PUBBLICO IMPIEGO - SCUOLA

L’ACCORDO DEL 4 FEBBRAIO 2002 E LA SCUOLA

di Donato Romito

Come molti ricorderanno si trattava di un protocollo di intesa per il pubblico impiego firmato dall’ARAN e dai sindacati confederali tutti. All’epoca la CGIL non aveva ancora "preso coscienza"! Fu l’accordo che fece recedere i confederali dallo sciopero del 15 febbraio, poi mantenuto dal sindacalismo di base con grande partecipazione di lavoratori e lavoratrici alla manifestazione di Roma. Si contarono oltre 100.000 scioperanti in piazza.! Fu anche una delle rare occasioni in cui tutte le sigle della galassia del sindacalismo di base si presentarono unite su una piattaforma di lotta.

Di quel protocollo sembra non esserci più traccia nella memoria sindacale dopo gli eventi legati alla delega per la modifica dell’art.18 della L.300/1971, né si sono visti sulla stagione contrattuale in corso gli effetti per cui venne firmato. Fu allora il canto del cigno della concertazione, pomposamente ribadita nell’art.1?

"1. La stagione negoziale 2002-2005….dovrà confermare integralmente i contenuti del protocollo Governo-Sindacati sulla politica dei redditi del 23/7/1993 (…)".

E quindi fu l’ultima illusoria capacità contrattuale del sindacato confederale di stare pericolosamente a cavallo dei tassi di inflazione programmata?

"(…)L’intesa raggiunta ha ottenuto risorse per la difesa del potere d’acquisto attraverso il contratto nazionale comprensive del differenziale tra l’inflazione programmata e l’inflazione reale e delle risorse aggiuntive per la contrattazione integrativa (…)" (dal comunicato unitario cgil-cisl-uil del 5/2/2002).

Certo è che si trattava del 5,6% di aumenti per il quadriennio 2002-2005 (art.11)!!! E dire che siamo già al 5,5% di inflazione reale solo per il 2002! Quei 109 euro medi circa in 4 anni previsti per la scuola sono già stati assorbiti dall’inflazione reale in corso in un solo anno…., senza neanche aver visto un solo euro in busta paga! E quelle risorse aggiuntive (1,04% entro il 2003, pari a 10 euro netti al mese) vanno prevalentemente destinate alla incentivazione della produttività, in base al merito. Inoltre non è specificata la decorrenza degli aumenti (sic!).

Ma per la scuola le note dolenti non si fermano al salario. Articolo 7:

"In riferimento al processo di riforme in atto nella scuola, il Governo, per il tramite del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, attiverà, altresì, un tavolo permanente di confronto sui seguenti punti: organici, sia del personale docente che A.T.A.; piano pluriennale di investimento; tutti gli aspetti di applicazione della riforma che hanno ricadute sul personale e sull’organizzazione del lavoro".

Dopo lo sciopero dei sindacati di base del 15 febbraio, la CGIL si radicalizza sull’art. 18, rompe alla FIAT, "scopre" lo sfruttamento di immigrati, precari e co.co.co, inonda le strade di Roma il 23 marzo e indice uno sciopero generale il 16 aprile contro Berlusconi e a dispetto di Cisl e UIL che hanno firmato il Patto per l’Italia .

Eppure il 5 luglio ce la ritroviamo insieme a Cisl, Uil, Snals e Gilda a quel "tavolo permanente" a firmare un accordo proprio sugli organici! E che accordo!

Per quanto riguarda il sostegno agli alunni disabili l’accordo prevede che ci potrà essere inserimento di un disabile in classi fino a 25 alunni e di 2 disabili fino a 2° alunni. Per il tempo pieno e prolungato nessuna certezza che vengano istituite nuove classi prime per questa tipologia di scuole. Per il personale ATA gli organici vengono congelati per il 25% al fine di permettere l’outsourcing dei servizi, proprio come previsto nell’art.6 del protocollo del 4.2.2002. I soprannumerari del personale ATA verranno scongelati con compensazione di posti tra scuola e scuola con buona pace dell’efficacia ed efficienza del servizio pubblico. Nella scuola dell’infanzia nessun incremento di posti, anzi si afferma "l’impossibilità di garantire il pieno soddisfacimento di tutte le necessità in relazione alla rilevante consistenza delle domande"! Come a dire che i posti per i bambini dai 3 ai 6 anni non ci sono. Ci sarebbero solo per accogliere eventuali profughi dalle scuole materne comunali dismesse. E siccome questo non avviene, si aprono le porte per le iscrizioni alle scuole private.

Non c’è stato alcun tavolo permanente invece sul piano pluriennale di investimenti: a fronte di un buco di 4,2 milioni di euro nel bilancio del MIUR, c’è da farsi una triste risata; mentre su "tutti gli aspetti della riforma che hanno ricadute sul personale e sull’organizzazione del lavoro", la sperimentazione della riforma Moratti si abbatte sulle scuole con la complicità dei dirigenti scolastici in carriera (ritorno al maestro unico, anticipo ai 2 anni e mezzo e 5 anni e mezzo, portfolio/schedatura di ogni allievo) e trova strade subdole come la convenzione con le Regioni per l’alternanza scuola/lavoro alle superiori, senza alcuna seria opposizione dei sindacati firmatari il 4 febbraio scorso.

Nell’aprirsi di una nuova stagione di lotte, vale la pena ricordare la piattaforma unitaria del sindacalismo di base per lo sciopero del 15 febbraio scorso. Si ricomincia da qui.

opporsi all’abolizione anche mediante l’arbitrato dell’art.18

contrastare lo scippo del TFR a favore dei Fondi Pensione

respingere le ulteriori modifiche alle pensioni

la rivendicazione di forti aumenti salariali per ottenere salari europei e ristabilire meccanismi di adeguamento automatici dell’inflazione reale

opporsi alla privatizzazione di scuola, sanità e servizi sociali

contrastare l’ulteriore precarizzazione dei lavori prevista dal libro bianco di Maroni

la difesa del diritto di sciopero

la costruzione di un’Europa sociale contrapposta a quella dei padroni

respingere il taglio dei servizi sociali e delle privatizzazioni per ripianare i bilanci pubblici

la richiesta di diritti e di una sanatoria per tutti i lavoratori immigrati

un NO senza se e senza ma alla guerra.