L'anarchismo in Italia:
Un
1973 rovente

 

Adriana Dadà

 

Con la formazione delle federazioni regionali si erano costituiti centri di dibattito politico che avevano portato ad una riscoperta del comunismo anarchico. Mentre il dibattito politico rinasce dopo molti anni, sempre più forte si fa la consapevolezza che se si vuole che la FAI divenga l'organizzazione anarchica capace di svolgere un ruolo positivo nella realtà italiana bisogna che essa faccia propri apertamente e decisamente i principi del comunismo anarchico, adottando forme organizzative conseguenziali al nuovo ruolo che si vuole attribuire. Si giunge così al precongresso della FAI del 6-7 gennaio 1973 di Ancona.

Il dibattito dà la misura del largo consenso che le posizioni comuniste anarchiche riscuotono nell'organizzazione. Benchè il convegno sia caratterizzato dall'emergere di resistenze e perplessità da parte di molti autorevoli militanti (78), nei mesi successivi le posizioni dei gruppi portatori dell'esigenza di una profonda revisione del patto associativo vengono largamente pubblicizzate; una proposta di nuovo patto associativo viene esplicitamente formulata dai gruppi di Napoli e Bari (79). Ma è ormai chiaro per costoro che il tentativo di riportare la FAI su posizioni comuniste anarchiche richiede un coordinamento delle forze disponibili. E' perciò che già all'indomani del precongresso di Ancona alcuni gruppi costituiscono il Nucleo Operativo. Esso ha il compito di coordinare l'azione dei gruppi che ne fanno parte al fine di indurre la FAI ad accettare le modifiche proposte al patto associativo, trasformandola così in un'organizzazione di tendenza (80). In un primo momento l'operazione sembra avere successo, tanto che il Consiglio Nazionale della FAI del 4 maggio 1973 struttura l'odg dell'XI congresso della FAI secondo le richieste del precongresso di Ancona, espressosi a maggioranza su posizioni comuniste anarchiche. Ma la Commissione di Corrispondenza riesce, dopo una lunga polemica, a modificare le decisioni del Consiglio Nazionale (81).

La verificata impossibilità di cambiare la Fai dimostra che la separazione fra la componente comunista anarchica e la FAI è ormai consumata ed è perciò che questi gruppi ritengono necessario riprendere il dibattito e il confronto con tutti coloro che, fra gli anarchici, sono attestati su posizioni di classe. Per questo motivo essi sono fra i promotori del 1° Convegno nazionale dei lavoratori anarchici (CNLA) (82).

Questa riunione sorprese non poco, non solo per l'elevato numero di partecipanti, quanto per la qualità del dibattito e i temi trattati, caratteristici, per gli anarchici, dell'organizzazione politica e dell'organizzazione di massa: presenza nei sindacati confederali, nei consigli di fabbrica e nei consigli di zona, tecniche di intervento politico. Rilevò al tempo stesso la grande disomogeneità di posizioni esistenti, ma registrò anche significative convergenze. Fu così che il 1° Cnla, valutata l'esigenza della "costruzione contemporanea di una organizzazione specifica comunista anarchica e di una organizzazione proletaria di massa al fine di realizzare l'unità, l'autonomia, la coscienza di classe e l'internazionalismo per la costruzione del comunismo anarchico", giunse a riconoscere come prioritaria l'azione sindacale e a tal fine diede vita a una struttura di coordinamento, di dibattito, di studio sulle esigenze dei vari gruppi. (83)

Si era ormai di fronte a un'organizzazione a carattere nazionale efficacemente coordinata dal Nucleo Operativo, che ingenerava nelle altre organizzazioni del movimento anarchico reazioni settarie (84), ma al tempo stesso attirava le forze più vive dell'anarchismo italiano, stimolando il dibattito sulla costruzione dell'organizzazione politica con la ristampa della Plate-forme e di tutto il dibattito sull'organizzazione degli anni venti-trenta. (85)

L'XI congresso della FAI del 22-26 dicembre 1973 registrava l'espulsione dei gruppi aderenti al Nucleo Operativo, mentre altri si dimetteranno (86). Il Nucleo Operativo esauriva la sua funzione, si trasformava nel gennaio del 1974 in Centro Operativo, mentre si rafforzavano o nascevano fuori della FAI organizzazioini a carattere regionale come l'Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica delle Puglie, l'Organizzazione Comunista Libertaria in Liguria, l'Organizzazione Anarchica Marchigiana, il Movimento Anarchico Comunista di Bergamo, l'Organizzazione Anarchica Romana, poi divenuta Federazione Comunista Libertaria (87). Esse si legano a livello territoriale con molti gruppi rimasti autonomi dalle organizzazioni nazionali e dai quali erano giunti significativi contributi di intervento e di analisi (88), raccolgono simpatie e adesioni negli ambienti operai e della sinistra di classe e fra non pochi militanti del partito comunista, avanguardie di fabbrica e attivisti sindacali, delusi dalla politica del "compromesso storico" varata dal loro partito.

Le federazioni regionali che si dimostrarono anche negli anni seguenti come la parte più viva dell'anarchismo in Italia, dopo una prima fase di crescita attraverseranno un periodo di crisi. Il processo di chiarificazione avviato porterà comunque negli anni seguenti a un rilancio, da una parte dell'attività sindacale e, più in generale, nel sociale di tutto l'anarchismo (89); dall'altra, alla ripresa del processo di ricostruzione dell'organizzazione comunista anarchica che ormai avverrà, per impossibilità dimostrata a un cambiamento, al di fuori delle strutture della FAI (90).

Tratto da "L'anarchismo in Italia: fra movimento e partito - storia e documenti dell'anarchismo italiano" di Adriana Dadà, Teti Editore Milano 1984, pp.129-130.

 

NOTE (in pp.138-139):

"(78): Cronache o notizie sul precongresso di Ancona compaiono solo sul "Bollettino Interno" della FAI. Il n°10 del 20 febbraio 1973 riporta la trascrizione letterale del dibattito. Cfr inoltra G.CERRITO, Il ruolo dell'organizzazione anarchica, pp.245-249

(79): Vedi documento del Gruppo Comunista Anarchico di Bari e del Gruppo Comunista Anarchico "Kronstadt" di Napoli, Proposta di patto associativo per la FAI in "Bollettino Interno" della Fai, 20 marzo 1973, ora in G.CERRITO, op. cit. 446-454

(80): Del Nucleo Operativo facevano inizialmente parte: il Gruppo Comunista Anarchico di Bari, il Gruppo Comunista Anarchico di Molfetta, il Gruppo Comunista Anarchico "Kronstadt" di Napoli, il gruppo "Kronstadt" di Ancona, le sezioni di Civitanova, Jesi e Macerata appartenenti all'OAM, il Gruppo Comunista Anarchico Berneri di Perugia, il Gruppo Comunista Anarchico di Trieste, il Gruppo Comunista Anarchico di Forlì, il Movimento Anarco-Comunista Bergamasco, il Movimento Lavoratori Socialisti di Milano. Vengono varate alcune iniziative per indirizzare il dibattito di gruppi e federazioni che si vanno formando. In Campania il Gruppo Comunista Anarchico "Kronstadt" indice una riunione per la costituzione della federazione campana mettendo in discussione un documento programmatico, ma l'iniziativa fallisce, Cfr. "Umanità Nova", 3 marzo 1973. Si costituisce invece a Campobasso la federazione molisana, auspice il gruppo di Perugia, cfr "Umanità Nova", 4 febbario 1973. Nasce la federazione calabrese composta di 7 gruppi e alcuni militanti sparsi sul territorio, cfr. "Umanità Nova", 14 aprile 1973. In Sicilia si costituisce una federazione di cui fanno parte 5 gruppi, cfr. "Umanità Nova", 21 aprile 1973. In Liguria dove l'OAL non aderiva alla FAI ma manteneva legami con l'ORA francese, si costituisce l'OCL genovese di cui fanno parte più sezioni cittadine, rafforzando così il peso dell'organizzazione regionale, cfr. "Umanità Nova", 21 aprile 1973. Intanto in Puglia l'OAP, dopo aver pubblicizzato con una collana di 8 opuscoli le proprie posizioni teoriche, quelle sulla lotta di quartiere, sul referendum, sui decreti delegati, sulla rivoluzione spagnola del 1936-1939, sulle elezioni politiche, annunciava il proprio "scioglimento" per meglio operare come singoli gruppi nella FAI, cfr. "Umanità Nova", 24 maggio 1973. L'OCL pubblicava una serie di opuscoli di contenuto analogo con un interesse più accentuato per i temi sindacali e operai, occupandosi del salario, della scala mobile ecc. Pubblicava inoltre un'articolata analisi in 4 puntate su "Umanità Nova", cfr. OCL, La situazione politica in Italia, in "Umanità Nova", 23 giugno-14 luglio 1973. Si costituiva poi a Savona l'Ufficio di consultazione sindacale che inviava a tutti i militanti e gruppi che ne facevano richiesta circolari a scadenza settimanale sui problemi del mondo del lavoro. Anche l'OAM pubblicava una collana di opuscoli che ricalcavano in larga parte quelli delle altre organizzazioni regionali con la significativa aggiunta di alcuni dedicati alla "scuola quadri" per militanti. Pubblicazioni e locali e bollettini sindacali verranno pubblicati anche dal MACB e dal "Kronstadt" di Napoli.

