Anarchismo Sociale e Organizzazione:

Cerchi concentrici

 

L’organizzazione specifica anarchica utilizza, sia per il suo funzionamento interno che per quello esterno, la logica di quello che chiamiamo “cerchi concentrici” - fortemente ispirata dal modello organizzativo bakuninista. Il principale motivo per cui abbiamo adottato questa logica di funzionamento è perché, per noi, l’organizzazione anarchica deve prevedere differenti istanze di azione. Queste differenti istanze dovrebbero potenziare il suo lavoro permettendo, allo stesso tempo, di riunire militanti preparati e con alto grado di impegno, e avvicinare persone che simpatizzano con la teoria o pratica dell’organizzazione – che potrebbero essere più o meno preparate, più o meno impegnate. Insomma, i cerchi concentrici cercano di risolvere un importante paradosso: l’organizzazione anarchica deve essere: chiusa ad un livello sufficiente perché ci siano solo militanti preparati, impegnati e allineati politicamente; e aperta ad un livello sufficiente perché vi possano entrare nuovi militanti.

Gran parte dei problemi che nascono nelle organizzazioni anarchiche sono la conseguenza del fatto che esse non funzionano con la logica dei cerchi concentrici e che non prevedono queste differenti istanze di azione. Una persona che si dice anarchica e che si interessa al lavoro dell’organizzazione deve stare nell’organizzazione, anche se non conosce in profondità la sua linea politica? Un laico, interessato alle idee anarchiche deve stare nell’organizzazione? Come ci si deve comportare con i “libertari” – nel senso largo del termine – che non si dicono anarchici? Devono stare nell’organizzazione anche loro? Ed i membri più anziani, che hanno fatto del lavoro importante in passato, ma che oggi vogliono stare vicini senza però dedicarsi alle attività permanenti dell’organizzazione? E coloro che possono dedicare poco tempo alla militanza? Le domande sono tante. Altri problemi nascono a causa di dubbi sulla realizzazione del lavoro sociale. L’organizzazione deve presentarsi come organizzazione anarchica nei movimenti sociali? Nel lavoro sociale, può essa stringere alleanze con altri individualità, gruppi e organizzazioni che non sono anarchici? In questo caso, quali sono i punti in comune da difendere? Come realizzare il lavoro sociale in un campo con persone di ideologie diverse, mantenendo l’identità anarchica? Come fare in modo che l’anarchismo non perda la sua identità quando si trova in contatto con i movimenti sociali? Anche qui ci sono molti interrogativi.

I cerchi concentrici hanno come obiettivo fornire un luogo chiaro per ognuno dei militanti e simpatizzanti dell’organizzazione. Oltre a questo, cercano di facilitare e potenziare il lavoro sociale dell’organizzazione anarchica; ed in fine, stabilire un canale per l’entrata di nuovi militanti.

Nella pratica, la logica dei cerchi concentrici funziona come segue. All’interno dell’organizzazione specifica anarchica ci sono solo anarchici che, chi più chi meno, sanno elaborare, riprodurre ed applicare la linea politica dell’organizzazione, internamente, nei fronti e nelle attività pubbliche. I militanti dovrebbero ugualmente poter aiutare, chi più, chi meno, nell’elaborazione della linea strategico-tattica dell’organizzazione, così come avere la piena capacità di riprodurla e applicarla. Nell’organizzazione, i militanti assumono funzioni interne – che siano esecutive, deliberative o straordinarie – e anche esterne per quanto riguarda il lavoro sociale. Le funzioni assunte dai militanti dentro l’organizzazione sono coerenti con l’autogestione e con il federalismo, ossia con le decisioni orizzontali, dove tutti i militanti hanno lo stesso potere di voce, di voto e chi, in casi specifici, ha la delega con mandato imperativo. Le funzioni da svolgere da parte dei delegati devono essere definite molto bene, perché essi “non possano agire a nome dell’associazione se non quando essi vi siano consenzienti; che debbano eseguire ciò che gli associati deliberano, e non dettar essi agli associati la via da seguire”.[1] Inoltre, le funzioni dovrebbero essere a rotazione, allo scopo di abilitare tutti ed evitare posizioni o funzioni cristallizzate.

L’organizzazione specifica anarchica può avere solo un cerchio di militanti, tutti nella stessa istanza, oppure avere più di un cerchio, con i criteri [di appartenenza] definiti collettivamente che potrebbero essere, ad esempio, in base al tempo in cui la persona sta nell’organizzazione o la sua condizione di elaborazione delle linee politiche o strategico-tattiche. Così i militanti più recenti o con meno capacità di elaborazione delle linee potrebbero stare in un cerchio più esterno (distante) ed i militanti con più esperienza, con maggiori capacità di elaborazione delle linee in un altro più interno (prossimo). Non esiste gerarchia tra i cerchi, bensì l’idea è che più si è “dentro”, più il militante è prossimo, di più sono le sue capacità di formulare, comprendere, riprodurre e applicare le linee dell’organizzazione. Più il militante è “dentro”, maggiore è il suo livello di impegno e più potere ha di deliberazione. Più egli offre all’organizzazione, più gli viene chiesto da essa. Sono i militanti che decidono questo loro livello di impegno e, in base a questa scelta, essi partecipano o meno alle istanze di deliberazione. Così, i militanti scelgono quanto si vogliono impegnare e più si impegnano, più decideranno. Meno si impegnano, meno decideranno.

Questo non significa che la posizione dei più impegnati vale più di quella dei meno impegnati. Significa che essi partecipano ad istanze decisionali diverse. Per esempio: i più impegnati partecipano con voce e voto ai Congressi, che definiscono le linee politiche e strategiche dell’organizzazione; i meno impegnati non partecipano ai Congressi, o vi partecipano in qualità di osservatori; invece, partecipano alle assemblee mensili dove le tattiche e le applicazioni pratiche delle linee sono definiti.

Così, dentro l’organizzazione specifica anarchica si possono avere uno o più cerchi, che dovranno essere definiti sempre dal livello di impegno dei militanti. Nei casi in cui ci siano più di un livello, deve essere chiaro a tutti quali sono i criteri perché un militante possa cambiare livello. Pertanto, è il militante a scegliere in quale cerchio vuole stare.

Il cerchio successivo, più esterno e distante dal nucleo dell’organizzazione anarchica, già non fa parte dell’organizzazione, ma possiede un’importanza fondamentale: si tratta del livello dei militanti d’appoggio. Questa istanza cerca di raggruppare tutte le persone che hanno un’affinità ideologica con l’organizzazione anarchica. I militanti d’appoggio sono responsabili per aiutare l’organizzazione nel suo lavoro pratico, come ad esempio: l’edizione di opuscoli, periodici o libri; la divulgazione di materiale di propaganda; aiuto nel lavoro della produzione di teoria o di analisi della fase; la realizzazione delle attività pratiche per il lavoro sociale (attività sul territorio, aiuto nel lavoro della formazione, attività di logistica, aiuto nell’organizzare i lavori, ecc.). Questa istanza di appoggio è dove le persone che hanno affinità con l’organizzazione anarchica e con il suo lavoro possono avere contatto con altri militanti, dove possono approfondire le loro conoscenze delle linee politiche dell’organizzazione, conoscere meglio le sue attività, approfondire la propria visione dell’anarchismo, ecc.

Pertanto, l’istanza d’appoggio ha l’importante funzione di aiutare l’organizzazione anarchica a mettere in pratica le sue attività, cercando di far avvicinare gli interessati. Questo avvicinamento ha l’obiettivo di portare un giorno questi militanti d’appoggio a diventare militanti dell’organizzazione. L’organizzazione specifica anarchica raggruppa intorno a sé il maggior numero di militanti d’appoggio possibile e, attraverso il lavoro pratico, individua coloro che sono interessati a far parte dell’organizzazione e che sono idonei alla militanza. La proposta di entrare nell’organizzazione può venire dai militanti dell’organizzazione ai militanti d’appoggio o viceversa. Tuttavia, sebbene ogni militante scelga il livello di impegno che desidera avere nell’organizzazione e dove vuole stare, l’obiettivo dell’organizzazione anarchica è sempre avere il maggior numero possibile di militanti nei cerchi più interni, con il maggior livello d’impegno possibile.

Diamo un esempio pratico: supponiamo che un’organizzazione abbia deliberato di lavorare, internamente, con due livelli d’impegno – o due cerchi. Quando i militanti sono nuovi, entrano a livello di “militante”, ma quando saranno passati sei mesi ed il militante sarà preparato e impegnato, egli passa al livello di “militante pieno”. Immaginiamo anche che questa organizzazione risolva di funzionare con un livello di militanti d’appoggio. L’obiettivo dell’organizzazione sarà quello di raggruppare intorno a sé il maggior numero possibile di militanti d’appoggio e, sulla base dell’affinità di ognuno di loro con l’organizzazione, essi passano al livello di militante e, dopo sei mesi e purché preparati, al livello di militante pieno. Illustriamo come questo può funzionare in pratica.

AP è il livello dei militanti d’appoggio, M dei militanti e MP dei militanti pieni. L’obiettivo è un flusso indicato dalla freccia rossa: passare da AP a M e da M a MP. Chi vuole, segue questo flusso e chi non vuole può rimanere dove meglio crede. Ad esempio, se una persona vuole aiutare sporadicamente, e niente di più, può scegliere di rimanere sempre al livello AP. La questione qui è che la volontà di lavorare delle persone affini deve essere utilizzata dall’organizzazione. Non bisogna rifiutare l’offerta di aiuto solo perché la persona ha poco tempo, o perché preferisce aiutare solo ogni tanto. In un’organizzazione specifica anarchica, ci deve essere la possibilità che tutti possano contribuire. “Il criterio di selezione che non delude mai sono i fatti. L’attitudine e l’efficacia del militante sono, fondamentalmente, misure dell’entusiasmo e dell’applicazione con cui egli svolge i suoi compiti.” [2]

La logica dei cerchi concentrici esige che ogni militante e l’organizzazione stessa hanno dei diritti e doveri ben definiti per ogni livello d’impegno. Questo perché non è giusto che qualcuno prenda decisioni su qualcosa che non compierà. Un militante d’appoggio che frequenta una volta al mese e contribuisce sporadicamente, per esempio, non può deliberare sulle regole o sulle attività che riguardano l’attività quotidiana, dal momento che delibererebbe su qualcosa che riguarda gli altri militanti molto più di se stesso.

È una pratica molto comune nei gruppi libertari, le persone che contribuiscono sporadicamente decidono su questioni sulle quali saranno i membri che contribuiscono in modo più consistente ad impegnarsi o a svolgere. È molto facile per un militante che si fa vedere ogni tanto decidere, per esempio, la linea politica dell’organizzazione quando non sarà lui a dover seguire tale linea per la maggior parte del tempo.

Queste sono forme sproporzionate di decisionalità dove uno delibera qualcosa ed altri realizzano. Nel modello dei cerchi concentrici, cerchiamo un sistema di diritti e doveri di modo che ognuno prenda le decisioni rispetto a quello che potrà e dovrà compiere successivamente. Così, è normale che i militanti d’appoggio deliberino solamente su quello che essi stessi potranno realizzare. Ugualmente, è normale che i militanti dell’organizzazione deliberino su quello che loro andranno a realizzare. In questa maniera le deliberazioni e gli impegni sono proporzionati, e questo significa che l’organizzazione ha criteri chiari di reclutamento, che definiscono bene chi ne fa parte e chi no, e a quale livello d’impegno si trovano i militanti.

Un importante criterio di ammissione è che tutti i militanti che entrano a far parte dell’organizzazione devono condividere la sua linea politica. Per questo, l’organizzazione anarchica deve possedere materiale teorico che esplicita questa linea, in una forma meno approfondita per coloro che non sono ancora membri dell’organizzazione e in una forma più approfondita per i militanti. Quando qualcuno si interessa del lavoro dell’organizzazione anarchica e si dimostra interessato ad aderire, si deve accettare questa persona come militante d’appoggio ed aiutarla in modo adeguato. Come militante d’appoggio, una volta che conosca la linea politica in modo più approfondito e dimostri un’affinità con il lavoro pratico dell’organizzazione, la persona potrebbe indicare un desiderio di entrare nell’organizzazione oppure l’organizzazione potrebbe indicare il suo desiderio che questo militante d’appoggio entri a far parte dell’organizzazione come militante. In entrambi i casi, il militante d’appoggio deve essere guidato sempre dall’organizzazione anarchica, che gli fornirà materiale teorico con cui approfondire la sua conoscenza della linea politica. Uno o più militanti che conoscono bene questa linea dovranno parlarne con lui, discutere su eventuali dubbi, chiarire. Una volta che il militante d’appoggio è d’accordo con la linea politica dell’organizzazione, ed una volta che entrambi le parti sono d’accordo, il militante entra nell’organizzazione. È importante che nel periodo iniziale ogni nuovo militante sia accompagnato da uno con esperienza, che lo orienterà e lo preparerà al lavoro. In ogni caso, l’organizzazione anarchica deve sempre occuparsi della formazione e accompagnamento dei militanti d’appoggio e dei militanti, perché così si possa assicurare il cambio di livello di impegno, se lo si vuole.

Questa stessa logica dei cerchi concentrici funziona per il lavoro sociale. Attraverso essa, l’organizzazione anarchica si articola per realizzare il lavoro sociale in una maniera più adeguata e efficace. Come accennato precedentemente, l’organizzazione anarchica si divide internamente in fronti per la realizzazione del lavoro pratico. Per questa realizzazione, ci sono organizzazioni che preferiscono stabilire rapporti diretti con i movimenti sociali. Ci sono altre invece che preferiscono presentarsi per mezzo di un’organizzazione sociale intermedia, che potremmo chiamare raggruppamento di tendenza.

Partecipare al raggruppamento di tendenza suppone un insieme di definizioni che compagni di diverse origini ideologiche possono condividere, tra cui certe esclusioni imprescindibili (i riformisti, ad esempio), se si vuole ottenere un minimo di vera coerenza operativa. […] I raggruppamenti di tendenza coordinati tra di loro e radicati nei settori più combattivi del popolo […] sono un livello superiore al precedente [il livello delle masse]”. [3]

Il raggruppamento di tendenza si colloca dunque tra i movimenti sociali e l’organizzazione specifica anarchica, e riunisce militanti di ideologie distinte che possiedono affinità per quanto riguarda certe questioni pratiche.

Come abbiamo detto, ci sono delle organizzazioni anarchiche che preferiscono presentarsi direttamente nei movimenti sociali, senza la necessità dei raggruppamenti di tendenza, e quelle che preferiscono presentarsi tramite essi. In entrambi i casi ci sono punti positivi e negativi e ogni organizzazione deve definire il modo migliore di agire. Dal momento che i punti di vista che promuoviamo nei movimenti sociali sono molto più pratici che non teorici, può essere interessante lavorare con un raggruppamento di tendenza, di cui faranno parte delle persone che concordano con alcune o tutte le posizioni che promuoviamo nei movimenti sociali (forza, classismo, autonomia, combattività, azione diretta, democrazia diretta e prospettiva rivoluzionaria) e che ci aiuteranno ad aumentare la forza sociale in difesa di queste posizioni. Come nello schema di cui sopra, l’idea è che l’organizzazione specifica anarchica cerca l’inserimento in questo livello intermedio (raggruppamento di tendenza) e, tramite questo, presentarsi e realizzare il suo lavoro nei movimenti sociali in cerca di inserimento sociale. Illustriamo di nuovo come questo funziona in pratica.

OSA è l’organizzazione specifica anarchica, RT è il raggruppamento di tendenza e MS è il movimento sociale. Ci sono due flussi.

Il primo, quello dell’influenza dell’OSA, cerca di passare al RT e da lì al MS. Vediamo alcuni esempi pratici. L’organizzazione anarchica che desidera agire in un sindacato potrà formare una tendenza con altri militanti del movimento sindacale che difendono alcune “bandiere” specifiche (prospettiva rivoluzionaria, azione diretta, ecc.) e per mezzo di questa tendenza, influenzare il movimento sindacale, o il sindacato di cui fa parte. Oppure l’organizzazione anarchica vuole lavorare con il movimento dei senza terra e per questo riunisce nel raggruppamento di tendenza persone che difendono posizioni simili nel movimento sociale (autonomia, democrazia diretta, ecc.). Per mezzo di questo raggruppamento di tendenza, l’organizzazione specifica anarchica agisce nel movimento dei senza terra e così cerca di influenzarlo.

Questa forma di organizzazione mira a risolvere un problema molto comune che incontriamo nella militanza. Quando, per esempio, conosciamo dei militanti molto dediti, rivoluzionari, proponenti di autogestione, autonomia, democrazia di base, democrazia diretta, ecc., ma non possiamo agire insieme a loro perché non si definiscono anarchici. Questi militanti potrebbero lavorare con gli anarchici nei raggruppamenti di tendenza e così difendere queste loro posizioni insieme a noi nei movimenti sociali.

Il secondo flusso rappresentato nella grafica mostra l’obiettivo del flusso di militanti. Ossia, con questo schema, l’obiettivo è di portare le persone che hanno affinità pratiche con gli anarchici dal movimento sociale nei raggruppamenti di tendenza. Da lì si possono portare quelli che hanno o che sviluppano affinità ideologiche dentro l’organizzazione specifica. In modo simile al grafico precedente, se un militante ha grandi affinità pratiche con gli anarchici ma non è anarchico, egli dovrà essere membro del raggruppamento di tendenza, dove sarà fondamentale per la realizzazione del lavoro sociale. Se egli avrà poi affinità ideologiche, potrà avvicinarsi o anche unirsi all’organizzazione.

L’obiettivo dell’organizzazione anarchica non è trasformare tutti i militanti in anarchici, ma saper lavorare con ognuno dei militanti, nel modo più adeguato. Avendo interessi in comune (dal movimento sociale al raggruppamento di tendenza o dalla tendenza all’organizzazione anarchica), i militanti possono cambiare le loro posizioni nei cerchi concentrici. In assenza di questi interessi comuni, ognuno agisce dove crede più appropriato.

 

1. Luigi Fabbri, L’organizzazione anarchica, Roma 1907, p.30. Ora in portoghese in Errico Malatesta & Luigi Fabbri, Anarco-Comunismo Italiano, São Paulo, s/d, p.124.

2. Juan Mechoso, Acción Directa Anarquista: una historia de FAU, Montevideo s/d, p.199.

3. Ibid., pp 190, 192.

 


Tratto da FEDERAÇÃO ANARQUISTA DO RIO DE JANEIRO, Anarquismo Social e Organização, Faísca Publicações Libertárias, Rio de Janeiro 2009, e tradotto a cura di FdCA-Ufficio relazioni internazionali.