Volantino degli Anarchici Contro il Muro 
23 Sep 2004 

Festeggiando la libertà dei 5 refusnik dopo 2 anni di carcere - e la lotta prosegue

Circa quattro anni fa, all'inizio della Seconda Intifada, un gruppo composto di giovani anarchici ed altri liceali ha dato vita ad una nuova iniziativa: il rifiuto totale di prestare servizio militare. In Israele, il servizio militare è obbligatorio e dura tre anni. L'iniziativa faceva parte del quadro generale dei refusnik israeliani che, fino a quel momento, era composto principalmente da persone che cercavano di evitare il servizio da riservisti o da quelli che cercavano di evitare il periodo obbligatorio di 3 anni, fingendosi malati fisicamente o mentalmente. Quelli che si rifiutavano di prestare servizio militare per motivi politici erano principalmente riservisti che si limitavano al rifiuto di servire nei territori occupati, ma la Seconda Intifada che è iniziata 4 anni fa era il momento per una nuova ondata di refusnik di questo tipo e un nuovo tipo di refusnik, i liceali.

Inizialmente, c'erano pochi di questi giovani refusnik ed erano soprattutto anarchici. L'esercito generalmente li liberava dopo che avevano passato 3 settimane in carcere. Ma con l'inizio del terzo anno dell'Intifada, sempre più persone si univano agli obiettori totali anche delle persone con posizioni politiche meno estreme e l'esercito ha cambiato la sua tattica. I refusnik passavano fino a cento giorni in carcere, dopodiché l'esercito non li liberava.

Con la loro protesta, 5 refusnik politici e un pacifista si sono trovati al centro dell'attenzione malgrado la critica della loro protesta da parte del movimento dei refusnik meno estremi, un movimento che rappresenta l'ala radicale del sionismo.

Così, giovedì sera, due giorni dopo il rilascio dei 5 refusnik, si è svolto un ricevimento a Tel Aviv con circa 700 partecipanti, chiamato dall'intera sinistra radicale insieme agli Anarchici Contro il Muro, che hanno distribuito un volantino durante l'evento. Segue il testo del volantino.


DOBBIAMO ABBATTERE IL MURO

Comprereste un tostapane usato da Dani Nave [ministro israeliano della salute] ?

Comprereste una macchina usata da Zahi Hanegbi [ministro per la polizia, sospeso dal servizio] ?

E allora, come mai comprate dei progetti disastrosi che avranno un'influenza negativa sulle nostre vite per anni da loro e dai loro amici Arik, Bibi, Ehud, e Limor [i nomi di vari ministri] e da tutti gli altri interessati da tutte le parti fino ad includere il comitato centrale del Likud [partito di governo] ?

VI FIDATE DI LORO QUANDO DICONO CHE LA SOLUZIONE AI NOSTRI PROBLEMI CONSISTE IN RECINTI, MURI, APARTHEID?

Alla fine del 2002, il governo israeliano ha cominciato a costruire un recinto di separazione. Il percorso deciso doveva passare nella maggior parte dei casi ben all'interno della zona palestinese, distruggendo migliaia di ettari di terreno agricolo, separando i bambini dalle loro scuole, separando i malati dagli ospedali, separando le persone dai loro parenti. Il percorso torto crea dei ghetti, zone chiuse che interrompono i normali collegamenti tra i villaggi e il mondo intorno a loro. Migliaia di alberi da frutta e ulivi vengono sradicati per lasciare spazio per il Muro, alberi che sono il principale fonte di reddito per queste persone (a cui, peraltro, è vietato lavorare in Israele).

Per il governo si tratta solo di una misura di sicurezza, ma la Corte Suprema israeliana e la Corte Internazionale hanno dichiarato che il suo percorso è illegale e che danneggia seriamente le vite degli abitanti della zona. Sorge la domanda: hanno preso questo trattamento crudele in considerazione per quanto riguarda la sicurezza? Una persona diventa meno pericoloso quando le sue risorse sono stati rubate, i suoi alberi sradicati, il suo onore pestato?

Quindi, se non è una questione di sicurezza, che cosa è nascosta dietro la decisione di costruire un tale recinto? La risposta vera ma triste è una: RIMOZIONE. Non quel tipo di rimozione forzata, dove la gente viene caricata sui treni e portata via, ma una rimozione silenziosa dove si rende la vita talmente insopportabile per i soggetti in questione che rimangono con due sole opzioni: andarsene o scoppiare.

Nel gennaio del 2004 [*], gli abitanti hanno scelto una terza opzione: la lotta non violenta contro il recinto, ispirata da figure come Nelson Mandela e Martin Luther King. Uomini, donne, bambini e anziani hanno lasciato i loro villaggi per cercare di bloccare le ruspe con i propri corpi in un tentativo di impedire la distruzione e il furto. Sono affiancati da attivisti israeliani e stranieri che stanno con loro in solidarietà e cha cercano di far abbassare i livelli della violenza usata dall'esercito. Non sono sempre riusciti; l'esercito spesso ha ricorso a metodi di estrema violenza con l'uso di manganelli, granate ad urto, gas lacrimogeni, proiettili ricoperti di gomma e anche colpi carichi. Durante tutto l'anno, decine di manifestazioni sono stati repressi in modo crudele: 6 manifestanti hanno perso la vita e ci sono stati centinaia di feriti. I mass media hanno scelto generalmente di non parlare di quello che succedeva e l'unica frena, peraltro momentanea, è stata una decisione della Corte Suprema di bloccare la fuga precipitosa delle ruspe per poco tempo.

In questi giorni i lavori di costruzione del recinto nelle zone palestinesi hanno ricominciato alla massima velocità, con chiaro disprezzo per le sentenze della Corte Suprema. Ormai non è più possibile guardare dall'altra parte e dire "non ne sapevamo niente".

E' L'ORA DI AGIRE !

FERMIAMO LA PAZZIA !   FERMIAMO IL RECINTO !

ANARCHICI CONTRO IL MURO

Traduzione a cura dell'Ufficio Relazioni Internazionali FdCA

[* ndr - dopo 8 mesi di lotta congiunta in piccole azioni tra gli abitanti palestinesi, i volontari stranieri e componenti dell'iniziativa degli Anarchici Contro il Muro]