Il 23 settembre, visto da un Anarchico 
23 Sep 2004 

Giovedì 23 settembre c’è stata una grande festa per i cinque disertori che sono usciti di prigione dopo due anni. Sono stati rilasciati dall’esercito per buona condotta. E’ stato davvero un evento felice con molti intrattenitori e personalità sia israeliane che internazionali che si sono congratulate per la liberazione, le persone ballavano e c’era una bella musica ma per me è stato difficile godermi la situazione. Sono arrivato alla festa direttamente dalla stazione di polizia di Hebron dopo essere stato sotto arresto per quasi tutto il giorno. La giornata era cominciata alle cinque della mattina, noi avevamo viaggiato da Beit Awwa fino ad un villaggio palestinese a sud ovest di Hebron, dove gran parte della terra del villaggio è stata distrutta e rubata per costruire il muro. 

Perciò abbiamo organizzato una marcia dal muro verso i bulldozers. Eravamo all’incirca un migliaio di persone tra cui 600 giovani ragazze con l’uniforme della scuola. Prima che arrivassimo vicino al luogo dove lavoravano ci hanno lanciato gas lacrimogeni. A me, come a molti altri ci hanno colpito per cui abbiamo un po’ indietreggiato. 

Dal quel momento ovviamente gli shabab hanno cominciato a lanciare pietre, molti degli organizzatori palestinesi hanno cercato di fermare la sassaiola in modo da poter continuare la marcia non violenta ma il caos ha preso il sopravvento e i soldati hanno cominciato a sparare proiettili di gomma (per essere esatti le pallottole sono di alluminio ricoperte di gomma). A questo punto la situazione è diventata davvero violenta e sia gli shabab che i poliziotti di confine (drusi) erano fuori controllo. 

Una coppia di israeliani e alcuni internazionali tra cui io abbiamo deciso di andare avanti e di cercare di parlare ai soldati e ai poliziotti. Era abbastanza terrorizzante, con i proiettili che volavano all’altezza delle nostre orecchie ma siamo riusciti ad arrivare vicino e ad urlargli che erano pazzi e che stavano sparando a persone disarmate, a donne e ragazze. Inaspettatamente per qualche minuto questo sistema ha funzionato e loro hanno abbassato le pistole e anche il lancio di pietre si è fermato. 

Dopo di che, prima che io mi potessi rendere conto di quello che stava accadendo, i soldati ci hanno caricato e io sono stato preso e arrestato. Sono stato portato in una jeep, ammanettato e messo a sedere sotto il sole per circa cinque ore. E’ stato molto frustrante perché non potevo vedere quello che succedeva ma sentivo colpi di pistola e cantilene, stavo soffocando per le ondate di gas lacrimogeno e continuavo a vedere i soldati che tornavano indietro verso le jeep a prendere munizioni e lacrimogeni. 

Nel pomeriggio i soldati hanno spinto i manifestanti fino al villaggio, quando ormai era quasi finito tutto. Più di 100 persone sono rimaste ferrite e più di trenta sono state colpite dai proiettili ricoperti di gomma, la maggior parte nella parte alta del corpo. 

Io ed un altro israeliano anarchico siamo stati portati alla stazione di polizia di Hebron, ci hanno interrogato e urlato contro ma più o meno ci hanno trattato bene. La stazione di polizia era davvero strana e l’esperienza è stata comica. 

Alla fine intorno alle 19,00 ci hanno rilasciato su cauzione e ci hanno avvisato che non potevamo tornare nella zone per le prossime due settimane. Velocemente abbiamo viaggiato verso Tel Aviv per andare incontro alla fine della festa per i disertori. 

Non so se il capo d’accusa verrà archiviato ma non credo. In ogni caso un attivista video ha filmato il mio arresto e si vede che io non ho opposto resistenza e che stavo semplicemente cercando di parlare ai soldati senza lanciare nessuna pietra (qualcuno durante l’interrogatorio sosteneva il contrario). 

Anarchico contro il muro


Testo ripreso da italy.indymedia.org