4 NOVEMBRE 1918 NON FESTA MA LUTTO

 

"60 anni fa a Villa Giusti l'Austria si arrendeva all'Italia. Era la vittoria! La guerra era finita!

Una guerra non voluta dai lavoratori e imposta con la forza dallo stato italiano.

Chi si ricorda in questi giorni che nel 1915 a Milano, Roma, Torino e altre località ci furono manifestazioni di massa contro la guerra? Che a Torino 100mila operai in sciopero si scontrarono con la polizia e le truppe in una lotta durata due giorni?

Era chiaro che i lavoratori non volevano essere carne da cannone, non intendevano pagare i costi di una guerra imposta dalla borghesia, dagli industriali, dalle alte gerarchie dell'esercito.

Eppure chi dirà in questi giorni che durante la guerra ci furono un milione di processi per diserzione, 4mila arresti per manifestazioni contro la guerra?

Che a Torino nel 1917 i proletari insorsero ancora per 7 giorni contro l'aumento dei prezzi e per il pane e per la pace?

In questi giorni si festeggia la vittoria: una vittoria pagata con 680.000 morti, due milioni tra feriti, mutilati e prigionieri, tutti lavoratori mandati al macello contro altri lavoratori di altri paesi; alla fine il totale sarà di 15 milioni di proletari uccisi. Proletari a cui avevano detto di combattere per le loro patrie: e così furono ingannati. Invece di spararsi a vicenda, avrebbero dovuto sparare sui governanti, sui capitalisti e sui generali; perché questi erano e sono i veri NEMICI.

In questi giorni lo stato italiano festeggia la vittoria con discorsi, commemorazioni, parate militari, visite ai cimiteri di guerra, elogi al valore dei soldati italiani morti per la patria. Le parole commosse e le false lacrime di uomini di governo e militari non ci devono ingannare, soldati, la patria è un'invenzione per farci fare il servizio militare e difendere i padroni da scioperi e rivoluzioni; lavoratori, le medaglie non fanno risorgere i morti e non restituiscono le tasse che paghiamo per le spese militari. Quella guerra (come tutte le altre) fu scatenata dai padroni di tutto il mondo per i loro interessi.

Oggi ci parlano di pace, ma non stanno tranquilli. Non c'è pace che tiene, un'altra "guerra" continua; la "guerra" degli sfruttati che va avanti da molto tempo, che è lotta di classe contro i padroni, contro lo Stato, contro l'esercito e il militarismo, che è Lotta di Classe per l'ORGANIZZAZIONE AUTONOMA DELLA CLASSE SFRUTTATA, VERSO UNA SOCIETA' SENZA CLASSI E INTERNAZIONALISTA".


(Volantino della sezione di Bari dell'ORA del 1978. Originale ciclostilato presso il Centro di Documentazione Franco Salomone, Fano.)