"24 ore senza di noi"

1 marzo 2010 - la giornata senza immigrati


Il Primo Marzo, i/le militanti dell'FdCA hanno partecipato a varie iniziative organizzate nell'ambito della giornata di sciopero degli immigranti. Segue un breve resoconto da alcune delle piazze dove eravamo presenti.

Palermo:

Oggi 1/3/2010 il Coordinamento Anarchico Palermitano, a cui aderiscono anche i militanti FdCA della Sezione "Delo Truda" FdCA di Palermo, non ha aderito alla manifestazione per l'analisi politica negativa sui seguenti punti:

Abbiamo ritenuto più valido e solidale effettuare un volantinaggio - in inglese e italiano - nel centro storico di Palermo, dove risiedono e vivono parecchi migranti, buona e incoraggiante l'accoglienza. Prima del volantinaggio abbiamo incontrato compagni del movimento che, pur partecipando alla manifestazione, condividevano le nostre perplessità. Il corteo (che abbiamo visto sfilare da lontano) ha visto la partecipazione di circa 300 persone, con una discreta presenza di migranti, poche bandiere Cobas, assenti CGIL, CISL, UIL.

Di seguito il link dove trovate il testo del volantino:
palermo010310.htm

Reggio Emilia:

Oggi a Reggio Emilia sono scesi in strada alcune centinaia di lavoratori immigrati. Nella mattinata, un presidio davanti alla Prefettura ha evidenziato la buona riuscita dell'iniziativa. Diverse fabbriche hanno indetto scioperi e fermate per affermare i diritti degli immigrati (purtroppo solo metalmeccanici). In piazza almeno seicento lavoratori in corteo si sono diretti al presidio antirazzista in Piazza Casotti (centro di RE), dove per tutta la giornata si sono succeduti interventi, musica e teatro all'insegna della solidarietà, iniziativa ben riuscita con grande coinvolgimento della FIOM e di un po' di CGIL, per la prima volta in piazza con RdB, centro sociale, che ha portato in piazza un buon numero di immigrati, ed il resto del movimento reggiano, tra cui FdCA, FAI e Gruppo Comunista Libertaria, ha dato il suo contributo alla buona riuscita dell'iniziativa.

Genova:

1° marzo a Genova

Alle 17:30 la piazza di fronte alla Commenda di Prè, pregevole edificio medievale che fu lazzaretto e punto di sosta per i crociati diretti in terrasanta, è già piena. Voci, suoni e colori con il giallo predominante ma soprattutto presenze reali di donne, uomini e bambini che qualcuno vorrebbe invisibili, clandestini. Oggi la piazza è loro, dei migranti, genovesi tra i genovesi. Perché non si può certo dire che la città sia rimasta a guardare; come ai tempi del G8, infatti, la simpatia e la partecipazione di questi cittadini sempre tanto schivi, scontrosi e "mugugnoni", sono palpabili. Del resto proprio di fronte alla Commenda, in darsena, la Repubblica di S. Giorgio concesse tanti secoli fa e senza tante storie ai musulmani residenti in città - esempio di tolleranza più unico che raro nel mondo occidentale del medioevo -, di erigere una moschea; ed a quei tempi i rapporti tra Genova ed il mondo islamico non erano certo amichevoli.

Quindi tanti colori, tante voci, tanti suoni. Come ci piace pensare dovrebbe essere sempre il luogo dove viviamo. Le comunità latinoamericane, con gli ecuadoriani in testa, sono forse le più rappresentate ma sono tantissimi anche i senegalesi, i maghrebini, gli albanesi, gli asiatici, i romeni. Assenti in forma ufficiale le organizzazioni politiche, sfilano le associazioni ed i comitati; da quelle storiche, come Arci ed Acli, a quelle più giovani, come la nostra Alternativa Libertaria e di "nicchia", come i Gas, i gruppi di commercio equo e solidale, i contadini biologici, Solidarbus, La Locomotiva - ferrovieri di Genova, comunità di S. Benedetto al Porto, Legambiente ed i vari comitati territoriali che si battono sulle questioni ecologiche, come quelli per la difesa del parco dell'Acquasola, contro la gronda, contro l'inceneritore, contro la privatizzazione dell'acqua. Ci sono anche i militanti sindacali delle sigle storiche e di base, i portuali, i precari della scuola. Ci sono tanti bambini delle nostre scuole - ormai veramente interetniche, malgrado la Gelmini - e c'è la "banda" che da tempo rende le manifestazioni genovesi un po' diverse ed un po' più allegre: quei suonatori di grancassa animatori, tra l'altro, dei Murga dei vicoli, che recentemente sono stati oggetto di attenzione repressiva non da parte della digos o dei carabinieri ma - udite, udite - dei vigili urbani!

Il serpentone giallo e multicolore si snoda sulla via del cosiddetto waterfront, di fronte all'Expo, per inoltrarsi nella città vecchia, ai margini dei suoi caruggi: via Cairoli, via Garibaldi con passaggio sotto al palazzo comunale, piazza De Ferrari ed infine piazza Matteotti, dove parlano i rappresentati delle varie comunità di migranti, gli organizzatori e diversi cittadini; e poi la festa, con musica e balli. Diecimila le presenze in corteo, per dimostrare che non ci sono clandestini a Genova, che non ci sono clandestini dell'umanità.

Sez. FdCA "Nino Malara" Genova
Circolo Alternativa Libertaria "Pepita" Genova

Padova:

Giornata iniziata alle 9 del mattino davanti alla prefettura. Si sono tenute lezioni di clandestinità, performances artistico culturali (un breve spettacolo che è stato ripetuto anche il pomeriggio) e la partecipazione di studenti del liceo artistico. Gli studenti universitari la mattina hanno contestato l'apertura dell'anno accademico.

Alle 17 il presidio si è andato ingrossandosi, grazie anche alla partecipazione di molti stranieri che sono arrivati in blocco dalla zona della stazione, il corteo è partito tranquillamente, canti, balli, tanti slogan.

Il nostro spezzone era aperto da uno strisicone lunghissimo che diceva: "NO A CIE, PACCHETTO SICUREZZA, RONDE. LIBERTA' PER GLI ANTIRAZZISTI DI TORINO. COLLETTIVO POLITICO GRAMIGNA". Mentre passavamo davanti alla sede elettorale dell'assessore dell'ambiente padovano (e candidato con Sinistra e Libertà alle regionali), la stessa sede è stata presidiata, solo mentre passava il nostro spezzone, che era tra l'altro molto partecipato. Anche persone che si trovavano intorno a noi hanno apprezzato la nostra presenza. Successivamente, abbiamo superato il luogo stabilito per la fine del corteo (la prefettura) e abbiamo continuato perché si voleva arrivare ad un palazzo dove il sindaco leghista di Cittadella e altri sindaci di identica matrice parlavano di immigrazione. La testa del corteo è stata bloccata dalla celere con manganellate, e altri celerini si sono inseriti tra la testa del corteo (non si faceva nulla di male, anzi, ballavano reggae...) e la coda per impedire il ricongiungimento. E' stato lanciato qualche lacrimogeno e un petardo e anche verso la coda sono partite le manganellate. E' durato pochissimo.

Nella notte una critical mass di una cinquantina di macchine (vabbè...) ha bloccato la zona industriale padovana, chiamando a raccolta tutti i lavoratori stranieri che erano stati costretti dai padroni a non aderire allo sciopero.

Treviso:

1 marzo 2010 - Happening antirazzista

Il torpore di Treviso è stato scosso a partire dalle 17 dalla presenza di un centinaio di persone di tanti colori (nulla a che fare con Benetton) in una piazza centralissima della città: non è stata organizzata la solita manifestazione con interventi fluviali di personaggi politici, ma un happening con tanti migranti, soprattutto donne e bambini gioiosi, giovani e meno giovani, persone di varie provenienze politiche e sindacali.

Tra i presenti, Toso Canuto, prete obiettore di coscienza alle leggi razziali, esponenti dell'ANPI, compagni della CGIL, i cattivoni Disobbedienti, l'Associazione Difesa dei Lavoratori. Pochi striscioni, uno con i nomi degli Africani assassinati a Castel Volturno ed un altro con le parole: "Veneto libero dal razzismo e dalla PAURA", molti palloncini gialli con cui hanno giocato i bambini. Tra gli studenti, diversi ragazzi africani e dell'Europa orientale con esibizione rap.

In diverse scuole sono state svolte iniziative contro il razzismo, ad esempio con la presentazione della lettera aperta degli Africani di Rosarno ("Mandarini, olive e arance non cadono dal cielo"), musica e video: uno dei maggiori istituti professionali della provincia ha dedicato tutta la mattinata all'educazione civile, per iniziativa degli insegnanti.

L'unica nota stonata: il gruppo dirigente della CGIL trevigiana ancora una volta ha voluto farsi riconoscere: ha indetto una specie di manifestazione col titolo "Tutti insieme" (anziché "24 ore senza di noi"), iniziativa che si è risolta con una delegazione dal prefetto... Nulla d'altro. Per fortuna, ripeto, in piazza erano presenti comunque compagni del sindacato, tra cui il giovane coordinatore dell'area che ha sostenuto il documento Moccia-Rinaldini-Cremaschi. L'assenza ingiustificata dell'organizzazione verrà comunque denunciata nel prossimo congresso provinciale (8-9 marzo)

Roma:

Lo sciopero a Roma è cominciato con una "lezione di clandestinità" in Piazza Montecitorio. Questa manifestazione si collegava a quella organizzata oggi in Francia. Poi il corteo delle Rete antirazzista è partito da Porta Maggiore, passando per Piazza Vittorio verso le 18,30. C'erano circa 1.000 persone (gli organizatori dicevano circa 5.000). A Piazza Vittorio sono stati fatti degli interventi e concerti di gruppi etnici. L'Orchestra di Piazza Vittorio ha chiuso la serata. Presenti varie organizzazioni tra cui CGIL e Emergency. Anche lì, circa mille persone e molti bambini. Ho anche sentito dire che alle scuole le maestre hanno invitato i bambini a venire in piazza.

Pesaro:

Manifestazione in Piazza Matteotti nella giornata dello sciopero degli immigrati, promossa dalla Associazione Pesaro Nuovomondo per la nuova cittadinanza - vi partecipano esponenti della FdCA locale. Distribuito anche un volantino.