La lotta continua contro l'occupazione ed il muro della separazione
05.04.08

 

Le principali azioni a cui hanno partecipato gli israeliani di Anarchici Contro Il Muro sono state a Qaddum (mercoledì 2 aprile) ed alle manifestazioni di venerdì 4 aprile - a Bil'in contro il muro della separazione e contro l'occupazione (siamo alla numero 163), ed alle altre nella regione di Betlemme - Umm Salamuna ed El Khader. Siamo stati anche invitati dal comitato regionale alle manifestazione contro la strada dell'Apartheid 443 che collega Tel Aviv a Gerusalemme ma passa attraverso le terre dei palestinesi occupate e confiscate e su cui non possono viaggiare i palestinesi della regione.

Qaddum

Di seguito l'appello per la manifestazione: Aiutate il villaggio di Qaddum!

OGGI alcuni coloni ebrei saranno sgomberati dalle terre cu sui si sono insediati illegalmente. Urge una presenza popolare nel pomeriggio, in serata e domani. L'esercito dichiarerà la zona area militare chiusa a cui solo la nostra gente è ammessa.

Se potete, per favore contattate A. appena possibile (ulteriori informazioni qui sotto).

Recentemente dei coloni ebrei si sono presi delle terre che appartengono ai palestinesi del villaggio di Qaddum. Diversamente da altri casi simili, qui l'esercito israeliano è deciso a riconoscere che si tratta di terre di proprietà privata e quindi intende procedere allo sgombero di questi coloni dalla casa che essi hanno occupato sui terreni in questione. Ma i coloni non tarderanno a ritornare.

(Tuttavia, anche se questi sgomberi vengono eseguiti spesso, le decine di coloni che vengono allontanati se ne vanno a poche centinaia di metri di distanza e dopo un po' ritornano. ndr)

All'invito dei palestinesi proprietari della terra, la risposta degli Anarchici Contro il Muro punta ad occupare la casa per un periodo limitato di tempo dopo lo sgombero dei coloni.

Per fare questo avremo bisogno di grande aiuto da parte di molti volontari che possano stare nella casa e tenerla. Così come avremo bisogno di auto per favorire l'andirivieni di chi occuperà la casa.

Per aderire e per maggiori informazioni, per favore scrivere a qaddum.outpost@yahoo.com oppure telefonare a S. o H.

La situazione:

Il villaggio di Qaddum si trova tra Qalqilia e Nablus, vicino Al-Funduq. Fin dall'inizio dell'Intifada del 2000 l'accesso ad alcune terre del villaggio è diventato virtualmente impossibile a causa della vicinanza con l'insediamento coloniale israeliano di Qdumim.

La più colpita da queste restrizioni è stata la terra di Badria Amar. Essa si trova ai piedi di Qdumim, e da quando è stata chiusa la strada che passa vicino all'insediamento è diventato sempre più difficile arrivarci. Per cui la famiglia di Badria Amar ha avuto grossi problemi a recarvisi nel corso degli ultimi anni.

Diversi mesi fa, sia la terra che la piccola casa vuota sono state occupate dai coloni di Qdumim, che vi misero il cartello con scritto "Shvut Ami" ("il ritorno del mio popolo"). Il proprietario Badria, la ONG "Yesh Din" e l'avvocato Michael Sfard iniziarono una bataglia legale per quella terra. L'esercito ha riconosciuto il fatto che la terra fosse di proprietà privata e che i coloni andavano sgomberati. Però, l'azione militare si è finora limitata nello sgomberare i coloni, portandoli a Qdumim, per poi permettergli di ritornare (10 minuti a piedi) alla casa occupata.

Questo giochetto è andato avanti già per 10 volte, ed ogni volta bisogna fare sempre più pressione sull'esercito perché sgomberi di nuovo i coloni. L'esercito si rifiuta di assicurarsi che i coloni non ritornino ad occupare la terra, ragion per cui i proprietari ed il comitato del villaggio hanno invitato noi israeliani degli Anarchici Contro il Muro ad occupare la casa dopo l'ennesimo sgombero dei coloni ed a tenerla per un po' di tempo allo scopo di mandare un segnale sia all'esercito che ai coloni. Il sostegno da parte del villaggio è garantito, anche se molti nel villaggio hanno paura di andare sulla terra da soli a causa della vicinanza con l'insediamento dei coloni.

Ogni volta che la occupano, i coloni fanno ampliamenti alla casa, ci attaccano l'acqua e l'elettricità, ed ogni volta che li sgomberano, i soldati demoliscono tutto. Durante una di queste demolizioni, una parte della casa originaria è stata danneggiata e l'esercito aveva promesso di quantificare il danno d'accordo con i proprietari. Il che significa che l'esercito deve sgomberare i coloni ed infatti ce lo ha comunicato un giorno prima. Sulle prime i soldati sono apparsi esitanti, timorosi di non riuscire a controllare la tensione tra noi ed i coloni. Comunque ora lo sgombero è avvenuto.

Ora stiamo progettando di occupare la terra e tentare una cerimonia unitaria di ripresa del possesso della terra palestinese e poi garantire una nostra continua presenza nella casa.

Come già detto, per far ciò abbiamo bisogno di grande aiuto. Fate girare la voce a quanta più gente potete, di modo che possiamo affrontare seriamente questa sfida e riaffermare la proprietà palestinese su quella terra.

L'azione di mercoledì

Dopo una "coordinazione" con l'amministrazione israeliana d'occupazione, ad una parte dei nostri attivisti è stato permesso di entrare nell'area su cui sorge la casa, dato che la zona è stata dichiarata area militare chiusa. Nel pomeriggio, quando siamo arrivati, le forze di Stato al posto di blocco hanno controllato i nostri documenti per verificare chi aveva il permesso di entrare. Alla fine ci hanno fatto entrare, ma senza la macchina con tutto l'equipaggiamento.

Quando siamo entrati abbiamo visto che alcuni dei giovani coloni erano già ritornati. Abbiamo fatto pressioni sul comandante delle forze di Stato ed ottenuto che i coloni si ritirassero di un centinaio di metri.

Poco a poco, in aiuto ai giovani coloni si sono aggiunti gli adulti. All'inizio le forze di Stato hanno fermato due di loro per poi rilasciarli a rinunciare a bloccare gli altri. Preso atto che le forze di Stato non stavano facendo niente, abbiamo iniziato a fare pressione sui coloni, prima verbalmente e poi spingendo. Dato che eravamo 8 contro 100, abbiamo deciso di ritirarci.

Ci aspetta un altro round, dato che il comportamento dell'esercito ha suscitato uno scandalo legale e un rimando di accuse tra reparti per inefficienza con la promessa di fare il loro dovere nella prossima occasione.

Sui fatti di Qaddum, link al video: http://www.youtube.com/watch?v=Jq_33tSp6JE

Bil'in

A Bil'in, abbiamo avuto modo di sperimentare ancora una volta la tattica di graduale disimpegno delle forze di Stato israeliane addette alla repressione delle manifestazioni del venerdì.

Questa volta, dopo che la manifestazione non violenta è giunta al cancello della strada del muro della separazione, l'esercito ha annunciato come al solito che tutta l'area era zona militare chiusa e ci ha avvertito di non toccare il muro. Per tutta risposta, i compagni hanno aperto il cancello sulla strada dove passa la barriera elettronica. Uno sparo di avvertimento ha innescato il lancio di pietre da parte dei giovani che non condividono con noi la scelta non violenta. Per alcuni minuti ci sono stati spari da parte delle forze di Stato, soprattutto di gas lacrimogeni. La maggior parte di noi è rimasta vicino al muro, ma quando i soldati hanno ripreso a sparare con maggiore intensità, siamo ritornati al villaggio.

Per tutto il tempo del confronto, le forze di Stato se ne sono rimaste per la prima volta dall'altra parte della strada su cui passa il muro, senza fare nessuna carica contro i lanciatori di pietre e contro i manifestanti non violenti lì a pochi metri.

La strada dell'apartheid 443

La sentenza pronunciata dall'alta corte di "giustizia" di Israele che aveva autorizzato anni fa la confisca delle terre palestinesi su cui passa la strada 443 prevedeva che a farne uso fossero anche gli abitanti dei villaggi palestinesi lungo il suo tracciato.

In realtà, per anni agli abitanti dei villaggi non è stato permesso di percorrerla. Quando la cosa è stata portata davanti all'alta corte di "giustizia" israeliana, questa ha mutato la sua precedente sentenza autorizzando per legge il divieto già esistente di fatto di far circolare le auto dei palestinesi.

In seguito a questa recente e negativa decisione dell'alta corte, sono riprese le manifestazioni che erano state interrotte mesi fa in attesa della sentenza della corte. Gli Anarchici Contro Il Muro sono stati chiamati a rinnovare il loro appoggio, cosa che abbiamo fatto.

vedi http://www.haaretz.com/hasen/spages/966013.html

Ilan Shalif
http://ilan.shalif.com/anarchy/

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali