La lotta unitaria raggiunge il picco con le manifestazioni di solidarietà con Sheikh Jarrah

09.08.10

 

Il primo "anniversario" dello sgombero dei palestinesi dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est occupata è stato ricordato in circa 10 manifestazioni svoltesi in diverse località. Più di 2.000 persone nella sola Israele - sia palestinesi che ebrei - a: Kufr Yasif, Haifa, Gerusalemme ovest, Dahamash, Taybe, Nazaret, Wadi Ara, Gan Shmuel, Ranana, Be'er Sheva e Tel Aviv. Le manifestazioni del weekend e le attività negli altri giorni ci consegnano un ampio spettro della sinistra israeliana. Gli anarchici contro il muro si sono uniti anche alle altre lotte ad Al Araqeeb, Hebron sud ed alle manifestazioni di solidarietà con Sheikh Jarrah, ma anche nelle lotte persistenti ed in corso a Beit Jala, Beit Ummar, Bil'in, Hebron, Ma'sara, Nabi Salih, Ni'ilin, Sheikh Jarrah, Wad Rahal e Walaja.

Al Araqeeb

Continua la lotta contro lo sgombero dei Beduini dal sud di Israele, lotta di cui la demolizione della case è l'aspetto più importante. La ricostruzione delle case e la loro demolizione da parte delle forze di stato si susseguono sia ad Al Araqeeb che in altri villaggi.

Beit Ummar - Sabato 7 agosto

Un gruppo di manifestanti di parecchie dozzine di palestinesi, israeliani ed internazionali si è radunato al confine dell'insediamento coloniale illegale di Karmi Zur, per chiedere di mettere fine alla confisca dei terreni secondo la ONG israeliana Peace Now, l'insediamento è stato costruito su 12 acri di terre private di proprietà palestinese.

Una portavoce militare israeliana ha dichiarato che circa 40 persone si sono diretti verso Karmi Tzur ed "hanno cercato di avvicinarsi" all'insediamento per "dare inizio ad una provocazione". Ha aggiunto che al gruppo è stata "presentata un'ordinanza militare" che dichiara tutta l'area zona chiusa, di modo da rendere illegale la loro presenza lì.

Quando i manifestanti hanno iniziato a lanciare pietre, ha aggiunto la portavoce, i soldati israeliani hanno risposto usando mezzi di dispersione di disordini, quali tra gli altri gas lacrimogeni e proiettili ricoperti di gomma. Ha aggiunto di "non essere a conoscenza di scontri fisici" durante l'incidente.

Gli organizzatori del Comitato Popolare hanno detto invece che i soldati sono arrivati sul posto quando i manifestanti erano ancora a 300 metri dal recinto dell'insediamento, dichiarando già lì che tutta l'area era "zona militare chiusa".

Mohammad Awad, portavoce del progetto Solidarietà Palestina a Beit Ummar ha detto che i soldati hanno usato "deliberatamente" la forza contro i manifestanti e che hanno sparato un fitta serie di lacrimogeni verso il corteo e verso i giornalisti".

Bil'in

Circa 35 israeliani e 25 internazionali si sono uniti alla manifestazione settimanale a Bil'in contro il furto della terra, contro gli arresti dei giovani del villaggio e contro l'occupazione in generale. Il corteo era aperto da un'ampia delegazione di uomini e donne del Partito del Popolo Palestinese provenienti da tutta la Cisgiordania. I manifestanti hanno marciato verso il muro, ma sono stati bloccati sulla strada da soldati israeliani armati di mezzi di controllo delle folle. I manifestanti si sono fermati pacificamente, cantando e scandendo slogan a stretto contatto con i soldati. Quando la gioventù locale ha voluto costringere i soldati a retrocedere per poter arrivare al muro ed alle terre palestinesi, gli esponenti del PPP hanno sollevato forti obiezioni ed hanno intimato ai giovani di aspettare. Fino a quando i soldati hanno iniziato a sparare lacrimogeni ed è iniziato lo scambio pietre contro le granate assordanti più lacrimogeni. I manifestanti hanno dovuto ritirarsi tra le nuvole di gas. I giovani hanno proseguito nei loro sforzi, mentre le armi dell'esercito incendiavano alcuni arbusti tra gli ulivi, già bruciacchiati nelle precedenti manifestazioni.

Video di Haitham Al Katib: http://www.youtube.com/watch?v=Ho8KdxTOJkk

Hebron (Al-Khalil), Sabato 7 agosto

Continua lo sgombero graduale di palestinesi da alcune parti di Hebron per lasciarle ai coloni, ma continua anche la lotta unitaria.

Ma'sara

Circa 60 persone hanno manifestato ad Al Ma'sara venerdì 6 agosto, di cui metà erano attivisti internazionali in missione di solidarietà con la lotta dei locali. Esponenti del Comitato Popolare hanno dato il benvenuto agli attivisti internazionali ed in particolare alla delegazione giapponese, esprimendo solidarietà per l'anniversario della distruzione e della morte portata dalle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, con qualche parallelo con le sofferenze palestinesi di oggi.

Due delegazioni di organizzazioni per la pace e per la giustizia dal Canada e dalla Francia hanno pure preso parte alla manifestazione che come altre volte puntava a raggiungere le terre confiscate dalle forze di occupazione militare per darle agli insediamenti coloniali illegali. I manifestanti palestinesi ed i sostenitori internazionali si sono visti recapitare da 4 soldati un'ordinanza militare di deterrenza che dichiarava tutta l'area zona militare chiusa. Ma scandendo slogano come "Palestina libera" e come "Il Muro che sta su deve andare giù", i manifestanti hanno proseguito senza stare a sentire i soldati per fermarsi solo quando non è stato più possibile fisicamente andare avanti a causa della presenza di un blocco stradale di tre jeep militari.

I manifestanti allora si sono seduti in massa per terra davanti alle forze di occupazione. Ai comizi di esponenti del Comitato Popolare sono seguiti slogan unitari da parte di tutti, chiedendo pace, giustizia, accesso alle terre e la fine dell'apartheid israeliana. Gli esponenti delle delegazioni canadese e francese hanno anche cantato canzoni nazionali della resistenza. La manifestazione si è conclusa pacificamente senza cariche da parte delle forze di occupazione israeliane.

Foto: http://www.awalls.org/files/images/M.preview.jpg

Nabi Salih

An Nabi Salih: venerdì 6 agosto, circa 100 Palestinesi, Israeliani ed internazionali hanno preso parte alla manifestazione settimanale non-violenta contro l'insediamento illegale di Halamish sorto sulle terre derubate al villaggio e che vuole controllare le fonti d'acqua. Senza preoccuparsi del divieto di sparare lacrimogeni ad altezza d'uomo, cosa che ha provocato molte vittime nel villaggio fino alla scorsa settimana come nel caso di una attivista internazionale, le forze di occupazione israeliane hanno proseguito ad usare questi metodi nel tentativo di reprimere le proteste pacifiche.

In risposta alle pietre lanciate simbolicamente dai bambini contro le jeep militari, è iniziata una pioggia di lanci direttamente contro i bambini e sul villaggio, provocando un incendio nel giardino di una casa. Visto il rifiuto dei soldati di usare gli estintori in loro dotazione mentre ispezionavano il luogo, gli attivisti internazionali, israeliani e palestinesi hanno tutti insieme collaborato allo spegnimento del fuoco riempiendo d'acqua bottiglie e secchi d'acqua dalle case vicine.

Nel frattempo i soldati israeliani sono entrati con la forza in una di queste case, dove donne e bambini stavano procurando l'acqua necessaria a spegnere il fuoco. Parecchi attivisti internazionali e palestinesi si sono precipitati nella casa per proteggere i residenti dall'aggressione dei soldati. A questo punto un soldato ha attaccato un attivista danese che ha sbattuto violentemente la testa contro un muro. Ha fatto la sua comparsa un estintore e l'incendio è stato spento nel giro di 2 ore. Ma i militari hanno continuato a sparare lacrimogeni sui bambini per tutto il tempo, aggiungendovi poi anche proiettili ricoperti di gomma e granate assordanti.

Nonostante questo uso sproporzionato della violenza da parte dell'esercito israeliano per reprimere la manifestazione, la protesta è proseguita per parecchie ore, con la maggioranza dei manifestanti - compresi una ventina di bambini - fermi davanti ai soldati cantando, scandendo slogan e facendo segni pacifisti.

Per tutta risposta a queste azioni pacifiche, due manifestanti (un italiano ed un israeliano) sono stati presi con la forza dai soldati e detenuti per oltre 5 ore nella base militare dell'insediamento di Halamish senza alcuna ragione. I due stavano si sono solo messi davanti ai soldati che cercavano di arrestare un palestinese, sempre senza nessuna ragione.

La protesta ad An Nabi Salih ha avuto inizio dal mese di gennaio 2010, dopo I ripetuti tentativi di furto delle terre del villaggio da parte del vicino insediamento israeliano e nonostante la sentenza del tribunale israeliano del dicembre 2009 che assegnava i diritti di proprietà sulle terre ai residenti di An Nabi Saleh. La terra rubata al villaggio si trova ora dall'altra parte della superstrada 465 ed è sotto il controllo dell'insediamento illegale di Halamish che si va espandendo e colonizza la terra palestinese fin dal 1977.

http://www.youtube.com/v/1IFcLTOq8S8

Ni'ilin

La protesta nel villaggio di Ni'ilin di venerdì 6 agosto piangeva la perdita di Yousef Amireh, ucciso 2 anni fa da un soldato israeliano che gli sparò alla testa un proiettile di acciaio ricoperto di gomma. Era il 4 agosto del 2008.

Amireh di soli 17 anni stava manifestando contro l'uccisione di un altro ragazzo di Ni'ilin - Ahmed Mousa di soli 10 anni - ucciso dall'esercito israeliano due giorni prima di Amireh, e la cui morte è stata ricordata nella protesta di Ni'lin della settimana scorsa.

La manifestazione per commemorare questo doloroso anniversario, dopo 6 ore di lutto nel villaggio, era partecipata da attivisti internazionali ed israeliani insieme ai palestinesi. I manifestanti hanno marciato verso il Muro dell'Apartheid, con le foto dei due ragazzi, mentre si cantavano slogan in ricordo dei due bambini innocenti uccisi dai soldati. C'era uno striscione con scritto: "Noi non ti dimenticheremo mai, Yousef, resterai per sempre nei nostri cuori", appelli per la distruzione del muro ed un manifestante armato di martello a voler simbolicamente abbattere parte del muro. I soldati israeliani hanno iniziato a sparare lacrimogeni sulla folla e 5 manifestanti hanno sofferto per le inalazioni di gas tossico. Fortunatamente nessuno è stato ferito e nessuno è stato arrestato, nonostante l'avanzata dell'esercito verso il villaggio a forza di lacrimogeni e di caccia all'uomo nel tentativo di arrestare qualcuno.

Il percorso del muro a Ni'ilin è stato dichiarato illegale da una sentenza dell'Alta corte Suprema di Israele e tutto il muro è stato dichiarato illegale da una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia. Il muro serve ad annettere migliaia di ettari di terra palestinese ai vicini insediamenti illegali israeliani, come quello di Modi'in Illit. Dopo l'uccisione di Mousa ed Amireh, ci sono stati altri tre residenti di Ni'ilin uccisi dall'esercito israeliano, e l'attivista americano Tristan Anderson venne ferito alla testa da una granata di lacrimogeno ad alta velocità il 13 marzo 2009.

Nel secondo anniversario della morte del figlio, la madre di Yousef ha detto che l'intero villaggio non smetterà di lottare contro il muro dell'Apartheid. I fratelli di Yousef hanno detto che non si arrenderanno mai e che renderanno sempre onore al loro fratello Yousef morto per Ni'ilin libera e in pace. Saeed Amireh di Ni'ilin ha detto: "Per ognuno di noi che resta ucciso, migliaia si solleveranno e si rifiuteranno di arrendersi alle forze disumane che portano insulto alla vita, cercano di negarci la pace ed un'esistenza dignitosa. A nessuna persona su questo pianeta dovrebbero essere negate la libertà, la pace e la dignità. Per questo noi ci solleveremo ancora a lottare."

Video di Venerdì 06.08.10 su Ni'ilin e An Nabi Salih su
http://www.youtube.com/watch?v=bbgJb6-E5vY

Wad Rahal

Mercoledì 04.08.10 circa 40 attivisti Palestinesi, internazionali ed israeliani si sono uniti ad Abu Lutfi per lavorare la sua terra a cui l'accesso gli è negato dai coloni e dalle forze di Stato israeliane.

Dopo aver ripulito la terra dagli ostacoli, il trattore ha dissodato le zolle ed i partecipanti se ne stavano tornando a casa quando sono giunti i coloni ed i soldati con accuse pretestuose. Un attivista israeliano ha accompagnato un abitante del villaggio respingendo ogni accusa. I coloni ed i soldati hanno dovuto andarsene con riluttanza e senza riuscire ad arrestare nessuno.

Sheikh Jarrah

Cari tutti,
E' passato un anno dallo sgombero ed espulsione delle famiglie Ghawi ed Hanoun dalle loro case. Un anno in cui abbiamo lottato insieme, non solo per solidarietà con le famiglie, ma anche per il futuro di noi tutti: contro il tentativo di seppellire ogni possibilità per una soluzione giusta per i nostri popoli; contro l'ingiustizia e l'oppressione, che ormai sono parte integrante della realtà che vivono in tanti; e contro questa tendenza anti-democratica che si sta impossessando della società israeliana.

Oltre 1.000 uomini e donne hanno marciato nella Giornata della Solidarietà a Tel Aviv ieri, in una delle giornate più calde dell'anno. Allo stesso tempo, Arabi ed Ebrei hanno fatto dei presidi in oltre 10 località del paese: a Kufr Yasif, Haifa, Gerusalemme Ovest, Bil'in, Dahamash, Taybe, Nazaret, Wadi Ara, Gan Shmuel, Ranana e Be'er Sheva.

Alla fine della manifestazione d Tel Aviv e dei numerosi presidi, a centinaia si sono radunati per la manifestazione principale a Sheikh Jarrah, dove i rappresentanti dei residenti e degli attivisti hanno tenuto dei comizi.

La Giornata della Solidarietà è visibile su http://www.youtube.com/watch?v=lEEckakgeJ4 ed in queste diapositive su http://www.flickr.com/photos/justjerusalem/sets/72157624542410935/show/ che documentano la maggior parte delle manifestazioni fatte.

La Giornata della Solidarietà è un'altra pietra miliare nella lunga strada che dobbiamo fare insieme ed una nuova tappa nella lotta. Abbiamo dimostrato che la solidarietà creata a Sheikh Jarrah non si ferma alla sola Gerusalemme, così come l'ingiustizia contro cui stiamo combattendo non sta solo in un singolo quartiere. Ciò che era iniziato come una protesta locale contro l'ingiustizia si è trasformato in un fronte di lotta per una società giusta, contro l'occupazione, contro il malaffare, contro le discriminazioni e per l'uguaglianza.

Abbiamo molta strada da fare ancora, ma le difficoltà e le asperità intorno a noi non ci impediranno di proseguire la lotta, sapendo che insieme e con la solidarietà, noi vinceremo.

Intanto date un'occhiata alla copertura dei media:

Report in inglese di Ynet:
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3931313,00.html, report in Arabo http://www.panet.co.il/online/articles/1/2/S-320547,1,2.html e un altro report in arabo, http://www.alarab.net/Article/0000319805.

Vogliamo ringraziare uno per uno ogni residente di Sheikh Jarrah ed ogni attivista, per la persistenza, l'energia e l'ottimismo profusi in questo anno di lotta. Ma anche per la cooperazione tra arabi ed ebrei e per aver instillato la speranza di un futuro migliore in questa terra.

Durante il mese del Ramadan i presidi del venerdì non avranno luogo e le iniziative nel quartiere di faranno di sabato sera. Calendario a presto.

vostri
Attivisti per la Solidarietà di Sheikh Jarrah

www.en.justjlm.org

Walaja

"Oggi (mercoledì 04.08.10) è stato scritto un altro onorevole e doloroso capitolo nella lotta del villaggio di Al-Walaja. I soldati dell'Apartheid hanno attaccato bambini ed adulti che protestavano pacificamente, ne hanno feriti molti ed hanno arrestato 6 palestinesi. Per oltre 1 ora e mezza è stata fermata la distruzione della bella ed antica terra del villaggio. Sono rimasto profondamente toccata dal coraggio di Omar e dei suoi 2 figli, uno dei quali è stato colpito alla testa col calcio del fucile da un soldato. Guardate questo video per provare la stessa rabbia ed apprezzare il coraggio degli abitanti del villaggio.

http://www.youtube.com/watch?v=5K_-gpgTy_8

Occorre supporto al villaggio, specialmente per chiedere la liberazione degli arrestati.

6 Palestinesi ed anche 9 Israeliani."

"Siamo stati tutti accusati, tutti giudicati, tutti insieme seduti dalla mattina alla sera nelle stazioni di polizia. La sola differenza è che 5 su 15 arrestati (tutti Israeliani) hanno avuto condanne più severe perchè recidivi. 180 giorni lontani dal muro di Walaja. G. "

 

Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali