Report settimanale sulle principali attività di Anarchici Contro il Muro
01.03.08

 

Tel Aviv, Salfit, Umm Salamuna, Bil'in, Beit Umar

Per tutta la scorsa settimana gli Anarchici Contro il Muro sono stati coinvolti nell'ondata di nuovi rifugiati dall'Africa e sulla conseguente ondata di repressione contro di loro. Giovedì sera c'è stata l'azione di critical mass contro l'occupazione e le atrocità sui palestinesi della striscia di Gaza; venerdì 29 è stato il giorno più pieno, al mattino - insieme ad altri attivisti, gli Anarchici Contro il Muro hanno partecipato alla veglia settimanale nel distretto occupato di Silwan (Gerusalemme); verso mezzogiorno hanno partecipato alle manifestazioni contro il muro della separazione a Umm Salamuna e ad Al Khader (sud di Betlemme) e naturalmente alla 158^ manifestazione del venerdì a Bil'in. Sabato a mezzogiorno, gli Anarchici Contro il Muro sono andati nuovamente a Beit Umar (sud di Betlemme) per protestare contro la crescente repressione ai danni di una comunità che sta lottando contro l'espansione del vicino insediamento dei coloni ebrei di Karmei Tsur; sabato pomeriggio e sabato sera c'è stato un "meeting organizzativo" degli Anarchici Contro il Muro dato che era emersa una certa insoddisfazione verso lo stato attuale di organizzazione nell'ultimo meeting informale degli attivisti a Tel Aviv.

Critical mass:

Dopo Come nei mesi precedenti, l'azione si è fatta anche la sera dell'ultimo giovedì del mese. Nei primi mesi in cui si faceva questa azione, la polizia si era dimostrata tollerante nonostante qualche problema di circolazione delle auto. Ma negli ultimi 3 mesi la polizia ha iniziato a darci fastidio ed a fermare qualcuno dei partecipanti. Questo giovedì la polizia ha cercato di disperderci, ma anche dopo che 6 di noi erano stati arrestati, il nostro bici-presidio è continuato. Quando i 6 fermati sono stati portati davanti al giudice la mattina del venerdì, la polizia ha dovuto incassare la sentenza del giudice che ha liquidato il caso condannando la polizia per falso arresto. Forse la democrazia per gli ebrei israeliani all'interno dei confini pre-1967 funziona ancora...

Silwan (Gerusalemme):

Il processo di ebraizzazione dei villaggi palestinesi e dei quartieri annessi alla Gerusalemme israeliana ha raggiunto recentemente il suo picco a Silwan. In risposta, c'è stata l'iniziativa a Gerusalemme della coalizione contro l'occupazione, a cui hanno partecipato anche gli Anarchici Contro il Muro, con un presidio in un'importante località turistica per dimostrare la nostra indignazione contro le crescenti atrocità.

Retroscena:

L'associazione Elad è nota per la sua attività di pulizia etnica contro i palestinesi di Wadi Hilweh e Silwan da oltre dieci anni. L'associazione usa mezzi diversi per i suoi obiettivi: paga più o meno legalmente indennizzi per le case, utilizzando una rete di collaboratori che distrugge un territorio dall'interno, ricorrendo a pretesti come l'individuazione di siti archeologici o per lo sviluppo turistico al fine di indurre i residenti locali a traslocare.

Lo Stato di Israele ha dato pieno mandato per il controllo sui siti archeologici di Silwan all'associazione Elad, la quale in cambio ha messo a punto un metodo per espellere i cittadini dalle loro proprietà, appropriandosi così di aree pubbliche che recinta a fa vigilare da guardie private che impediscono l'accesso ai residenti. Elad effettua sondaggi ed esegue aggressive campagne di scavi archeologici, condotti con segretezza e prassi illecita, in aperta violazione dei codici etici internazionali e con la protezione di forze private di sicurezza. Elad è riuscita a collocare suoi uomini in tutte le autorità e le commissioni che abbiano rilevanza per le sue attività: nella amministrazione municipale di Gerusalemme, nelle commissioni statali a livello nazionale, nelle autorità sui beni antichi, nell'autorità per i parchi e la protezione della natura, nella custodia dei beni abbandonati dai loro proprietari. Ogni tentativo dei residenti di far qualcosa contro Elad, si è scontrato con l'immediato intervento della polizia israeliana e dei servizi segreti (Shin Bet) a protezione di Elad.

