Costruire un movimento rivoluzionario:
perché un'organizzazione comunista-anarchica?

di Adam Weaver del Furious Five Revolutionary Collective di San Josè-California

 

Negli ultimi anni le organizzazioni comuniste-anarchiche si sono diffuse in tutto il globo, dal Sud Africa al Sud America al Nord America. Tuttavia ben poche persone, anche negli ambienti anarchici e rivoluzionari, sono in grado di cogliere attentamente le basi, le motivazioni e gli scopi che stanno dietro questo movimento. Spesso -come nel caso dei movimenti emergenti- bisogna attendere che le uova si schiudano e diano risultati visibili e concreti, perché la gente inizi a nominare i fenomeni e raccontarne la storia. 

Questo articolo prende le mosse dalle lezioni che abbiamo imparato dalla nostra storia rivoluzionaria ed intende mostrare le radici dell'attuale movimento comunista-anarchico americano e mondiale per poi sostenere la necessità per questo movimento di una organizzazione comunista-anarchica coerente orientata strategicamente verso i movimenti sociali della classe operaia e degli oppressi.

Benché oggi si stenti a crederlo, le idee anarchiche erano egemoni all'interno dei movimenti di massa rivoluzionari di ogni continente a cavallo tra XIX e XX secolo. Grazie ai sindacati, ai centri culturali, ai gruppi di donne ed ai giornali popolari, l'ideale libertario di un socialismo libero ed orizzontale creato dal popolo ispirava milioni di persone in tutto il mondo. L'anarchismo, il sindacalismo rivoluzionario e l'anarco-sindacalismo erano le ideologie dominanti nei movimenti di massa nella maggior parte dei paesi, mentre la gran parte delle correnti marxiste erano organizzate nei partiti riformisti social-democratici, i quali erano orientati verso la ricerca della vittoria elettorale o del "socialismo nell'urna". Lo storico marxista Eric Hobsbawm scrive:

"Non ci si ricorda più che tra il 1905 ed il 1914, la sinistra marxista (sic) era ai margini del movimento rivoluzionario nella maggior parte dei paesi e che il grosso dei marxisti erano visti come dei non-rivoluzionari social-democratici, mentre l'insieme della sinistra rivoluzionaria era anarco-sindacalista o, quanto meno, più vicino alle idee ed ai metodi dell'anarco-sindacalismo che non al marxismo classico. E' stato dopo la Rivoluzione Russa che il marxismo si è identificato attivamente con i movimenti rivoluzionari. E nello stesso momento per l'anarchismo e l'anarco-sindacalismo iniziava un drammatico ed inarrestabile declino" (1)

E come la storia ha mostrato in tanti paesi, nonostante la popolarità delle idee anarchiche e nonostante l'alto livello di coinvolgimento e persino di leadership degli anarchici nelle lotte popolari di ogni giorno, gli anarchici non sono stati capaci di organizzarsi efficacemente proprio durante importanti momenti rivoluzionari. Il movimento anarchico così lasco non fu capace di sviluppare l'unità strategica e tattica per affrontare la massiccia repressione dello stato, non fu capace di affrontare l'accondiscendenza statale verso i movimenti sociali (come nell'avvento del welfare o della mediazione governativa nelle lotte sindacali), non fu capace di fermare l'ascesa del bolscevismo. Questi fattori hanno sancito il declino dell'anarchismo e del ruolo degli anarchici nei movimenti di massa; molti di loro li ritroveremo purtroppo negli anni '20 nella formazione dei primi partiti comunisti.

La Rivoluzione Russa del 1917 spostò profondamente l'orientamento dei movimenti rivoluzionari nel mondo verso la politiche stataliste dei marxisti-leninisti. Molti iniziarono a vedere nella Russia di Lenin, Trotsky e Stalin la speranza vera della rivoluzione. Il nuovo Stato sovietico aprì scuole di formazione, offrì consiglieri e finanziamenti per far nascere partiti comunisti in tutto il sud del mondo, allargando a dismisura il ruolo -una volta alquanto limitato- del marxismo a livello internazionale (2). Questo fattore della crescita del marxismo sfortunatamente non è stato ancora adeguatamente studiato ed approfondito nella ricostruzione delle origini del marxismo a livello globale.

Agli inizi degli anni '30, la maggioranza dei movimenti rivoluzionari, con la sola grande eccezione della Spagna, era fortemente influenzata se non nelle mani dei partiti comunisti. Questi, affiliati alla Terza Internazionale, al Comintern, con Stalin in capo, si costituirono come poli fortissimi di ideologia nei movimenti operai di numerosi paesi grazie alla strategia dei fronti popolari, che poi porterà alla loro sconfitta storica. Laddove i partiti comunisti erano vittoriosi nell'affermazione del marxismo-leninismo secondo il modello della dittatura del proletariato, il risultato furono regimi dittatoriali di capitalismo di stato che opprimevano i lavoratori, le minoranze etniche ed i popoli indigeni.

Ora che la polvere ricopre le grandi lotte del XX secolo, la storiografia marxista e riformista ha sepolto col suo peso la maggior parte della storia spettacolare delle lotte degli anarchici in tutto il mondo. Ma ora, agli inizi del XXI secolo, una nuova epoca di lotte è iniziata, segnali di ribellione di intravedono in risposta alle nuove crisi ed i movimenti popolari esplodono nuovamente con nuovi esempi di rivolta e di organizzazione. In questa situazione, alcuni militanti si sono dedicati alla riscoperta ed al riportare alla luce proprio quelle storie fatte di anarchismo e movimenti popolari.

Un mondo nuovo nei nostri cuori

Siamo in un momento di congiuntura storica, in cui ad una realtà sempre più spaventosa si oppongono nuovi movimenti sociali che resistono alle crisi sociali imposte e che cercano di ridisegnare la società in modo nuovo. Dopo la Guerra Fredda ed il collasso della "alternativa" comunista, gli USA sono rimasti unica superpotenza mondiale. In ogni angolo del mondo si mette in atto, con le armi o con i trattati, la globalizzazione del capitalismo iper-sfruttatore e l'egemonia americana. L'economia mondiale ne è sconvolta. Dopo la crisi economica asiatica, un tifone ha attraversato il pacifico, colpendo il Sud America e l'America; sono milioni i disoccupati o i precari, mentre l'economia fluttua tra aumento delle spese militari ed aumento del debito nazionale. Inoltre quell'estremista del presidente Bush ha inserito nell'agenda degli USA la costruzione di un impero basato sul neo-colonialismo all'estero ed il protezionismo in casa, collocando così gli USA al centro di un potenziale conflitto con altre potenze emergenti come la UE e la Cina. Importanti riforme ottenute da lotte precedenti, come il welfare, la pensione, l'educazione pubblica e l'affermazione delle parità, sono state bloccate o addirittura eliminate.

Nei prossimi anni vedremo con ogni probabilità una crescita massiccia dei movimenti sociali che si oppongono alla crisi di disoccupazione, alle crisi belliche, alla crisi dei servizi pubblici, alla ristrutturazioni economiche ed alla conseguente repressione e agli anarchici seri toccherà mettere in pratica le loro idee per trasformare le ribellioni da venire in una rivoluzione sociale internazionale. Già qualcosa possiamo fare con le nuove organizzazioni comuniste-anarchiche che abbiamo formato, con i sindacati alternativi in Europa ed anche negli USA si sta uscendo dal letargo.

Tutto ciò richiede non solo una nuova analisi del mondo attuale e della realtà degli oppressi e delle classi lavoratrici, ma anche una strategia di come le forze rivoluzionarie agiranno quali catalizzatori della rivoluzione sociale, il che conduce inevitabilmente alla questione di come queste forze si organizzeranno per essere veicolo di realizzazione e sostegno di tale strategia.

Tradizionalmente il movimento comunista-anarchico dentro l'anarchismo si è autodefinito per essere favorevole ad una visione positiva della rivoluzione sociale. I comunisti anarchici hanno evitato di cadere nel mutualismo riformista e benché siano coinvolti nei movimenti sociali, respingono quel "puro" anarcosindacalismo che nega ogni necessità di una organizzazione anarchica specifica. Nella FAI spagnola, nella Makhnovicina in Ucraina, nel PLM in Messico e nelle federazioni anarchiche sudamericane, il comunismo-anarchico ha rappresentato la forza ideologica guida della rivoluzione sociale.
Se il comunismo-anarchico classico si è costruito sul semplice teorema del "Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni", il nuovo ed emergente movimento dei comunisti-anarchici sta allargando il suo lavoro di analisi. Se l'anarchismo offre principi senza tempo e tanta della sua teoria politica, sociale ed organizzativa appare datata, molti seri anarchici hanno invece iniziato un processo di revisione storica e di riesame di concetti quali quello di razza, genere, oppressione sociale, nazionalismo ed imperialismo.

