PIATTAFORMISMO SENZA ILLUSIONI: IRLANDA

intervista con il Workers Solidarity Movement

 

E' doveroso iniziare con il WSM la nostra serie di inteviste con i gruppi influenzati dalla piattaforma. Per anni, e grazie alla sua presenza organizzata e consistente in Irlanda, il WSM ha decisamente contribuito alla rinascita dell'interesse verso il piattaformismo tra gli anarchici anglofoni. Con questi compagni la Nefac mantiene a livello internazionale rapporti molto stretti con forti influenze sullo sviluppo della stessa Nefac. L'intervista è stata rivolta ad Alan MacSimoin, Deirdre Hogan, Gregor Kerr, Andrew Flood e Conor McLoughlin della sezione di Dublino del WSM. L'intervista è a cura di MaRK della Nefac di Boston.

 

Qual è la storia del WSM? Quando siete nati ed in quali circostanze? I fondatori del gruppo provengono da precedenti esperienze attive in Irlanda di tipo anarchico, socialista o di sinistra repubblicana?

WSM: Fino al 1970 non c'è stata storia anarchica in Irlanda. A metà degli anni '70 nacquero dei piccoli gruppi a Belfast, Dublino, Dundalk, Cork e Limerick. Si trattava in gran parte di compagni rientrati dall'estero. I più, pur denominandosi anarchici, non avevano alcuna idea reale di cosa significava lavorare collettivamente come gruppo e dopo pochi mesi si sciolsero. Tranne il gruppo di Belfast che tenne aperta per 12 anni la libreria politica Just Books.

Contemporaneamente il gruppo di Dublino si scioglieva perché privo di una reale coerenza di gruppo.

Negli anni successivi ci furono altri tentativi. Nel 1982 compagni di Dublino, Cork e Ballymena iniziarono un dibattito per definire cosa intendevano per anarchismo e come rapportarsi alla "questione nazionale" ed ai sindacati.

Fu da questo dibattito che nacque il WSM, ed i suoi fondatori non provenivano da alcuna precedente esperienza politica né dalla tradizione anarchica. Si trattava del primo tentativo consapevole di costruire un'organizzazione anarchica in Irlanda che avesse tesi condivise ed una prospettiva di lungo termine: a cominciare furono in 5. Uno dei problemi iniziali stava nel fatto che gran parte del dibattito avveniva più su questioni tattiche che sugli obiettivi. Così nel 1987 la sezione di Cork si era quadruplicata con l'ingresso di compagni privi di una reale comprensione di cosa fosse l'anarchismo: la sezione di Cork divenne un collettivo di attivisti senza forti convinzioni anarchiche ed alla fine la maggior parte di loro uscì dal WSM e qualcuno sterzò verso aree bolsceviche. Da questa esperienza il WSM imparò che era necessaria una chiara politica di adesioni ed una base di accordo politico prima di entrare nell'organizzazione.

Come fu che il WSM divenne piattaformista?

Dopo il '68-'69, soprattutto in Francia ed in Italia, si era fatta molta analisi sulle cause del fallimento del movimento anarchico e da lì traemmo le riflessioni fatte sulle agitazioni politiche della fine degli anni '60. Molti anarchici iniziarono a capire la necessità di un certo grado di organizzazione politica. Queste riflessioni giunsero in Inghilterra, dove un numero significativo di anarchici iniziò a muoversi verso una politica di tipo piattaformista. Ma era tanta la disillusione provata in brucianti esperienze precedenti, che molti cercarono una via fuori dall'anarchismo, finendo nelle organizzazioni leniniste. Ci risulta che questo non sia accaduto in altri paesi. Il nostro interesse nel piattaformismo è iniziato girando per il mondo. Molto si deve allo sviluppo di internet ed all'uso che ne abbiamo fatto. E siccome il WSM esiste come realtà anarchica da 17 anni, questo distrugge il mito che vuole il piattaformismo porsi fuori dall'anarchismo o come veicolo verso il leninismo.

In che modo il piattaformismo informa la vostra attività politica?

Ogni giorno il piattaformismo ci consente di sviluppare un corpus di posizioni politiche coerenti e consistenti e ci fornisce un legame tra il nostro coinvolgimento in particolari campagne - contro la guerra, contro tasse inique sui servizi pubblici, per il diritto all'aborto, contro la concertazione, ... - e la nostra politica anarchica. Per cui la nostra opposizione alle tasse sui servizi si spiega con la nostra opposizione all'ingiustizia sociale ed al nostro volere una società migliore. Non nascondiamo mai la nostra politica anarchica.

Questo significa che il nostro dibattito interno - sia teorico che tattico - è continuo, poiché puntiamo all'unità teorica e tattica. Per unità teorica intendiamo che i militanti condividono uno stesso bagaglio di tesi fondamentali. Non avrebbe senso un'organizzazione in cui metà dei militanti pensa che le lotte sindacali siano importantissime e l'altra metà le ritiene inutili. Certo, sarebbe un magnifico salotto per dibattiti, ma un'organizzazione politica ne uscirebbe totalmente paralizzata nella sua capacità di fare intervento politico quotidiano nelle lotte operaie. E non avrebbe ugualmente efficacia un'organizzazione in cui metà militanti pensa che le lotte sindacali siano importanti, mentre l'altra metà non ha nulla da obiettare ma neanche si cura di partecipare al dibattito sulle questioni sindacali. Perciò la formazione interna è parte integrante della nostra organizzazione -sia in termini di unità teorica che in termini di intervento (vedi le tattiche adeguate alle varie campagne).

Tutto ciò ha senso solo se porta ad un intervento politico. Quando si attiva un dibattito e si dà priorità ad una questione o ad un evento particolare (vedi la guerra), lo facciamo come organizzazione e non come individui. Una volta data priorità ad una questione, tutti i militanti sono coinvolti per tutta la durata della campagna, ove possibile, per cui tattiche e potenzialità sono regolarmente oggetto del dibattito delle nostre riunioni.

E' questo che porta alla responsabilità collettiva, nel senso che ogni militante sostiene le decisioni prese dall'organizzazione. Senza questo tipo di impegno/accordo, le decisioni sarebbero bellissime sulla carta ma prive di efficacia nella pratica. Non avrebbe senso impegnarsi in lunghi dibattiti su come intervenire nel movimento contro la guerra, se poi non vi è un reale interesse individuale a fare del proprio meglio per portare avanti le decisioni prese. Non si vuole con ciò negare il diritto alle minoranze di esprimere il proprio punto di vista, purché lo facciano specificando che non parlano a nome dell'organizzazione. Se vi è una minoranza nell'organizzazione, essa ha il diritto di organizzarsi e diffondere le sue posizioni all'interno dell'organizzazione stessa.

E' nostra convinzione anarchica che il dibattito ed il disaccordo, la libertà e la trasparenza rafforzino sia l'individuo che il gruppo. In questo ci distinguiamo nettamente dal leninismo -che fa esattamente l'opposto scoraggiando il dibattito interno poiché la "linea" è detenuta dal comitato centrale.

La nostra forma politica di organizzazione non cerca di imporre un monopolio sulla vita politica dei militanti, ma prevede che, in quanto individui, i militanti possano essere coinvolti nelle campagne in cui abbiano interesse (a meno che non si tratti di qualcosa in conflitto con i principi di base dell'anarchismo). E' chiaro che, trattandosi di un gruppo di persone/organizzazione che condivide un certo numero di tesi, questo aumenta molto la forza e l'efficacia dell'azione politica. Ed ogni volta, va da sé che la lotta politica deve essere vista alla luce della lotta di classe, per cui la nostra lotta non è contro lo Stato in quanto astratta istituzione, ma contro lo Stato come braccio esecutivo della classe dominante.

