Contro i CPT: Trapani, 28 dicembre

Il prossimo 28 dicembre ricorre il quinto anniversario della strage del Centro di Permanenza Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani. 

Il 28 dicembre 1999 sei giovani immigrati detenuti nel CPT persero la vita in un incendio divampato in una delle celle in seguito a un tentativo di fuga. 

Sono successe molte cose da quella notte di cinque anni fa.

Il CPT di Trapani è stato chiuso e riaperto più volte, l'allora prefetto della città - Leonardo Cerenzìa - fu messo alla sbarra in un processo durato quattro anni che nell'aprile scorso si è concluso con la sua completa assoluzione.

Nel frattempo, la stretta repressiva attuata dal governo nei confronti degli immigrati ha raggiunto livelli intollerabili.

Le palesi violazioni dei più elementari diritti umani e giuridici sono diventate una costante dell'azione statuale, e resta assolutamente emblematico ciò che è stato fatto quest'estate ai profughi della Cap Anamur e - più recentemente - agli immigrati detenuti a Lampedusa e deportati in Libia.

Per quanto riguarda Trapani, vera e propria frontiera della Fortezza Europa, registriamo con rabbia e preoccupazione il delinearsi di una linea repressiva che la locale questura sta ponendo in essere nei confronti dei richiedenti asilo: nelle scorse settimane sono stati emessi provvedimenti di espulsione e contestuale trattenimento nel CPT ai danni di persone a cui la Commissione nazionale ha negato l'asilo politico nonostante sia per loro impossibile far ritorno nei loro paesi dilaniati dalla guerra. Emettere un provvedimento di espulsione contro un richiedente asilo equivale a consegnarlo a un destino di persecuzione e di rischio concreto della propria incolumità.

A dispetto della repressione istituzionale, non si contano più gli episodi di rivolta e le fughe di massa degli immigrati dai Centri di Permanenza Temporanea.

Nei mesi scorsi, decine di immigrati sono scappati dai lager di Trapani - che continua ad essere ingestibile -, Agrigento, Ragusa, Lecce e Crotone: questa è la risposta migliore a chi si ostina a difendere queste strutture detentive create da un governo di centrosinistra e mantenute e moltiplicate da uno di centrodestra.

L'azione autonoma e indipendente delle realtà antirazziste siciliane a questo stato di cose non si è fatta attendere, e le ultime mobilitazioni in favore dei migranti hanno avuto il merito di tenere alta l'attenzione sul dramma dell'immigrazione nella nostra isola con interventi concreti per impedire o denunciare abusi umani e giuridici.

Nel ribadire dunque la nostra ferma e radicale opposizione alle politiche razziste e discriminatorie dello stato italiano e dell'Unione Europea lanciamo l'appello per una manifestazione da tenersi a Trapani il prossimo 28 dicembre: 

Coordinamento per la Pace - Trapani
Alcamo Solidale
Rete Antirazzista Siciliana 


Per adesioni:

peppemis@aliceposta.it 


Hanno aderito (in ordine alfabetico):