Le basi dell'organizzazione

Sulla base di queste conclusioni di carattere storico e sull'assestamento della fase attuale ri-emerge dunque il movimento dei Comunisti-Anarchici dentro l'anarchismo intorno a 2 temi centrali:

  1. l'organizzazione dei militanti in una federazione coerente e
  2. l'interazione e l'attiva partecipazione degli anarchici nei movimenti sociali.

Mentre queste idee sono giunte solo di recente nell'anarchismo nord-americano, esse sono invece storicamente radicate nel movimento anarchico internazionale e si sono formate indipendentemente nei diversi paesi. Per esempio lo stesso concetto è stato chiamato "dualismo organizzativo" nel movimento anarchico italiano degli anni '20 ed un simile concetto è merso nel movimento anarchico sud-americano col nome di "specifismo" (3).

Oggi la corrente comunista-anarchica si rifà liberamente alla Piattaforma, in opposizione ad una concezione di sintesi dell'organizzazione, per costruire invece un'organizzazione basata su una comune concezione ideologica. Questo tipo di federazione interagisce con la forza delle idee con il più ampio movimento anarchico e può lavorare con anarchici della stessa tendenza, ma non cerca di parlare a nome, né rappresenta o raccoglie l'intero movimento anarchico.

Nella "Piattaforma Organizzativa dei Comunisti Libertari", un documento scritto da Nestor Makhno e dal gruppo Delo Truda dopo la Rivoluzione russa, il termine che essi coniarono per descrivere questa proposta di federazione anarchica è quello basato sulla "unità teorica e tattica". Il che non significa avere una rigida e compassata egemonia ideologica dentro l'organizzazione (come invece fanno molti partiti marxisti-leninisti e specialmente i maoisti), bensì che l'organizzazione porta i suoi membri a sviluppare una strategia comune per la costruzione di un movimento rivoluzionario. Questo importante lavoro di elaborazione strategica può verificarsi solo in un'organizzazione con un alto grado di fiducia, di indirizzo e di unità politica. L'unità teorica e tattica non è qualcosa di imposto, ma è un'ideale che è sempre sottoposto a dibattito e sviluppo all'interno di un processo di pensiero critico, di elaborazione strategica, di azione e di valutazione. E' un concetto nato dalla necessità verificata nelle situazioni rivoluzionarie, per cui una rivoluzione vincente ha bisogno di una strategia che vada di pari passo con l'azione. Naturalmente, il modo con cui la strategia viene sviluppata può essere diverso a seconda delle circostanze locali e dei differenti approcci dei singoli gruppi.

Questo processo che permette lo sviluppo di una strategia rivoluzionaria e di una discussione ideologica all'interno dell'organizzazione, fa sì che i militanti ed i gruppi che formano la federazione siano costantemente coinvolti nel lavoro di teoria e pratica rivoluzionaria. Inoltre, grazie alle discussioni, alle riflessioni ed alle conclusioni pubblicate nella stampa della federazione, si crea più dibattito ed influenza nel più ampio movimento rivoluzionario e nei movimenti sociali. Poi, la federazione può agire come memoria storica di esperienze per i nuovi militanti ed evitare così di commettere errori precedenti.

Grazie all'analisi ed alla strategia dell'organizzazione, l'intervento politico quotidiano si focalizza intorno al lavoro nei più ampi movimenti sociali. Mentre i movimenti sociali sono generalmente definiti come movimenti di persone unite dal desiderio di cambiamento sociale, i movimenti sociali a cui i Comunisti-Anarchici si riferiscono specificatamente sono movimenti di oppressi che cercano non solo il cambiamento sociale, ma anche la rottura delle strutture di oppressione esistenti. Essi devono avere il potenziale per contrapporre il loro potere collettivo e la loro visione collettiva (detto anche potere duale). Dovrebbero essere movimenti orizzontali, partecipativi e democratici nella loro struttura il più possibile. Dovrebbero essere orientati verso l'azione diretta e soprattutto creare il tipo di condizioni che trasformi i partecipanti in soggetti coscienti di autogestione, organizzati tra pari. Il classico esempio di questi movimenti sociali è l'organizzazione radicale del lavoro, ma esempi contemporanei possono essere l'organizzazione di studenti proletari e di organismi di quartiere.

