4 Dicembre - Roma Città Aperta

 

Mercificazione sfrenata dei lavoratori e delle lavoratrici, sospensione e negazione delle libertà individuali e civili, etnicizzazione della società: sulla pelle dei migranti si gioca la battaglia più pesante da parte dello stato e dell’economia liberista, che ha in palio la vita e i diritti di tutti noi. Il liberismo vuole manodopera a basso costo e usa e getta, nel settore della produzione, ne ha bisogno nel settore dei servizi per rendere possibile lo smantellamento del welfare e l’abbattimento dei costi sociali.

Lo stato si presta all’opera con legislazioni sempre più repressive e insensate, che hanno l’evidente scopo di rendere i lavoratori e le lavoratrici che giungono in Italia sempre più legati mani e piedi, in una moderna schiavitù, al datore di lavoro, condizionando al volere del mercato il loro stesso diritto di esistere.

In tutto ciò non c’è più spazio nemmeno per l’apparenza formale del diritto borghese: via il diritto d’asilo, via i diritti inviolabili della persona, inapplicabile il diritto alla rappresentanza in qualunque forma. E, per fare questo, si usa la propaganda più becera e razzista, che fomenta la guerra tra poveri e da sfogo alle insicurezze sociali, e si pretende di dividere e classificare secondo l’appartenenza religiosa e comunitaria, vera o presunta, in nome dell’abbigliamento, del colore della pelle, della provenienza geografica, e in base a quella modulare e ritagliare i diritti su misura.

Così lager e deportazioni forzate, riduzione in schiavitù e servitù della gleba sono uscite dalla storia per entrare nella cronaca, una cronaca che le giustifica e le presenta come inevitabili, ai danni di una consistente parte della popolazione che vive e risiede nel nostro paese.

Ma un altro soggetto si aggira per l’Europa: clandestini e precari, dissidenti e richiedenti asilo, operai e lavoratori italiani e stranieri riconoscono la necessità di una lotta comune, contro le frontiere, libere per le merci ma impenetrabili per le persone, contro gli infami accordi per i rimpatri forzati e per impedire gli sbarchi, contro le legislazioni assassine che permettono i naufragi e ingrassano i trafficanti di uomini e donne.

Perché sappiamo che i CPT aprono la strada alle caserme alla Bolzaneto, perché la frammentazione del mercato del lavoro ci rende tutti merce, perché in una società etnicizzata preti con la tonaca di qualunque colore pretenderanno di negoziare tra loro a nome nostro e lo faranno contro di noi.

La riaffermazione dei diritti fondamentali per tutti è parte costitutiva della lotta libertaria, perché i libertari e gli anarchici sanno che dove limitate la libertà di qualcuno sono già perse le libertà per tutti.

In piazza il 4 dicembre scendono uomini e donne che condividono le strade, le fabbriche, le case e le lotte. E che un giorno le erediteranno. Ci saremo anche noi.


Federazione dei Comunisti Anarchici

dicembre 2004