La lotta unitaria si espande

15.06.10

 

Continua la lotta unitaria degli Anarchici Contro il Muro, della sinistra radicale israeliana e degli attivisti internazionali. Nonostante le continue provocazioni di Israele, la partecipazione alle varie lotte unitarie pare non arrestarsi, come a Beiteen, Beit Ummar, Beit Jala, Ma'sara, Nabi Salih, Ni'ilin, Sheikh Jarrah e persino a Tel Aviv, o di fronte ai tribunali.

BEITEEN

Sorgiamo e... rompiamo l'assedio

Appello per la partecipazione ed il sostegno

Tutti invitati a partecipare al primo evento della Campagna Beiteen Road, che punta a sollevare le coscienze per aprire la strada di Beiteen chiusa da Israele. A causa di questa chiusura, migliaia di palestinesi sono costretti ogni giorno a fare un lungo giro per portare i figli a scuola, per andare a lavorare, per correre in ospedale... mentre continuano a subire le umiliazioni di queste politiche ingiuste ed ingiustificate.

Ci vediamo venerdì 11 giugno 2010 dopo la preghiera di mezzogiorno alla confluenza delle strade tra Deir Dibwan e Beiteen. Lì si svolgerà una conferenza stampa.

Oltremodo necessaria la massima partecipazione per dare voce alle nostre richieste e per contrastare le brutalità dell'occupazione che colpisce il nostro popolo.

BIL'IN

http://www.bilin-ffj.org/index.php?option=com_content&task=view&id=284&Itemid=1

11 giugno 2010: i manifestanti palestinesi a Bili'in hanno formato oggi una squadra nazionale di calcio in coincidenza con l'inizio dei mondiali, per affermare il loro diritto ad essere una nazione indipendente. I giocatori, insieme a decine di altri palestinesi, attivisti israeliani ed internazionali, hanno marciato verso la barriera dell'annessione sul limitare del villaggio, per fare goal e dare inizio al gioco. Parecchi palloni da calcio sono stati tirati oltre il muro della separazione sulla terra che appartiene al villaggio. I soldati hanno risposto a questa iniziativa del tutto non violenta sparando lacrimogeni sui manifestanti. Poi sono usciti dal recinto ed hanno arrestato 6 giornalisti, di cui 4 sono stati rilasciati. Gli altri due - uno palestinese e l'altro internazionale - sono ancora in stato di fermo mentre sto scrivendo.

Le bombolette di lacrimogeni hanno anche causato degli incendi sulla terra arida intorno agli ulivi. I soldati ne hanno sparati ancora per tenere impegnati i manifestanti nello spegnimento delle fiamme.

SOLIDARIETA' CON GLI ARRESTATI

Gli Anarchici Contro Il Muro hanno "visitato" il tribunale militare di Ofer per portare la solidarietà ad Adib Abu Rahma e ad altri detenuti da mesi per fiaccare il movimento non-violento contro il muro a Bil'in ed in altre località.

MA'SARA

Quasi 30 palestinesi insieme ad israeliani e palestinesi hanno partecipato questa settimana alla manifestazione a Ma'sara. Il gruppetto ha marciato unito dal centro del villaggio verso le terre rubate senza incontrare sorprendentemente nessun soldato lungo la strada. Superato il posto di blocco sguarnito, ci si è avvicinati sempre di più alle terre, finché una prima jeep militare è arrivata a tutto gas per bloccare la strada. Ancora altri soldati e guardie di confine sono arrivati, per frustrare i nostri tentativi di andare avanti.

Uno degli esponenti del comitato popolare ha tenuto un comizio contro il colonialismo israeliano, dopo di che i soldati gli sono saltati addosso e lo hanno arrestato, proclamando tutta la zona area militare chiusa. Dopo i negoziati, i manifestanti hanno accettato di retrocedere di 15 metri in cambio del suo rilascio. Ma i soldati non hanno mantenuto la parola data, iniziando invece a spingere i manifestanti verso il villaggio, e dispiegando il filo spinato. I manifestanti hanno detto che non avrebbero fatto un passo indietro senza il rilascio del loro amico. Dopo un'altra mezz'ora l'esercito ha rimosso il filo spinato ed ha liberato il fermato. Parecchi soldati sono rimasti nell'area per impedire che ripartisse il corteo, ma i manifestanti hanno avuto premura per gli aspetti legali riguardanti il fermato, per cui la manifestazione si è conclusa.

NABI SALIH

Nuove minacce di demolizioni di case a Nabi Salih

Nel chiaro tentativo di punire la resistenza popolare del villaggio, l'esercito israeliano ha informato 10 famiglie di Nabi Salih che le loro case sono state individuate per essere demolite a causa della "mancanza di permessi" edilizi. Si tratta di un'enorme truffa, dal momento che le case in questione sono state costruite ben prima dell'inizio dell'occupazione israeliana nel 1967 e quindi si tratta di un evidente atto criminale di punizione collettiva. L'intero villaggio conta 87 case, per cui le demolizioni annunciate butteranno giù il 10% del villaggio!

Pare che le ordinanze di demolizione saranno eseguite ai primi di luglio.

Tutti domani a protestare contro le nuove minacce rivolte agli attivisti Nariman, Basem, Murad ed altri.

SHEIKH JARRAH

A Sheikh Jarrah circa 300 manifestanti si sono radunati ancora una volta nel venerdì pomeriggio. Metà sono arrivati direttamente al parco del raduno, e l'altra metà dopo aver manifestato per Gerusalemme, passando per il quartiere stesso. Dopo 2 ore di rulli di tamburi, canti e bevute di aranciata fresca per combattere il caldo di Gerusalemme. La manifestazione si è conclusa pacificamente.

Video di Nissim Mossek dell'11.06.10 http://www.youtube.com/watch?v=yefVf4Bxdc0

Sheikh Jarrah in Solidarietà con Dahamash

Tutti insieme contro l'oppressione ed il razzismo

Dahamash è un piccolo villaggio non riconosciuto tra Lod e Ramle che esiste da prima del 1948 e che era stato costruito su un terreno palestinese privato. Lo Stato di Israele si rifiuta di riconoscere il villaggio, perché sarebbe sorto su un terreno ad uso agricolo, mentre proprio lì a fianco nessun problema è stato sollevato per la costruzione di un villaggio ebreo.

Ora che la Municipalità di Ramle sta costruendo un nuovo quartiere ebraico adiacente al villaggio palestinese, il sindaco di Ramle sostiene che I nuovi residenti ebrei non gradiranno di avere come vicini gli abitanti di Dahamash, per cui ha emesso un'ordinanza di demolizione per 70 case del villaggio, gettando sulla strada 600 persone tra donne, uomini e bambini di Dahamash, che perderanno la loro casa se non facciamo qualcosa!

Come a Sheikh Jarrah, la discriminazione elevata a sistema ed il bieco razzismo del governo oscurano il cielo su Dahamash.

Mercoledì 13 giugno, i residenti e gli attivisti di Sheikh Jarrah, insieme al popolo di Dahamash in una manifestazione che finirà con un concerto della band palestinese dei DAM.

Trasporti da Gerusalemme alle 16.00 Dabell garden (Gan Hapa'amon).

TEL AVIV

Le fontane di Tel Aviv colorate di sangue

11.06.10: Durante la notte tre fontane a Tel Aviv sono state colorate di rosso. Il Comitato contro l'assedio che ha rivendicato l'azione ha dichiarato: "L'abbiamo fatto per ricordare al popolo di Israele che la politica dell'assedio causa solo un bagno di sangue"

Scioccati dall'attacco militare alla flotilla civile e dall'uccisione di 9 membri del suo equipaggio, gli attivisti del Comitato Contro l'Assedio hanno colpito tre fontane nel centro di Tel Aviv colorandone le acque di rosso-sangue. Vicino alle fontane sono stati fatti dei graffiti per protestare contro l'assedio omicida che stringe la Striscia di Gaza.

Dice il Comitato Contro l'Assedio: "Negli ultimi 4 anni di assedio israeliano, più di 2600 palestinesi sono stati uccisi dall'esercito israeliano, nel corso di bombardamenti di terra, dal cielo e dal mare. La scorsa settimana siamo stati testimoni di come la mano dell'esercito di Israele colpisca le navi civili in acque internazionali, senza esitare nell'uccidere dei civili. Il popolo di Gaza soffre da anni per l'estrema violenza e le pesanti restrizioni alla sua libertà di movimento. Mancano prodotti fondamentali come sedie a rotelle, carta e libri di scuola, combustibile per le centrali elettriche, materiali edilizi per poter ricostruire sulle rovine causate dagli attacchi israeliani e molte altre cose ancora. L'unica soluzione per la fine di questo bagno di sangue è togliere il blocco e mettere fine all'occupazione tramite un negoziato e non con atti unilaterali. Questa notte abbiamo fatto questa azione per ricordare all'opinione pubblica israeliana che la politica dell'assedio riempie di sangue sia il mare che la terra".

WALAJA

Circa 60 alberi saranno sradicati dall'esercito intorno alla casa di Abu-Nidal ad Al-Walaje, compreso il piccolo cimitero di famiglia, per aprire la strada al muro. Da martedì a giovedì c'è bisogno di aiuto sul posto.

Urgente aggiornamento dell'8 giugno, ore 10:23: da un'ora è iniziata la demolizione, c'è un po' di gente in strada, ma chi può venga subito qui.

Il 9 giugno 2010, durante un'azione diretta ad al-Walaja, due attivisti israeliani sono stati arrestati. Mentre si andava via dopo l'azione, una guardia di confine che conosce Mazin e lo ha provocato, lo ha isolato e lo ha arrestato. I tre si trovano ora dietro il posto di blocco 300 del muro a Betlemme.

Sono stati contattati gli avvocati, ma Mazin è un palestinese con cittadinanza statunitense. Chi è americano contatti il consolato per sapere come deve comportarsi.

Un gruppo di oltre 30 manifestanti è giunto ad Al-Walaja alle 7.00 per fare ostruzione sul percorso del muro aperto dalle ruspe. Tre manifestanti sono stati arrestati; la legittimità di questi arresti non è chiara. Tra gli arrestati l'ex-professore dell'Università di Yale Mazin Qumsiyeh.

Gli attivisti hanno fermato le ruspe per un po' incatenandosi ai mezzi meccanici per un'ora.

Qumsiyeh è stato arrestato dopo che la manifestazione si era sciolta alla notizia che l'attivista israeliano arrestato Yotem Wolfe non sarebbe stato rilasciato. Wolfe era stato arrestato dopo essere stato strappato con la forza dalla ruspa a cui si era incatenato al collo. Qumsiyeh, l'unico palestinese presente, è stato spinto da una parte, arrestato e sottoposto ad interrogatoria sotto la non meglio specificata pretesa che egli fosse una "minaccia per la sicurezza".

Anche l'attivista israeliano Shay Halatzi è stato arrestato con l'accusa di "comportamento maleducato", avendo protestato per l'arresto del professor Qumsiyeh.

Gli arresti si sono verificati alla fine della manifestazione del mattino, quando gli attivisti sono stati costretti a lasciare l'area. I soldati hanno minacciato di arresto tutto il gruppo, una volta che questo aveva messo fine all'azione che ha interrotto il lavoro delle ruspe per 40 minuti, grazie al fatto che 2 attivisti si erano incatenati alle macchine. Durante l'azione, il gestore dei lavori sul sito ha cercato di attaccare i manifestanti, ma è stato fermato con la forza dai militari.

Dopo essere stata spinta sulle strade del villaggio, la piccola folla ha dato luogo ad un pacifico sit-in, dato che i soldati impedivano qualsiasi spostamento.

Mazin è stato liberato alle 14:00 al checkpoint 300 e gli Israeliani alle 16:30 con provvedimento restrittivo di tenersi a 500 metri di distanza dal cantiere del muro.

Si aggiunge un altro pezzo al muro che circonderà completamente al-Walaja. Passando a 5 metri alle case, il muro separa il villaggio da Gerusalemme, lasciando solo un tunnel di uscita verso Beit Jala.

Noi, attivisti israeliani, palestinesi ed internazionali presenti a Sheikh Jarrah, a Gerusalemme ed in Cisgiordania lotteremo insieme alla gente del villaggio per fermare il furto della loro terra ed il soffocamento del villaggio.

Va respinta la tesi del muro come sicurezza, dato che la persona che ha in appalto questi lavori è il colonnello in pensione Dani Tirza, licenziato dalla compagnia "Givat Yael" che sta pianificando la costruzione di 14.000 unità abitative per i coloni intorno al villaggio.

Tirza ha criticato il percorso del muro scrivendo che toglie terreni all'insediamento coloniale pianificato e che questo non necessita di sicurezza.

Vedi http://www.qumsiyeh.org/rightsblog2010/

 

Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali