Lungo weekend degli attivisti di Anarchici Contro Il Muro
04.11.07

 

A Bil'in, venerdì 2 novembre, manifestazione numero 142. Si è svolta come le precedenti (come riportato in diversi siti come ainfos.ca, anarkismo.net, infoshop.org, israel.indymedia.org). La novità era costituita dalla presenza di un contingente di attivisti francesi e dal non verificarsi della solita tattica delle forze di Stato che porta drappelli di soldati ad introdursi tra gli ulivi che si trovano tra il muro ed il villaggio allo scopo di provocare i giovani lanciatori di pietre.

Altre azioni del venerdì si sono svolte a Tel Aviv. La prima è stata una grossa dimostrazione per il diritto di asilo ai profughi soprattutto del Darfur, i quali vengono trattati in modo razzista come appunto ci si può aspettare da uno Stato come Israele. Gli attivisti di Anarchici Contro Il Muro si sono impegnati da 2 mesi a questa parte in attività di organizzazione ed aiuto ai profughi del Darfur e da altri paesi richiedenti asilo, cercando di coinvolgere altri cittadini israeliani.

Un compagno presente alla manifestazione ha scritto il seguente testo:

"Oggi in Israele ci sono circa 3.000 profughi che chiedono asilo; la maggior parte di loro sono africani ma ce ne sono anche da Birmania, Iraq ed altri paesi. Lo Stato di Israele non ha una politica ufficiale e nemmeno una legge per affrontare queste situazioni (sebbene sia vincolato a certe norme internazionali, cerca in tutti i modi di non rispettarli). La maggior parte dei profughi sono sotto la minaccia della deportazione nel paese di origine, con morte sicura una volta lì. La mattina di domenica 4 novembre, alcuni illuminati parlamentari proporranno alla Knesset di prendere in considerazione la definizione dello status di rifugiato e di richiedente asilo in Israele.

Venerdì 2 novembre, circa 1.000 persone hanno marciato attraverso la via principale di Tel Aviv, il Rothschild Boulevard. Israeliani, eritrei, sudanesi, burmesi, congolesi, liberiani e molti altri hanno manifestato contro la deportazione dei rifugiati e per la legalizzazione dello status di rifugiato in Israele. Durante la manifestazione si sono aggregati molti israeliani fino alla sua conclusione di fronte alla cinemateca per un concerto di gruppi di rifugiati e di israeliani."

La seconda azione si è svolta pure in Rothschild Boulevard, indetta dal fronte per la liberazione dello spazio pubblico.

Oggi (venerdì, 2 nov.) attivisti autonomi hanno rimosso uno dei globi in Viale Rothschild per rimetterlo davanti alla Camera di Commercio in segno di protesta contro l'abuso dello spazio pubblico. Negli anni recenti la globalizzazione ed il nuovo ordine del capitale neo-liberista si sono manifestati nel Rothschild Boulevard. Vari oggetti spacciati quali "opere d'arte" sono stati collocati lungo Rothschild Boulevard al servizio delle pubbliche relazioni per i grandi affari. Questa volta sono stati deposti grossi globi lungo tutto il viale.

In un'azione diretta venerdì, uno dei globi è stato rimosso dal suo sito e riportato in prossimità degli uffici della Camera di Commercio. Gli attivisti hanno avvertito che se il Comune di Tel Aviv permetterà che il grande business si impossessi degli spazi pubblici collocando i propri simboli scultorei spacciandoli per opere d'arte, si procederà alla loro rimozione.

Sabato 3 novembre, come in altre occasioni, l'obiettivo è stato quello dei blocchi stradali che impediscono lo spostamento in auto dei palestinesi all'interno dei territori occupati da un villaggio all'altro, da una strada all'altra. Sono i cosiddetti blocchi interni.

L'obiettivo scelto era un blocco stradale che taglia il traffico da Beit Umar ed altri villaggi attraverso l'incrocio di Gabah.

Abbiamo viaggiato insieme - palestinesi, attivisti internazionali ed attivisti di Anarchici Contro Il Muro - lungo la strada dei villaggi tra la superstrada 60 e quella vicina che passa vicino Gabah. Siamo arrivati all'incrocio ed abbiamo iniziato a rimuovere il blocco stradale. Prima abbiamo spostato le piastre di calcestruzzo ai lati della strada, poi abbiamo iniziato a spostare i blocchi di roccia della seconda linea del blocco.

Mentre eravamo lì, è passato un carro armato con tre soldati israeliani che ci ha intercettato. Ci hanno ordinato di smettere... ma noi gli abbiamo riso in faccia, dal momento che l'unico mezzo che avevano per obbligarci a smettere era quello di spararci addosso, cosa che però gli era impedita dalla presenza di cittadini israeliani mischiati con i palestinesi.

Quando eravamo ormai riusciti ad aprire un varco nel blocco stradale, sono giunti i rinforzi militari e abbiamo deciso che non era il caso di misurarci in un confronto fisico con loro, per cui siamo ripartiti con le nostro auto. Le forze di Stato che sono state addestrate a tenere un basso profilo nell'area dei blocchi stradali, non hanno nemmeno cercato di fermare nessuno di noi.

Domenica 4 novembre è stata un'altra giornata di azione contro l'occupazione israeliana dello spazio palestinese. Come nelle settimane passate, l'azione era vicino alla galleria sotto la strada 443 dei coloni israeliani, a cui è vietato l'accesso per i palestinesi residenti nella regione. Tutte le uscite delle strade palestinesi sulla 443 sono bloccate. Non solo, ma quasi tutta la strada è recintata sui lati lungo il percorso all'interno dei territori occupati, costringendo i palestinesi ad usare strade secondarie per aggirare i blocchi tra i villaggi e tra questi con il capoluogo di regione, Ramallah.

Questa volta era stata fatta un sacco di propaganda per questa azione vicino alla galleria sotto la 443, unico passaggio per i palestinesi. Perciò c'erano molti partecipanti dai villaggi vicini, ma anche un grosso dispiegamento di forze di Stato. Le quali hanno subito cercato di impedire agli Anarchici Contro Il Muro di unirsi ai manifestanti palestinesi, fermandoci a due blocchi stradali. I carri armati impedivano l'ingresso a piedi al luogo della manifestazione.

Eppure, nonostante gli sforzi dell'esercito, gli attivisti di Anarchici Contro Il Muro sono riusciti ad unirsi alla manifestazione anche se con un po' di ritardo.

Ilan Shalif
(Anarchici Contro Il Muro)

http://www.awalls.org

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali