Irlanda: Il settore pubblico pagherà i costi dell'accordo governo-sindacati

La linea del fronte è tracciata

 

La maggioranza degli iscritti ai sindacati del settore pubblico aveva votato per lo sciopero in occasione della finanziaria del dicembre 2009. I vertici sindacali avevano interpretato questo voto come una giustificazione per continuare il negoziato, nel corso del quale si erano spinti a dichiarare che il governo avrebbe potuto ottenere i risparmi necessari senza ridurre ulteriormente gli stipendi implementando la "Transformation Agenda".

Il Governo ne ha preso nota e fatto tesoro e dopo essere uscito dai negoziati ha messo mano ai tagli agli stipendi per poi invitare i sindacati ad una verifica della "Transformation Agenda". I vertici sindacali frenavano la protesta con cui i lavoratori speravano di ricuperare quanto avessero perso, ed è nato un nuovo accordo il 31 marzo.

Ma come si sa, gli accordi non si dovrebbero respingere per principio. Occorre calcolare i benefici che ne derivano ai lavoratori:

Ora vediamo gli aspetti negativi.

Dobbiamo respingere questo accordo, che è peggiore dello statu quo. E' talmente brutto che addirittura gli esecutivi di alcuni sindacati hanno intimato ai loro delegati al negoziato di non firmare nessun accordo. I dirigenti sindacali hanno dimenticato come si fa a lottare ed anche quelli tra loro che tuonano contro questo accordo, non vogliono altro che tornare a sedersi al tavolo e rinegoziare.

Quando voteremo per questo accordo, ribadiremo la nostra scelta di sciopero fatta nell'ottobre del 2009. I nostri sindacati sono ancora nostri. E' bene che questo messaggio giunga chiaro e nitido ai dirigenti dell'ICTU, ai tromboni di Liberty Hall ed al Parlamento. La trasformazione che noi vogliamo è quella di riprenderci il sindacato... e solo noi lo possiamo fare.

D. Freeman

Tradotto ed adattato a cura della FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali da "Workers Solidarity" n°115, maggio/giugno 2010, foglio del Workers Solidarity Movement.