Mi colpisce e mi commuove la solidarietà che tante persone in Italia ed all'estero mi stanno dimostrando in questo periodo. Segno che c'è ancora chi è in grado di indignarsi di fronte alle ingiustizie. Il processo che si aprirà il 25 novembre p.v. non è solo (e forse non è tanto) un processo contro di me, contro il singolo lavoratore e delegato sindacale, ma è il processo contro la libertà di espressione ed i diritti sindacali di tutti in questo Paese. 

In questi giorni Vito Belfiore, il capotreno di Ventimiglia licenziato insieme con altri tre colleghi liguri e piemontesi in seguito alla vicenda Report, sta sostenendo una difficile battaglia legale per ottenere il reintegro nel suo posto di lavoro. Ma sono molti e purtroppo non tutti noti i casi di lavoratori e di delegati rsu (quelli particolarmente scomodi, naturalmente) nell'industria, nei servizi, in ogni comparto, puniti con sospensioni ed addirittura licenziati solo per aver parlato con la stampa o per aver esercitato con determinazione i propri diritti sindacali. 

Qualcuno, in un messaggio di solidarietà su questo sito, ha usato un'espressione: fascismo aziendale. Io penso che si stia correndo il serio rischio di scivolare, nemmeno troppo lentamente, in un vero e proprio regime di fascismo aziendale. Quando le imprese, nei loro regolamenti interni, arrivano a proibire ai propri dipendenti di rilasciare interviste senza l'assenso dei superiori, compiono a mio parere un vero e proprio attentato alla libertà di espressione sancito dalla Costituzione. Quando puniscono e licenziano con disinvoltura lavoratori e delegati rsu combattivi attentano alla libertà sindacale. 

Io penso che questa mia vicenda, per  l'impatto mediatico che in qualche modo la contraddistingue, possa e debba dare voce ai tanti lavoratori ed attivisti sindacali perseguitati nelle proprie realtà. Lavoratori e sindacalisti che non hanno voce. I compagni francesi di Sud Rail, in uno dei primi messaggi di solidarietà giuntimi nell'agosto del 2003, così scrivevano, amaramente: la libertà costa molto cara oggi, in Italia

E' vero, oggi la libertà in questo Paese costa molto cara.
 
Ringrazio tutte e tutti voi.
 
Fabrizio Acanfora