Si allarga la lotta unitaria contro il muro e contro l'occupazione ed aumenta la repressione

17.01.10

 

Bil'in, Ma'sara, Ni'ilin, Nabi-Saleh, Ofer Camp, Refusniks, Mt Hebron sud, Sheikh Jarrah

Gli Anarchici Contro Il Muro sono stati molto impegnati durante la scorsa settimana nel portare la propria solidarietà ai disertori davanti al tribunale nella prigione militare di Ofer ed a fianco delle famiglie palestinesi a Sheikh Jarrah. Invitati speciali gli Anarchici Contro il Muro per le 5 manifestazioni più importanti di questo venerdì, andando ben oltre la nostra partecipazione standard: in 50 a Bil'in ed in 30 a Ma'sara, e poi in 10 a Ni'ilin ed in 5 nel nuovo fronte di Nabi Saleh. Più della metà di questi 90 attivisti hanno poi proseguito la giornata riversandosi su Sheikh Jarrah per unirsi agli altri che erano andati lì direttamente. Le forze di Stato sembrano essere più preoccupate nelle ultime settimane e perciò hanno inasprito le persecuzioni contro i nostri amici palestinesi. Sabato 16 e domenica 17 alle ore 20.00, circa 200 persone sono venute alla manifestazione di solidarietà fuori della prigione. Verso le 3.30 gli arrestati sono stati rilasciati senza condizioni e sono stati accolti calorosamente dai 60 manifestanti rimasti lì fino alla fine.

L'APPELLO

Siamo di fronte ad un inasprimento della repressione contro le manifestazioni nei centri della lotta. A Ni'ilin sono stati arrestati 2 dei principali organizzatori ed è necessario rispondere con una grande dimostrazione di solidarietà. A Ma'sara, la manifestazione è stata attaccata con gas lacrimogeni e proiettili di metallo ricoperti di gomma e poi il villaggio invaso per la seconda settimana di fila, con minacce rivolte agli organizzatori ed incursioni notturne. A Bil'in, ancora raid notturni ed un altro arresto. Il villaggio sta organizzando una grande manifestazione per venerdì 15 a cui si aspettano molti partecipanti da altri villaggi e città della Cisgiordania. A Nabi Saleh l'incredibile manifestazione della scorsa settimana è stata seguita dalla distruzione degli ulivi perpetrata dai coloni con l'aiuto dell'esercito. Si sta pianificando un'azione supplementare in una situazione molto critica. Non bisogna dimenticare Sheikh Jarrah a cui va tutto l'aiuto possibile. E' necessaria la nostra presenza in tutti questi posti. Occorre fare uno sforzo per essere presenti alle manifestazioni di venerdì 15 gennaio.

BIL'IN

Più di 45 israeliani con gli Anarchici Contro Il Muro e molti internazionali si sono uniti agli attivisti locali con altri palestinesi della regione, compresi alcuni dirigenti da Ramallah.

Di seguito il resoconto fatto da Iyad Burnat, esponente del Comitato Popolare di Bil'in:

Oggi la manifestazione del villaggio contro il muro dell'apartheid e contro gli illegali insediamenti è stata accolta dall'esercito con proiettili veri, lacrimogeni (sia in bombolette di gas che di alluminio), proiettili rivestiti di gomma e granate assordanti. Sono 6 i feriti da proiettili di gomma e da lacrimogeni. Molti hanno sofferto per le inalazioni dei gas, fra cui il Dottor Nabil Shath, dirigente di Fatah. Feriti anche il cameraman palestinese Fadi Aljause, il giornalista Haron Amira, Bassem Ahmad Yassin (ferito alla gamba), Ibrahim Burnat (ferito da un proiettile di gomma), Nayif Ghazi (ferito alla testa da una bomboletta di gas), ed un uomo di Gerico che è stato ricoverato in ospedale a Ramallah (e di cui non sappiamo ancora nulla sulle sue condizioni di salute).

Palestinesi, israeliani ed internazionali hanno marciato verso il muro con una bandiera palestinese lunga 50 metri che ha subito attirato il fuoco dei militari col lancio di lacrimogeni sulla folla. L'esercito è entrato nel villaggio ed ha cercato di arrestare 2 attivisti palestinesi. Gli attivisti israeliani ed internazionali hanno fisicamente impedito l'arresto. I soldati hanno sparato in aria proiettili veri per cercare di disperdere la folla. La quale, composta da molti attivisti israeliani, non si è affatto dispersa, cominciando a urlare in ebraico "vergogna, vergogna". Nel frattempo altri soldati sono entrati nel villaggio da un altro ingresso nel muro dell'apartheid. Hanno cercato di circondare i manifestanti da tre parti, ma senza successo.

Vista l'efficacia dei lacrimogeni, è girata la barzelletta che l'esercito stava usando una nuova versione 2010 migliorativa dei lacrimogeni. Le prime due settimane dell'anno nuovo sono state segnate da un incremento degli arrestati e delle violenze contro gli organizzatori e gli attivisti della resistenza popolare in Cisgiordania. La scorsa notte, l'esercito ha invaso il villaggio di Al Ma'sara e messo a soqquadro la casa di Mahmoud Zawhre e Mohammed Brijya, entrambi organizzatori del Comitato popolare del villaggio. Il giorno prima tre esponenti del Comitato Popolare erano stati arrestati nelle loro case a Ni'ilin. Nella stessa notte degli arresti a Ni'ilin, a Bil'in venivano arrestati attivisti che avevano partecipato alla manifestazione del venerdì. Le autorità israeliane hanno intensificato i loro sforzi nella repressione degli attivisti non-violenti e dei palestinesi coinvolti nelle iniziative di base contro la Barriera e l'espansione degli insediamento. Nonostante gli sforzi dei militari, molte persone hanno partecipato alle manifestazioni del venerdì e nuove manifestazioni stanno sorgendo in tutta la Cisgiordania.

Per altre informazioni:
Bilin-ffj.org o Popularstruggle.org

MA'SARA

Nonostante la violenta repressione, le minacce telefoniche e le invasioni notturne del villaggio, il villaggio di Ma'sara ha manifestato ugualmente questo venerdì

Recentemente il villaggio ha dovuto subire una crescente violenza dei militari, dichiarata dall'esercito come strumento per fermare nel 2010 tutte le manifestazioni. Dopo aver invaso il villaggio alla fine di ogni manifestazione e dopo aver terrorizzato le notti del villaggio, i soldati hanno invaso le case di parecchi attivisti di spicco nella notte tra giovedì e venerdì, provocando danni alle proprietà e minacciando gli attivisti che se le manifestazioni fossero continuate, poteva scapparci la morte di un ragazzo. I soldati sono arrivati a dire che questo era proprio quello che gli abitanti volevano per poter poi "dipingere" i soldati come assassini. Sono state anche fatte minacce di arresti in caso di ulteriori manifestazioni ed hanno istigato il marito di una delle principali attiviste a divorziare da lei se avesse continuare a "creare guai".

Eppure, nonostante ciò, un'altra manifestazione si è tenuta nel villaggio, anche se alquanto ridotta rispetto al solito. 50 palestinesi, israeliani ed internazionali hanno marciato dal centro del villaggio verso i terreni agricoli ed il percorso del muro. Lungo il percorso si è appreso di jeep mandate a devastare il villaggio e che i soldati si erano posizionati sui tetti delle case intorno all'area della manifestazione.

I manifestanti hanno proseguito ed hanno raggiunto la linea dei soldati che hanno bloccato la strada principale col filo spinato. I manifestanti hanno suonato i tamburi, scandito slogans e pronunciato discorsi in arabo, inglese ed ebraico per l'impegno della lotta popolare non-violenta contro il muro, contro i coloni e la repressione e per invitare i soldati dall'altra parte del muro ad unirsi alla lotta, invece di rendersi complici di crimini di guerra e del furto della terra e dell'acqua.

