Draghi & Sindacati

DRAGHI PER IL VIALE DELL'ASTRONOMIA A SCRUTAR IL CUNEO STELLARE, SINDACATI PARTNER INCASTRATI SOTTO IL TETTO DEL 2%

 

4 sono le linee guida del Documento di programmazione economica e finanziaria delineato dal Governo Prodi: sanità, previdenza, pubblica amministrazione e trasferimenti Stato-Regioni. Un piano quinquennale che promette lacrime e sangue per tutti e tutto teso a vincere al demenziale bingo delle compatibilità europee. Sembra infatti emergere una pesante manovra di finanza pubblica (35 miliardi di euro) volta a realizzare un rapido abbattimento del rapporto tra debito pubblico e PIL (stimato al 4% nel 2006 ed al 5% nel 2009).

Il perseguimento di un simile obiettivo richiederebbe che il bilancio pubblico accumulasse per alcuni anni degli avanzi primari estremamente ampi. Ciò implicherebbe:

Da un lato si ritiene sconsigliabile un inasprimento del prelievo fiscale, per evitare una ulteriore compressione della domanda aggregata e quindi dei livelli di attività economica, con riflessi negativi sullo stesso bilancio pubblico. Dall'altro occorre finanziare nel DPEF il taglio del cuneo fiscale per avvicinare il costo del lavoro italiano dal suo 45,4% al 37% dei paesi dell'OCSE.

Di sicuro nel DPEF c'è solo un numero: quel 2% di tetto programmato per i rinnovi contrattuali, strappato faticosamente dai sindacati partner, contro già un 2,4% (inferiore al tasso reale) registrato a giugno 2006 per l'Italia dall'Ufficio Statistico della UE.

Riassumendo: se non si vogliono aumenti delle tasse, occorre prepararsi a tanta moderazione salariale ed alla "compartecipazione popolare" alla spesa sociale (tickets sanitari, addizionali regionali e comunali, più anni di lavoro con riduzione del coefficiente di calcolo sulle pensioni), per poter finanziare quel "cuneo" che piace tanto a Confindustria.

Come andiamo scrivendo da alcuni anni: il salario diretto è diventato un assegno di sussistenza, il salario indiretto è diventato autofinanziato, il salario differito un investimento finanziario in fondi pensione tutt'altro che remunerativi.

Ma questa strada non è per nulla obbligata. Non vi sarà nessuna politica espansiva dei diritti e delle condizioni di vita dei lavoratori se si assumono come sacri i parametri di Maastricht del vincolo del debito pubblico al 60%, e del 3% nel rapporto debito/PIL. Le ipotetiche sanzioni della UE usate dal governo Prodi come una sorta di bau bau non valgono un ulteriore peggioramento delle nostre condizioni di vita.

Soltanto un'ampia mobilitazione popolare dal basso può imporre una diversa agenda e disarticolare la logica del DPEF quinquennale, coinvolgendo i sindacati più conflittuali e gli organismi di base e di massa che quotidianamente si battono per la difesa, la riconquista e l'ampliamento dei diritti sociali alla sanità, all'istruzione, all'assistenza, alla previdenza, ai trasporti, alla comunicazione, alla cultura.

FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
26 luglio 2006