Centinaia di migliaia di turisti all'anno vengono accompagnati negli scavi di Silwan, e sottoposti al lavaggio dei cervello delle cose tendenziose che gli racconta Elad, sotto la patina affascinante dei parchi nazionali e delle antichità. La distorsione dei fatti e l'oppressione sui residenti locali deve venir fuori e fatta sapere specialmente a coloro che vengono a visitare i siti naturali ed archeologici.

Manifestazioni a sud di Betlemme contro il muro della separazione e contro l'occupazione:

Circa un anno fa la costruzione del muro ha raggiunto le zone a sud. I villaggi della regione si sono visti derubare la loro terra da questo crimine di guerra ed hanno iniziato a reagire con delle manifestazioni ed altre azioni dirette, invitando gli Anarchici Contro il Muro a partecipare sia alla fase preparatoria che a quella di realizzazione. Dopo un anno di regolari attività di protesta e di contrapposizione è nato un altro comitato popolare nel villaggio di Al Khader, il quale ha iniziato a fare manifestazioni ogni venerdì. Gli attivisti di Anarchici Contro il Muro come altri da Gerusalemme e Tel-Aviv partecipano a queste azioni unitarie.

Questo venerdì, un minibus con a bordo attivisti di Gerusalemme è stato intercettato dalla polizia sulla strada verso Umm Salamuna. Per cui la manifestazione è stata molto breve.

Infatti, le forze di Stato israeliane si sono impegnate al massimo per prevenire l'afflusso di attivisti israeliani e le manifestazioni ad Al Khader. Due camion di soldati hanno invaso il villaggio prima del concentramento dei manifestanti. Hanno sequestrato l'impianto voce usato per diffondere l'appello alla manifestazione rivolto alla popolazione del villaggio. Se la sono presa con gli organizzatori e li hanno accusati di disturbo all'ordine sociale costituito. Gli Anarchici Contro il Muro hanno affrontato le forze di Stato denunciando i maltrattamenti ed il sequestro dell'impianto voce, strappando la promessa di vederselo restituire. Si è poi saputo che nonostante la manifestazione non si fosse svolta, almeno l'impianto voce era stato restituito.

Beit Umar:

Il comitato popolare di Beit Umar aveva programmato la manifestazione per il primo pomeriggio di sabato 1 marzo, di modo da non interferire con le altre manifestazioni del venerdì in corso nella regione.

Retroscena:

In risposta alla intensificazione della lotta del villaggio di Beit Umar contro il muro della separazione e contro l'espansione del vicino insediamento coloniale di Karmei Tsur, le forze di Stato israeliane hanno preso delle speciali misure per tenere sotto pressione il villaggio. Ecco di seguito un esempio di resistenza:

"Questa notte, intorno all'1:00, l'esercito ha invaso Beit-Umar con oltre 100 soldati che hanno perquisito ogni casa, arrestando più di 50 persone. C'era un coprifuoco totale nel villaggio e l'esercito aveva bloccato ogni accesso.

E' già la quarta notte di fila che le forze di occupazione israeliana entrano al tramonto con la forza in una delle case all'interno del villaggio. La famiglia che ci vive viene concentrata in una stanza dopo avergli tolto ogni possibilità di comunicare col telefono. Occupano la casa per farne un punto di osservazione sui movimenti dei lanciatori di pietre.

Tre attivisti israeliani questa notte si sono presentati in questa casa. Dopo aver bussato cortesemente, la porta è stata aperta da quei terroristi che fanno parte dell'esercito israeliano, armati di tutto punto dalla testa ai piedi. I soldati, in base alla procedura, hanno fatto entrare gli attivisti nella casa, dimostrandosi completamente sorpresi dalla visita inaspettata.

Gli attivisti sono stati messi nella stanza degli ospiti. Il padrone di casa era detenuto in un'altra stanza con la sua famiglia sotto sorveglianza armata di 2 soldati.

Quattro soldati che si trovavano nell'ingresso della casa - il sottotenente Ehud (comandante del drappello), Nati, Masi, ed Israel (Shrul) - sono entrati nella stanza degli ospiti ed hanno iniziato a richiedere i cellulari. "Perché mai?", hanno risposto gli attivisti e gli è stato detto che i telefonini venivano tolti per impedire comunicazioni con l'esterno che riguardassero le operazioni militari. Gli attivisti hanno consegnato i loro cellulari. Intanto con una telecamera non cessavano di riprendere tutto da quando erano entrati nella casa. Gli attivisti hanno cercato di scoprire se i soldati avessero un mandato o qualcosa del genere che li autorizzasse ad invadere una abitazione ed a tenere chi ci abita chiuso in un stanza. Dopo alcuni minuti i soldati si sono accorti della video-camera e l'hanno voluta. Gli attivisti ne hanno estratto la cassetta prima di consegnarla. I soldati, che ritenevano il filmato importante, hanno preteso la cassetta. La risposta è stata no. "Non si può registrare nulla senza videocamera" hanno risposto gli attivisti, mettendosi la cassetta in tasca. I soldati non hanno gradito ed hanno iniziato a fare pressioni per avere la cassetta, ed una volta esaurite le parole, sono passati alle maniere spicce, ma senza riuscire ad avere la cassetta.

Uno degli attivisti ha iniziato a sentirsi male. Tossiva molto forte e respirava a stento. Gli attivisti hanno chiesto ai soldati di farsi indietro per farlo respirare. Anche questo a costo di percosse, ma quando hanno capito che il malore era serio si sono ricomposti ed uno di loro ha raccolto la collezione di orsacchiotti e cuoricini nella stanza, che gli era caduto durate la colluttazione per prendere la cassetta. Ragazzi, che esercito illuminato!

La famiglia, nonostante fosse chiusa in una stanza, aveva fatto mandare dell'acqua e del thè. Il compagno che si era sentito male ha bevuto un po' di acqua e si è accasciato su una pila di coperte e di giacche.

I soldati hanno smesso di essere aggressivi e sono usciti dalla stanza lasciando uno di loro a turno di guardia. Verso le 23.00, i soldati hanno chiuso le porte delle stanza. I loro commilitoni son scesi dal tetto della casa e se ne sono andati. Hanno aperto le porte ed hanno liberato la famiglia che è uscita da quella prigione (che solo poche ore prima era la loro casa), per incontrare quei tre ospiti arrivati lì da tanto lontano.

Tutto è bene quel che finisce bene. Qualche bimbo traumatizzato, genitori atterriti e messi nelle condizioni di non poter proteggere i loro figli, vicini impossibilitati a portare aiuto. Ed i soldati? Un altro giro. Domani, probabilmente, si piazzeranno per un po' in casa di un'altra famiglia palestinese."

Bil'in:

Questo venerdì 29 febbraio, il tema della manifestazione era la crescente repressione su Gaza. Abbiamo marciato dal centro del villaggio al cancello del muro sulle terre ad ovest del villaggio. Oltre ai canti avevamo con noi la "salma" simbolica di un bambino in una scatola a mò di bara, ed una gigantesca bandiera nera di 2 metri per 20.

Quando siamo giunti sulla strada del muro della separazione, abbiamo forzato ed aperto il cancello esterno ed un compagno ha messo il feretro simbolico sul muro elettronico, per ritirarsi in tutta fretta verso gli altri manifestanti. Per ritorsione, i soldati israeliani hanno sparato, ed un proiettile ha seriamente ferito un compagno.

Intanto un israeliano emigrato, attivista della lotta contro il muro, suonava una musica adatta all'occasione funerea.

Ad un certo punto, una granata di gas lacrimogeno è esplosa tra le file dei soldati posizionati sulla strada al di là del muro. Costretti a scappare da lì ed innervositi dall'umiliazione subita se la sono presa con noi spingendoci giù lungo la collina, ordinandoci di ritornarcene al villaggio.

Sebbene i soldati fossero numerosi, non tutti erano convinti di quello che stavano facendo, per cui abbiamo resistito. Dopo aver fermato un attivista e maltrattato altri compagni, i soldati hanno perso impeto e noi ci siamo riorganizzati ai piedi della collina.

A quel punto i soldati hanno indirizzato la loro attenzione verso i giovani lanciatori di pietre nascosti tra gli ulivi, sparando su di loro gas lacrimogeni.

Poco dopo siamo ritornati al villaggio, lasciando il campo al gruppo principale dei lanciatori di pietre, il quale prima di entrare in azione ha aspettato che la nostra manifestazione non-violenta fosse finita.

Link alle foto di un attivista americano che è stato ferito alla testa a Bil'n:

http://sabbah.biz/mt/archives/2008/02/25/american-activist-shot-in-the-head-in-bilin/

Video di David Ribb sul terzo anniversario della manifestazione del venerdì a Bil'in:

http://www.youtube.com/watch?v=IwVcGmULeog

Ecco i links ai video clips della manifestazione di Bil'in di venerdì 29 febbraio:

http://www.youtube.com/watch?v=Qy8-oxnZQJU
http://www.youtube.com/watch?v=Jz7j8TpjPtY

 

Ilan Shalif
http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html

Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali