CONGRESSO DEL WORKERS SOLIDARITY MOVEMENT (WSM)

 SULLA DIVISIONE DELL'IRLANDA

 

Il congresso del Workers Solidarity Movement dello scorso luglio 2004 ha approvato un nuovo documento su "La divisione dell'Irlanda" [1], che sostituisce quello precedente su "La Questione Nazionale" e tiene conto sia dei mutamenti intervenuti nel processo di pace che dei cambiamenti nella nostra analisi dopo un lungo periodo di dibattito interno. Ecco, di seguito, il testo approvato dal nostro ultimo congresso.

 La divisione dell'Irlanda

 1. In quanto anarchici ci opponiamo all'imperialismo e riteniamo che esso non sia un fattore di progresso. In Irlanda abbiamo sempre lottato contro l'imperialismo britannico. Allo stesso tempo non riteniamo che il nazionalismo, in qualunque forma,  possa essere una soluzione definitiva per i problemi della classe lavoratrice in Irlanda così come in tutto il mondo. In ultima analisi il nazionalismo prevede che i padroni e la classe lavoratrice condividano il comune interesse di porsi come una sola "nazione" contro i lavoratori ed i padroni di un'altra nazione.

 2. Tuttavia in quanto anarchici che vivono sull'isola di Irlanda dobbiamo affrontare e non possiamo ignorare le divisioni che esistono all'interno della classe lavoratrice sulla base di una identità comune e la continua, insistente, azione di repressione dello Stato. Quando parliamo di "identità comune" siamo coscienti che non tutti i cattolici sono nazionalisti, che non tutti i protestanti sono unionisti [2] e che non tutti i nazionalisti e non tutti gli unionisti sono religiosi e credenti. Ci sono, ovviamente, due identità comuni principali che si possono ricondurre ai cattolici/nazionalisti da una parte ed ai protestanti/unionisti dall'altra. In questo documento i termini "identità comune" e "religione" vengono usati in modo interscambiabile.

 3. Respingiamo l'idea che siano le differenze religiose all'interno dell'isola a rendere la divisione desiderabile oppure inevitabile. Piuttosto noi riteniamo che sia proprio la realtà della divisione geopolitica la causa principale dell'esistenza dei continui conflitti basati sulle differenze religiose.  

4. Le divisioni patite dalla classe lavoratrice irlandese sono il risultato delle divisioni religiose. Al nord le divisioni nella classe lavoratrice rendono più difficile ma non impossibile l'unità della classe contro i padroni. Al nord le divisioni hanno storicamente visto i lavoratori cattolici subire le discriminazioni dello Stato ed essere spesso vittima degli attacchi dei lealisti [3] e degli orangisti [4]. Al sud, la nascita di un movimento socialista di massa nella classe lavoratrice è stata ritardata per decenni a causa della subordinazione ad un regime teocratico che non solo negava il diritto all'aborto, ma sottometteva i deboli, in particolare i bambini, ad una disciplina basata sugli abusi fisici e troppo spesso anche sessuali. 

5. È importante capire che la divisione dell'isola non è un capriccio della storia ma è il risultato di secoli di dominio imperialista e di lotte contro di esso. Fin dai tempi della Riforma, lo Stato britannico ha istigato i conflitti religiosi al fine di dividere e dominare gli irlandesi.

 6. La rivolta del 1798 fu la più grande occasione per scalzare il dominio britannico ed allo stesso tempo unire tutto il popolo irlandese indipendentemente dalle questioni di fede [5]. La sconfitta di quella ribellione ed il processo che portò alla sconfitta hanno aperto la strada a secoli di conflittualità settaria. Fu soprattutto importante il sostegno dato all'Ordine Orangista quale strumento contro-rivoluzionario incaricato di sopprimere fisicamente sia i cattolici che i protestanti radicali [6].

 7. La divisione dell'Irlanda nel 1922 venne fatta nell'interesse dell'imperialismo britannico che manteneva comunque le sue basi militari e nell'interesse dei padroni del nord che potevano in seguito contare su una classe operaia divisa. All'epoca gli interessi dei padroni del sud e del nord erano opposti. Il nord, ben sviluppato e dotato di un'industria che esportava lino e cantieristica navale, aveva bisogno di accedere ai mercati inglesi. Il sud era sottosviluppato e perché l'industria potesse sviluppare aveva bisogno di una politica protezionista rispetto ai prodotti inglesi meno costosi. Per cui la divisione offrì vantaggi ad entrambi i gruppi capitalisti del nord e del sud.

 8. Il nord venne creato quindi per garantire un permanente dominio unionista che legasse i lavoratori protestanti ai loro padroni in cambio di privilegi marginali in una zona che comprende 6 contee su 9 all'interno dell'Ulster [7]. Questi privilegi erano mantenuti dai padroni del nord (ad es. il famoso lodo Brookborough sul lavoro per i "bravi ragazzi protestanti") il che significava che i lavoratori protestanti potevano essere mobilitati contro i lavoratori cattolici che chiedevano parità di trattamento nell'Irlanda del Nord oppure l'unione con la repubblica [8]. È ciò che avvenne nel 1969, con gli attacchi dei lealisti e della polizia ai ghetti nazionalisti per reprimere un pacifico movimento per i diritti civili che chiedeva basilari diritti democratici, oppure nello sciopero unionista del 1974 contro la condivisione di potere [9] e nella manifestazione di massa dei Protestanti contro l'Accordo anglo-irlandese [10].

 9. Nel 1969 le truppe britanniche vennero inviate nel Nord non per mantenere la pace ma per dare ossigeno alle forze di sicurezza locali e per tutelare gli interessi delle classi dominanti britanniche che  temevano sviluppi rivoluzionari della situazione. Da allora questo è stato il ruolo delle truppe inglesi; ecco perché ci siamo uniti agli appelli "fuori le truppe, subito". Inoltre esse sono state usate anche per reprimere alla base qualsiasi movimento di massa che chiedesse pace e riforme, come le operazioni della famosa Bloody Sunday del 1972 [11].

 10. Il Lealismo è un'ideologia reazionaria, comprese quelle forme che si dichiarano socialiste. Esso serve solo a mantenere il settarismo ed i privilegi per i protestanti, come pure a proteggere gli interessi delle classi dominanti britanniche e nord-irlandesi.

 11. Il Repubblicanesimo è un'ideologia piccolo-borghese e per niente socialista. Persino quelle sigle che si dichiarano socialiste predicano una teoria per cui i lavoratori devono subordinare i loro interessi di classe alla lotta comune a fianco dei loro padroni cattolici per l'unificazione dell'Irlanda. Questa ideologia gode tuttavia di un considerevole appoggio operaio al nord, ma proprio a causa del suo impianto teorico non convince i lavoratori protestanti, verso i quali non ha nemmeno una credibile strategia di coinvolgimento.

 Va detto che il repubblicanesimo, diversamente dal lealismo, spesso ha sviluppato al suo interno delle correnti di sinistra, se non altro per la sua teoria basata sull'uguaglianza dei diritti per tutti, piuttosto che sul "destino divino concesso ai prescelti". Dopo lo sviluppo del leninismo, queste correnti sono state però contaminate profondamente dalle idee del socialismo autoritario. Tuttavia a volte, come nel congresso del movimento repubblicano degli anni '30, ebbero anche l'appoggio della classe operaia protestante del nord proprio sullo slogan della "repubblica operaia". Sebbene sia noi che altri anarchici abbiamo usato questo slogan in passato, oggi non è più utile per sintetizzare la nostra distanza dalla politica dei repubblicani, per cui oggi preferiamo dire che vogliamo una "Irlanda anarchica".

 12. La tattica della lotta armata portata avanti dai repubblicani non è stata mai in grado di aprire la strada ad una soluzione poiché era incapace di far intravedere una vittoria militare sull'esercito britannico. Inoltre le perdite subite dall'esercito inglese non preoccupano più di tanto la classe dominante britannica. Infine va detto che una "campagna fatta di attentati pubblicitari" porterà sempre, che lo si voglia o no, a vittime civili, facendo crescere le tensioni settarie.