La FAG brasiliana descrive così il suo intervento nei movimenti sociali:

"A livello politico-ideologico (gruppi politici, compresa la FAG) si dovrebbero agevolare i movimenti sociali e popolari, ma senza cercare di renderli "anarchici" o più militanti. I movimenti sociali non devono avere una ideologia politica, il loro ruolo dovrebbe essere quello di unire e non di appartenere ad un partito politico. Nei movimenti sociali è possibile unire i militanti ed avere una base unitaria, cosa che non è possibile se si adopera l'ideologia" (4)

Tutto l'opposto accade nella maggior parte della sinistra americana che è impegnata in un ciclico attivismo privo di strategia ed avulso dall'esperienza quotidiana e da ciò che ha rilevanza per gli oppressi e la classe lavoratrice. La maggior parte di questo lavoro consiste in attività svolte da piccoli gruppi di attivisti politici che si auto-orientano verso altri attivisti politici. La visione comunista-anarchica dei movimenti sociali è anche contrapposta a quei movimenti che sembrano popolari o di classe, ma che poi invece si rivelano orchestrati da leaders, una sorta di movimenti top-down in cui i partecipanti sono attori passivi del loro destino, oppure la cui vera funzione è quella di cinghia di trasmissione elettorale per un partito politico. Sfortunatamente ci sono troppi anarchici che cadono in queste trappole.

Il ruolo dei Comunisti-Anarchici non è prendere la leadership dei movimenti, il che significherebbe assumere un ruolo presuntuoso da ceto dirigente o da avanguardia delle masse, ma lavorare come catalizzatori di idee e di azione dentro i movimenti.

I Comunisti-Anarchici dovrebbero essere soggetti attivi, stimolando i movimenti sociali verso l'organizzazione, la forza e la militanza. Dovrebbero altresì lavorare per mantenerne il carattere popolare e di base, mettendoli in guardia dalla politica elettorale, dalle organizzazioni partitiche e dagli elementi avanguardisti.

In conclusione

Così come la storia costringe la gente ogni giorno a stare in prima linea, essa stessa costringe a compiere quel passo necessario per resistere agli attacchi del capitalismo, del patriarcato e della supremazia dei bianchi. Né questi attacchi, né la resistenza che cresce sono eventi isolati, sono bensì tutti elementi delle forze della storia al lavoro. Queste forze stanno chiamando in gioco gli ideali ispirati dall'anarchismo e dal comunismo-anarchico: quelli di una società ridisegnata come socialismo popolare ed orizzontale, creato dal popolo. In quanto rivoluzionari è giunto il nostro momento e non possiamo permetterci il lusso, né noi né la nostra gente nei nostri quartieri, di abdicare le nostre responsabilità ed ignorare la lezione della nostra storia. Dobbiamo accogliere questa sfida organizzandoci coerentemente e mettendo in pratica i nostri ideali nei movimenti sociali di massa, popolari e militanti, che avranno il potere di portare avanti la rivoluzione sociale.

Note:
1. Citato da Arif Dirlik, Anarchism and the Chinese Revolution (Berkeley University of California Press, 1991), 2
2. Per citare solo alcuni esempi per la Cina, Vietnam e Cuba: John King Fairbank, The Great Chinese Revolution (San Francisco: Harper Perenial, 1987), 208, 212; William J. Duiker, Ho Chi Minh, A Life (NY, Hyperion: 2000), 89; Frank Fernandez, Cuban Anarchism (Tuscon, AZ: See Sharp Press, 2001),55
3. L'Influenza globale del Piattaformismo oggi (Johannesburg, South Africa: Zabalaza Books, 2003), 24; (Intervista with Italian Federazione dei Comunisti Anarchici per il concetto di dualismo organizzativo), 50; (Intervista con la brasiliana Federaçao Anarquista Gaùcha per il concetto di specifismo) www.nefac.net oppure www.zabalaza.net/zabooks
4. Ibidem, 50

Traduzione a cura di FdCA - Ufficio Relazioni Internazionali