7° Attivo Nazionale sull'intervento sindacale

Fano, 9 dicembre 2012

 

Relazione su: il sindacalismo nella fase economica che attraversiamo (settore privato)

 

Il declino dell'esperienza sindacale, come l'abbiamo conosciuta, è strettamente connessa con l'avanzare dell'applicazione delle tesi economiche neoliberali nell'area di formazione storica del capitalismo USA-UE; due elementi caratterizzano il declino:

  1. l'incapacità di contrattare e contrastare i padroni e i loro governi (mancanza di risultati)
  2. il calo del tasso di sindacalizzazione.

Per noi l'esperienza sindacale di riferimento è legata al sindacato rivendicativo-conflittuale (SR-C), come patrimonio dell'autonomia della classe nei confronti del capitale, classe della quale siamo parte.

Senza perderci in considerazioni di retroguardia, attendiste, identitarie o altro ,possiamo affermare che la tendenza al declino e alla scomparsa è in atto ed è misurabile con l'impotenza e l'incapacità di costruire una efficace azione di contrasto da parte delle forme organizzate di SR-C che la classe si è data; e sono pochi i luoghi di discussione sul come affrontare questo radicale cambiamento in atto.

Il capitale ha eliminato qualsiasi vincolo sociale al quale l'azione delle lavoratrici e dei lavoratori l'avevano sottoposto, partendo dalle aree dove peggiori sono le condizioni della sua valorizzazione, aggredendo in primis le condizioni di lavoro e quindi di vita dei salariati.

Siamo al vivere una radicale modifica del sistema sociale che nel dopoguerra aveva incluso (integrato) i salariati all'interno di un regime di welfare (salario differito), oggi, in fase di radicale smantellamento.

Ecco le linee di tale radicale modifica in atto: privatizzazioni, deregulation, precarizzazione, riduzione del valore del salario, incremento dell'orario di lavoro, nonché della sua intensità, riduzione di tutte le tutele che vengono affidate al mercato(speculazione), l'indebitamento, la drammatica concorrenza tra salariati, l'aumento della disoccupazione (circa 3,5 milioni in Italia, oltre i 5 milioni in Spagna, verso i 20 milioni nella UE), concorrenza e disoccupazione sono connesse ovviamente, riduzione/cancellazione dei diritti con smantellamento delle leggi che regolamentano il lavoro.

Quello che emerge è un vero e proprio regime al quale è sottoposto il lavoro, con la risultante che il lavoro oggi si può definire neoservile sino allo schiavismo, tendenzialmente privo di tutele e garanzie, dove avviene una forte e spietata concorrenza tra salariati, sul quale si gioca il "dominio" del capitale; per porre termine a questa parte dell'intervento, si verifica quindi una de-integrazione (esclusione) del movimento operaio e dei salariati.

La contrattazione

La soppressione della contrattazione come elemento centrale del conflitto tra capitale e lavoro - che rimane ineliminabile - si sviluppa in Italia negli ultimi 10 anni, ma coinvolge tutta la UE e subisce un'accelerazione dopo il picco di crisi del 2008.

L'aggressione dei padroni nel caso Italia porta alla soppressione del CCNL: si può prendere a riferimento la data del 5 dicembre 2012 con la firma separata del CCNL dei metalmeccanici come conclusione riuscita.

IL CCNL ridotto a contenitore, il contenuto dipendente dalle esigenze dei padroni dettate dal mercato; l'egemonia culturale della centralità dell'impresa elimina l'autonomia contrattuale dei lavoratori: chi accetta questo schema si rende complice, chi non l'accetta è fuori dalle aziende.

Esiste solo il punto di vista dell'impresa. Fine del ruolo del CCNL.

Viene così ripristinato e praticato il dominio attraverso forme apertamente autoritarie/ fasciste sul lavoro, sulla prestazione/condizione di tempi e ritmi; tutto ciò che attiene all'organizzazione del lavoro non può più essere messo in discussione in quanto esigibile da parte dell'azienda così come gli orari dettati dalle esigenze e non più contrattabili al salario, compresi i minimi tabellari sottoposti in sede aziendale a modifiche e legati anch'essi al risultato d'impresa.

