano in modo particolare le condizioni del ventiseienne Samir Abdula, anche se il giorno stesso non sembravano gravi. Infatti, Samir, ferito da un proiettile che gli ha attraversato la gamba, è tornato da solo al villaggio, cavalcando un asino. Arrivato al pronto soccorso del villaggio confinante, hanno constatato che Samir aveva perso molto sangue. Il suo trasferimento all'ospedale Rafidia di Nablus è stato ritardato, però, grazie ad un blocco stradale dell'esercito israeliano. Una volta arrivato all'ospedale, i medici hanno appurato che il proiettile aveva rotto un'arteria principale e che la gamba andava operata con urgenza presso un ospedale in Giordania.

Le organizzazioni umanitarie attualmente cercano i soldi per pagare l'intervento.

Halil, di 58 anni, è stato colpito due volte al bacino, nella regione dell'inguine. E' stato operato ed è attualmente ricoverato nella corsia chirurgica del Beilinson (a Petah Tikvah, all'est di Tel Aviv). Anche il ventiquattrenne Hamda, colpito al petto, è stato operato ed è ricoverato a Ramallah. Infine, Magid, colpito alla spalla, è ricoverato al Tel Hashomer.

Circa 300 manifestanti, tra abitanti del villaggio (uomini, donne e bambini), attivisti israeliani per la pace e internazionali, sono in marcia dal villaggio verso il cantiere del recinto. Una delle donne della famiglia Abdula sventola la camicia insanguinata di Magid.

Un numero impressionante di militari ci ha accolto sulla collina. I primi "saluti" erano lacrimogeni e granate ad urto. Lanciati in bel mezzo ad un gruppo di donne anziane. Una donna di 60 anni è stata colpita e ferita alla mano ed è stata riportata al villaggio, soffrendo anche dalle inalazioni di lacrimogeni.

Oggi, il vento tira verso i militari e hanno quindi sospeso l'uso dei lacrimogeni.

Spieghiamo ai militari la nostra presenza qui. Spieghiamo che proprio qui, due giorni fa, quattro persone sono state ferite durante una sparatoria. Loro si affrettano a dirci che non sono stati loro a sparare... Era la sicurezza privata. E hanno ragione, infatti. E' vero che portavano un'altra divisa. E' vero che i distintivi portavano i nomi scritti con un carattere diverso. L'azione dei militari è regolato diversamente dai privati. Ma sia i militari sia le guardie private ricevono il loro mandato dallo stesso Stato israeliano e lavorano agli stessi fini.

* Liberamente tradotto da un resoconto su israel.indymedia.org di Adar, un componente di Anarchici Contro il Muro

Foto a https://israel.indymedia.org/newswire/update/index.php