Ferito gravemente un anarchico, arrestato un altro
28 Dic 2003

Venerdì 26 dicembre un gruppo di israeliani, internazionali e palestinesi del Campo contro il Muro di "Deir Balout" che da oltre una settimana sta svolgendo iniziative contro il Muro dell’apartheid in costruzione nei Territori occupati, ha effettuato un’azione diretta nei pressi del villaggio di Mash’a. All’azione hanno preso parte i compagni di "Anarchici contro il Muro". Uno di loro, Gil Naamaty del Kibbutz Nirim, mentre era in corso l’abbattimento della recinzione è stato ferito in modo grave dalle pallottole sparate ad altezza d’uomo dall’esercito israeliano. Un altro anarchico, Jonathan, è stato arrestato ed è trattenuto presso la stazione di polizia di Ariel. Abbiamo sentito per telefono Liad, una compagna anarchica israeliana che ha partecipato all’azione contro il Muro di ieri, che ci ha fatto un resoconto degli avvenimenti. Ecco in sintesi quanto ci ha riferito (un resoconto più dettagliato verrà stilato per il prossimo numero di Umanità Nova). 

All’azione contro il Muro svoltasi ieri nei pressi del villaggio di Mash’a hanno preso parte un centinaio di persone tra israeliani e internazionali. Vi erano anche diversi palestinesi ma stavano (come di consueto in questi casi) a distanza di sicurezza dal tiro dei fucili dell’esercito. 

I compagni nelle prime file hanno iniziato a scuotere la barriera e poi hanno iniziato a tagliarla. I militari israeliani hanno cominciato a fare fuoco prima in aria e poi ad altezza d’uomo senza i consueti lanci di gas o granate assordanti. Liad, che si trovava vicina a Jill, il compagno ferito, riferisce che il suo ginocchio, preso di mira da un cecchino armato di fucile di precisione, è letteralmente esploso. Il compagno, centrato ad entrambe le gambe, è caduto ed ha perso i sensi. Ricoverato all’ospedale è stato sottoposto a ripetute trasfusioni: la sue condizioni sono gravi ma non versa in pericolo di vita. Un’americana del gruppo degli internazionali è stata ferita lievemente da alcune schegge ma, sebbene sotto schock per lo spavento, oggi sta bene. 

Successivamente il gruppo di protesta è ripiegato nel villaggio. I militari hanno circondato il paese ed imposto il coprifuoco. Jonathan, un compagno anarchico che aveva preso parte all’azione, è stato portato in commissariato con il pretesto di un interrogatorio in qualità di testimone. Ad oggi non è ancora stato rilasciato. Gli è stato chiesto di firmare una dichiarazione con cui si impegnava a non entrare nei Territori per 15 giorni ma lui ha rifiutato perché avrebbe di fatto significato la rinunzia a continuare le iniziative del campo contro il Muro di "Deir Balout", in cui l’azione di ieri si inseriva. L’avvocata di Jonathan ritiene che rischi di essere accusato di aver organizzato la protesta. 

I media israeliani stanno dando un gran rilievo all’episodio, sottolineando il ruolo degli anarchici, fatto mai verificatosi in precedenza. Liad ritiene che possa esservi un tentativo di criminalizzazione verso gli anarchici, cui non si sottrarrebbero alcune organizzazioni di sinistra e pacifiste. Molto forte è stato l’impatto sull’opinione pubblica della scelta di aprire deliberatamente il fuoco su cittadini israeliani. Questa sera a Tel Aviv vi sarà una manifestazione di protesta organizzata da un ampio arco di gruppi pacifisti, anarchici e di sinistra radicale. Manifestazioni, presidi, volantinaggi, telefonate, fax di solidarietà possono servire a fermare la spirale di violenza e contribuire al rilascio del compagno arrestato. Diffondete le informazioni. [...]

Sul numero 40 del settimanale anarchico "Umanità Nova" è stata pubblicata un’intervista a Jonathan e Liad, che trovate a quest’indirizzo:
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2003/un40/art3002.html

[dalla Commissione di relazioni internazionali della FAI]