"Energia
Territorio
Ristrutturazione"

Analisi movimento di contestazione antinucleare

 

1) Caratteristiche del Movimento Antinucleare in Italia

Il Movimento Antinucleare in Italia nasce e si sviluppa in modo assai eterogeneo e scoordinato.

E' infatti difficile stabilire (e questo è già indicativo) quanti e quali siano i gruppi, i comitati, ecc, che lottano oggi contro la scelta nucleare e, quel che più conta, su quali basi essi conducono tale lotta.

Tuttavia dai contatti avuti e dall'intervento svolto nel corso di questi anni, crediamo sia possibile da parte nostra tracciare a grandi linee le caratteristiche fondamentali di questo movimento.

Noi crediamo che essenzialmente siano quattro le grandi correnti che lo compongono.

La prima è costituita per lo più da individualità che, pur non svolgendo alcuna attività o militanza particolare, si dichiarano contro il nucleare per una svariata serie di ragioni.

Questa fascia di persone, certamente numerose, forma quello che potremmo definire il vero e proprio "movimento di opinione contro l'energia nucleare". Non è detto che costoro siano qualunquisti o, al massimo, ecologisti, semplicemente essi non intendono impegnarsi costantemente in prima persona, nella lotta contro i signori dell'atomo.

La seconda corrente è quella degli ecologisti. Preoccupazione fondamentale di questi "militanti del verde pulito" è quella di mantenere sano l'ambiente, di preservarlo da ogni possibile forma di inquinamento, di conservarne la bellezza e la ricchezza. Gli ecologisti, anche quelli di sinistra, non portano avanti alcun discorso politico di classe, oppure tale discorso è talmente velato da essere destinato a restare in secondo piano quando, purtroppo, non scompare del tutto.

La terza corrente è costituita da vari partiti (es. PR, PdUP, ecc.), gruppi e movimenti di specifico che fanno riferimento alla sinistra.

I militanti di tali formazioni cercano di inserirsi un po' in tutti i discorsi e di farsi così interpreti di ogni posizione antinucleare, cercando in ultima analisi, di tirare l'acqua al proprio mulino, preoccupandosi ben poco dei contenuti e delle sorti del Movimento Antinucleare, badando piuttosto a conquistare nuove simpatie, traducibili in voti o in forme per nuovi referendum.

I vari partiti, in sostanza, riescono di rado a trovare una precisa collocazione nell'ambito del Movimento Antinucleare e cercano un impossibile connubio tra le istanze generali del movimento e la propria linea di partito o di gruppo specifico, Da questo tentativo escono perciò proposte vaghe, a volte non disprezzabili, altre volte inconsistenti ed emerge soprattutto la volontà di dar vita a strutture di carattere nazionale che si sono tuttavia dimostrate inadeguate se non impotenti (si pensi ai vari Comitati per ilo controllo dell'energia ecc., promossi da PdUP, PR, DP, ecc.

L'ultima corrente è quella ispirata ai principi di classe che vedono nella lotta al nucleare non soltanto una lotta per la difesa del territorio e dell'uomo, ma soprattutto un momento di scontro di classe, un possibile terreno di unione e di rafforzamento degli interessi economici, politici e sociali del proletariato.

In quest'ultima sfera si possono collocare, tenendo presenti e debite differenze, tanto organizzazioni di specifico quanto movimenti di massa. La loro lotta vuole anzitutto essere momento di crescita complessiva della classe in opposizione ai progetti delle multinazionali ed agli interessi del padronato nostrano.

Tale corrente, insomma, colloca la lotta antinucleare in un discorso ben più ampio e costruttivo, cercando di opporsi non solo al progetto nucleare in quanto tale ma al suo ruolo determinante nel processo di ristrutturazione del capitalismo.

2) Distribuzione sul territorio e quantificazione del Movimento Antinucleare

Quasi tutta l'informazione sui temi dell'energia in generale e sul nucleare in particolare è in mani alla borghesia che manovra ed orienta le masse tramite i mass media e ricattatori provvedimenti economici, che pesano principalmente sulle spalle dei lavoratori, inducendo la maggior parte delle persone a credere che l'Italia ha bisogno di produrre ancor più energia sfruttando il nucleare.

