Dopo tutto, sono solo anarchici

 

Solo nell'ultimo mese la repressione e la conseguente gogna mediatica hanno colpito a Bologna i compagni del circolo Fuoriluogo, a Torino i compagni anarchici aggrediti dal servizio d'ordine del PD, ed a Firenze anarchici e simpatizzanti, oltre a diversi studenti universitari impegnati nelle lotte sociali. E pare che basti dire di avere a che fare con anarchici per ritenersi, anche nel sindacato, legittimati a spaccare qualche testa di ragazzini anche alla fine di uno sciopero generale, come a Genova, e considerarsi giustificati. Civili e democratici, magari in altre circostanze anche garantisti, perché no.

Ma con gli anarchici no, non vale. In questa deriva legalista e securitaria che investe tutto il paese cosiddetto democratico, in cui viene spacciato per rivoluzionario l'invocare il rispetto delle regole, le cosiddette garanzie democratiche, come sempre, valgono un tanto a destinatario.

Colpire e criminalizzare gli anarchici ha lo scopo di intimorire tutti, di tentare di disarticolare le lotte che in tutto il paese cercano di dare una risposta allo scempio che questo governo sta facendo. Una risposta vera, di massa, non riconducibile al teatrino istituzionale che fa ormai fatica anche a mettersi in piedi. Additare gli anarchici invita a restare a casa a guardare la televisione e a non sporcarsi le mani, a sgombrare le piazze dai sogni.

Così, tra una disinformazione e l'altra, tra uno sgombero e una retata, a chi importa sapere che gli anarchici, oggi come sempre, sono presenti dovunque? Con tante differenze, anche di metodo e di analisi, ma con il loro impegno a costruire una società più libera e più giusta, solidali con chi ha meno di loro, pronti a difendere chi è più indifeso di loro, a combattere la stessa idea di guerra e di sopraffazione, a studiare i meccanismi di sopraffazione e di esclusione che stanno cercando di fare sparire la solidarietà e la dignità nella nostra società, a cercare di costruire fronti e forme di resistenza.

Ai compagni e alle compagne vittime delle repressioni di queste settimane va la nostra solidarietà umana e politica, e l'impegno a mantenere alta la vigilanza e la militanza.

Mantenere costante l'organizzazione e la partecipazione alle lotte di massa, nel mondo del lavoro e nelle città è la smentita più convincente contro opportunistici e indegni castelli accusatori che cercano di screditare gli anarchici, in quanto attivisti riconoscibili e riconosciuti a fianco dei loro compagni di lavoro e di lotta.

Segreteria Nazionale
Federazione dei Comunisti Anarchici

10 maggio 2011