 13. La lotta armata era sbagliata anche perché dipendeva dalle azioni di pochi individui, che attribuivano alle masse un mero ruolo di inattività, oppure di logistica e di protezione. E si diceva che doveva servire a mantenere le conquiste fatte negli anni '60 e nei primi anni '70. Le mobilitazioni di massa (disobbedienza civile, scioperi degli affitti e delle tasse comunali, comitati di quartiere, ecc.) avrebbero difeso quelle conquiste molto meglio del militarismo elitario dei pochi.

 14. Lo Stato britannico è il vero responsabile della lunga storia del conflitto armato nel Nord. Finché l'esercito britannico rimane in Irlanda, ci sarà verosimilmente una resistenza armata, soprattutto in assenza di un movimento di massa che indichi un'alternativa all'opzione militare. Ogni generazione infatti ha prodotto un nuovo gruppo di persone che si sono fisicamente dedicate alla battaglia per la "libertà irlandese". Una situazione di pace permanente è possibile solo in seguito al ritiro britannico. Quando venne dichiarato il cessate-il-fuoco nel 1994, dicemmo che era un bene perché metteva fine alla lotta armata ed apriva reali possibilità per una politica rivoluzionaria. Ci siamo opposti alla lotta armata repubblicana perché essa era un ostacolo per l'unità di classe. La lotta armata era fondata su una politica sbagliata, aveva una strategia sbagliata ed usava tattiche sbagliate. Abbiamo comunque sempre evitato di criticare i repubblicani per la situazione nelle 6 contee. La loro attività era la conseguenza di un problema reale e non doveva essere confusa con le cause di quella situazione. Noi abbiamo chiaramente detto che in ultima analisi, le responsabilità vanno individuate nella perdurante occupazione britannica.

 15. Noi non riteniamo che il cessate-il-fuoco dell'IRA sia stato una svendita. Si è trattato piuttosto dell'inevitabile naturale processo della politica del nazionalismo, che è destinato a raggiungere un compromesso con l'imperialismo.

 16. L'IRA non è responsabile della creazione di settarismo né della continuazione dello stesso. Questo fenomeno va fatto risalire al 1969, come reazione agli attacchi portati dalle forze di sicurezza e dai paramilitari lealisti contro quello che era solo un movimento pacifico per i diritti civili.

 17. Noi condanniamo qualsiasi azione a carattere settario (vedi quelle a base religiosa), comprese quelle fatte dai repubblicani. Noi combattiamo il settarismo invitando i lavoratori ad agire attraverso scioperi e manifestazioni contro simili oltraggi, evitando di ricorrere alla protezione delle forze dello Stato.

 Condanniamo senza alcuna riserva quelle azioni "punitive" fatte di bastonate e colpi di pistola contro persone accusate di "comportamenti anti-sociale" o di spaccio di droga, fatte dai paramilitari sia lealisti che repubblicani. Queste azioni non sono altro che un tentativo crudele di mantenere il controllo su ciò che questi gruppi considerano le "loro comunità". Siamo di fronte ad azioni dal carattere autoritario e mafioso. Nulla può giustificare questi gruppi nel compiere queste azioni in nome di un mandato della base o di una "mancanza di ordine". Nessuno di questi gruppi ha mai ricevuto un mandato per affermare il loro "essere e fare la legge". Non hanno alcun diritto per autonominarsi giudici, giuria e boia.

 18. All'Accordo di Belfast, si giunse al culmine di una strategia decennale messa in atto dallo Sinn Féin [12], che aveva aperto diversi fronti su diverse questioni per acquisire rispettabilità attirando così verso di sé membri del Fianna Fáil [13] ed esponenti della Chiesa. Il prezzo da pagare fu l'eliminazione di ogni riferimento al socialismo per mantenere unita la "grande famiglia nazionalista". Questa strategia non poteva mai portare ad un'Irlanda unita e socialista e nemmeno  altre significative migliorie tranne quelle connesse con il processo di "smilitarizzazione". Si trattò invece di un rafforzamento del fronte nazionalista tradizionale con lo scopo di giungere ad un'alleanza di tutte le forze nazionaliste: dal Sinn Féin al Fianna Fáil, dal SDLP [14] alla Chiesa cattolica e al potente lobby irlandese degli USA. Una simile alleanza non aveva da offrire nulla alla classe lavoratrice del Sud e del Nord, e noi ci opponemmo.

L'Accordo di Belfast non offrì altro che uno spoil-system basato sulle divisioni settarie e che le rinforzava. Noi invitammo all'astensione sul referendum relativo all'Accordo e ci rifiutammo di schierarci con le forze che invitavano a votare NO, sostenendo che esse non avevano nessun'altra alternativa da offrire che non fosse lo stesso conflitto di sempre che aveva rovinato la vita a decine di migliaia di lavoratori. Le forze repubblicane del 32-County Sovereignty Committee, il Real IRA, il Republican Sinn Féin, il Continuity IRA e l'Irish National Liberation Army [15] non avevano da proporre altro se non aumentare il settarismo ed il controllo sulle loro comunità. Gli oppositori lealisti -i cui raduni erano frequentati dai sostenitori degli squadroni della morte della Loyalist Volunteer Force [16]- non volevano altro che il ritorno al tempo in cui i Cattolici vivevano nel terrore ed in ginocchio.

Il parlamento regionale costituito dall'Accordo di Belfast dimostra abbastanza chiaramente il fatto che il risultato netto dello stesso Accordo è il rafforzamento del settarismo, visto che i membri eletti devono dichiararsi "nazionalisti" o "unionisti" perché i loro voti abbiano valore. I partiti politici hanno dimostrato di essere in grado di raggiungere senza problemi accordi sulle questioni economiche -senza scontri sui programmi di finanziamento o di spesa pubblica- ma su quali fiori mettere nei corridoi del palazzo parlamentare o quale bandiera far sventolare davanti ai palazzi ministeriali ecco che rispuntano le divisioni tra i due schieramenti.

 19. Il massiccio voto a favore dell'Accordo, sia a Sud che a Nord, al di là di ogni altra indicazione, mostra abbastanza chiaramente che la vasta maggioranza della gente non vuole ritornare alla situazione di violenza precedente al cessate-il-fuoco. Qualsiasi ritorno alla lotta armata aprirebbe la strada ad ulteriore sofferenza e repressione per la classe lavoratrice delle 6 contee. Noi ribadiamo la nostra posizione: una pace permanente e la fine del settarismo sono possibili solo dopo il ritiro dell'esercito britannico e che la classe operaia di entrambe le comunità deve essere convinta del bisogno di trasformare la lotta in una lotta per l'anarchismo e non per i "diritti nazionali".

 20. Quando le condizioni saranno giuste, dovremmo spingere i lavoratori del Nord a rifiutarsi di fare qualsiasi lavoro per conto delle forze di sicurezza. Noi ci opponiamo a qualsiasi campagna [para]militare contro i lavoratori che si prestino al lavoro per conto delle forze di sicurezza.

 21. Nelle adeguate condizioni (per esempio, gli scioperi della fame del 1981) dovremmo spingere per la creazione di un movimento di massa che abbia un ruolo attivo con scioperi e manifestazioni ed impedire che diventi un movimento di sostegno passivo sia alle campagne [para]militari che a quelle elettorali.

 22. Le divisioni settarie sono ancora una realtà nel Nord di oggi. Riconosciamo che molte delle proteste connesse a queste divisioni, lungi dal risolverle, hanno lo scopo di esacerbarle e di dividere ulteriormente la classe lavoratrice. Ne traggono vantaggio elettorale i politicanti locali o i sempiterni paramilitari.

 Su queste cose noi non siamo neutrali. Non diamo alcun sostegno a quei gruppi che si arrogano il diritto di decidere chi può vivere, lavorare o passare nella "loro area" e chi no. La sola eccezione che facciamo sono le sfilate dell'Ordine Orangista e gruppi affini a causa del loro ruolo insistente nell'infiammare l'odio settario. Ma, al tempo stesso, noi sosteniamo che l'opposizione all'Ordine Orangista vada costruita su basi di classe e non religiose. Ciò significa compiere un grande sforzo nel portare i lavoratori protestanti ad opporsi all'Ordine.

 Generalmente noi sosteniamo tutti gli appelli alle inchieste pubbliche e tutti i tentativi di limitare i poteri della polizia, persino quando vittime della repressione sono persone di cui non condividiamo la politica.

 Noi sosteniamo la creazione di condomini misti, di scuole miste e la rimozione di tutti i simboli religiosi e nazionalisti dai palazzi pubblici e dalle strade. Siamo per la fine di qualsiasi intromissione religiosa nelle scuole e negli ospedali e di qualsiasi finanziamento pubblico alle istituzioni religiose a Nord come al Sud [17].

 23. In quanto anarchici noi lavoriamo per l'unità tra lavoratori cattolici e protestanti e tra lavoratori britannici ed irlandesi. Che ciò sia possibile è stato dimostrato più volte nella storia del Nord, come nel caso dello sciopero dei portuali del 1907 e dello sciopero del soccorso a domicilio del 1932, quando i Falls e gli Shankill manifestarono in solidarietà gli uni degli altri [18]. Più recentemente abbiamo assistito ad azioni unitarie in difesa del Servizio Sanitario Nazionale e contro le intimidazioni settarie. Esempi più circoscritti di questa possibile unità vengono dalle frequenti lotte sindacali nei luoghi di lavoro al Nord.

 24. Noi riconosciamo che sebbene i lavoratori protestanti abbiano minimi vantaggi sui lavoratori cattolici, questi vengono vanificati dagli svantaggi dovuti alla divisione di classe, il che significa che le condizioni di vita dei lavoratori del Nord, cattolici o protestanti che siano, sono peggiorate per quanto riguarda la casa, la disoccupazione e i salari, se comparate con le condizioni di altri lavoratori in aree simili dell'Inghilterra. Ecco, questi sono i frutti della divisione del paese. 

25. È quindi nell'interesse dei lavoratori protestanti rompere con i loro padroni protestanti e col lealismo per lottare a fianco dei lavoratori cattolici sia nelle battaglie sindacali quotidiane che per un'Irlanda anarchica.

 26. In passato la questione nazionale era stata usata dai padroni nordirlandesi per dividere le lotte comuni di lavoratori protestanti e cattolici. Non è perciò possibile mantenere l'unità conquistata con le lotte sindacali senza rompere la subordinazione dei lavoratori protestanti al lealismo e senza spingerli alla lotta per un'Irlanda anarchica.

 27. La nostra strategia dovrebbe essere una di impegnarci nelle lotte dei lavoratori del Nord e all'interno di queste lotte rompere il lealismo che lega i lavoratori di entrambe le religioni ai loro padroni e quindi aprire una prospettiva per lottare per un'Irlanda anarchica.

 28. A tal fine non dobbiamo mai nascondere la nostra opposizione alla repressione ed il nostro anti-imperialismo, dobbiamo anzi cercare di connetterli alle lotte in corso. 

29. La lotta per raggiungere l'unità di classe nel Nord non può essere disgiunta dalla lotta per costruire un movimento di lavoratori anarchici al Sud. Un simile movimento al Sud, che attaccasse sia il capitalismo che il dominio della legge religiosa, sarebbe un grande sprone per conquistare i lavoratori protestanti del Nord. La posizione di potere della Chiesa Cattolica al Sud si è notevolmente indebolita nell'ultimo decennio. Comunque essa mantiene un ruolo dominante in settori cruciali quali l'istruzione e la sanità. L'abbattimento totale di questo dominio sarà di aiuto nella costruzione di legami comuni tra i lavoratori del Nord e del Sud.

 30. Dovremmo aiutare i gruppi anarchici britannici a sviluppare una chiara prospettiva sulla questione nazionale, al fine di rompere ogni sostegno dei lavoratori inglesi al dominio dello Stato britannico sull'Irlanda.

  Prospettive a breve termine

1. Le organizzazioni politiche legate ai paramilitari lealisti sono divenute più attive dopo il cessate-il-fuoco dei lealisti nel 1994. Mentre il Progressive Unionist Party dichiara di essere socialista, è importante ricordare da dove provengono i suoi quadri. Esso è il braccio pubblico della Ulster Volunteer Force, che per 25 anni ha condotto una fragorosa guerra settaria contro la popolazione nazionalista delle 6 contee. Fino a che non rinuncino a queste azioni, non possono essere considerati parte del movimento socialista.

 Non siamo d'accordo, però, con chi sostiene che i socialisti non dovrebbero aprire un dibattito con membri di questi gruppi. è solo tramite un dibattito del genere che le loro ridicole posizioni socialiste e monarchiche al tempo stesso possono essere smascherate. Al fine di conquistare i lavoratori protestanti delle 6 contee alla lotta per l'anarchismo, dobbiamo prima convincerli a rompere ogni legame con l'ideologia settaria del lealismo/unionismo.

2.Riforma dello Stato delle 6 contee

 In precedenza abbiamo sostenuto che lo Stato delle 6 contee era irrimediabilmente settario. Ad ogni modo, l'attuale processo di pace può sfociare in un apparato statuale che sia diviso tra l'infeudamento di forze settarie da una parte e dall'altro l'incoraggiare il conflitto settario comunitarista da parte di quelle stesse forze politiche. Sembra che essendo il capitalismo incapace di procedere in avanti, esso si muova per vie laterali in modo che non si faccia nulla per risolvere alla base i conflitti settari, perché alla fine ci sia soprattutto una "parità di intervento" dello Stato in questi conflitti.

 Luglio 2004

 (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)    

  

Note del traduttore:

 [1] Il termine "divisione" traduce "partition". Nel 1921, in seguito ad una guerriglia iniziata con la proclamazione di una repubblica a Dublino nel 1916 da parte dei nazionalisti irlandesi, i capi nazionalisti firmarono il Trattato anglo-irlandese che concedeva autonomia all'interno del Commonwealth britannico (presto trasformato in vera indipendenza) per soli 26 delle 32 contee dell'Irlanda. Le restanti 6 diventarono una nuova entità politica, l'Irlanda del Nord, che rimase parte del Regno Unito e ancora oggi, molti nazionalisti usano il termine "6 contee" per parlare dell'Irlanda del Nord. Una parte dello Sinn Fein, il partito nazionalista irlandese, rifiutò i termini del Trattato, soprattutto la divisione artificiale, rivendicando l'unità nazionale al punto di iniziare una guerra civile in Irlanda tra sostenitori del Trattato e oppositori. La costituzione repubblicana dell'Irlanda, varata nel 1937, rivendica l'intera isola come territorio nazionale ma, nel 1997, l'Irlanda modifica la sua costituzione in osservanza con i termini dell'Accordo di Belfast (e dopo referendum), eliminando questa rivendicazione territoriale.

 [2] "Unionists", ossia coloro che sono favorevoli a mantenere l'unione tra l'Irlanda del Nord e la Gran Bretagna che insieme formano il Regno Unito.

 [3] "Loyalists", termine interscambiabile con "Unionists". Sono "lealisti" coloro che si credono leali alla corona britannica.

 [4] Gli "orangisti" sono i membri dell'Ordine di Orange, una sorte di framassoneria protestante irlandese, che ha praticamente gestito l'Irlanda del Nord dalla sua creazione. Fondata nel Settecento come società segreta dei nobili anglicani dell'Irlanda, fu aperta ai presbiteriani e alla classe lavoratrice alla fine dell'Ottocento come strumento per porre fine alla crescente unità operaia nelle fabbriche di Belfast e Dublino.

 [5] La rivolta del 1798 fu ispirata dalla rivoluzione francese, adottando le parole d'ordine di "libertà, fraternità e uguaglianza" tra tutti gli abitanti dell'isola: cattolici, anglicani e presbiteriani. Nasce soprattutto tra i presbiteriani nordirlandesi che, pur essendo protestanti, soffrivano quanto i cattolici del paese, vittime di leggi repressivi.

 [6] Per lo più presbiteriani. Va ricordato che il presbiterianesimo è una forma di cristianesimo fondamentalista estremamente antigerarchica. Ogni "parrocchia" è completamente autogestita. Non esistono preti, solo predicatori eletti dalla congregazione e inoltre i credenti eleggono annualmente un comitato che gestisce gli affari della "parrocchia". Le idee della rivoluzione francese trovarono terreno fertile tra i presbiteriani dell'Irlanda.

 [7] Ulster è una delle quattro regioni storiche dell'Irlanda, gli antichi regni dell'Irlanda pre-coloniale. Sin dalla nascita dell'Irlanda del Nord, la maggior parte degli unionisti continuano ad usare il termine "Ulster" al posto di "Irlanda del Nord".

 [8] Irlanda viene spesso erroneamente chiamata "Repubblica d'Irlanda" o "Repubblica irlandese". Dopo il Trattato anglo-irlandese del 1922, il nuovo paese autonomo si chiamava lo "Stato libero irlandese" (Irish Free State) e in seguito all'adozione della nuova costituzione nel '37, prese il nome "Irlanda" (in inglese Ireland, in irlandese Éire).

 [9] Un piano per la condivisione di potere (tra unionisti e nazionalisti moderati), ossia un progetto di governo "unito", fu ideato nel '73-4 in risposta all'inasprirsi della guerriglia in corso nell'Irlanda del Nord. Non fu un successo.

 [10] L'Accordo anglo-irlandese degli anni '80 fu firmato in seguito ad un Forum anglo-irlandese tra i due governi e i partiti parlamentari (ad esclusione quindi dei partiti legati ai paramilitari) e prevedeva un certo ruolo (seppur minimo) per il governo irlandese negli affari del Nord.

 [11] L'esercito britannico aprì fuoco su una manifestazione pacifica a Derry, uccidendo e ferendo molte uomini, donne e bambini innocenti. Un'inchiesta ha in seguito esonerato l'esercito. Attualmente è in corso una nuova inchiesta sugli eventi di Bloody Sunday.

 [12] Partito pan-irlandese che discende dallo Sinn Féin degli anni '20, legato all'IRA.

 [13] Partito irlandese che discende dallo Sinn Féin degli anni '20, diventato negli anni '30 il più grande partito nel parlamento irlandese e attualmente al governo.

 [14] Social Democratic & Labour Party. Partito nordirlandese fondato negli anni '60. Per anni fu effettivamente l'unico partito dei nazionalisti nordirlandesi, sebbene fosse ideato come partito socialdemocratico non-settario.

 [15] Il Comitato per la Sovranità delle 32 Contee, l'IRA "Vero", lo Sinn Féin Repubblicano, l'IRA per la Continuità e l'Esercito per la Liberazione Nazionale Irlandese sono formazioni paramilitari scisse dall'IRA nel corso degli anni.

 [16] La Forza dei Volontari Lealisti (LVF) è un gruppo paramilitare protestante di formazione abbastanza recente che si opponeva a qualsiasi "pace" con i repubblicani.

 [17] Va ricordato che tradizionalmente in tutta l'Irlanda le ordini religiose hanno il quasi totale controllo delle scuole e spesso anche degli ospedali. La vasta maggioranza di scuole in tutta l'Irlanda sono divise a base religiosa.

 [18] Le zone intorno alla Falls Road sono abitate a maggioranza cattolica, mentre quelle intorno alla Shankill Road sono a maggioranza protestante. Entrambi sono quartieri operai.