In tutti i contratti separati e non, firmati dopo il 2009, si riducono i salari, si aumentano gli orari, si sposta la contrattazione sul piano aziendale, si rendono esigibili le norme introdotte, si riducono le tutele, si richiamano le leggi fatte dai vari governi in materia di lavoro che hanno via via smantellato i diritti, si introducono la bilateralità e le assicurazioni . Valga come esempio quello dei chimici-farmaceutici e dei metalmeccanici per ricordare solo gli ultimi.

Acquisto della forza lavoro e suo utilizzo al pari di una qualsiasi merce.

I padroni spostano sul piano aziendale i loro contenuti dove dettano le regole e vengono imposti, sicuri di poter giocare la carta dell'aziendalismo/corporativismo, la competizione fra lavoratori dentro e fuori: i famosi soldati di Marchionne.

Da qui l'espulsione dei SR-C in quanto non firmatari e non collaborativi e la limitazione del diritto di coalizione delle lavoratrici/ori: nei casi più noti chi agisce contro il regolamento (contratto), è sanzionabile.

La frammentazione del lavoro

Sono circa 4 milioni le lavoratrici/ori e sono in aumento che sono sottoposti al regime di precarietà, ai quali vanno aggiunti i disoccupati: sono i sottooccupati, gli interinali, i falsi artigiani, i lavoratori in nero, giovani potenziali lavoratori e tutte quelle tipologie di lavoro dove in senso figurato il telefonino ha sostituito il cappello in mano dei primi del '900 per essere chiamato al lavoro per pochi soldi e per breve durata e alle condizioni date.

La ricomposizione della classe rimane nel settore privato una delle condizioni per ricostruire i rapporti di forza.

Gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione devono essere progressivamente sostituiti con altri, in quanto hanno perso la loro efficacia organizzativa e non solo.

A questa conclusione si arriva analizzando l'incapacità che strutture confederali basate in modo esclusivo sulle categorie hanno nell'agire, nell'organizzare questa parte sempre più centrale di classe dove tutto ciò che attiene all'azione e al ruolo del sindacato è/sarebbe fondamentale.

Le categorie strutturate in federazioni hanno avuto un ruolo strettamente legato all'espandersi della contrattazione nazionale e in parte su quella di secondo livello, cioè in sostanza a partire dalla fine degli anni '60 è il contratto dei meccanici del '69 che pone al centro le categorie e sviluppa il nodo della confederalità su un piano diverso.

Oggi il lavoro frammentato sul territorio non viene intercettato e non vincola nulla all'interno delle strutture di categoria.

Il territorio

L'aggregazione si sposta sul territorio: da qui l'importanza delle sedi dove ricostruire la solidarietà e l'agire comune quale metodo che ci appartiene e che alla fine è quello che funziona: non sostituti della classe, non per la classe ma dentro la classe, con i limiti da superare e le contraddizioni da sviluppare non col verbalismo o in modo parolaio ma costruendo: le decisioni si prendono con i lavoratori e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere per loro.

Per noi strumenti legati alle categorie quali la FIOM restano centrali sia come sede di elaborazione, in atto sul terreno della contrattazione e della sua pratica di contrasto, ma anche parti di altre categorie che possono costituire un argine o un punto di ri-partenza di lotte, se mai dure, di resistenza e da valorizzare: pensiamo alla battaglia contro le aperture domenicali nel commercio.

Il sindacato si presenta oggi balcanizzato, tutto e senza eccezioni; il confronto/scontro passa sul territorio chi vende soluzioni nazionali intervenendo "sul" e ponendosi semmai come sinistra: questo non serve, si tratta dell'applicazione dello schema dell'organizzazione politica al sindacato.

Lotte significative, come quelle delle cooperative (false) nella logistica o più in generale sul settore dei servizi alla persona in tutto quello che viene esternalizzato dal pubblico o dei nuovi braccianti, diventano importanti perché creano nuovi strumenti e coscienza.

Chiudiamo con una nota storica: sono nate prima le camere del lavoro, poi le federazioni di categoria, poi la confederazione che assunse questi due livelli.