Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica

 

La "Corrente Anarchica di Difesa Sindacale" della CGIL

 

A seguito del tentativo di ricostruzione dell'Unione Sindacale Italiana, avvenuta pochi anni fa e già avviata inesorabilmente ad esaurirsi, e alla parallela nascita dei Comitati di Azione Diretta, organismi sindacali specificatamente anarchici, si è avuto nel movimento anarchico un deciso risveglio dell'interesse verso l'azione sindacale e le lotte operaie.

Questo interesse però è stato ed è tuttora condizionato da una analisi e una pratica che non si ricollegano alle tradizioni sindacali del movimento anarchico, ma piuttosto ad un tipo di anarco-sindacalismo quale è quello della CNT spagnola.

Infatti gli anarchici italiani non hanno mai sostenuto una concezione sindacale di tipo "anarco-sindacalista". La stessa nascita dell'USI nel 1912 fu determinata dalle scelte e dal ruolo dei sindacalisti rivoluzionari, e l'USI non è mai stata anarco-sindacalista, almeno per quello che si intende comunemente per anarco-sindacalismo. Di questo ne sono testimonianza i dibattiti avvenuti nei congressi dell'Unione Anarchica Italiana nel 1919 e nel 1920, e il fatto stesso che militanti di spicco del movimento anarchico aderirono alla CGL, come Luigi Fabbri, Pietro Ferrero, segretario della FIOM di Torino, Maurizio Garino, Spartaco Stagnetti.

Ed anche oggi, è errato credere che tutto il movimento anarchico sia orientato in senso "anarco-sindacalista". A partire dall'effettuazione della campagna congressuale per il X congresso della CGIL, da varie parti d'Italia si è avuta notizia di una partecipazione attiva di lavoratori anarchici ai congressi della CGIL, da quelli territoriali, ai regionali, ai nazionali di categoria, che è sfociata poi nella realizzazione di una assemblea nazionale dei lavoratori anarchici della CGIL, tenutasi a Modena nel novembre scorso.

La scelta di numerosi lavoratori anarchici di militare all'interno della CGIL si ricollega politicamente all'esperienza della "corrente anarchica di difesa sindacale" della CGIL attuata a partire dal 1945 e durata almeno fino al 1960, esperienza che coinvolse la maggioranza del movimento anarchico dell'epoca attivo a livello sindacale.

E' infatti al primo congresso della FAI, tenuto nel settembre del '45 che si decide di costituire un Comitato Sindacale atto a coordinare l'opera dei già esistenti Gruppi di Difesa Sindacale. Si forma così la corrente anarchica di difesa sindacale, che rappresentando al I Congresso nazionale della CGIL (Firenze 1947) 5.800 lavoratori, otterrà l'elezione di un proprio rappresentante nel Comitato Direttivo nazionale della CGIL, cioè Attilio Sassi, segretario nazionale del Sindacato Minatori e Cavatori e del sindacato lavoratori all'estero.

La scelta di aderire alla CGIL e di non operare per la ricostruzione dell'USI nasce soprattutto dalla volontà degli anarchici di attuare una politica sindacale unitaria,di non dividere i lavoratori, continuando nello spirito unitario già costruito durante la resistenza, e nella convinzione che solo aderendo al sindacato unitario era possibile far sentire il proprio peso, per non isolarsi dai lavoratori.

Gli elementi politici che caratterizzano la corrente anarchica nelle sue iniziative di dibattito e di lotta sono la convinzione che l'unità della classe lavoratrice nel sindacato unitario è l'elemento essenziale della lotta rivoluzionaria e di classe, e che questa unità per essere fattiva deve essere emanazione diretta della base lavoratrice; su queste direttive si ribadisce l'adesione alla CGIL, per liberarla dalle negative influenze partitiche, contro i Consigli di Gestione, denunciati come organi di collaborazione con il capitale, propagandando parallelamente la costituzione dei Consigli di Fabbrica concepiti come organismi antagonisti al padrone; sostenendo la lotta per l'abolizione dei cottimi e per la riduzione della giornata lavorativa a 6 ore.

Un altro elemento di critica risoluta all'interno dell'organizzazione sindacale è il rifiuto dell'attribuzione delle cariche sindacali in base alle liste bloccate dei partiti, propugnando elezioni dirette e libere e impegnando gli aderenti alla corrente di accettare incarichi sindacali solo in questo caso, scelta che se di fatto limita enormemente la presenza anarchica negli organismi della CGIL, accentua comunque la volontà di ridare al sindacato i suoi connotati di classe e di organizzazione autonoma dei lavoratori.

Alcuni esponenti della corrente anarchica della CGIL, oltre al già citato Attilio Sassi, al quale peraltro sembra venne offerto, ottenendone il rifiuto, di diventare il quarto segretario nazionale della CGIL accanto a Di Vittorio, Grandi e Lizzadri, vengono eletti, nei vari congressi, nel Comitato Direttivo. Tra essi Marcello Bianconi, segretario del sindacato provinciale Facchini del porto di Genova, Gaetano Gervasio, del Comitato Centrale della FIOM, Umberto Marzocchi, della Commissione Esecutiva della C.d.L.di Savona. Da citare ancora, tra i più attivi, Lorenzo Parodi ed Ugo Scattoni, del Comitato Centrale della FIOM, e lo stesso Alberto Meschi, segretario della Camera del Lavoro di Carrara.

Certamente tante altre cose sarebbero da dire, ma la mancanza di un qualsiasi specifico studio sull'argomento impedisce di approfondire adeguatamente questa esperienza sindacale degli anarchici. Rimane comunque importante testimoniare l'esistenza di un legame ideale e politico tra la nostra azione sindacale di oggi e quella portata avanti in altri periodi storici dal nostro movimento, legame che si esplica in un impegno sindacale degli anarchici che punta alla affermazione di un sindacato di classe, trasformatore, unitario, democratico.

Claudio Silingardi


Articolo in "Il punto della lotta di classe", anno II, n°7 – aprile 1982; periodico comunista anarchico nazionale stampato a Bari – organo dell'ORA-Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica). Copia originale in archivio storico della sezione FdCA di Fano/Pesaro.