Resoconto dell'azione a Budrus
28 Sep 2004 

Siamo arrivati al villaggio intorno alle 12,30 e abbiamo cominciato il corteo verso le 13,00. Eravamo circa 200, di cui 150 palestinesi e 50 tra israeliani e stranieri. Ci siamo fermati sulla collina, senza dirigerci verso i militari, per poco più di un'ora, cantando e gridando, mentre gli abitanti del villaggio hanno controllato lo sciabàb, assicurandosi che neanche un sasso fosse lanciato. Poi, gli abitanti hanno deciso di terminare la protesta. Abbiamo cominciato a tornare al villaggio ma a quel punto è partito una pioggia di sassi, costringendoci di correre per evitare le granate ad urto e i lacrimogeni. 

Un gruppo di noi si è riparato tra due edifici ma ci siamo trovati circondati dai Magav (polizia di frontiera) che minacciavano gli abitanti della casa e che non ci faceva andar via. Ci hanno fatto sedere per terra. Poi hanno individuato gli israeliano tra di noi e ci hanno informato che eravamo sotto gli arresti. Ci hanno fatto camminare fino al luogo della protesta e metterci contro un muro, una sorta di rampa dove gli stranieri stavano con alcuni agenti Magav. 

Improvvisamente, quelli del Magav hanno cominciato a bastonare tutti e io ho visto un uomo per terra circondato da 4 agenti Magav che gli pestavano, tirandogli calci. Almeno 3 manifestanti stranieri sono stati colpiti alla testa con i bastoni del Magav che gridavano in ebraico "sdraiatevi! per terra!". Non potevamo farci niente - è stato orribile. Quello che hanno pestato era un palestinese che hanno arrestato insieme a noi.

Ci hanno poi portato ad una collina nell'ombra, vicino al villaggio, e ci hanno fatto stare seduti per circa 3 ore. Eravamo 2 stranieri (di cui un giornalista), 2 palestinesi accusati di aver lanciato sassi (quello che hanno pestato e un altro che hanno prelevato da casa sua e che pare non facesse neanche parte della protesta) e 16 israeliani (tra cui 3 minorenni). Solo il secondo palestinese era in manette.

CI hanno caricato su un camion affollato dove abbiamo deciso di unirci in solidarietà con i palestinesi e gli stranieri, anche se avesse significato andare in carcere. Siamo arrivati al commissariato di Beit Aryeh dove eravamo lasciati seduti sull'erba per alcune ore, molto carino! Gli stranieri sono stati liberati velocemente, verso le 19,00 e hanno detto a me e ad un altro ragazzo di non avvicinarci a Budrus per 14 giorni. Non ci hanno fatto firmare niente e ci hanno ridato le carte d'identità. Una donna con noi, che doveva stare a lavoro il giorno dopo, ha firmato un accordo verso le 22,00. Gli altri hanno aspettato lì sull'erba fino a che non si sapesse che fine avrebbero fatto i palestinesi. Alla fine, il palestinese che era stato pestato è stato liberato con la stessa condizionale degli israeliani. L'altro palestinese è stato portato a Ofer, ma gli hanno pagato la cauzione ed è uscito la stessa notte. Tutt* erano liberi entro le 23,00 e siamo tornati ognuno a casa sua, stanchi ma di ottimo umore e con grandi sentimenti di solidarietà.

kerem

Traduzione a cura dell'Ufficio Relazioni Internazionali FdCA