Un'altra settimana di lotte diversificate degli Anarchici Contro il Muro

27.09.09

 

Gerusalemme, Tel Aviv, Bil'in, Ma'asara, Ni'ilin, Hebron Sud

Gli attivisti di Anarchici Contro Il Muro sono ancora presenti nelle lotte contro gli sgomberi a Gerusalemme e con i rifugiati a Tel Aviv. Questa settimana i compagni hanno intensificato la presenza notturna a Bil'in per affrontare le invasioni delle forze di Stato israeliane e i loro tentativi di arrestare abitanti del villaggio. Abbiamo partecipato alle manifestazioni unitarie del venerdì contro l'occupazione e contro il muro insieme ai palestinesi ed ai volontari internazionali nei villaggi di Bil'in, Ma'asara e Ni'ilin. Sabato abbiamo partecipato ad un'azione della coalizione per l'acqua nella regione a sud di Hebron per frustrare gli sforzi di Israele nel trasferire i palestinesi dalle località da essi scelte. Uno degli attivisti di Anarchici Contro il Muro si farà 20 giorni di carcere per essersi rifiutato di pagare la cauzione, dopo un'azione contro la demolizione delle case palestinesi nel villaggio di Kharbatha.

Bil'in

Durante la settimana, gli attivisti di Anarchici Contro Il Muro e quelli internazionali sono rimasti di notte nel villaggio per affrontare le invasioni delle forze di Stato israeliane. Qui sotto un estratto da un report su una di queste invasioni notturne:

"Le forze israeliane hanno invaso ancora una volta Bil'in poco prima dell'1. Sei jeep sono entrate nel villaggio provenienti dal cancello del muro. Due jeep si sono fermate alla casa di Mohammed Ahmed Yasseen (21 anni) e lo hanno cercato nei locali a piano terra che appartengono alla madre. Quattro jeep si sono fermate alla casa di Abdullah Mahmoud Abu-Rahma (37 anni) per prenderlo. Due di queste jeep se ne sono andate in fretta per cercare Yasseen Mohammed Yasseen (21 anni) a casa sua. Nessuno dei tre uomini era a casa e nessuno di loro è stato arrestato.

Gli attivisti internazionali ed israeliani si sono uniti ai palestinesi nel presidiare le tre case per protestare contro le invasioni e per documentare i fatti. Le perquisizioni nelle case sono state relativamente brevi, se confrontate con i numerosi casi in precedenza. I soldati hanno dato alle tre famiglie una lettera di convocazione per i 3 uomini perché si presentino alla prigione di Ofer per incontrare il "Capitano Fo'ad" dello Shabak [servizi segreti]. Per la prima volta le lettere erano scritte in arabo."

Venerdì 25 settembre:
Oltre 35 israeliani e 10 internazionali si sono uniti ai locali palestinesi per la manifestazione settimanale del venerdì contro il furto della terra da parte di Israele e contro la crescente repressione su Bil'in. La manifestazione è stata a ranghi relativamente ridotti ed abbastanza tranquilla: i pochi ragazzi che combattono l'occupazione a sassate si sono tenuti lontani dalla manifestazione non violenta e dai lacrimogeni. Il cancello nel muro è stato aperto a spinte abbastanza velocemente da parte dei manifestanti, i quali sono entrati nell'area tra i due recinti come espressione simbolica della proprietà palestinese sulle terre rubate grazie alla costruzione di muri e recinti. Un paio di lanci di lacrimogeni ha fatto retrocedere la maggior parte dei manifestanti. Durante l'ultimo lancio, i soldati sono usciti dal muro ed hanno arrestato due manifestanti israeliani e pure Haithem Khatib, il coraggioso giornalista che aveva video-documentato i recenti raid notturni di Israele all'interno del villaggio. Dopo quasi un'ora il comandante israeliano ha varcato il muro per dire ai pochi manifestanti che aspettavano il rilascio dei loro tre amici, che gli arrestati erano nelle mani della polizia e dei servizi di sicurezza per indagini. Egli ha spiegato che i manifestanti possono protestare quanto vogliono, ma senza attraversare il muro. Il suo atteggiamento illuminato ha impressionato i presenti.

