Genova: lotte nei trasporti

Siglato l’accordo

 

Spetterà ai lavoratori dell’azienda trasporti trarre le conclusioni da un accordo con luci e ombre.

Per quel che ci riguarda abbiamo sostenuto la loro battaglia, ci interessa qui fare una riflessione e fissare alcuni punti.

La lotta è stata contro i licenziamenti, contro il peggioramento delle condizioni di lavoro, contro la riduzione del salario attraverso l’eliminazione dei contratti sia aziendali che nazionali, contro la perdita delle parti normative,delle tutele e dei diritti.

Questo significa per la classe l’azione del capitale di privatizzare, esternalizzare le aziende in capo al “pubblico”, poi le ovvie ricadute sul servizio e i cittadini.

Una lotta difensiva sottolineiamo, ma su questo punto occorre chiarire: non esiste una separazione per cui le lotte si dividono in difensive e d’attacco. Oggi occorrerebbero queste ultime, ma il legame risulta connesso in quanto non esiste lo spartiacque; battaglie e lotte di natura differente si intersecano.

Per primo i lavoratori hanno preteso che l’azienda rimanga pubblica; secondo che debba essere ricapitalizzata con soldi pubblici che si devono trovare, l’esatto contrario di quello che il capitale sta imponendo. L'esatto contrario di quanto sindaci, governatori, ministri e compagnia cantante vanno a garantire con gli accordi di svendita e distruzione del pubblico a favore dei profitti privati.

Non a caso la lotta ha impedito al consiglio comunale di funzionare. Il comportamento del sindaco e compagnia è solo cronaca e non ci interessa.

Non è certo la scala locale, un sindaco più o meno amico, che con il patto di stabilità può spostare l'ago della bilancia.

Ma perché Genova?

Perché la realtà genovese, sul terreno sociale generale e nello specifico di quei lavoratori, è comune alla quasi totalità dell’area economica di riferimento.

Genova è una di quelle realtà - ormai sono pochissime nel centro-nord - dove la rappresentanza dei lavoratori non è stata distrutta; sconta, sì, diverse riduzioni e problemi, ma nonostante questo ha comunque una continuità.

Quando “partono” lotte con questi contenuti e questa intensità occorre aver chiaro che esiste una rappresentanza che in barba a dirigenti locali e nazionali “farlocchi” si impone: la limitazione del diritto di sciopero nei servizi scompare e si regge per giorni creando attorno alla lotta una forte rete di solidarietà che non è mancata.

Un momento di lotta di classe capace di dialogare e costruire movimento, nella speranza che questo passaggio si sedimenti sul terreno della rappresentanza sindacale e sociale. Genova dimostra che si può contrastare l’indirizzo e l’azione del capitale dal basso. Con i lavoratori di Genova oggi possiamo dire che siamo meno deboli sul terreno dello scontro capitale-lavoro.

Commissione Sindacale
Federazione dei Comunisti Anarchici

23 novembre 2013