E' ovvio quindi che ad opporsi al nucleare sono per lo più le popolazioni che vivono da vicino tale problema. Il Movimento Antinucleare è perciò molto forte ed incisivo nelle "zone interessate", mentre è assai debole od inesistente in quelle dove non vi è alcun rischio di vedere costruire una centrale nucleare.

E' chiaro perciò che il Movimento Antinucleare in Italia, pur essendo uno dei più forti in Europa, non riesce certo ad abbracciare la maggior parte della popolazione.

A quanto detto, si deve aggiungere che molte forze politiche (PCI in testa) e sociali (i vertici della triplice sindacale CGIL, CISL, UIL) hanno dato il loro determinante consenso al progetto nucleare, indirizzando molti lavoratori a sostenere uno dei più ambiziosi progetti padronali di questi ultimi 50 anni.

Ma il Movimento Antinucleare ha saputo, nel suo complesso, lottare con determinazione, conquistando sempre più un consenso popolare che mette oggi in seria difficoltà le posizioni dei partiti di maggioranza della sinistra. Ad esempio, il PSI (ma di questo non ce ne dobbiamo stupire troppo) ha rivisto la propria posizione rispetto al piano nucleare, arroccandosi però in fumose posizioni attendiste che in definitiva non risolvono nulla, mentre il PCI e le Confederazioni Sindacali si trovano con di rado imbarazzati nell'affrontare la questione, specie a livello locale, poiché sanno che buona parte della base non si riconosce nelle posizioni filo-nucleari tante volte espresse e ribadite dai vertici.

Certamente positiva è invece l'attuale posizione della FLM che pur non schierandosi in modo netto assoluto, ha un atteggiamento assai critico verso la scelta dell'atomo.

E' molto difficile dire oggi quanti siano coloro che si sono schierati contro l'atomo dei padroni, ma a giudicare dal numero dei partecipanti a pubbliche manifestazioni sul problema e dal numero di riviste, opuscoli, documenti e libri venduti su tale argomento, non si può negare che è consistente il numero di coloro che si oppongono oggi al progetto nucleare.

3) I Comunisti Anarchici ed il Movimento Antinucleare

Il movimento anarchico, nel suo complesso, si è da sempre schierato contro la scelta nucleare, tanto nel nostro paese quanto nel resto del mondo.

In particolare per noi comunisti anarchici questo significa aver voluto contrastare, sin dall'inizio, lo sviluppo ed il rafforzamento del capitalismo.

La nostra lotta contro il nucleare esprime la precisa volontà di difendere il territorio e la salute delle popolazioni da un disegno capitalista che punta alla centralizzazione dell'energia ed alla complessiva ristrutturazione produttiva, ripristinando definitivamente rapporti di forza favorevoli al padronato.

La scelta nucleare non è solo un business tra le multinazionali ed i singoli paesi, ma è uno dei più grossi tentativi di garantire ulteriormente il dominio economico, politico e sociale della borghesia.

Per questo, al di là di ogni garanzia di sicurezza, noi saremo sempre e comunque contro il progetto nucleare, come saremo contro "l'energia alternativa" qualora questa non sia altro che una semplice riedizione politica della scelta nucleare (energia centralizzata, dominio delle multinazionali, ecc.), anche se certo garantisce maggior sicurezza per la vita dell'uomo e dell'ambiente.

Noi Comunisti Anarchici vediamo nella lotta antinucleare un momento importante dello scontro di classe. Un momento in cui è di primaria importanza la continua sensibilizzazione della classe per stimolarla verso un terreno unitario di lotta per la difesa degli interessi dei lavoratori e per un reale miglioramento delle loro condizioni di vita.

Ed in questo momento quindi si ripropongono come centrali i temi dell'unità di classe, dell'organizzazione di massa dei lavoratori e dell'autogestione delle lotte.

Ci preme infine allargare a tutta la classe quelli che oggi sono i contenuti e gli obiettivi di pochi e ci interessa fare in modo che il movimento antinucleare, per essere davvero incisivo, non si riduca ad un semplice movimento di opinione scisso da tutte le tematiche politiche e sociali che oggi coinvolgono il proletariato.


Strategia di classe sull'energia e lo sviluppo di strumenti organizzativi di base

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