Una delle questioni dibattute dal piataformismo verte sul rapporto tra organizzazione anarchica e sindacati. Che rapporti ha il WSM col movimento sindacale irlandese? Come rispondete alle critiche che partono da anarchici rivoluzionari e da marxisti radicali circa l'essenza non rivoluzionaria dei sindacati?

Noi ovviamente siamo d'accordo che i sindacati siano essenzialmente non rivoluzionari. Se dovessimo partecipare solo a cose che fossero rivoluzionarie potremmo rapidamente ritrovarci col non fare nulla. I sindacati in genere non sono concepiti per essere rivoluzionari, e quelli anarco-sindacalisti pongono ugualmente una montagna di difficoltà pratiche.

Certamente i sindacati irlandesi sono stati costruiti per avere solo pane e burro; e per definirli "riformisti" bisognerebbe che avessero uno scopo per cambiare la società, cosa che non hanno, infatti sono semplicemente tradeunionisti e nulla più. Funzionano come ufficio leva per il Partito Laburista, il quale, nel nostro paese, può essere definito come un partito della classe media, nel senso sociologico del termine.

Noi sosteniamo che i militanti si iscrivano e partecipino alla vita dei sindacati. E non perché essi siano organismi rivoluzionari o possano un giorno diventarlo.

Aderire ad un sindacato implica fondamentalmente che i lavoratori abbiano interessi diversi da quelli dei padroni. La ragione per cui i sindacati sopravvivono sta nel fatto che i lavoratori prendano giustamente coscienza del bisogno di unirsi per difendere se stessi: certo, i sindacati sono organismi di auto-difesa per i lavoratori sotto il dominio capitalista, ma si tratta di un passo molto importante nel cogliere i basilari interessi di classe.

Inoltre è naturale che i lavoratori maggiormente organizzati e più attivi gravitino verso il sindacato, per cui come anarchici su posizioni di classe dovremmo essere lì con loro. L'appartenenza sindacale in Irlanda ha percentuali molto alte, benché si avverta una tendenza al calo piuttosto veloce.

Nel 1980 era del 61,9%, ma nel 1999 era del 44,5%. Le iscrizioni sono ora in risalita, ma in misura inferiore al numero delle persone che entrano nel mondo del lavoro; il settore privato delle tecnologie è in gran parte non sindacalizzato. Come si è detto, i sindacati irlandesi si limitano a difendere e migliorare le condizioni dei lavoratori sotto il capitalismo, ma persino questa funzione è stata limitata di recente dalla concertazione e dalla mancanza di democrazia sindacale.

La concertazione (social partnership) è un sistema che stabilisce i salari e le condizioni di lavoro insieme ad una serie di vaghe aspirazioni concordati in un piano nazionale tra sindacati, padroni, governo, agricoltori e "poverty industry" (terzo settore, ndt). In pratica è stata paralizzata la contrattazione aziendale ed è aumentato il potere dei burocrati sindacali. I lavoratori trovano poco interessante partecipare alle riunioni sindacali quando tutto è già stato deciso a livello nazionale insieme ai padroni. E c'è di più: i capi sindacali hanno dovuto ingoiare restrizioni draconiane al diritto di sciopero e di fare picchettaggi volute dalle leggi sulle relazioni industriali e sull'ordine pubblico. Sono stati colpiti soprattutto gli scioperi ma vengono anche comminate delle multe per aver fatto picchettaggi, come nel caso di 8 sindacalisti durante lo sciopero all'aeroporto di Dublino.

La mancanza di democrazia in alcuni dei grandi sindacati è sconvolgente: ci sono conferenze generali biennali e la base è molte miglia lontana dai ben pagati burocrati a tempo pieno. Il WSM con altri lavoratori è probabilmente l'unica forza politica che abbia cercato di sollevare la mancanza di democrazia negli statuti e nelle strutture del sindacato, facendone una battaglia specifica. Per i leninisti la cosa non ha una grande priorità.

In pratica noi incoraggiamo i militanti ad entrare nel sindacato ove possibile. Abbiamo diversi militanti in settori privati non sindacalizzati, dove la tattica migliore sembra essere quella di mantenere un basso profilo, ma di organizzare collettivamente i lavoratori anche per ottenere piccoli miglioramenti. In questi settori le aziende operano sulla base di contratti individuali, per cui superare questa condizione è già un primo passo. Per puntare ad una sindacalizzazione occorrerebbe una vittoria collettiva e reale ottenuta come non sindacalizzati.

Abbiamo attivisti nel sindacato scuola della SIPTU e nell'INTO (scuola di base). I nostri militanti si sono distinti nelle lotte al Trinity College per il diritto alla pensione ai lavoratori part-time delle pulizie, lotta sostenuta dalla maggior parte dei lavoratori compresi quelli non sindacalizzati. Si può fare dell'attivismo di base ed essere incisivi anche con un paio di militanti, ma questo dipende anche dalla bassa tensione e dal battere la fiacca della sinistra.

Il nostro obiettivo di lungo termine è costituire gruppi di attivisti (rank&file) trasversali ai sindacati, ai settori e sugli uffici di collocamento del sindacato. Ma attualmente si tratta di un obiettivo abbastanza lontano.

Cosa ne pensate dell'anarco-sindacalismo? I sindacati indipendenti anarco-rivoluzionari al di fuori delle esistenti organizzazioni di massa sindacali possono essere una strategia percorribile nella lotta di classe in Irlanda?

In termini generali riteniamo che la forma ideale per un sindacato sia quella sindacalista. Se questa fosse la forma adottata si avrebbero subito grandi miglioramenti nei sindacati attuali. Noi non siamo un'organizzazione anarco-sindacalista e non puntiamo a costruire sindacati anarco-sindacalisti per scalzare il capitalismo.

Secondo noi il sindacalismo (storicamente parlando) ha fallito nell'affrontare la questione del potere politico. Siamo convinti che per fare una rivoluzione non sia sufficiente che i lavoratori gestiscano le fabbriche e la terra. Essi devono essere organizzati tra luoghi di lavoro e luoghi di comunità per abbattere il potere dello stato e sostituirlo con quello dei consigli operai. E' per questo che è necessaria un'organizzazione comunista anarchica che si dedichi a questi compiti. Fin dal primo giorno i lavoratori devono abolire tutte le relazioni di potere.

Il sindacalismo non crea le organizzazioni rivoluzionarie adeguate a questi compiti. Esso crea sindacati tradeunionisti. Certamente meglio di altri sindacati, ma pur sempre sindacati. Il sindacalismo organizza TUTTI i lavoratori al di là delle appartenenze politiche; ma recentemente alcuni anarco-sindacalisti hanno deciso di organizzare tutti i lavoratori tranne quelli leninisti e trotzkisti, cosa che ci sembra un'ottima ricetta disastrosa!

Può succedere che molti lavoratori entrino nei sindacati rivoluzionari o anarco-sindacalisti a causa delle tattiche estreme che a volte conseguono migliori risultati, ma non perché si sentano anarchici rivoluzionari o qualcosa di simile. E' per questa ragione che il sindacalismo è stato imbrigliato dalle correnti riformiste. La Spagna del 1937 fu il punto più alto per l'organizzazione sindacalista. Ma la CNT non volle affrontare la questione del potere politico mantenendo una situazione di potere duale: i lavoratori controllavano le fabbriche ed i campi ma il governo era altrove. Alla fine la classe dominante riuscì a ricomporsi e ad usare lo stato per abbattere il potere operaio. Alcuni esponenti della CNT entrarono persino nel governo perché - secondo l'ala radicale anarchica FAI nella CNT - incaricati di mantenerlo politicamente anarchico!

In pratica riconosciamo che le organizzazioni sindacaliste sono ben diverse dalle altre e che gli iscritti ad un sindacato
anarco-sindacalista possano essere influenzati dalle idee anarchiche. Vi entreremmo pure, ma manterremmo la nostra organizzazione comunista anarchica distinta, così come facciamo con gli altri sindacati.

Negli ultimi 2 anni in Irlanda c'è stato un tentativo di scissione nell'ATGWU. Si tratta dell'IWU (Independent Workers Union). Sebbene puntassero ad avere responsabili a tempo pieno (o almeno un leader a tempo pieno) hanno raccolto alcune idee sindacaliste e la cosa sta avendo uno sviluppo che lascia ben sperare. Sembra si tratti di una battaglia interna alla ATGWU in cui due dirigenti della sinistra vittima di espulsione stiano usando la scissione come ostaggio. Appena la nuova dirigenza della ATGWU si insiederà, sapremo probabilmente cosa accadrà. La IWU ha un discreto numero di iscritti a Cork, ma molti hanno una doppia tessera. L'IWU ha ottenuto il diritto alla contrattazione precedentemente tenuto da un piccolo sindacato dei macellai. Attendiamo gli sviluppi, considerato che il governo irlandese vorrà difficilmente concedere il diritto alla contrattazione.

Vi è un'ulteriore difficoltà pratica nel cercare di costituire un sindacato anarco-sindacalista in Irlanda. Mentre negli USA ogni gruppo di lavoratori può -almeno in teoria- farsi il proprio sindacato, da noi il processo costitutivo di un sindacato è accidentato da un campo minato di leggi, compreso l'ottenimento della licenza alla negoziazione da parte dello Stato.

Ad ogni modo il WSM intrattiene e ricerca ottime relazioni e concreta solidarietà con un gran numero di anarchici ed organizzazioni anarco-sindacaliste in tutto il mondo. Non partecipiamo alle numerose polemiche che sono emerse nell'AIT e in altri gruppi in anni recenti.

Oltre l'intervento sindacale, il WSM è attivo anche nelle lotte nel territorio (tassa sull'acqua, sulla spazzatura...). Qual è il vostro contributo a queste lotte? Quanto è stata efficace la vostra capacità organizzativa in queste situazioni?

Due questioni prima. In Irlanda c'è un grande numero di associazioni che agiscono sul territorio (community), della chiesa, di donne, di volontariato. Per loro natura queste associazioni tendono ad organizzarsi nel territorio (community) di riferimento. Il che comporta che queste realtà non allargano il loro raggio di azione o di attività politica. In genere l'unico modo per essere veramente coinvolti in queste realtà è dimostrarsi attivo in quel territorio! Può sembrare ovvio, ma si tratta di una punto che spesso non viene preso in considerazione dai gruppi leninisti o riformisti.

Inoltre, molte associazioni di territorio sono state cooptate nella dinamica della concertazione. Una volta che un community group inizia ad avere uno staff stipendiato e riceve fondi governativi o della UE, perde lo status democratico e di base iniziale. Molti cosiddetti community-groups fanno ora parte di network ben retribuiti che possiamo definire "poverty industry". Anche se alcuni di loro hanno buone intenzioni, non si tratta più di realtà che rispondono alla gente del territorio in cui sono nati. Solamente la lotta su obiettivi locali riesce a unificare e rivitalizzare il rapporto tra abitanti e community groups. Le lotte contro la tassa sull'acqua e sui rifiuti sono riuscite in un certo qual modo ed in poche zone di Dublino a creare questo rapporto.

La nostra esperienza all'interno della Dublin Federation per eliminare la tassa sull'acqua si è rivelata positiva. Questa federazione era composta, almeno in teoria, da rappresentanti dei vari gruppi locali dei quartieri di Dublino. Ci sono state grandi manifestazioni, vittorie legali, obiezione fiscale alla tassa in tre grandi distretti che costituiscono la più grande area di Dublino. La tassa sull'acqua è poi stata abolita. Abbiamo imparato che l'organizzazione locale, il coinvolgimento ed il dare potere e la parola alla gente è la via da seguire. Per i militanti lenin/riformisti del Socialist Party l'obiettivo era far eleggere uno dei loro. Cosa che avvenne ma dopo che la tassa fu tolta, per cui l'elezione era strettamente legata alla massiccia mobilitazione che aveva sconfitto la tassa. La vittoriosa lotta di base aveva battuto la gabella e costruito una base elettorale. I Trotzkisti avevano messo il carro davanti ai buoi e deciso che l'elezione di uno di loro al parlamento fosse il fattore cruciale della lotta. Ora il Socialist Workers Party si è unito al Socialist Party per rinforzare la macchina elettorale. Ovviamente noi abbiamo contestato a lungo e duramente il loro obiettivo durante la campagna ottenendo il rispetto per le nostre idee da molta gente che considerava l'anarchismo una filosofia da manicomio. Sfortunatamente la strada elettorale appare più veloce e rapida, mentre la strada per l'autogestione non è sempre facilmente percorribile.

La campagna contro la tassa sull'acqua venne condotta da una federazione. Era molto imperfetta, dominata dal Socialist Party e da molti gruppi locali che erano in realtà tigri di carta. Ma vi erano anche moltissimi veri attivisti.

Finora le campagne contro la tassa sui rifiuti sono state quasi completamente soffocate. Ad esempio, a Dun Laoghaire il Socialist Party ed il Socialist Workers Party hanno informalmente abbandonato la zona. Nessuno dei due ha interesse a costruire gruppi locali, i volantini sono decisi a livello centrale e poi dati alla gente per distribuirli. Nel centro di Dublino, con la partecipazione del WSM, esistono un paio di gruppi locali in cui abbiamo dei militanti che vi abitano, ma anche qui la campagna in generale è un po' soffocata. Sembra che in mancanza di una minaccia delle autorità cittadine, organizzarsi diventi più complicato; come se non ci fosse una ragione per coinvolgersi e la gente si aspetta che la campagna funzioni come una sorta di assicurazione a cui pagare pochi euro per il servizio che svolge.

Il vero problema a Dublino è la dominazione dei 2 gruppi leninisti che cercano solo di fare iscritti e votanti. La cosa è preoccupante non solo perché non è questo il modo per coinvolgere o dare il potere a chicchessia, ma anche perché ciò significa una campagna affossata con nessuna attiva partecipazione oltre i dirigenti trotzkisti. Se le autorità cittadine passano all'offensiva, ne pagheremo il prezzo.

Il WSM è stato molto attivo nella campagna per il diritto all'aborto in Irlanda. Come avete coniugato questa lotta con il tradizionale anarchismo classista?

A causa dei costi proibitivi per poter andare ad abortire in Inghilterra, sono le donne della working class che sono le maggiormente colpite dalla mancanza di accesso all'aborto in Irlanda. E' su questa base che abbiamo sostenuto nella nostra propaganda e nei comitati per l'aborto che il diritto all'aborto in Irlanda è una questione di classe. All'interno dei comitati abbiamo spinto per un attivismo di base con volantinaggi porta a porta, in opposizione alle lobbies politiche e mediatiche.

Sebbene il WSM sia stata la prima organizzazione anarchica in Irlanda, si sono recentemente costituite la Anarcho-Syndicalist Federation (ASF) e la Anarchist Federation Ireland (AFI). Che rapporti avete con queste organizzazioni?

Come per i leninisti, noi non vediamo altri gruppi anarchici come "rivali". Siamo decisi ad impegnarci perché ci siano buoni rapporti tra i gruppi anarchici in Irlanda, nonostante le differenze politiche esistenti. In tempi recenti abbiamo collaborato con successo sia coll'ASF che con l'AFI -come pure con altri anarchici e libertari- nelle manifestazioni contro il Trattato di Nizza. Stiamo anche cooperando per sostenere l'azione diretta contro il coinvolgimento dell'Irlanda nella guerra americana contro l'Iraq. Alcuni militanti dell'ASF provengono da Organise! (gruppo di Belfast, ndt) con cui abbiamo avuto rapporti per oltre 10 anni organizzando insieme tour di conferenze, scuole estive, procurandoci reciprocamente relatori per iniziative. Si era arrivati persino al punto di considerare la possibilità di una unificazione. L'AFI è di formazione recente. Le divergenze sul piano dell'intervento sindacale aumentano giorno dopo giorno (l'AFI, terminale dell'AF inglese è contraria al coinvolgimento degli anarchici nei sindacati tradizionali, ndt). Ad ogni modo questo non ci ha impedito di lavorare con l'AFI in altre campagne. Ma oltre queste due organizzazioni, diamo molta importanza a promuovere e mantenere buoni rapporti col più vasto movimento anarchico che include individualità non federate. In particolare va menzionate il "Grassroots Gatherings" (riunione di base, ndt) che si fa ogni 4 o 6 mesi in una città diversa. La scorsa estate ci sono stati 2 campi estivi anarchici che erano in realtà più riunioni sociali che politiche. Da qui è partita la Anarchism List che ha attualmente moderatori sia dell'AFI che del WSM.

Che tipo di rapporti avete con altre organizzazioni piattaformiste? Quali prospettive vedete per lo sviluppo del piattaformismo all'interno del movimento anarchico internazionale?

Va subito detto che essendo una piccola organizzazione, non abbiamo le risorse per sostenere una organizzazione internazionale ufficiale. E fingere una internazionale il cui solo ruolo fosse quello di dare lustro a gruppi locali può fare più danni che bene. Per cui le nostre relazioni formali sono piuttosto deboli. Abbiamo scambi internazionali di stampa con circa 35 organizzazioni. Ci hanno chiesto uno sforzo maggiore, ma per ragioni economiche abbiamo ristretto gli scambi alle organizzazioni piattaformiste o che ci interessano per particolari eventi. Recentemente abbiamo aderito alla SIL (http://www.ils-sil.org/), la quale è comunque un network che intende facilitare la solidarietà tra differenti gruppi libertari e non una internazionale con sezioni nazionali. A livello informale abbiamo contatti con organizzazioni, fra cui la Nefac, grazie ad internet, alla lingua comune ed ai viaggi di singoli militanti. Finché non avremo organizzazioni piattaformiste con le risorse adeguate per finanziare traduzioni, viaggi e conferenze internazionali, il nostro lavoro internazionale dipende da questi contatti informali. Ad ogni modo, in questa direzione si pone il nostro sforzo di formalizzare una email list chiamata Anarchist Platform (http://struggle.ws/wstrans/italy/platform.html) che intende permettere a militanti delle diverse organizzazioni ed a quelli senza di poter comunicarsi idee e notizie.

Workers Solidarity Movement
PO Box 1528, Dublin 8,
IRELAND

wsm_ireland@yahoo.com

http://www.struggle.ws/wsm.html

L'intervista fa parte della serie "Platformism Without Illusions" sul numero 6 (inverno/primavera 2003) del "Northeastern Anarchist". Altre interviste della serie sono stati fatti con gruppi dal Regno Unito, Francia, Italia (Federazione dei Comunisti Anarchici), Repubblica Ceca, Sudafrica, Brasile e Cile.

The Northeastern Anarchist è la rivista teorica in lingua inglese della North Eastern Federation of Anarchist Communists (NEFAC) che tratta della lotta di classe, la teoria, storia, strategia e analisi dell'anarchismo cercando di sviluppare la teoria e la pratica dei comunisti anarchici.

PER AVERLO:

Numero attuale $6 per copia
Arretrati $3 per copia
Abbonamenti $18 per 4 numeri
Per distibuzione, ordini sopra le 3 copie $3 ciascuna, sopra le 10 copie, $2.50 per ciascuna.

Assegni intestati a "Northeastern Anarchist" vanno inviati a:

Northeastern Anarchist
PO Box 230685 Boston, MA 02123, USA

email: northeastern_anarchist@yahoo.com

http://www.nefac.net

Traduzione a cura di Donato Romito