Si intensifica la lotta unitaria e le azioni dirette degli Anarchici Contro il Muro e dei Palestinesi

11.10.09

 

Bil'in, Gerusalemme, Muasara, Beduini, Ni'ilin, raccolta delle olive, Tel Aviv

Le iniziative degli Anarchici Contro il Muro si allargano come numero di partecipanti e di obiettivi, pur in una situazione di "competizione" con altri circoli più ampi di attivisti, di cui comunque gli Anarchici Contro il Muro fanno ugualmente parte. I nostri attivisti hanno partecipato in settimana alla lotta contro la deportazione dei rifugiati africani; con i beduini israeliani del sud che lottano contro il loro trasferimento dalle loro terre in altre parti di Israele; con i palestinesi della Gerusalemme occupata contro le ingiunzioni di sgombero; con i contadini palestinesi vittime delle angherie dei coloni che cercano di rubargli la terra al confine con gli insediamenti; e naturalmente alle manifestazioni settimanali contro il muro della separazione a Bil'in, Ni'ilin, e Muasara (sud di Betlemme). I media hanno mostrato gli attivisti di Anarchici Contro il Muro impegnati nella propaganda a livello mondiale (e siamo stati invitati ad altre iniziative ben superiori alle nostre forze).

BIL'IN

Durante la settimana, gli Anarchici Contro il Muro hanno passato le notti nel villaggio al fine di arginare le violenze delle forze israeliane ai danni dei membri del comitato popolare e di altri. Circa 30 israeliani e 40 internazionali (inclusa una numerosa delegazione francese) si sono uniti ai palestinesi locali per la manifestazione settimanale contro il furto della terra e la violenta oppressione sulla gente di Bil'in. Il corteo era accompagnato dalla lettura di un brano letterario da parte di un esponente del comitato popolare a cui facevano eco i manifestanti. Quando si è giunti al cancello sul muro, i manifestanti hanno chiesto ai soldati di permettere alla gente di passare per fare i lavori agricoli sulle terre al di là del muro in vista della raccolta delle olive. I soldati hanno risposto con i lacrimogeni. Tuttavia, a causa dei venti mutevoli, i soldati una risposta l'hanno avuta proprio dalle correnti d'aria che gli riportavano addosso il gas, di modo che assaggiassero anch'essi la "loro stessa medicina...".

Invece della raccolta delle olive, i manifestanti hanno fatto la raccolta di altri prodotti locali: le granate di gas lacrimogeni e quelle assordanti caduti per terra nella zona del recinto. I soldati hanno risposto ancora con i lacrimogeni. Un paio di ragazzi gli ha lanciato contro dei sassi. I soldati hanno lanciato altri lacrimogeni. Così i manifestanti hanno raccolto altre granate. Ancora gas da parte dei soldati. Infine, con alcuni sacchi pieni di lacrimogeni e bombe assordanti, i manifestanti se ne sono tornati al villaggio. E dai soldati ancora lancio di lacrimogeni.

Sulla strada del ritorno da Bil'in abbiamo potuto vedere ad ovest i "fuochi d'artificio" delle mitraglie da 32 granate di lacrimogeni sparate sulla gente che stava manifestando a Ni'ilin contro il muro e contro l'occupazione.

Bil'in 09.10.09 - http://www.youtube.com/watch?v=eoK-lu9wJJ4

NI'ILIN

La protesta settimanale a Ni'lin contro il muro è iniziata come al solito con una preghiera ad un corteo attraverso gli ulivi, verso il percorso del muro. Questa volta, il centinaio di manifestanti ha scelto di manifestare in una zona da tempo non utilizzata, sfruttando l'assenza di soldati per tagliare il filo spinato ed una sezione del recinto stesso. Poco dopo sono arrivate parecchie jeep militari ed i soldati hanno iniziato a sparare vari tipi di lacrimogeni contro la manifestazione, in alcuni casi ad altezza d'uomo, in violazione delle regole dello stesso esercito israeliano. Va rilevato che l'esercito ha rinnovato l'uso di un tipo di bomboletta lacrimogena di alluminio a forma di cono. Dozzine di queste bombolette sono state sparate sui manifestanti, e coloro i quali sono stati colpiti in passato da questo tipo di granata hanno detto che non sono poi così pericolose come quelle a raffica ("Saruch", in arabo), ma che una persona che ne venga colpita potrebbe tuttavia restarne ferita.

I manifestanti si sono allora mossi verso la sezione ovest del muro, alcuni lanciando pietre sulle jeep che pattugliavano il muro, mentre i soldati sparavano lacrimogeni. Nel pomeriggio, un gruppo di soldati e di polizia di confine ha oltrepassato la barriera, mettendo in atto un temporaneo respingimento di manifestanti verso il villaggio. Quando i soldati sono ritornati alla base, sono stati seguiti da alcuni manifestanti che hanno speso le loro ultime energie con un ulteriore lancio di pietre sui soldati. Tutti i manifestanti sono ritornati al villaggio, senza feriti, salvo qualcuno sofferente per le inalazioni di lacrimogeni, con gli occhi rossi.

MUASARA

La manifestazione nel villaggio di Ma'asara, meno partecipata del solito, è iniziata dopo la preghiera del venerdì dal centro del villaggio in direzione dei campi agricoli sui è viene costruito il muro dell'apartheid. Composta da circa 30 palestinesi, fra cui molti bambini, 20 attivisti internazionali ed 8 israeliani, il corteo è stato fermato dai soldati occupanti, i quali hanno messo il filo spinato vicino all'ingresso del villaggio. Sono stati scanditi slogans e fatti comizi in arabo, inglese ed ebraico, per spiegare ai soldati l'importanza vitale che hanno le terre da essi rubate per il popolo palestinese, specialmente ora che si apre la stagione della raccolta delle olive. Dopo il fallimento di diversi tentativi non violenti di aggirare il muro, la manifestazione si è conclusa con la promessa di ritornarci la settimana prossima, come sempre.

La manifestazione di questa settimana era colorata di verde, dato che i bambini del villaggio indossavano delle nuove magliette con scritto su lo slogan "Beat drums, not people" in inglese ed in arabo [percuoti i tamburi, non le persone, ndt]. I bambini in verde erano reduci dalle lezioni di percussioni tenute dal gruppo di protesta di percussionisti israeliano Qassamba.

Dai media:

Basta col dire che noi proviamo odio per Israele
di Yuval Ofir-Oron - uno dei tre refusnic israeliano in un giro di conferenze in Sud Africa

L'esercito israeliano, che ci è stato chiesto di servire, controlla le vite di 3 milioni e mezzo di persone nei territori occupati. Sono già molti decenni che Israele, armata di tutto punto, invia la sua gioventù a controllare la popolazione civile nei territori. Noi ci siamo rifiutati di farlo.

Negli anni recenti, abbiamo visto i segni dell'occupazione israeliana nella West Bank. Abbiamo visto i volti delle donne, dei bambini e degli uomini che si chiede oggi a noi di sopprimere. Noi non possiamo servire un esercito che viola i valori in cui crediamo, e senza cui noi non possiamo sopravvivere quale comunità morale. Noi rifiutiamo di prendere parte alla costruzione di un muro che ruba le terre ai contadini, un muro il cui scopo globale è quello di annettere sempre più terra per lo Stato giudaico e di espandere gli insediamenti illegali. Ci rifiutiamo di costruire orribili blocchi stradali sulle strade dei villaggi palestinesi e ci rifiutiamo di presidiare i checkpoints su una terra presa con la forza. Ci rifiutiamo di sradicare gli ulivi di Bidu. Ci rifiutiamo di invadere le case delle famiglie di Azoun. Ci rifiutiamo ci essere i secondini di un milione e mezzo di persone chiuse dentro Gaza. Ci rifiutiamo di distruggere le case a Gerusalemme est. Ci rifiutiamo di uccidere chi lotta per la libertà. Noi non possiamo chiudere gli occhi su questi crimini, non possiamo restare lì a guardare.

Siamo stati invitati in Sud Africa per raccontare la nostra storia. La gente vuole sapere della nostra obiezione di coscienza in Israele, vogliono sapere cosa sta veramente succedendo nei territori occupati. Durante il nostro giro abbiamo incontrato studenti delle scuole superiori, universitari, lavoratori, pensionati, ebrei, musulmani, gente nera e gente bianca... Siamo qui per portare la voce dei nostri amici - i palestinesi che stanno vivendo sotto un'occupazione straniera, per portare le nostre voci, di ebrei israeliani che non prenderanno parte all'occupazione israeliana.

Israele non vuole mettere fine all'occupazione

Siamo tutti giovani israeliani, parte della società israeliana. Noi combattiamo per un futuro in cui vivere, il futuro della nostra società. Questa lotta è per noi stessi, per le nostre famiglie e per i nostri amici, per quelli che vivono con noi ogni giorno. Oggi ci guardiamo intorno con cuori dolenti e con la paura del punto a cui siamo arrivati e soprattutto di dove stiamo andando.

Noi crediamo che la società israeliana si è rivelata non in grado o non interessata a mettere fine all'occupazione di propria iniziativa. Le forze del nazionalismo, del militarismo, e del razzismo non fanno che rafforzarla. La maggior parte degli israeliani pensa che i crimini commessi dai governi israeliani sono questioni di controversie politiche interne alla stessa società israeliana, ma noi crediamo che tali crimini hanno a che fare con tutta la società umana, per cui facciamo appello alla comunità mondiale per chiedere pubblicamente e fermamente la fine dell'occupazione israeliana.

Lo stato di Israele dovrebbe pagare un prezzo per questa occupazione, per i crimini di guerra, per il dolore inflitto a degli innocenti. Ritiro degli investimenti da Israele, recidere i legami commerciali che danno benessere ad Israele, ed interrompere la cooperazione economica con le compagnie israeliane, con enfasi sul quelle compagnie che mantengono relazioni con l'esercito israeliano o che traggono profitto dall'esistenza degli insediamenti; sono questi tutti atti legittimi di non violenza e di pressione su chi prende le decisioni dentro Israele, con lo scopo di mettere fine all'occupazione. Ci uniamo all'appello palestinese per il boicottaggio di Israele, insieme a milioni di lavoratori sindacalizzati ed a decine di migliaia di individualità in tutto il mondo. E' tempo di finirla col dire che la Goldstone è antisemita e che noi proviamo odio per Israele. E' giunto il tempo per guardare in faccia la realtà che abbiamo creato e di agire per modificarla per noi e per i nostri vicini.

Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali