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Iniziamo dalla fine.

Mediaset, nella giornata di mercoledì 9, ha perso il 12% del valore di borsa, la maglia nera, che descrive il giudizio su di una ipotetica campagna elettorale nelle prossime settimane e quindi la diminuzione dello spazio pubblicitario per gli spot natalizi, quindi un calo di profitti, a cui aggiungere la crescita legato all'aumento dello spread sui BTP rispetto gli interessi verso i prestiti bancari in corso.

La scelte sul conflitto di interessi tra essere imprenditore e capo politico, a cui Berlusconi consapevole dei suoi veri "interessi" ha subito appoggiato un governo tecnico che gli consente di ritirarsi dall'agone politico, garantendosi le sue imprese (anche Mondadori, Mediolanum, le varie quote di minoranza in Mediobanca e RCS-Corriere della Sera) e un probabile salvacondotto per quelle poche sentenze ancora in corso, evitando di essere artefice di una ristrutturazione drastica che avrebbe colpito anche il suo blocco sociale, quello degli evasori. Il suo partito di plastica sta evaporando velocemente, rimangono solo alcuni "giapponesi", quelli ex-PSI come Sacconi e Brunetta che nessuno vorrebbe, più gli ex-MSI come La Russa/Gasparri che rimpiangono di essersi venduto l'anima al PdL, distinguendosi da Fini che immagino nel loro caso non farebbe prigionieri. Tutti gli altri si preparano ad un governo di transizione che costituisca la 3a repubblica oltre che risolva i nodi dell'emergenza economica.

Infatti si sta costituendo un nuovo soggetto politico nei prossimi mesi, la nuova Democrazia Cristiana come auspicato dalle gerarchie ecclesiastiche recentemente. Non a caso sono attivi Pisanu, Scajola da settimane, improvvisamente anche i Pomicino, i Formigoni e i CL diventano attivi e responsabili anche perché tutti i settori economici (inclusi commercianti e artigiani della Rete d'impresa) anche iperberlusconiani sostengono l'ipotesi.

Come qualcuno sosteneva i famosi "corsi e ricorsi storici" di Vico.

Il tutto dentro gli auspici del PPE dentro il quadro europeo. Non va dimenticato che Casini e l'UDC sono già organici e Fini da buon conservatore illuminato staziona nell'area con agganci francesi. Letta (zio) è un vecchio democristiano dell'area andreottiana, quindi vaticana. Sarà divertente vedere se torneranno a casa anche i "margheritini" del PD (Fioroni, Letta, Marini, Renzi).

Monti è un tecnocrate con discreti agganci internazionali essendo presidente europeo della Commissione Trilaterale (si esiste ancora), nel direttivo Bilderberg, cioè nei gangli dei veri intrecci di potere internazionale, e nel 2005 legato a Goldman Sachs che ha la capacità di formare economisti da usare negli stati. In USA i ministri del Tesoro sia con presidenti repubblicani o democratici provengono da questa banca. Ma anche Draghi. Per ultimo, oltre ad incarichi dentro la commissione Europea, anche presidente della Università Bocconi, il tempio dell'ideologia liberista in Italia che forma i nuovi specialisti. Infatti velocemente diventa senatore a vita e si prepara tra pochissimi giorni a gestire i prossimi mesi nella politica economica e sociale e altro. I "mercati" hanno già segnalato il gradimento con aumenti della borsa di Milano e la BCE ha immediatamente sostenuto i titoli del Tesoro con acquisti massicci e pilotati dal nuovo direttore Draghi, con la situazione paradossale che in proporzione costavano di più i titoli a breve oggi in scadenza (passati dal 3,5 al 6% in un mese) di quelli a dieci anni presi nel secondario. In una situazione di caduta della produzione industriale di settembre e nella conferma di un 2012 dove la crescita sarà molto molto bassa per tutti (dati Germania 2011 al 3%, 2012 al 0,9%), quasi da recessione già da mesi preannunciata, stranamente la borsa dava segno positivo. Il salvatore della "patria" già anticipato dalla nomina. Ma salvare la "patria" necessita decisioni impopolari che facilmente sono quelle che da decenni la FMI è solito applicare indefessa e con esiti solamente deflazionistici che distruggono la ricchezza degli Stati e le condizioni dei lavoratori. Soprattutto però necessita "fare" e non semplicemente "dire di fare" come era solito praticare il Berlusconi, che si è bruciato completamente dimostrandosi allergico ad intervenire se i problemi non erano strettamente a lui impellenti.

Ma paradossalmente il fare non è oggi cosa complessa, molto perché si intreccia dentro una situazione nel mercato mondiale e dentro problemi di vuoto normativo e di politica/economica dentro l'Euro.

La prossima settimana la CDU della Merkel discuterà a congresso di due scenari diversi forse anche complementari. Uno di rendere flessibile la zona Euro consentendo l'uscita dall'Euro senza uscire dall'UE, cioè accettare che un paese, esca rimanendo agganciata alle esportazioni/importazioni di merci tedesche quindi con normativi commerciali comuni, evitando la situazione greca dove i problemi sono decisamente peggiorati dopo i piani di aggiustamento.

L'altro una decisione storica per la Germania e che è il nodo della moneta che dispone di una Banca centrale che non può operare come salvatore in ultima istanza, cioè che in emergenza possa intervenire con sostegni al sistema bancario iniettando liquidità, cioè dando a credito moneta oppure possa acquistare in primis titoli di debito pubblico.

Infatti ad oggi l'intervento della BCE di €183 miliardi è in effetti fatta dalle Banche centrali dei vari paesi e quando verrà istituito l' EFSF (fondo salva stati) di €440 miliardi a lui trasferiti con contributo nazionale, che per l'Italia sarà del 17% sul totale, cioè al momento i soldi (€70 miliardi) con cui si comprano i BTP sono quelli che sono messi a disposizione dalla stessa. I Saggi hanno elaborato una specie di fondo comune dove anche la Germania partecipa con contributo significativo, una struttura simile agli Eurobond ma di importo sui €2.300 miliardi che acquista i BT superiori al 60% del Pil e dilazioni nel tempo nell'arco di 20/25 anni il rimborso, sarebbe per il 40% costituito da Buoni Italiani (circa €900 miliardi), 25% da quelli tedeschi.

Unica descrizione data dal Sole24ore del 10.10.11 a p. 25, "un programma ben definito nei tempi e soggetto a condizioni molto severe per il rimborso", quindi un esecutivo italiano discretamente credibile e determinato.

In realtà in Europa c'è un dibattito serrato per far sì che l'EFSF abbia il ruolo di banca che non ha la BCE e quindi possa intervenire sulla base della riserva costruendo un debito/liquidità almeno triplo, su questo punto il sostegno è dei francesi e degli inglesi, si oppongono i tedeschi che hanno terrore di dover sostenere i debiti altrui senza potere di interdizione.

mm

10 novembre 2011

PS: L'ipotesi di non pagare il debito è bella, ma si scontra con un problema, dipende con cui si contraggono i debiti: con i privati è facile e abituale. Ne sanno qualcosa ultimamente i possessori italiani di obbligazioni irlandesi a cui è imposto un rimborso puramente formale (qualche centesimi su un Euro), peraltro è quello possibile per gli islandesi perché i creditori erano cittadini esteri famelici, legati agli interessi prospettati.

Maggiormente difficile per Banche centrali o Fondi sovrani che potrebbero fare causa, aspettare nel tempo e sequestrare all'estero beni anche di privati. Situazione non impossibile per una economia dove l'esportazione/importazione incide per il 25% della ricchezza prodotta in un anno.