Bil'in 25.09.09 - link al video http://www.youtube.com/watch?v=6XevFskx9HM

Ni'ilin

Venerdì, circa 200 manifestanti, palestinesi, israeliani e attivisti internazionali, hanno partecipato alla manifestazione settimanale contro il muro. Il corteo si è spostato dal centro del villaggio verso il nuovo muro di cemento - dove c'erano i soldati posizionati su un'alta rampa a minacciare i manifestanti. Però, la loro nuova posizione si è rivelata un'arma a doppio taglio, dato che sono stati facilmente presi di mira dai lanciatori di pietre. Il confronto è andato avanti per quasi un'ora e poi la testa del corteo si è spostata verso il recinto metallico. Come se fosse una cosa normale, i soldati hanno fatto grande uso di lacrimogeni, contrastato dal lancio di pietre. Lo scontro è andato avanti per ore dato che la manifestazione teneva. E dopo queste ore, come se fosse una formalità di routine, i soldati hanno fatto quadrato per prepararsi ad invadere i campi del villaggio. Ma questa volta il piano era diverso: i soldati hanno messo in rotta la manifestazione ed arrestato tre attivisti: due internazionali ed un fotoreporter israeliano. I tre sono stati trascinati con la forza verso le jeep ed usati come scudi umani contro il lancio di pietre. Dopo che le jeep con gli arrestati si erano allontanate, la manifestazione è stata sciolta. Per fortuna, gli arrestati sono stati rilasciati durante la notte.

Gli arrestati di Bil'in e Ni'ilin

Tutti gli arrestati della manifestazioni del venerdì (3 a Bil'in - Haitham Khatib, Ben e Assaf - e 3 a Ni'ilin - David Reeb e 2 internazionali) sono stati liberati nella stessa notte di venerdì. Dopo l'arresto erano stati trasferiti nella stazione di polizia di Binyamin per essere interrogati per condotta disordinata ("Hafarat Seder"). Gli israeliani e gli internazionali sono stati costretti a controfirmare un'ordinanza che li obbliga a starsene lontani dall'area di Bil'in-Ni'ilin area per 15 giorni. Il nostro compagno palestinese - Haithem Khatib, il video-giornalista che era già stato accusato di aver violato un divieto di accesso a zona militare - ha firmato un'ordinanza che lo obbliga a starsene lontano dal muro, in casa, per poi presentarsi ad una audizione presso il tribunale entro 6 mesi.

Ma'asara

Venerdì 26 settembre circa 40 palestinesi, 30 internazionali e 10 israeliani hanno marciato dal villaggio di Ma'asara verso il tracciato del muro che verrà costruito sulle terre del villaggio. La manifestazione ha commemorato la recente morte di Qaher Ala-Din, membro del Comitato popolare, ucciso in un incidente d'auto mentre guidava con un amico palestinese ed un giornalista francese che stava lavorando ad un film sulla lotta del villaggio.

Come ogni venerdì, la manifestazione è stata fermata dai soldati che hanno messo il filo spinato sulla strada che conduce dal villaggio alle terre agricole. I soldati hanno proibito al corteo di proseguire, senza dare nessuna giustificazione legale. Si sono tenuti comizi in arabo, ebraico e inglese, con cui si invitavano i soldati israeliani a disertare, ad unirsi alla manifestazione e ad evitare di essere chiamati in futuro a rispondere per i loro crimini davanti ai tribunali internazionali. Dopo i comizi ha suonato la nuova band di samba del villaggio, pronta ad esibirsi dopo un mese di formazione con percussionisti israeliani del gruppo Qassamba.

La manifestazione si è conclusa senza arresti né feriti, ma con la promessa di proseguire sulla strada indicata da Qaher, quella della resistenza popolare non-violenta.

Kobi

Kobi degli Anarchici Contro Il Muro si è rifiutato di pagare la cauzione di US$500 e si è beccato 20 giorni di prigione.

"Il PSP palestinese esprime la sua solidarietà a Kobi Snitz, attivista Israeliano condannato a 20 giorni di prigione per la sua attività contro l'occupazione

Kobi Snitz, un veterano del gruppo israeliano di Anarchici Contro Il Muro, ed amico personale del PSP, inizia un periodo di 20 giorni di carcere per un arresto che risale al 2004 per aver impedito la demolizione di una casa nel villaggio palestinese di Kharbatha, nel distretto di Ramallah. Kobi è uno dei primi attivisti israeliani ad essere detenuto per una manifestazione nei territori occupati. Qui sotto la sua dichiarazione:

Sto per iniziare un periodo di detenzione di 20 giorni. E' la condanna per aver io cercato di impedire la demolizione di una casa a Kharbatha [dintorni di Bil'in]. Come tutti sanno, 20 giorni di prigione non sono nulla se paragonati alle condanne inflitte ai giovani palestinesi. Diversamente dai palestinesi, a me non toccava il carcere. Ci sono finito perché non ho voluto pagare la cauzione equivalente a $530 americani.

Per tutta la durata del processo ho avuto altre possibilità per evitare la prigione, ma non potevo in alcun modo ammettere di essere colpevole né potevo accettare la sentenza inflittami. Io e gli altri che erano stati arrestati con me siamo colpevoli di niente tranne di non fare di più per opporci alla politica veramente criminale dello Stato. Essere costretto a dire diversamente era come chiedermi di dire il falso. Al confronto 20 giorni di prigione sono un prezzo basso da pagare."

Convoglio dell'acqua

Sabato 26 settembre: all'interno della lotta unitaria contro l'occupazione e contro i tentativi israeliani di sgomberare i palestinesi dalla residenza prescelta, ricorrendo ai tagli nella erogazione dell'acqua, ci sono i "convogli dell'acqua" organizzati dagli attivisti israeliani insieme agli attivisti palestinesi.

Il convoglio di sabato 26 è uno di questi. E' stato organizzato e partecipato da un'ampia coalizione di israeliani e palestinesi a cui si sono uniti anche gli Anarchici Contro Il Muro.

Circa 100 attivisti israeliani da Tel Aviv e Gerusalemme hanno portato oggi acqua ai parecchi villaggi isolati nella zona sud di Monte Hebron. Questi villaggi soffrono più di altri per la politica razzista dell'acqua di Israele, che fa venir meno gli allacci agli acquedotti, e soffrono per gli attacchi dell'esercito a quei pochi pozzi e cisterne disponibili. Gli autobus sono stati oggetto di minacce diverse volte e poi fermati del tutto vicino all'insediamento illegale di Carmel, dove i soldati hanno dichiarato cha era tutta zona militare vietata, sebbene non ci fosse nemmeno un cartello del genere. Gli attivisti sono scesi dai bus per proseguire a piedi, tra l'esercito e la polizia che non sono riusciti a impedire il corteo spontaneo per poi andarsene.

All'appuntamento con gli attivisti palestinesi, gli israeliani sono saliti sulle autobotti e sui trattori per attraversare il deserto fino ad un blocco sulla strada, messo dall'esercito per rendere più dura la vita ai palestinesi. Un'azione diretta di massa, sostenuta da un bulldozer espropriato per la causa, ha fatto a pezzi il blocco permettendo alle autobotti di proseguire. A questo punto sono saltati fuori 4 soldati che volevano arrestare il manovratore del bulldozer, o almeno fermare il mezzo meccanico. Per cui gli attivisti si sono divisi in 2 gruppi, uno che faceva la guardia al bulldozer ed un altro più consistente che proseguiva per la meta finale.

E' toccato al gruppo rimasto vicino al bulldozer convincere per 2 ore i soldati che potevano andarsene e stare tranquilli che il bulldozer ed i suoi proprietari erano al sicuro. Nel frattempo, il gruppo più numeroso raggiungeva i villaggi e consegnava otto autobotti piene d'acqua ai residenti. Quattro mezzi dell'esercito sono arrivati troppo tardi per impedire l'azione e sebbene abbiano dichiarato l'area essere zona militare vietata con tanto di cartello questa volta, non hanno potuto fare nulla contro gli attivisti.

Con il passaggio aperto sulla strada e l'acqua consegnata senza nessun arrestato o ferito, l'azione è stata senz'altro un successo.

Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali