Volantino degli "Anarchici Contro il Muro"
29 Dic 2003

[Il testo di un volantino distribuito sabato sera durante una manifestazione di protesta davanti al Ministero di Guerra israeliano a Tel Aviv che contestava il fuoco contro i compagni durante l'azione diretta contro il muro a Mas'ha.]

NO ai ghetti! 

NO al muro tra i popoli! 

Basta con l'occupazione!!

Ieri abbiamo vissuto la realtā dei nostri fratelli e sorelle palestinesi. L'esercito israeliano ha aperto fuoco su di noi, attivisti israeliani; hanno attraversato una linea rossa mai prima attraversata, che deve ricordarci delle atrocitā quotidiane dell'esercito nei territori occupati. Anche durante questo fine settimana hanno continuato ad uccidere, a rinchiudere, strangolare, invadere e annettere. Il fuoco su di noi non ci dissuaderā nel resistere attivamente contro il Muro dell'Apartheid che si costruisce davanti ai nostri occhi. Ieri abbiamo rotto il cancello a Mas'ha, ma bisogna ricordare che per tutto la lunghezza del muro gli altri cancelli rimangono chiusi e il popolo palestinese rimangono senza accesso alla loro fonte unica di reddito. Continueremo nel nostro tentativo di porre fine all'occupazione con i nostri corpi, di aprire una breccia nel muro dell'odio, e di dare con le nostre azioni un'alternativa vitale e forte alla politica del ghetto del governo israeliano.

Esprimiamo la nostra solidarietā con il compagno Gil del Kibbutz Reim, che č stato colpito dall'esercito israeliano solo poche settimane dopo il suo congedo dal servizio militare. Gil č stato colpito ad entrambe le gambe dal fuoco carico ed č stato ricoverato, privo di sensi, all'ospedale di Beilinson, dove il suo stato č stato definito grave. Oggi, sabato, Gil ha ripreso i sensi per la prima volta e ha potuto sorridere e parlare. Le condizioni delle gambe non sono ancora chiare. Gli mandiamo i nostri migliori auguri per una ripresa veloce.

Esprimiamo la nostra solidarietā con il compagno Jonathan di Tel Aviv, trattenuto dalla polizia di Ariel sin dall'azione dal momento che si č rifiutato di firmare una promessa di non entrare nei territori occupati per tre mesi. Sabato prossimo dovrebbe apparire davanti al tribunale di Rishon-LeZion dove si cercherā il prolungamento dello stato di fermo. Oggi, rivendichiamo l'immediato rilascio di Jonathan.

Un resoconto dell'azione:

Verso le ore 13, ci siamo avvicinati al cancello del Recinto dell'Apartheid costruito tra il paese di Mas'ha e la colonia illegale di Elkana. Nonostante le promesse dell'esercito, da settimane rimangono chiusi i cancelli. Questo impedisce alla popolazione di Mas'ha di raggiungere i loro campi e fonti di reddito. La nostra doveva essere un'azione non violenta, un atto simbolico di protesta contro la costruzione del recinto e la continuata chiusura del cancello. Incredibilmente, i militari presenti hanno cominciato a lanciarci addosso dei sassi, poi hanno sparato per aria e per terra, vicino a noi. Abbiamo gridato "non sparare, questa č una manifestazione non violenta, non intendiamo farvi del male", e portavamo in alto dei cartelli scritti in ebraico, ma nonostante questo dopo pochi minuti, e senza avviso, i militari hanno cominciato a sparare ai corpi dei manifestanti. Gil č stato colpito a questo punto. Al contrario di quanto sostiene il portavoce dell'esercito, non hanno lanciato i gas lacrimogeni e non hanno dato alcun avviso verbale. Anzi, non hanno comunicato in alcun modo con noi prima di aprire il fuoco.

L'azione formava parte dell'accampamento di protesta contro il muro che č iniziato una settimana fa presso il paese di Deir-Balut in Samaria. L'accampamento č popolato 24 ore su 24 da israeliani e palestinesi ed č situato sul percorso del Muro dell'Apartheid sul terreno della scuola di Deir-Balut, ancora in costruzione ma fermo dopo la confisca della terra necessaria per la costruzione del recinto. Invitiamo ai mass media che ancora credono alle promesse del primo ministro Ariel Sharon sulla cosiddetta evacuazione dei coloni illegali, di venire in prima persona a vedere il progetto di annessione di terreni e l'espansione dei coloni che proseguono, anche in questi giorni.

ANARCHICI CONTRO IL MURO