STRATEGIA DI FONDO 

LE STRUTTURE COLLATERALI

 

L'esigenza di sistematizzare questi tipi di strutture nasce direttamente dalle esperienze maturate in anni di lavoro politico. Si tratta di esperienze che si ripresentano nella quotidianità dell'intervento politico e che quindi vanno sistematizzate nel quadro di riferimento teorico del Dualismo Organizzativo.

Diamo per scontato che

Assodato quanto sopra definito, si stabilisce che:

  1. Per organismi collaterali del dualismo organizzativo si intendono quelle strutture, quegli organismi, quegli strumenti che non sono dell'organizzazione di specifico o dell'organizzazione di massa, gestiti cioè in toto -e solo- dai protagonisti delle due organizzazioni: i militanti della organizzazione politica comunista-anarchica da una parte o i lavoratori organizzati nell'organizzazione di massa dall'altra. Sono quelle strutture, organismi, ecc. che non fanno parte dell'organizzazione di specifico o della organizzazione di massa, ma sono riconducibili ad esse e tendono verso esse, direttamente od indirettamente, esplicitamente o non.
  2. Dopo questo primo tentativo di definizione generale, passiamo a delle definizioni ulteriori, perché si precisino ulteriormente. Queste strutture-organismi possono avere la caratteristica di essere temporanee, quando si tratta per es. di collettivi di studio che l'organizzazione di specifico organizza -allargati ad altre persone su problemi particolari e parziali come l'ambiente di lavoro, le elezioni, il terrorismo, ecc.; od organismo tendenzialmente di massa come un collettivo antinucleare o antimilitarista od un comitato di agitazione per la scarcerazione di compagni, ecc. Oppure di essere continuative, quando si tratta per es. di commissioni aperte dell'organizzazione di specifico, come quella sindacale o circoli libertari e librerie che tendono esplicitamente o non all'organizzazione di specifico garantendo continuità. Per quelle invece che tendono all'organizzazione di massa, può essere per es. il caso di cooperative di cultura proletaria, una radio popolare, una libreria di quartiere, un centro di documentazione sindacale, ecc. 

Per specificare ulteriormente la definizione, facciamo ulteriori distinzioni utili a capirci. Dopo le prime definizioni generali, possiamo distinguere: tra gli organismi/strutture che tendono verso l'organizzazione di specifico:

  1. quelle esplicite direttamente riconducibili all'organizzazione politica comunista-anarchica (commissioni aperte, giornali aperti) nelle quali la presenza maggioritaria dei militanti dell'organizzazione politica comunista-anarchica ne garantisce la "direzione". Non possono esistere strutture esplicite con i compagni in minoranza, poiché non se ne garantirebbe la gestione;
  2. quelle implicite, formalmente non direttamente riconducibili all'organizzazione politica comunista-anarchica, circoli libertari, giornali libertari generici, tutti quegli organismi che raccolgono compagni su base ideologica, libertaria, comunista-anarchica, autogestionaria, ecc. Anche questo tipo di strutture possono avere una gestione maggioritaria o minoritaria dei compagni dell'organizzazione politica comunista-anarchica. Si tratterà di vedere il come e perché i compagni ci stanno dentro.

E' chiaro che tutte le strutture fin qui definite, essendo tendenzialmente di "specifico", non sono strumenti per l'intervento politico diretto (i collettivi libertari non fanno agitazione sindacale nelle fabbriche -in quanto tali), ma servono per sviluppare il dibattito nell'ambito specifico -vedi il dualismo organizzativo.

Parallelamente, possiamo distinguere fra gli organismi che sono funzionali e tendono verso l'organizzazione di massa e le realtà di massa:

  1. quelle pre-esistenti espressioni di esigenze di massa come i collettivi su temi specifici, i comitati di quartiere, ecc., nei quali i compagni lavorano con diversi rapporti di forza;
  2. quelle messe in piedi dai compagni per specifiche esigenze di intervento politico (cooperative, associazioni di lavoratori, ecc.) con determinate caratteristiche di partenza, pur non essendo di specifico, ma funzionali all'unitarietà di classe.

Questo tipo di casistica e sistemazione ci permette di poter verificare ogni nostro intervento attraverso la socializzazione delle esperienze dei compagni.

(documento assunto al 1° Congresso della F.d.C.A. del 1985)