Progetto di Tesi Programmatica

SUI RAPPORTI FRA ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA E MASSE POPOLARI

1967

 

Franco Salomone

 

1. Masse Popolari

Le masse popolari costituiscono lo schieramento della classe operaia e dei suoi alleati, comprendendo tanto il salariato industriale ed agricolo quanto gli altri strati sociali subalterni, direttamente o indirettamente assoggettati alla pressione della classe dominante (contadini poveri, artigiani immiseriti, senza mestiere, ecc...).

Le masse popolari, sa da una parte costituiscono un elemento ancora infisso nella struttura della società capitalistica e da questa obiettivamente condizionato, dall'altro lato nei loro gruppi più compatti e più avanzati (classe operaia), si pongono come forza in atto di liberarsi da questa "condizione" e di distruggerne la base reale.

La comprensione di questa duplice posizione della masse popolari di fronte alla realtà è premessa indispensabile per afferrare il nesso dialettico che lega masse popolari e organizzazione rivoluzionaria.

2. Classe e Massa

Il gruppo più compatto ed avanzato nel movimento delle masse popolari è costituito dalla classe lavoratrice che deve questa sua posizione non ad una investitura sovrannaturale ma al fatto che nel processo storico verso una società senza classi, il suo movimento interpreta, riassume e unifica gli interessi reali degli altri strati subalterni.

Ciò premesso, ogni tentativo a costituire su un piano intellettualistico artificiali diaframmi fra la classe lavoratrice da una parte e il resto delle masse popolari (di cui la prima è parte integrante e corroborante) dall'alto deve essere condannato come tendente a isolare la classe lavoratrice, a privarla dei suoi naturali alleati e a privare questi ultimi del principale coefficiente di unità rivoluzionaria.

3. Organizzazione Rivoluzionaria

L'organizzazione rivoluzionaria è l'avanguardia cosciente e attiva delle masse popolari. Ad essa inerisce una funzione motrice ed un compito dirigente in rapporto al movimento delle masse.

Questo ruolo direttivo dell'organizzazione - che è vano comprovare e contestare con argomentazioni razionali astratte - si giustifica col fatto della sua esistenza, col fatto che il movimento delle masse per sue concrete necessità (ineguale sviluppo, insufficiente coesione, tendenza ad uno schieramento cuneiforme) lo presuppone e soprattutto col fatto che l'organizzazione effettivamente riesca a diventare con la sua opera una autentica guida delle masse.

L'azione di guida dell'organizzazione con consiste in una potestà gerarchica sulle masse, ma si esplica fondamentalmente nella formulazione degli orientamenti ideologici, organizzativi e tattici elaborati, precisati, adeguati sulla base delle istanze e delle esperienze di massa. In tal modo ogni direttiva dell'"organizzazione" si pone non come un imperativo esterno ma come espressione riflessa delle generali aspirazioni popolari.

4. Spontaneità e spontaneismo

E' da distinguere il fenomeno vero e politicamente positivo degli spontanei movimenti delle masse, dalla concezione mitica e fatalistica che fonda ogni possibilità rivoluzionaria soltanto sulla iniziativa spontanea delle masse.

Questa concezione conduce alla demagogia populista, all'apologia del ribellismo generico, eventualmente reazionario, alla carenza di una direzione rivoluzionaria, all'attendismo e alla capitolazione.

5. Volontarismo

E' da combattere la opposta concezione che affida soltanto alla "organizzazione" l'iniziativa rivoluzionaria.

Tale concezione conduce ad una pessimistica svalutazione del ruolo delle masse, ad un deprezzamento aristocratico della loro capacità politica, ad una condotta astratta dell'azione rivoluzionaria e quindi al suo fallimento.

Tale concezione contiene i germi della controrivoluzione burocratica e statalista.

6. Formazione organica, non atomistica, della "Organizzazione"

E' da respingere la concezione della "organizzazione" come agglomerato di elementi socialmente eterogenei o comunque socialmente indifferenti, raccoltisi dietro un programma politico per mera convergenza di convinzioni politiche (ideologiche).

La organizzazione rivoluzionaria è tale in quanto si forma non già attraverso procedimenti contrattuali ma attraverso un processo naturale e organico che trae via via dalle masse popolari gli elementi più consapevoli e più agguerriti, associandoli in un indirizzo politico corrispondente agli interessi unitari delle masse.

7. Settarismo corporativo

La composizione sociale tendenzialmente omogenea della "organizzazione" non esclude l'acquisizione di elementi declassati o radicalizzati dalla crisi della società borghese.

E' da bandire ogni atteggiamento settario e corporativo d fronte a questi elementi che la "organizzazione" integra attraverso una attenta opera di rieducazione e di selezione politica.

8. Direzione, non dittatura

La direzione rivoluzionaria della nasse da parte della "organizzazione" si effettua - e si verifica - attraverso una permeazione profonda dei principi teorici e degli orientamenti tattici negli strati popolari.

Solo nella misura più larga possibile in cui avviene questa permeazione, le masse popolari realizzano da protagoniste la loro rivoluzione, realizzano in altri termini una distruzione effettiva e simultanea della vecchia struttura sociale e delle convenzioni e consuetudini da questa cristallizzare nel campo del costume e della vita civile.

E' da condannare ogni tendenza alla manipolazione burocratica delle masse da parte della "organizzazione", ogni concessione al caporalismo e al gregarismo, ogni negligenza nell'ampliamento delle dirette responsabilità politiche delle masse.

9. Organismi economici di massa

La "organizzazione" realizza i suoi contatti con le masse anzitutto attraverso organismi di natura economica, fondati sulla solidarietà sociale dei loro membri.

Detti organismi possono avere molteplici funzioni: una funzione difensiva (mutua assistenza, resistenza), una funzione pedagogica (di addestramento all'autogoverno), una funzione offensiva (di rivendicazione sul piano tattico, di espropriazione sul piano strategico), una funzione gestionaria.

Tutti gli organismi, prodotti nel corso della esperienza storica delle masse, che rispondono ad almeno una di questa funzioni, hanno un diretto interesse per il lavoro di massa della "organizzazione".

10. Economicismo, sindacalismo puro, lavorismo

Le teorie, politicamente agnostiche, che proclamano l'autosufficienza rivoluzionaria degli organismi di massa e che negano la validità dei compiti della "organizzazione", sono il prodotto di una visione particolaristica, empirica e sostanzialmente neutra dei problemi sociali.

Esse criticano la politica proletaria ma finiscono di solito per far fare alle organizzazioni "indipendenti" la politica della collaborazione di classe.

(...)


(Dattiloscritto presso il Centro di Documentazione Franco Salomone, Fano.)