Sulla repressione a Khallet al-Dar e manifestazione contro gli arresti a Matan Cohen
03.02.05



Da qualche settimana, l'amministrazione civile israeliana ruba terre palestinesi nella zona di Hebron, senza nemmeno dire il motivo. Il 1 febbraio, c'è stata una manifestazione di circa 300 persone tra palestinesi, israeliani (in seguito ad un'indizione di Anarchici Contro il Muro) e internazionali in un tentativo di resistere contro l'appropriazione delle terre al villaggio cisgiordana di Khallet Al-Dar. La manifestazione era piuttosto pericolosa ma non ci sono state notizie al riguardo nei media dal momento che non è stato versato abbastanza sangue. Un piccolo gruppo di militari presi dal panico ha sparato sopra le teste dei manifestanti e il conducente della ruspa impazzito ha continuato a lavorare anche quando c'erano dei manifestanti davanti e sopra il suo veicolo. Questo incosciente ha addirittura usato il braccio meccanico della ruspa per spingere indietro le persone, colpendo alcune.

Nonostante il pericolo, i manifestanti hanno spinto in avanti, fermando la ruspa e costringendola a tornare indietro. Quando sono arrivate altre ruspe, i manifestanti si sono seduti per terra, mantenendo la posizione per circa 45 minuti. A quel punto una notevole forza di polizia e guardie di frontiera hanno assalito la folla, arrestando tutti gli internazionali e gli israeliani che potessero. Sono stati arrestati 5 israeliani e 2 internazionali e gli altri manifestanti sono stati attaccati con proiettili ricoperti di gomma, granate ad urto e lacrimogeni.

Dopo qualche tempo in carcere sono stati liberati i due internazionali ma la polizia ha insistito nel voler tenere per la notte in cella Matan Cohen. Cohen è accusato di aver aggredito un poliziotto. Gli altri israeliani arrestati si sono rifiutati di firmare i fogli di rilascio per poter rimanere con Cohen, ma in fine sono stati liberati senza dover firmare e senza l'opzione di rimanere in carcere. Inoltre, uno degli israeliani è stato aggredito da un interrogatore della polizia di nome Itzhak Zooaretz.

Sebbene l'accusa contro Cohen sia infondata (cosa ammessa anche dal comandante del commissariato dove Cohen ha passato la notte), lo Stato ha richiesto che venga tenuto in custodia fino alla fine del processo! Il solo fatto che la prosecuzione chiede un tale provvedimento nei confronti di un ragazzo di 16 anni rappresenta un salto di qualità della persecuzione politica della sinistra rispetto anche a quanto successo nel caso di Tali Fahima. Attualmente Cohen è sotto gli arresti domiciliari fino a domenica 6 febbraio quando ci sarà un'udienza per chiedere l'estensione dell'arresto. Si chiede il massimo sostegno per Matan alla manifestazione che ci sarà davanti al tribunale di Gerusalemme presso il quartiere russo. Chi tra di noi sarà il prossimo?

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio relazioni internazionali

Fonti: israel.indymedia.org e Kobi Snitz

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