La classe lavoratrice non ha dubbi: fermare l'invio di armi al regime dello Zimbabwe!

 

Non possiamo cha salutare con soddisfazione ed appoggiare la decisione del Sindacato dei Lavoratori dei Trasporti del Sud Africa (SATAWU) di dare indicazione ai suoi iscritti nei porti di non scaricare né trasportare il carico di armi arrivato via mare dalla Cina e diretto allo Zimbabwe. Si tratta di un segnale incoraggiante della solidarietà di classe e dell'internazionalismo, e speriamo che tali azioni possano veramente impedire la consegna di queste armi all'esercito dello Zimbabwe.

Nello stesso tempo, se l'iniziativa dei lavoratori dei trasporti dovesse fallire, se gli alleati del presidente Robert Mugabe dovessero trovare un modo per aggirare questa resistenza del sindacato, allora tutti coloro che stanno dalla parte del popolo dello Zimbabwe dovrebbero farsi trovare pronti a prendere posizione. Se l'iniziativa intrapresa dal sindacato Satawu non fosse sufficiente ad impedire che le armi giunte dalla Cina attraversino il territorio del Sud Africa in direzione Zimbabwe, facciamo appello a tutte le forze progressiste sud africane perché si faccia qualcosa.

Il 29 Marzo 2008, si sono tenute nello Zimbabwe le elezioni parlamentari, presidenziali e amministrative. Si trattava dell'occasione finale per il Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC, ndt) per mettere fine ai 28 anni di regime del presidente uscente ma ancora ricandidato Robert Mugabe, dopo una serie di contestazioni che dal 2000 avevano segnato il passo.

I risultati delle elezioni per il parlamento danno all'MDC una maggioranza risicata, ma i risultati per le elezioni presidenziali non sono stati ancora resi noti – presumibilmente per permettere al regime di Mugabe di riaffermare la sua autorità sulle masse popolari che sono state vittime di repressione ed impoverimento.

Questi fatti sono ben noti alle forze progressiste in tutto il mondo ed a coloro che lottano per la giustizia e l'uguaglianza economica, sociale e politica. Ora, nel momento dell'ultimo tradimento messo in atto da Mugabe, si affaccia una nuova minaccia che è costituita dal carico di armi dalla Cina – che comprende razzi-bomba, fucili d'assalto AK-47 e mortai – i quali, temiamo con una certa attendibilità, verranno usati decisamente per sopprimere le forze democratiche nel paese, e potrebbero provocare direttamente la morte di migliaia di cittadini dello Zimbabwe.

Siamo pienamente consapevoli dell'eroica resistenza del popolo dello Zimbabwe alla dominazione razzista del regime di Ian Smith fino alla sua caduta nel 1980. Quella resistenza era pluralista, comprendendo sia i guerriglieri Zanla che Zipra, ma anche multirazziale – anche se la maggioranza dei "rhodesiani" bianchi fece la scelta di abbandonare il paese dopo l'indipendenza.

Ma noi siamo ugualmente coscienti della grave offesa recata alla causa popolare dalla paranoia di Mugabe nel corso qi questi lunghi anni – anche se questa paranoia si fondava sulle ferite inferte dall'apartheid sulla sua vita – ed i morti di Matabeleland [1] come le vittime dell'Operazione Murambatsvina [2] chiedono ancora giustizia sociale.

Ora, sotto gli occhi di tutto il mondo – e con la Comunità per lo Sviluppo dell'Africa Meridionale incapace di prendere come al solito posizione a causa dei suoi "vincoli" – Mugabe ha la possibilità non solo di fermare il cammino dell'opposizione, ma anche di tutto il popolo dello Zimbabwe.

Sono stati espulsi i giornalisti e fatti partire gli osservatori sulle elezioni, così da non far vedere né denunciare il sangue che scorre nelle strade: emergono solo ora scarni racconti di tortura, di morte, di profughi, di esodi e di percosse.

Ed ora abbiamo fermato una flagrante spedizione di armi della Cina verso questo regime, un regime che è al suo declino definitivo, col più alto tasso di inflazione al mondo e con una elite che sta già mostrando i più grotteschi segni del suo declino sociale.

Ci appelliamo a tutti i gruppi progressisti, alle organizzazioni ed agli individui perché intervengano direttamente in forma pacifica e se necessario con la forza, per impedire la consegna del carico di armi cinesi ad una delle peggiori e più odiate dittature del mondo. Questo appello è diretto a tutto l'insieme delle forze progressiste nel mondo affinché facciano quello che possono per far conoscere all'opinione pubblica quanto sta accadendo e per poter impedire un possibile massacro.

Si potrebbe:

Quello che sappiamo è che:

LA NAVE DEVE ESSERE FERMATA DALL'AZIONE DIRETTA POPOLARE!

MUGABE PRIMA O POI CADRÀ! MA NOI, POPOLO AFRICANO, NON DOBBIAMO DARGLI TREGUA!

 

Zabalaza Anarchist Communist Front

http://www.zabalaza.net

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali

 

Note:

[1] Ci si riferisce al massacro di Matabeleland, tra il 1982-1983, che fu il tentativo da parte dello ZANU-PF di pulizia etnica ai danni della popolazione di Ndebele che viveva nella regione del Matabeleland. Si stima che circa 20.000 persone rimasero uccise.

[2] Nota come Operazione Rimozione Spazzatura, l'Operazione Murambastvina fu una campagna governativa su vasta scala per ripulire con la forza le aree urbane più depresse, costringendo all'esodo circa 2.4 milioni di persone. Vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Operation_Murambatsvina