(81): Per una puntuale ricostruzione degli eventi e del dibattito vedi i documenti riprodotti in G. CERRITO, op. cit. pp.454-472

(82): Il 10 febbraio 1972 un convegno dell'OCL tenutosi a Savona lancia l'idea di convocare un convegno nazionale dei lavoratori anarchici. Cfr. "Umanità Nova", 13 febbraio 1972. Nei mesi successivi i contatti si infittiscono e finalmente "venerdì 9 febbraio 1973, dopo la manifestazione nazionale dei metalmeccanici a Roma, si è tenuta una riunione dei compagni operai di varie località intervenuti per l'occasione". Erano presenti il collettivo lavoratori anarchici di Roma, il coordinamento operai anarchici di Milano, il coordinamento operai anarchici di Legnano, la commissione sindacale dell'OCL. cfr. ivi, 31 marzo 1973. Dell'organizzazione tecnica del convegno verrà incaricata l'OAL, che nella circolare di convocazione inviata ai gruppi si preoccupa di specificare che al convegno possono partecipare solo compagni muniti di delega numerica spedita solo a chi aderisce all'iniziativa e invia documenti e analisi che risultino coerenti con l'ordine del giorno del convegno. Si cercava così di fare in modo che i partecipanti al convegno fossero delegati di realtà veramente rappresentative escludendo individualità, aclassisti e antiorganizzatori.

(83) vedi documento finale - l'ordine del giorno del convegno è il seguente: -Situazione generale economica e politica; -organizzazione specifica e organizzazione di massa; -rapporti con i sindacati e i partiti; -prospettive. Aderiscono al convegno 56 gruppi, molti dei quali organizzati nelle federazioni regionali. Sono presenti osservatori dell'ORA francese e di "Front Libertaire" che ne era il giornale. Cfr. "Umanità Nova", 4 agosto 1973

(84): Per la ricostruzione di queste vicende v. FAI, "Bollettino Interno" n° 18 del settembre 1973, pp.3-31

(85): Il dibattito sull'esperienza piattaformista aveva caratterizzato il dibattito interno all'anarchismo francese sul finire degli anni sessanta, tanto che una delle sue più prestigiose riviste "Noir et Rouge" vi aveva dedicato nel 1968 un numero speciale nel quale si ricostruiva tutto il dibattito degli anni venti-trenta sulla Plate-forme, riportando gli interventi dei più noti militanti. Veniva inoltre pubblicata una nuova traduzione della Plate-forme eseguita dal testo originale russo. Dopo il 1968 erano nate in Francia organizzazioni che si ispiravano ai principi teorici e strategici e agli schemi organizzativi espressi nella Plate-forme. La più attiva di queste organizzazioni -l'Organisation Revolutionnaire Anarchiste (ORA)- aveva sviluppato legami organici con gruppi italiani, specialmente con l'OCL, prova ne sia che delegati di questa organizzazione saranno poi presenti alla riunione del 1° Convegno Nazionale dei Lavoratori Anarchici (CNLA). Per la storia dell'anarchismo francese nel dopoguerra con particolare attenzione allo sviluppo delle sue organizzazioni, cfr. R.BIARD, Histoire du mouvement Anarchiste 1945-1975, Paris 1976. E' un fatto comunque che agli inizi del 1973 cominciarono a circolare in Italia ciclostilati contenenti la traduzione integrale dell'ormai famoso numero di "Noir et Rouge". Essi sono curati dal gruppo "Valle Giulia" di Roma. Anche il gruppo "Lotta Anarchica" di Milano ne metterà in circolazione un'edizione e il n°4 del "Bollettino" del MACB del 20 settembre 1973 ne darà la traduzione più fedele. Tale materiale costituisce una larga parte della documentazione riportata in appendice al volume G.CERRITO, L'organizzazione anarchica, cit.

(86): Cfr. FAI, "Bollettino Interno" n°19, ottobre 1973; n°20, novembre 1973 che riporta l'elenco dei gruppi aderenti alla federazione, di quelli che ne sono usciti e di quelli che sono stati espulsi, oltre a tutta la documentazione sulle polemiche che accompagnarono queste vicende.

(87): LA FAI subiva una delle sue più gravi scissioni. Abbandonarono l'organizzazione i gruppi più attivi, quelli che conservavano rapporti organici con la lotta di classe nel paese. In pratica la Fai scompariva dalle Puglie, dalle Marche, dal Bergamasco, dalla Toscana se si esclude Carrara, dal Triveneto se si esclude un gruppo a Trieste, dall'Umbria. Defezioni consistenti di militanti e di gruppi si avranno in tutte le altre regioni.

(88): Vedi "Ai compagni su: capitalismo, ristrutturazione e lotta di classe" di L. DI LEMBO, S. CRAPARO, G. LEONI, C. MASCIOTRA, M. PAGANINI, G. CIMBALO, Crescita Politica editrice, Firenze 1975

(89): vedi "Lotta di classe nel quartiere, n°3", dell'ORGANIZZAZIONE ANARCHICA PUGLIESE, Molfetta 1975, cicl.

(90): Il CNLA si strutturerà successivamente in commissioni di lavoro e si riunirà nei giorni1-4 novembre 1974 a Bergamo e nei giorni 3--5 ottobre 1975 ad Ancona, cfr. "Bollettini del CNLA". Con la crisi scoppiata nel luglio 1975 all'interno della sezione genovese dell'OAL si innescherà un processo di dissoluzione organizzativo di questa struttura, cfr. OCL, Genova, Ai gruppi e alle organizzazioni CL aderenti al CNLA e alle commissioni interregionali, lettera privata, Genova, 8 luglio 1975. Verrà così pagato duramente il nodo mai risolto costituito dall'essere il CNLA insieme organizzazione di massa ed organizzazione politica dei comunisti anarchici, e al tempo stesso di non riuscire a essere compiutamente nessuna delle due. Dopo un confronto con il "Movimento del 1977" anche le federazioni regionali createsi all'esterno della Fai su posizioni comuniste anarchiche subiranno in gran parte un drastico ridimensionamento. Rimarrà tuttavia costante l'impegno nella lotta di classe e sul finire degli anni settanta si riaccenderà il dibattito sull'opportunità di militare nel sindacato confederale o rifondare l'USI. Il dibattito non è ancora concluso, ma mentre cresce l'impegno nel sindacato confederale si precisano e si caratterizzano sempre di più su base territoriale embrioni di organizzazione aventi come fine la costituzione dell'organizzazione politica dei comunisti anarchici a base nazionale.
(...)"