La manifestazione è finita pacificamente.

Video della manifestazione di venerdì 8 gennaio su http://www.youtube.com/watch?v=GmwI8L0raaM

MEDIA

"Partita di schermo, di Avi Issacharoff ( http://www.haaretz.com/hasen/spages/1142715.html )

BIL'IN-NA'ALIN - Venerdì, 11 del mattino. Manca un'ora all'inizio del rito settimanale. I partecipanti sono in modalità di non scontro. Sul versante "israeliano" del recinto, a sud del villaggio di Na'alin - a tre minuti di macchina dalla città di Modi'in, che è a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv - hanno preso posizione nutrite forze dell'esercito e jeep della polizia di confine, con i loro ufficiali, i loro binocoli e le loro armi. Tutti gli ingressi al villaggio sono stati bloccati per assicurarsi che il nemico non possa ricevere rinforzi...

E' l'1 gennaio 2010, anniversario della nascita di Fatah, ed il movimento ha deciso di marcare l'evento nella tradizionale manifestazione del venerdì nel villaggio. I servizi israeliani prevedono un giro di boa particolarmente impegnativo.

Dopo 10 minuti circa, Mohammed Khatib, di 36 anni e padre di 4 figli, sta passeggiando vicino alla moschea di Bil'in e sta sorridendo come un ragazzino. Fa parte del Comitato Supremo di Coordinamento, l'organismo di coordinamento dei Comitati popolari - un termine preso in prestito dalla prima intifada - i quali sono i responsabili dell'organizzazione delle manifestazioni. Khatib sta per lasciare il villaggio, per ottemperare ad un'ordinanza emessa contro di lui dallo Stato di Israele, che gli proibisce di restare a Bil'in tra mezzogiorno e le 18.00 il venerdì. Durante queste ore, dice l'ordinanza, egli deve "presentarsi alla stazione di polizia più vicina a casa sua".

Quindi, Khatib, che è assistito da avvocati israeliani, andrà subito a Ramallah, nella stazione di polizia palestinese. "L'ordinanza non specifica quale polizia, e quella di Ramallah è la più vicina a casa mia" dice lui, sorridendo."

Leggi di più su http://www.haaretz.com/hasen/spages/1142715.html

NABI SALEH

Le forze israeliane devono aver anticipato la grande risposta che c'è stata all'appello internazionale di solidarietà per la lotta popolare di An Nabi Salih nella quarta manifestazione consecutiva del venerdì del 15 gennaio. Tre attivisti dell'International Solidarity Movement (ISM) sono stati respinti al posto di blocco spesso non vigilato di 'Atara, tra Ramallah e An Nabi Salih. Fortunatamente, è stata aperto un percorso alternativo ed il gruppo è riuscito a raggiungere il villaggio, unendosi a 10 altri internazionali, una dozzina di giornalisti ed oltre 100 palestinesi.

Il villaggio sulla collina di An Nabi Salih ha una popolazione di circa 500 residenti ed è collocato a 30 kilometri a nordest di Ramallah lungo la superstrada 465. La manifestazione protestava contro la chiusura illegale di terreni di valore agricolo e contro lo sradicamento di centinaia di ulivi di proprietà del villaggio, perpetrato il 9 gennaio 2010 dai coloni dell'insediamento di Hallamish (Neve Zuf) collocato sulla superstrada 465, di fronte ad An Nabi Salih. I conflitti tra i coloni e gli abitanti del villaggio si sono risvegliati nel mese scorso a causa del tentativo dei coloni di ri-annettersi la terra di An Nabi Salih, nonostante la giustizia israeliana avesse sentenziato nel dicembre 2009 che erano validi i diritti di proprietà del villaggio di An Nabi Salih sulla terra. La terra confiscata di An Nabi Salih si trova sul lato della strada 465 su cui si trova l'insediamento di Hallamish e costituisce sfortunatamente una delle tante espansioni dell'insediamento dal suo costituirsi nel 1977.

Il programma dei manifestanti era quello di marciare dalla cima della collina verso il basso sui campi sottratti nel tentativo di raggiungere i terreni. Dopo meno di un kilometro di marcia, i manifestanti hanno incontrato le jeep militari, i soldati israeliani e gas lacrimogeni senza risparmio. I resistenti sono riusciti con successo a far arretrare l'esercito di qualche centinaio di metri ed ad aprirsi un varco per continuare la marcia verso i campi attraverso la valle tra la strada ed il villaggio di An Nabi Salih Le forze militari hanno difeso le terre confiscate dai coloni su molti lati compresa la strada che porta su al villaggio, usando lacrimogeni, proiettili di gomma e munizioni vere.

Gli scontri maggiori per raggiungere i terreni sono avvenuti nella valle e sulla parte bassa della strada di accesso ad An Nabi Salih con sporadiche sortite in tutta l'area. Alle 16.00 i soldati sono stati costretti a ritirarsi alla base della strada (sempre usando a intermittenza i lacrimogeni) ed è stato raggiunto un accordo tra il Comitato Popolare ed i militari per il rilascio di 7 palestinesi arrestati durante la manifestazione, tre dei quali donne catturate all'inizio. Gli arrestati hanno riferito di violenze dei militari nel periodo di detenzione nell'insediamento di Hallamish. Un resistente palestinese è stato seriamente ferito da una bomboletta di gas, subendo una vasta lacerazione alla testa che ha richiesto un ricovero d'emergenza.

Sette volontari dell'International Solidarity Movement hanno partecipato alla manifestazione facendo riprese video, scattando foto, offrendo aiuto medico e testimonianza sul fronte della violenza e degli arresti.

Video di Israel Puterman su Nabi Salih questo venerdì: http://www.youtube.com/watch?v=f5b-SBrsOSo

TV channel 10 notizie dell'11.01.10 ripresa dell'azione e scontro a Nabi Salih:
http://www.youtube.com/watch?v=1gGQP2JKR14

Nabi Salih, testo in ebraico e Video
http://news.walla.co.il/?w=/1/1632675

NI'ILIN

Invito alla manifestazione di venerdì 15 gennaio:

Per oltre 1 anno e mezzo, il popolo di Ni'ilin ha manifestato contro il muro dell'annessione e l'edilizia che depriva il villaggio della sua terra. Da oltre 1 anno e mezzo il popolo del villaggio è soggetto ad un rude attacco: 5 uccisi, centinaia di feriti, numerosi denunciati, raids notturni.

Ieri, i militari israeliani hanno arrestato Ibrahim Ameera (un esponente del Comitato popolare contro il muro) e Zaidun Srur in un raid notturno, all'interno dell'attuale campagna di repressione contro il villaggio.

Venerdì 15 gennaio, manifesteremo insieme alla gente del villaggio contro la deprivazione, contro il muro, contro il razzismo, e per la liberazione di Ni'ilin e dell'intera Palestina!

Gli esponenti del Comitato Popolare contro il Muro di Ni'ilin che sono in stato di arresto compariranno davanti al giudice nel carcere militare di "Ofer" martedì 19 gennaio.

08.01.10 - Intervista con l'attivista palestinese Hassan Mousa durante la manifestazione del venerdì contro il muro e contro gli insediamenti a Nil'in. Mousa è stato arrestato il 12.01.10 in una crescente escalation dei tentativi da parte di Israele di sopprimere la resistenza popolare palestinese.
http://www.youtube.com/watch?v=qZNmq-kqeHo

L'escalation contro la lotta popolare ha portato l'esercito israeliano ad arrestare 2 esponenti del comitato popolare di Ni'ilin nel corso della scorsa settimana - Ibrahin Ameera and Hassan Mousa. Ni'ilin ha pagato un prezzo pesante durante 1 anno e mezzo di manifestazioni contro il muro: 5 manifestanti uccisi, tra cui 2 ragazzi, centinaia di feriti, dozzine di arrestati e processati e tantissimi "ricercati", incursioni militari notturne, negazione di permessi di lavoro, blocchi stradali e coprifuoco - una campagna orchestrata di brutale oppressione.

Ciò nonostante, circa 150 manifestanti si sono riuniti questo venerdì per la manifestazione settimanale contro il muro, a cui si sono uniti attivisti internazionali ed israeliani che sono riusciti a raggiungere il villaggio passando per i campi dopo aver trovato tutti gli accessi sigillati da parte dei militari. Dopo la preghiera, i manifestanti hanno marciato verso il percorso del muro. Giunti lì, i soldati li hanno accolti con lacrimogeni, a cui alcuni giovani del villaggio hanno risposto con il lancio di pietre. Gli scontri con i soldati sono proseguiti per 2 ore da entrambi i lati del muro fino a che i soldati hanno invaso i campi del villaggio. All'ingresso, hanno sparato molti proiettili di gomma ferendo un manifestante alla gamba. Ma anche nei campi la resistenza non ha mollato e per 2 ore i coraggiosi giovani hanno mantenuto la posizione. Solo nel tardo pomeriggio i manifestanti hanno deciso di mettere fine alla manifestazione.

Media:

...secondo soldato ferito leggermente da pietre lanciate contro le forze di sicurezza durante una protesta contro la barriera di sicurezza nel villaggio di Ni'ilin in Cisgiordania. Circa 150 palestinesi ed attivisti di sinistra hanno partecipato alla protesta.

Il gruppo israeliano di Anarchici Contro Il Muro protesta contro la barriera di sicurezza, proprio come la protesta del villaggio palestinese di Ni''lin [foto]:
http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1263147901990&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull

TRIBUNALE DEL CARCERE MILITARE DI OFER

Oggi nel tribunale militare di Ofer sono stati sentiti 2 testimoni nel processo contro Addeb Abu Rahma di Bilin. Viene accusato di "incitamento alla violenza" e si è fatto già 6 mesi di carcere dal suo arresto il 10 luglio. Infatti il processo è giunto alla fine del procedimento legale. L'accusa chiede una condanna a 14 mesi.

I testimoni dell'accusa erano 2 ragazzi del villaggio che durante l'interrogatorio hanno incriminato Adeeb mettendo sulle dichiarazioni una firma estortagli. Il primo testimone ha negato tutto quello che ha detto in sede istruttoria e di aver firmato solo dopo aver ricevuto delle pressioni, visto che non sa leggere. Il secondo teste ha ammesso solo che Adeeb è un esponente del comitato contro il muro e di aver firmato perché aveva litigato con Adeeb. Sono stati dichiarati testimoni ostili e contro-interrogati dalla difesa di Adeeb, l'avvocata Gaby Lasky, e dal giudice militare. Va detto che tutti i processi contro la gente di Bil'in sono basati su testimonianze di accusa fornite da giovani durante interrogatori nei locali dei servizi di sicurezza generale, in genere subito dopo essere stati prelevati dalle loro case e messi in stato di arresto.

L'udienza è stata una buona opportunità per noi per incontrare Adeeb. Era felice di vedere noi e sua moglie. Durante il processo ha detto cose che desidero far conoscere ai suoi tanti sostenitori: "Io vedo in TV le immagini da Nabi Saleh e Deir Nizam, e sono felice di vedere che la lotta prosegue e che si allarga a nuovi villaggi, nonostante l'arresto di tanti attivisti della lotta popolare. Ho anche sentito che il tribunale israeliano ha deciso che la strada 443 dovrebbe essere aperta anche ai palestinesi. Questa è una piccola vittoria, ma io sono sicuro che presto vinceremo ancora di più. Questo muro cadrà, a Bil'in e dappertutto. Non è facile per me in prigione, non c'è aria fresca, non c'è luce del sole. Mi manca mia moglie e mi mancano i miei 9 figli, ma sono forte e non cederò. La lotta popolare contro il muro dell'apartheid e contro l'occupazione è forte e non si fermerà".

Questa mattina il giudice Rubinstein ha letto la sentenza che mantiene Abdullah Abu Rahma in stato di detenzione fino alla fine del procedimento. Abdallah ci ha detto che le decine di attivisti arrestati lo rafforzano nella sua fede che la lotta popolare deve continuare. Nonostante gli arresti, o forse a causa del mio arresto, la mia famiglia continua ad andare alle manifestazioni settimanali a Bilin.

REFUSNIKS

Giornata di solidarietà con gli Shministim - San Francisco.

9 gennaio, 2010 è la giornata internazionale di solidarietà con gli Shministim- i giovani israeliani che si rifiutano di fare il servizio militare. Or Ben-David, 19 anni, è stata condannata al suo terzo periodo di carcere militare http://www.youtube.com/watch?v=8CdCeno_SnU

SHEIKH JARRAH

Venerdì 15.01.10: 17 arrestati quando la polizia ha cercato di impedire il corteo a Sheikh Jarrah. Verso le 3:30 del mattino, sono stati tutti rilasciati senza condizioni ed accolti calorosamente dai 60 compagni che li aspettavano fuori del carcere.

Media:

... Circa 150 persone hanno preso parte alla protesta. Ufficiali di Polizia hanno detto che i sospetti sono stati fermati dopo aver ignorato l'ordine della polizia di sciogliere la manifestazione.

... La Polizia arresta presidente del gruppo israeliano per i diritti civili a Sheikh Jarrah

La Polizia ha arrestato venerdì 16 attivisti di sinistra nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, fra cui Hagair Elad, presidente della Associazione per i Diritti Civili in Israele.

Attivisti di sinistra hanno tenuto la manifestazione settimanale a Sheikh Jarrah come negli ultimi 3 mesi, per protestare contro lo sgombero dei palestinesi dalle loro case per fare posto a famiglie ebree.

Secondo gli attivisti, la protesta che si fa il venerdì era autorizzata. All'inizio della manifestazione, la polizia ha dichiarato che era illegale ed ha minacciato di arrestarne i partecipanti. Un testimone oculare ha detto che la polizia ha iniziato ad arrestare i manifestanti più in vista, Hagai Elad ed un manifestante con una bandiera palestinese.

In un comunicato, la Associazione per i diritti civili in Israele ha condannato l'arresto del suo presidente. "Noi condanniamo duramente la polizia per l'inaudita repressione della libertà di parola. La manifestazione è stata sciolta forzosamente, anche se era autorizzata, e anche se non vi erano state né provocazioni né attentati all'ordine pubblico".

La polizia di Gerusalemme ha risposto, dicendo che era una protesta illegale di anarchici ed attivisti di sinistra che non davano ascolto agli ordine della polizia. Rispetto all'arresto di Elad, la polzia ha detto che il presidente dell'Associazione per i diritti civili in Israele stava in una manifestazione illegale, per cui non dovrebbe stupirsi del suo arresto.

Un appello:

"Oggi 17 attivisti sono stati arrestati nella manifestazione settimanale di protesta a Sheikh Jarrah. Passeranno il weekend agli arresti e compariranno davanti ad un giudice la sera di sabato 16. Non permetteremo alla polizia di usare violenza e di mettere a tacere le nostre voci. Noi non resteremo a guardare mentre i residenti di Sheikh Jarrah vengono sgomberati e la loro protesta repressa. Manifestiamo contro la crescente repressione della protesta."

"La Polizia detiene 13 attivisti di sinistra a Gerusalemme est

Sabato/domenica dalle 20:00 alle 03:30 circa 200 di noi si sono radunati per una manifestazione di solidarietà sotto il tribunale e la prigione di Gerusalemme. Tamburi, slogan e canti sono giunti alle orecchie dei 17 in carcere, che a volte ci hanno anche risposto nell'attesa del loro rilascio."

 

Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali