Comunicato degli Anarchici Contro il Muro sulle ultime 5 giornate di lotta
24 Sep 2004 

5 GIORNI DI LOTTA - MA LA REPRESSIONE E' SEMPRE LA STESSA 

Ora che i lavori di costruzione del Muro hanno ricominciato, si ripete un modello già noto. Non si tenta nemmeno di negoziare: la politica israeliana è fissata in senso unilaterale dal governo e dall'esercito senza la minima considerazione per i palestinesi. Allo stesso tempo, ogni tentativo di manifestare e resistere in modo pacifico viene represso violentemente. Oltre alla criminalità di questa repressione, rendendo impossibile ogni trattativa o forma di protesta pacifica, l'esercito e il governo contribuiscono direttamente all'intensificazione del conflitto. 

Nel corso degli ultimi cinque giorni (settembre 19-23), le forze dell'occupazione hanno ripreso il loro tentativo di cementare (letteralmente) la loro esistenza nelle terre palestinesi. Naturalmente, gli abitanti dei villaggi colpiti hanno resistito e noi stiamo con loro. Il nostro metodo e i nostri scopi che abbiamo dichiarato e per i quali abbiamo lavorato in quest'ultimi due anni sono la lotta popolare non violenta. 

Beit Awwa e Sikka, domenica 19 settembre: 

Per la prima volta da quando le ruspe hanno cominciato a distruggere le terre dei villaggi circa una settimana prima, ci siamo diretti verso le ruspe insieme agli abitanti di Beit Awwa e Sikka. Nonostante la violenza lanciata contro di noi, siamo riusciti ad arrivarci e per circa due ore abbiamo bloccato i lavori per impedire il furto della terra. La polizia e i militari hanno cercato di toglierci di mezzo in modo brutale, tanto da far perdere la coscienza ad un palestinese per circa 15 minuti. Tre altri sono stati feriti. Sono poi arrivati i rinforzi militari e ci siamo dovuti ritirare. 

Budrus, lunedì 20 settembre: 

Quando le ruspe sono entrati nelle terre del villaggio qualche settimana fa, dopo che c'era stata una lunga lotta culminata in un compromesso con il quale il Muro non sarebbe più passato per le terre di Budrus, gli abitanti di Budrus sono andati ai loro campi. Uomini, donne e bambini si sono messi seduti, bloccando le ruspe con i propri corpi. L'esercito non era presente in numeri sufficienti per impedirli e dopo alcune tentativi vane di sgomberare i manifestanti, le ruspe sono andate via. 

Budrus, martedì 21 settembre: 

Siamo andati all'alba alle terre degli abitanti per continuare il blocco delle ruspe, ma stavolta ci aspettava grandi numeri di militari. Ciò nonostante, insieme alla gente di Budrus siamo riusciti a oltrepassare le linee dei militari fino ai campi. Dopo circa due ore di ritardi sui lavori, si è raggiunto un accordo con un delegato dell'esercito: in cambio di un'assicurazione che i lavori non si sarebbero ripresi a Budrus quel giorno, noi abbiamo consentito di allontanarci dai campi. Ma, appena abbiamo cominciato ad andar via, le guardie ha attaccato la gente con bastonate, granate ad urto, gas lacrimogeni e proiettili ricoperti di gomma, in chiaro violazione dell'accordo stipulato. Comunque, durante l'attacco, un delegato del villaggio ha tentato di trattare con uno dell'esercito e in fine hanno raggiunto un altro accordo con il quale l'esercito si impegnava a ritirarsi e noi saremmo tornati al villaggio. Invece ancora una volta i militari hanno rotto l'accordo, e mentre le rispettive parti si stavano allontanando, un gruppo di guardie di frontiera ha lanciato un attacco al villaggio stesso, sempre in violazione degli accordi. La resistenza contro l'attacco al villaggio è durato fino alle ore 17 circa quando gli aggressori si sono ritirati. Molti sono stati i feriti durante gli scontri, tra cui 26 persone con ferite causate dai proiettili ricoperti di gomma. Due manifestanti israeliani sono stati arrestati e rilasciati il giorno successivo grazie all'Avvocato Gaby Lasky. Dovranno astenersi dall'avvicinarsi a Budrus per i prossimi 14 giorni. 

Budrus, mercoledì 22 settembre: 

Circa 500 abitanti insieme a manifestanti israeliani e stranieri sono stati aggrediti a distanza dall'esercito, usando proiettili ricoperti di gomma e gas lacrimogeni ancora prima che si sono allontanati dal villaggio per andare verso i campi. Nei primi momenti degli scontri, 5 manifestanti sono stati feriti dai proiettili. Sono stati colpiti alla testa un ragazzino di 12 anni e un componente del comitato popolare contro il muro. Il tentativo di arrivare alle terre è durato circa due ore ed è finito quando l'esercito ha occupato la scuola e una casa. La sparatoria ha continuato durante il corso della giornata insieme all'uso massiccio di lacrimogeni, a volte lanciati direttamente dentro le case. L'occupazione del villaggio da parte dei militari che gridavano continuamente "Budrus è nostro!" non solo è stato umiliante, illegale ed immorale, ma ha causato anche un gran numero di feriti, 17 di cui a causa dei proiettili ricoperti di gomma. 

Beit Awwa e Budrus, giovedì 23 settembre: 

Mentre andavamo a Beit Awwa, abbiamo sentito che un coprifuoco è stato imposto a Budrus alle 8,00, appena dopo l'orario dell'inizio di scuola. In questo modo i bambini sono rimasti intrappolati. L'esercito ha occupato alcuni edifici e hanno assediato la scuola. Il coprifuoco è stato revocato solo in tarda serata, nelle ore di buio. 

A Beit Awwa, circa 1000 manifestanti si sono riuniti, tra cui 600 donne e ragazze. Ci siamo diretti verso Sikka dove le ruspe stavano già a lavoro e a circa un kilometro dalle ruspe siamo stati attaccati dall'esercito senza alcun avviso. L'attacco ha continuato per circa due ore e i militari hanno fato grande uso dei proiettili ricoperti di gomma in una dei più estremi dimostrazioni di violenza contro una manifestazione mai vista. Siamo riusciti a non perdere terreno, ma abbiamo potuto ricordare gli attacchi alle manifestazioni di Dir Kaddis e Harbata, dove un manifestante israeliano è stato colpito all'occhio da un proiettile ricoperto di gomma. Il totale numero di feriti quest'oggi è stato 120, 35 di cui dai proiettili ricoperti di gomma. 45 manifestanti sono stati portati all'ospedale di Hebron dal momento che i loro feriti erano troppo brutti per la guardia medica del villaggio. Ci sono molte donne e ragazze tra i feriti, donne che erano a capo delle persone che hanno affrontato l'esercito durante la giornata di lotta. Inoltre, 2 manifestanti israeliani sono stati arrestati. Sono stati rilasciati a patto che non facciano ritorno a Beit Awwa per 14 giorni.

A differenza dell'esercito che non ha la minima intenzione di dialogare, gli abitanti di Beit Awwa hanno di nuovo invitato al dialogo chiunque lo volesse.

I proiettili che vengono usato per far tacere la protesta non ci spaventano e non rimarremo silenti. Non funzionerà nemmeno la tattica della persecuzione politica, e né il sistema corrotto degli ordini militari e delle corte, né le interrogazioni della polizia, né il fuoco vivo fermerà la lotta. Noi siamo una parte integrante della lotta contro il Muro e contro l'occupazione e vogliamo la libertà - la libertà vera - per tutti gli esseri viventi.

Anarchici Contro il Muro

Traduzione a cura dell'Ufficio Relazioni Internazionali FdCA