Conferenza europea comunista anarchica

Incontro delle organizzazioni europee in Anarkismo.net

Parigi, 6-7 febbraio 2010


Migranti e migrazioni in Europa

Mozione adottata dalla Conferenza europea comunista anarchica di Parigi

 

Noi comunisti anarchici, in quanto internazionalisti, difendiamo il diritto di chiunque a spostarsi ed a vivere dovunque lo desideri. Ci opponiamo ad ogni tipo di frontiere tra i popoli, siano esse fisiche o psicologiche (razzismo, xenofobia).

Visto che in Europa la situazione dei migranti peggiora anno dopo anno, essa non può che diventare un elemento centrale della nostra attività e della nostra propaganda.

1° Capitalismo ed imperialismo quali cause delle migrazioni

In seguito ai mutamenti mondiali intervenuti a livello della struttura economico-politica, negli ultimi 50 anni vi è stato un livello di immigrazione in Europa quale non si era mai visto in precedenza (nei tempi moderni).

Tre fattori in particolare sono intervenuti nel determinare questo incremento dell'immigrazione:

Di conseguenza, i popoli non vedono la possibilità di un futuro per la loro terra natìa e sono obbligati ad emigrare. In molti casi, le loro rimesse sono l'unica entrata per i villaggi da cui provengono, dal momento che le politiche dei paesi occidentali hanno impedito lo sviluppo di altre attività economiche destinate alla crescita.

2° Incremento del razzismo di Stato e delle politiche razziste

Negli ultimi anni la xenofobia, il razzismo, e la paura dell'impatto economico delle immigrazioni sono cresciuti al punti da dominare il dibattito politico di molti paesi europei.

Questo si è verificato a causa delle legislazioni restrittive che criminalizzano i migranti, dei servizi giornalistici sensazionalisti che amplificano i reati commessi dagli immigrati, dalla retorica incendiaria dei politici che eccitano i sentimenti xenofobi presenti nella popolazione. Le persone sono indotte a credere che l'immigrazione sia una seria minaccia per la loro stabilità sociale. La criminalizzazione degli immigrati poi serve anche a distrarre l'attenzione dai veri problemi sociali ed economici causati dal capitalismo, e procura la legittimazione necessaria alla crescente repressione statale.

Più di recente, in alcuni paesi europei come la Francia e la Svizzera, i governi hanno cercato di accusare i migranti di sovvertire la cultura nazionale e l'”identità nazionale”, portando con sé la loro propria cultura e le loro religioni, ed hanno introdotto leggi contro gli immigrati, basate soprattutto su una nuova tendenza del razzismo che è quella della Islamofobia.

In seguito a tale propaganda, i migranti e la gente di colore in generale devono subire forti discriminazioni quanto cercano lavoro o alloggio. Noi comunisti anarchici ci opponiamo ad ogni tipo di discriminazione basata sul colore della pelle, sull'origine geografica, come pure sull'appartenenza di classe o di genere.

La questione dell'immigrazione ha rivitalizzato le forze reazionarie ed ha facilitato un'espansione dei poteri dello Stato. Si diffondono senza sosta la detenzione, la sorveglianza, il mantenimento dell'ordine pubblico in forme aggressive, la riduzione delle libertà civili. La xenofobia ha reso popolari partiti il cui programma neo-liberista avrebbe avuto altrimenti poca presa presso la classe lavoratrice. La retorica usata da tali partiti serve in cambio ad infiammare i sentimenti xenofobi e ad indebolire la solidarietà di classe internazionale a tutto vantaggio del nazionalismo.

Noi socialisti libertari ci opponiamo allo sfruttamento di classe ed allo Stato, è importante sviluppare un'analisi approfondita di tale questione per trovare mezzi efficaci a combattere la crescita della xenofobia, delle politiche repressive dello Stato indirizzate contro i migranti, il trattamento disumano riservato ai rifugiati. Inoltre, debbiamo tentare di mettere in relazione queste lotte con le lotte di classe più allargate in Europa, così da rinvigorire la corrente internazionalista all'interno delle organizzazioni di massa della classe lavoratrice.

3° Le politiche degli Stati Europei e della UE contro i migranti

A – Le politiche degli Stati Europei

L'immigrazione è un effetto inevitabile delle politiche economiche e militari condotte dagli Stati europei; gli sforzi concertati per prevenirla sono il risultato del razzismo ed una mancanza di volontà di affrontarne le conseguenze all'interno.

La risposta di coloro che una volta erano gli araldi della globalizzazione è stata quella di adottare un insieme di misure finalizzate a prevenire l'immigrazione. L'Europa ha adottato uno schema comune per l'immigrazione, ha siglato trattati per regolamentare i diritti dei rifugiati ed ha rafforzato i controlli sull'immigrazione alla periferia dell'Europa. L'orientamento adottato è stato quello di tenere alla larga queste persone. Nel processo di contenimento dell'immigrazione, i paesi europei si sono resi responsabili della violazione delle convenzioni sul rispetto dei diritti umani.

La legislazione internazionale colloca la maggioranza dei migranti in una sorta di limbo. La maggior parte degli Stati europei non consente l'immigrazione per lavoro (con la parziale eccezione dell'immigrazione interna all'Europa), e gran parte dei migranti non ha le carte in regola per godere della protezione come rifugiati. L'accesso ad un impiego legale è difficile. Alcuni paesi hanno persino politiche sulle quote e sulla “immigrazione gradita”, per garantire l'accesso solo a immigrati con competenze necessarie ai padroni locali.

La necessità di lavoratori da impiegare in lavori servili ha portato ad un aumento del lavoro illegale a condizioni ben al di sotto di quelle previste per la maggior parte della classe lavoratrice. Questo serve anche per comprimere i salari e le condizioni di lavoro in barba ad ogni frontiera. I capitalisti sono in realtà riusciti ad usare le politiche sull'immigrazione per ottenere forza lavoro a buon mercato.

E soprattutto, gli Stati europei hanno adottato politiche tese a ridurre severamente i diritti degli immigrati.

Si è diffuso l'uso della detenzione per persone il cui status legale non è stato ancora definito o le cui richieste di ingresso sono state respinte, costrette ad affrontare la detenzione per lunghi periodi di tempo. In sostanza, il sistema legislativo costruito sull'immigrazione non fa che criminalizzare l'immigrato. Ed ancor più drammatico è il fatto che in Europa la detenzione e la persecuzione dei migranti sta causando immense sofferenze e sta favorendo la crescita di una sotto-classe di non-cittadini.

B – Politiche dell'Unione Europea e dell'Area Schengen

L'Unione Europea e l'area Schengen sono particolarmente implicati nella chiusura delle frontiere, grazie a programmi quali quello dell'Aia e l'agenzia ad hoc della UE denominata Frontex, il cui lavoro è interamente basato sull'idea che l'immigrazione ed i migranti sono un problema. Questa agenzia è in carico ad una forza di polizia di confine europea che compie operazioni repressive (come arresti di massa e deportazioni) senza alcun controllo.

La politica della "esternalizzazione dell'asilo" (tenendo i potenziali richiedenti asilo rinchiusi nei campi in Stati come il Marocco, l'Algeria, la Mauritania, la Libia, ecc., per impedire loro di venire in Europa) ha portato la UE a cooperare strettamente con stati in cui il trattamento dei detenuti ed il rispetto dei diritti umani sono a livelli inaccettabili. Per esempio l'Unione Europea coopera con la dittatura libica allo scopo di tenere i migranti fuori dall'Europa.

4° Le lotte dei migranti

I migranti non sono solo vittime del razzismo degli Stati e della UE, ma anche dello sfruttamento capitalista. In quanto sfruttati dunque essi sono del tutto simili agli altri lavoratori, per cui mai si dovrebbero mettere gli uni contro gli altri. Se veramente si crede che un'offesa fatta ad uno è un'offesa fatta a tutti, è necessario allora estendere le lotte dei migranti a tutti gli altri lavoratori.

In genere gli immigrati, e specialmente quelli clandestini, non vogliono mettersi troppo in mostra e quindi sono restii a lottare apertamente, ma può accadere che questa precauzione venga superata quando la solidarietà di classe annienta la paura dell'altro e del gretto nazionalismo.

Per esempio, le lotte degli immigrati clandestini in Francia (primavera 2008, autunno-inverno 2009) non si sarebbero manifestate senza il sostegno giunto dall'interno dei sindacati nazionali (CGT, SUD, CNT) e delle associazioni. E questo perché gli attivisti rivoluzionari hanno un ruolo decisivo nella nascita di tali lotte. Noi comunisti-anarchici ed internazionalisti sosteniamo queste lotte. Esse sono un'opportunità per lottare all'unisono contro il capitalismo, contro il razzismo e contro il nazionalismo.

Dobbiamo lottare in favore della libertà di movimento di tutte le persone, chiunque esse siano.

A breve termine, è importante sostenere ogni lotta dei migranti che possa fare da cassa di risonanza per queste lotte e renderle popolari, come nel caso delle lotte per un uguale diritto all'istruzione ai figli dei migranti clandestine.

Non la lotta di classe da sola, né l'approccio umanitario da solo contro le politiche anti-immigrazione possono essere la soluzione chiave in sé, ma entrambe fanno parte integrante di una strategia internazionalista.

Conclusioni

Le organizzazioni comuniste anarchiche sostengono:

Noi internazionalisti siamo contro ogni tipo di frontiera o di barriera tra i popoli e ci opponiamo al rafforzamento delle frontiere intorno alla UE. Combatteremo ogni tipo di razzismo e di xenofobia quali fattori di divisione all'interno della classe lavoratrice e quale grande problema in sé. Combatteremo ogni tipo di discriminazione verso gli immigrati e verso la gente di colore.

 

Alternative Libertaire (Francia)
Federazione dei Comunisti Anarchici (Italia)
Liberty & Solidarity (Gran Bretagna)
Motmakt (Norvegia)
Organisation Socialiste Libertaire (Svizzera)
Workers Solidarity Movement (Irlanda)

Parigi, 7 febbraio 2010

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