Alla fine è arrivato l'inverno, ma il buio non ferma le lotte unitarie

15.12.10

 

Sono arrivate le giornate fredde e tempestose dell'inverno. La lotta unitaria non si è certamente fermata, anche se è calata l'urgenza di mandare i report. Bilin, il villaggio porta-bandiera, è l'unico su cui vi sia un resoconto dettagliato. Bil'in: Israeliani - 50, Internazionali - 50, Palestinesi - centinaia di uomini, donne, politici; bandiere - (in ordine decrescente) al-Mubadara [l'Iniziativa Nazionale Palestinese], al-Jabha [Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina], Fatah, Palestina, Argentina; soldati - disposti sulla strada che porta dal muro all'area residenziale del villaggio; gas lacrimogeni - sparati prima ancora che i manifestanti si avvicinassero ai soldati; vento - in direzione dei volti dei manifestanti, una piccola avanguardia ha tenuto posizione vicino ai soldati; ferite - da gas, da gas e ancora da gas; arrestati - 1 tedesco + 1 palestinese (minacciato di arresto se non se ne andava nel giro di 1 minuto, per reazione ha detto che non aveva bisogno di 1 minuto e che era meglio essere arrestato immediatamente); rilasciati - il palestinese alla fine della manifestazione, il tedesco un paio d'ore dopo.

L'inverno è arrivato, ma il buio non ferma le lotte unitarie. Diminuiti invece i resoconti. Abdullah, Ashraf: ancora in carcere, Adeeb rilasciato solo domenica sera. Diritti umani: celebratane la giornata, se ne vedono pochi in Palestina. ‎Ricordando la Prima Intifada, la giornata Internazionale dei Diritti Umani e l'incarcerazione di Abu Rahme. Oggi 10 dicembre 2010, Bil'in ha celebrato la giornata internazionale dei diritti umani con una manifestazione più ampia del solito attraverso il villaggio. Centinaia di sostenitori sono giunti da fuori Bil'in per sostenere la lotta del villaggio per i diritti umani, per marcare l'anniversario dell'incarcerazione di Abdallah Abu Rahme e per commemorare la Prima Intifada.

La manifestazione è stata subito incendiata da una grande quantità di lacrimogeni lanciati dai soldati da ogni lato. L'esercito era uscito dal cancello del muro ed aspettava l'avanzata dei manifestanti. Un manifestante palestinese è stato ferito dai lacrimogeni, a dozzine hanno sofferto per le inalazioni di gas, e 2 sono stati arrestati - un palestinese, Abd al-Fattah Burnat, ed un cittadino tedesco. I manifestanti hanno marciato con le bandiere dei movimenti palestinesi ed hanno cantato numerose canzoni per la fine dell'occupazione e degli insediamenti e per l'unità nazionale palestinese.

Haitham Al Katib http://www.youtube.com/user/haithmkatib#p/a/u/1/U5DOam-yiGo
Israel Putermam http://www.youtube.com/watch?v=T0L0P7qgwUI
David Reeb http://www.youtube.com/user/davidreeb#p/a/u/0/fJYT_0fd6QU

Domenica:

"Adeeb Abu-Rahmeverrà rilasciato oggi dal carcere militare di Ofer. Festeggerà la sua liberazione all'arrivo a Bil'in e sono stati invitati anche gli Anarchici Contro il Muro..."

Abbiamo partecipato domenica 12 ai festeggiamenti, abbiamo abbracciato e baciato Adeeb.

Adeeb Abu Rahmah di Bil'in liberato dalla prigione di Ofer il 12 dicembre 2010

Liberato l'attivista contro l'occupazione Adeeb Abu Rahma, dopo l'arresto per 18 mesi. Ramallah, 12/12/2010 le autorità di occupazione israeliane hanno liberato domenica dalla prigione di Ofer vicino Ramallah, l'attivista contro il muro Adeeb Abu Rahma (di 40 anni) del villaggio di Bil'in. Il Tribunale di occupazione aveva condannato Abu Rahma a 18 mesi di carcere, da aggiungere alla sospensione di 12 mesi per un periodo di 4 anni e ad pagamento di 6.000 sicli [€1.300], sulla base di accuse all'istigazione ed impedimento del lavoro dell'esercito di occupazione, partecipazione a manifestazioni pacifiste contro il muro a Bil'in. Il tribunale militare aveva condannato Abu Rahma, l'8 marzo 2010 a 12 mesi effettivi, con la sospensione della pena per 4 anni più una multa di 6.000 sicli, ma il pubblico ministero si è appellato ottenendo 6 mesi in più di carcere. Va sottolineato che Abu Rahma era stato arrestato il 10 luglio 2009 durante la sua partecipazione alla manifestazione settimanale di Bilin.

http://www.youtube.com/watch?v=Wi6YdDHsK2g

Al Ma'sara

An Nabi Salih

Ni'ilin

Beit Ummar

Insieme per resistere agli insediamenti ed al muro dell'annessione

Il comitato nazionale di resistenza agli insediamenti ed al muro dell'annessione di Beit Ummar vi invita a partecipare alla manifestazione settimanale

"La marcia della speranza"

E' tempo di pace! No agli insediamenti ed al muro dell'annessione

Da Tel Aviv a Sheikh Jarrah!

Venerdì 10 dicembre ci uniremo alle dozzine di organizzazioni ed alle migliaia di manifestanti per i diritti umani a Tel Aviv.

Montagne a sud di Hebron (Al Khalil)

Attivisti contro coloni:
http://www.youtube.com/watch?v=9GNasEzdkB8

Gerusalemme Est/Al Quds

La coalizione per Sheikh Jarrah tiene ancora la sua manifestazione del venerdì a Sheikh Jarrah. Questa settimana dopo la mobilitazione a Tel Aviv per i diritti umani.

12 dicembre 2010:

Prima che una forte pioggia colpisse Israele ieri, migliaia di persone si sono riunite nel centro di Tel Aviv per la manifestazione della giornata internazionale dei diritti umani. L'occasione ha messo insieme varie ONG israeliane e migliaia di cittadini impegnati nell'azione di presentare un volto di Israele quale paese che sostiene i diritti umani ed i valori progressisti. C'erano cartelli per i diritti dei gay, delle donne, dei rifugiati africani e anche per la coesistenza tra Ebrei ed Arabi. La polizia ha transennato le strade per assicurare la sicurezza dei manifestanti ed evitare scontri con una contromanifestazione di destra (un diritto della destra in Israele contro-protestare contro i diritti umani?). Se la manifestazione per i diritti umani a Tel Aviv avesse voluto dimostrare maggiore autenticità in termini di coesistenza tra Palestinesi ed Israeliani, avrebbe dovuto rapportarsi di più con la lotta per i diritti umani che si stava svolgendo in contemporanea in Cisgiordania.

A soli 25 chilometri di distanza dalla festa di Tel Aviv, i palestinesi stavano manifestando contro il muro della separazione e per I diritti umani nel villaggio di Ni'ilin. La protesta è iniziata come al solito, con un comizio sul muro e sul dolore che esso porta a tutta la comunità. E' seguita la preghiera del venerdì ed infine il corteo di protesta verso il muro. Tra i palestinesi c'era una manciata di sostenitori israeliani da Tel Aviv.

Bambino palestinese in una nuvola di gas a Nabi Salih nella giornata internazionale per i diritti umani.
http://josephdana.com/wp-content/uploads/2010/12/Nabi-Saleh-Gas.jpg
Foto di: Joseph Dana

Ancora una volta, i manifestanti hanno battuto il cancello del muro con pietre e bastoni. Per un minuto sembrava un concerto dei percussionisti di Sheikh Jarrah, che incitano alla "resistenza gioiosa" suonando i tamburi ed i fischietti durante la loro manifestazione settimanale. L'esercito, dall'altra parte del muro, faceva sapere attraverso gli altoparlanti che tutta l'area era zona militare chiusa e che i manifestanti se ne dovevano andare. Sembra che per l'esercito tutto il territorio sia zona militare chiusa ed un giorno, forse in futuro, mi aspetto di sentire la stessa solfa a Giaffa o a Gerusalemme fino a proclamare che l'intera terra di Israele sia una zona militare chiusa. Un soldato la continuato dicendo che loro erano lì per proteggere il muro, il quale costruito per scopi di sicurezza ha bisogno a sua volta di essere sicuro. Proprio come gli insediamenti che dovevano aumentare la sicurezza di Israele, ma in realtà si mangiano le risorse per la sicurezza.

A differenza della presenza della polizia a Tel Aviv, l'esercito a Ni'ilin non sta lì per difendere, ma per attaccare. E' lì per spezzare lo spirito di resistenza disarmata in Cisgiordania. E' lì per riaffermare con la forza che i palestinesi sono persone sotto controllo e sotto costante occupazione israeliana. Quando Naomi Chazan ha iniziato il suo discorso a Tel Aviv (stavo seguendo gli aggiornamenti su Twitter mentre ero collegato per conto mio), l'esercito a Ni'ilin ha iniziato a inondare l'area di protesta con i gas lacrimogeni. Ondata dopo ondata, il gas ha ricoperto tutta l'area. I soldati hanno sparato lacrimogeni direttamente addosso ai manifestanti. Senza tregua. Il riconoscimento israeliano della giornata internazionale dei diritti umani stava prendendo forma.

La protesta è finita rapidamente, come spesso succede in questi giorni a Ni'ilin, ed i 5 israeliani presenti si sono quindi diretti a Nabi Salih. C'è stata un po' di discussione sulla giornata dei diritti umani tra gli israeliani. Sono impegnati sul terreno in una lotta per i diritti umani e chiaramente non hanno il tempo e l'energia per fare elaborazioni teoriche sul tema o per fare grandi previsioni sul futuro.

Il villaggio di Nabi Salih era sotto assedio da mezzogiorno. Proprio come nelle recenti settimane, gli Israeliani che volevano unirsi alla manifestazione dovevano fare un lungo giro sulle aspre colline della Cisgiordania per poter raggiungere il villaggio. Una volta nel villaggio, la manifestazione fatta oggetto di lancio di proiettili veri, di quelli d'acciaio ricoperti di gomma e di nuvole di lacrimogeni.

Come la pioggia ha invaso Tel Aviv mettendo fine alla manifestazione per i diritti umani, così l'esercito israeliano ha invaso Nabi Salih sparando proiettili veri in tre direzioni. Il piccolo villaggio, appollaiato su una collina, è stato coperto di gas. A causa della mancanza di vento, i gas lacrimogeni stagnavano nell'aria sovrastante il villaggio, con gli abitanti afflitti da forte lacrimazione.

L'assedio di Nabi Salih è continuato fino al tramonto quando le ultime jeep dell'esercito se ne sono andate dal villaggio. Appena se ne sono andati i soldati, sono usciti ragazzini a raccogliere le centinaia di bombolette di gas lacrimogeno. Nel guardarli arrampicarsi per raccogliere le bombolette, emerge l'assurdità della giornata per i diritti umani in Israele. Mentre migliaia di persone manifestavano a Tel Aviv per proclamare la pace e la coesistenza, appena 10 israeliani si sono fatti mezz'ora di auto verso Nabi Salih o Ni'ilin (Bil'in teneva una manifestazione con uno stesso numero di israeliani presenti)

Immaginate se invece di 10 fossero stati 50. Se 50 persone di quelle che stavano marciando a Tel Aviv si fossero fatte vedere a Nabi Salih, la realtà sul terreno sarebbe stata ben differente. Anche 30 persone avrebbero avuto un effetto sull'atteggiamento dei soldati e sul popolo di Nabi Salih che trae profonda fiducia dai loro sostenitori israeliani ed internazionali.

Perché mai quelle migliaia di attivisti di sinistra israeliani sono capaci di radunarsi sotto l'ombrello pubblico dei diritti umani, ma non gli viene in mente di avventurarsi in Cisgiordania per lottare con i Palestinesi? Un percorso di coesistenza ha bisogno di queste azioni unitarie di solidarietà e dal momento che ai palestinesi è proibito venire a Tel Aviv tocca agli israeliani andare in Cisgiordania. La incongruenza tra i diritti umani a Tel Aviv ed i diritti umani nei Territori Occupati è diventata palese. Se è vero che il corteo di Tel Aviv era una scadenza necessaria per creare un nuovo spazio politico in Israele, avrebbe però dovuto essere inserito un una piattaforma più ampia che includa i palestinesi dei Territori Occupati. Forse il prossimo anni, vedremo manifestazioni per i diritti umani da Nabi Salih a Tel Aviv con più Israeliani e Palestinesi in entrambi i posti.

 

Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali