Il riflusso delle lotte sociali negli ultimi 4 anni e mezzo è andato verso il suo fatale destino fatto di divisioni, lacerazioni e naufragi. Certi compagni di lotta di ieri, sono oggi allineati col governo. Ma la maggior parte dei compagni cerca di tenere e di far sentire una voce rivoluzionaria all'interno della confusione che si è impadronita del movimento popolare.
E gli anarchici? Dove sono finiti gli anarchici argentini? Che fine hanno fatto quei protagonisti dell'insurrezione del dicembre 2001 così immersi nel movimento popolare? Cosa fanno oggi il giornale En la Calle, e le due organizzazioni politiche OSL ed AUCA (che sta per "ribelle" in lingua india mapuche)?
Una parte di AUCA insisteva perché il MUP trovasse una terza via. Invece entrambi si sono spaccati in due fazioni rivali. La minoranza del MUP, facente capo a Federico Martelli, uno dei principali attivisti di AUCA, si è affiliata alla CTA (Confederación del los Trabajadores Argentinos, nata nel 1992 come scissione a sinistra del sindacato CGT e attiva nel settore della scuola e del P.I.). La maggioranza del MUP si mantiene all'opposizione dentro una coalizione radicale di piqueteros: il FPDS-Frente Popular Dario Santillan. All'interno del MUP-FPDS, i militanti rimasti fedeli al lavoro di AUCA pubblicano il periodico Rojo y Negro, che sta discutendo di coinvolgere l'OSL (vedi più avanti).
La scissione del MUP e l'implosione di AUCA hanno avuto una accelerazione il 7 aprile scorso, quando un commando del MUP-Martelli (così ribattezzato dai suoi detrattori) ha tentato di occupare il centro sociale Olga-Vasquez, sede del FPDS a La Plata. Questo centro sociale -una scuola dismessa e poi occupata- è stato la sede storica del MUP e le due anime rivali ne rivendicavano l'eredità. Dopo una notte di assedio e di scontri tra le due fazioni, il MUP-Martelli ha lasciato il luogo, non senza aver prima appiccato un incendio per distruggere il centro. Il FPDS ha denunciato il fatto come una provocazione condotta da "gruppi neokirchneriani, violenti ed incoraggiati dal governo".
Davvero un triste episodio. I compagni vengono alle mani ed il governo applaude.
Sul fronte del femminismo -che in America Latina è ben lontano dal contare sull'appoggio della maggioranza dei movimenti sociali e di estrema sinistra- continua il lavoro della OSL: infatti la sua Commissione di genere ha organizzato recentemente la prima conferenza sul tema col titolo "Patriarcato e capitalismo, similitudini, differenze, congiunzioni, rotture", coinvolgendo anche delle compagne del Paraná e del Cile.
Sul fronte sindacale i militanti della OSL stanno dando il loro contributo alla battaglia per ottenere il riconoscimento legale del sindacato indipendente del Simeca (corrieri), cosa che farà emergere dal lavoro nero questi lavoratori.
Ma la più grande ambizione della OSL è quella di riuscire a federare i tanti militanti libertari attivi nei movimenti sociali. Stanno lavorando alla costituzione di un coordinamento trasversale ai diversi fronti di lotta, denominato Resistencia Popular Libertaria, come "spazio di discussione e di azione politica degli anarchici al di là della sola OSL al fine di influenzare le lotte di classe". La proposta è stata accolta per ora freddamente negli ambiti piqueteros. Mentre sta avendo successo in ambito sindacale con la costituzione di una Tendencia Sindical Libertaria dentro la CTA, con relativo bollettino.
All'interno del frammentatissimo movimento piquetero, la OSL non cessa di lavorare per la convergenza del comitati autogestionari e quelli "classistes", secondo la terminologia argentina. Sei comitati piqueteros (Primero de Mayo, UTP, Movimiento Carlos Almiron, MTD de Claypole, MOTOR e MTO) hanno già formato il "Fronte delle organizzazioni in lotta" che ha intrapreso relazioni con il FPDS, col vantaggio di rafforzare il fronte piquetero antigovernativo e di semplificare il panorama delle tante sigle all'interno del movimento popolare argentino.
Guillaume Davranche
(militante di AL-Paris sud)
Liberamente tradotto a cura della FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali dal numero 152 di Alternative Libertaire, giugno 2006, pp.18-19